Traversata della Testa Mouton 2522 m

 

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Fogli 14-15

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 81

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

STAMBECCHI NEI PRESSI DEL PASSO DI TESINA

IL LUNGO PERCORSO DI CRESTA VISTO DALLA CIMA DI TESINA

LA CUSPIDE ROCCIOSA DELLA CIMA DI TESINA SCENDENDO VERSO LA SELLA CON LA QUOTA 2456

LUNGO LA DIVERTENTE CRESTA MERIDIONALE DELLA TESTA MOUTON

IL PERCORSO DI DISCESA DALLA TESTA MOUTON VISTO DALLA CONCA SUPERIORE DEI LAGHI DELLA TESTA MOUTON

FIORITURA DI “PIUMINI” SULLE RIVE DI UNO DEI LAGHI DELLA TESTA MOUTON

LA CONCA DEL LAGO MOUTON INFERIORE DALLA MULATTIERA GTA

 

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona), si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo e si risale la Valle Stura. Oltre Demonte (capoluogo della valle), si supera anche Vinàdio ( 904 m , 63 km da Mondovì): circa 1 km oltre il paese si svolta a sinistra in direzione del Colle della Lombarda. Superata la borgata Pratolungo ( 926 m ), con numerosa serie di tornanti la rotabile si inserisce nel selvaggio Vallone di Sant’Anna. Trascurando la diramazione a sinistra per il Vallone di Riofreddo, si prosegue lungamente nel severo vallone, fino ad un bivio presso la sua testata ( 1900 m circa): trascurato il ramo di sinistra (diretto al non lontano Colle della Lombarda), si prosegue a destra e, con diversi tornanti fra i pascoli, si raggiunge il Santuario di Sant’Anna di Vinàdio ( 2010 m , 16 km da Vinàdio). Si parcheggia in uno degli ampi piazzali presso il Santuario.

 

ITINERARIO

Dal piazzale antistante il Santuario si segue la strada asfaltata che raggiunge in breve il grande parcheggio situato nei pressi della Roccia dell'Apparizione: su questo roccione la leggenda vuole che la Madonna sia apparsa ad una giovane pastorella (scalinata che raggiunge la sommità del masso, dove sorge una statua della Vergine). Proseguendo lungo l'ampia carrareccia ex-militare si guadagna quota con un ampio tornante poi, tralasciata la prosecuzione della carrareccia (diretta ai colli di Sant'Anna e del Lausfér, vedi anche itinerario Anello dei Laghi del Lausfer), si prende una mulattiera a destra, che sale ripida la china detritica, passa per una modesta pozza (bella veduta sulla fronteggiante Punta Maladecia) e raggiunge la conca dove giace il bel Lago di Sant'Anna ( 2167 m , h 0,30 dal Santuario). 

Seguendo la sponda del lago, se ne supera l'emissario e si riprende a salire per una ripida costa prativa, che fa guadagnare una bella valletta  erbosa. Passando nei pressi di un più piccolo specchio d'acqua ( 2250 m ), la mulattiera riprende a salire per coste di erba e detriti (possibili scorciatoie) fino all'ultimo valloncello che sbuca sull'ampia sella del Passo di Tesina ( 2400 m , h 0,40 dal lago). Belle vedute sulla testata del Vallone d’Orgials e sull'opposto Vallone di Rocciaslion, in cui è ben visibile la mulattiera che scende lungamente fino alla borgata Callieri, nel Vallone dei Bagni.

Dal passo si abbandona la mulattiera, che traversa a sinistra verso il Colle Saboulè (vedi anche itinerario Testa Rognosa della Guercia), e si trascura anche il sentiero segnalato che cala con tornanti nel Vallone di Rocciaslion, per seguire a destra una traccia che si mantiene sul lato di Sant’Anna traversando per ripidi prati alla base di modesti spuntoni rocciosi. Appena possibile, la traccia si riporta in cresta, dove questa diventa larga ed erbosa, fino ad una modesta anticima con grosso ometto. Oltre un tratto pianeggiante, un’ultima breve salita per un ripido canalino detritico che incide la cuspide terminale consente di raggiungere la Cima di Tesina (2456 m, h 0,15 dal Passo di Tesina, piccola croce di legno). Dalla cima, costituita da un testone roccioso che emerge per una ventina di metri da un ondulato altipiano erboso e detritico, si gode di bellissime vedute sull’aspra catena del Lausfer, sulla più lontana Testa Rognosa della Guercia e sull’ampio sottostante Vallone di Rocciaslion. Verso Est incombe la severa Maladecia con la lunga costiera fino al Colle della Lombarda.

Dalla vetta si scende verso Est, per un ripido pendio detritico, fino a riprendere la dorsale erbosa, in questo tratto pressoché pianeggiante. Tracce militari la percorrono nei pressi del filo, fra resti di piccole postazioni di osservazione; aggirato ad Ovest un modesto dosso erboso, si scende per ampi pendii di erba e massi fino ad una verdeggiante insellatura (h 0,30 dalla Cima di Tesina) al piede della Quota 2456, costituita da tre successivi torrioni rocciosi separati da verdeggianti forcelle.

Si traversa in lieve salita verso destra la ripida testata di una piccola, erbosa valletta (tracce), fino a portarsi sul filo di un costone erboso secondario: seguendolo verso sinistra, superando un breve tratto di roccette (un passo di ), si giunge alla base del versante Sud-Est del primo torrione. Risalendolo lungo un’evidente serie di canalini (qualche passo di ) si giunge velocemente sulla prima sommità della Quota 2456 (h 0,20 dall’insellatura).

Proseguendo lungo la linea di cresta, costituita di grossi massi, con passi aerei ed esposti ma facili e divertenti (max II°) si raggiungono in pochi minuti i due successivi denti rocciosi (la quota massima di 2456 m è riferita al secondo, quello centrale), ognuno sormontato da un ometto. Dalla cima appare verso Nord l’ampia conca glaciale sede dei pittoreschi Laghi della Testa Mouton, distribuiti su una serie di ripiani erbosi e detritici ai piedi del versante sud-orientale della Testa Mouton. Oltre la sella a destra della Testa Mouton fa capolino sullo sfondo il Monviso.

Dall’ultimo dente si scende per elementare cresta erbosa, evitando eventualmente qualche breve tratto roccioso sul versante Ovest (sinistra) fino ad una larghissima sella di erba e detriti che precede la cresta Sud della Testa Mouton. Attraversata la lunga insellatura (tracce), si giunge alla piccola pietraia al piede della cresta. Lasciato subito a sinistra un curioso masso forato, si supera un breve tratto roccioso, si scavalca un caratteristico spuntone seguendone il filo (I°+), oppure lo si aggira facilmente ai lati, e si prosegue per facili rocce, cercando di seguire il più fedelmente possibile la successiva cresta rocciosa, divertente e panoramica.

La cresta è facile e divertente ed i passaggi non sono mai troppo ostici (max II°): è comunque possibile aggirare i passi più impegnativi sui due versanti (meglio quello occidentale), perdendo qualche metro di quota.

Si giunge così alla base dell’ultimo pendio, di erba e grossi massi: risalendolo con percorso non obbligato ma evidente, si giunge alla base di una placchetta di circa 5 metri, superabile direttamente (III°) oppure aggirabile a sinistra per grossi massi. L’ultimo breve pendio consente di giungere su una prima anticima (2520 m). Con breve percorso pressoché pianeggiante, leggermente arcuato verso destra, si giunge infine sulla sommità principale della Testa Mouton (2522 m, h 1,15 dalla Quota 2456, ometto). Dalla sommità si gode di panorama circolare eccezionale sulla testata del Vallone d’Orgials, sulla zona di San Bernolfo con la Cima del Corborant, sul Becco Alto d’Ischiator e sulle principali cime della Valle Stura (Oronaye, Rocca la Meja, Monte Bersaio) fino al lontano Monviso e all’Aiguille de Chambeyron.

Dalla vetta principale si scende per un brevissimo pendio ad un colletto, da dove si risale per roccette all’ultima cima della cresta sommitale, costituita da grossi massi accatastati. Scavalcata una successiva elevazione rocciosa (la si può anche aggirare facilmente sulla destra), si abbandona definitivamente la cresta (che inizia a scendere con un tratto ripido e dirupato verso la sella 2424 m) per calare a destra lungo un ripido pendio dapprima detritico (tracce di animali) e successivamente erboso fin sul fondo della sottostante valletta. Questo tratto, seppur breve, sempre facile ed esente da salti rocciosi, va comunque affrontato con la dovuta attenzione per via dell’estrema ripidezza e, nel tratto detritico, della elevata friabilità.

Giunti presso il fondo della valletta, si prosegue verso destra, pressoché in piano, per meravigliose conche erbose e radi larici, fino al superiore dei Laghi della Testa Mouton (2324 m). Dalla sponda orientale del laghetto si origina un sentierino segnalato da ometti (in realtà non sempre evidente) che scende effettuando un ampio semicerchio verso Sud fino ad una piccola pietraia: scendendo di fianco ad essa, in questo tratto con percorso poco evidente, si giunge in breve sulle rive di un altro laghetto, sulle cui sponde erbose si trovano i resti di un grande recinto per animali. Continuando per vaghe tracce, si continua la discesa fino alla sottostante conca erbosa, dove sorge un altro laghetto, il più bello, costituito da due invasi collegati fra loro fra prati e radi larici. Continuando a scendere verso Nord-Est, appare finalmente una traccia più evidente che, con un lungo traversone in discesa, va ad intercettare presso il più basso dei laghetti (2147 m, h 1,30 dalla Testa Mouton, palina) la marcata mulattiera della GTA che collega il Santuario di Sant’Anna al Passo di Bravaria.

Seguendo l’ampia mulattiera pianeggiante verso destra, si supera l’emissario del laghetto su un piccolo ponticello in legno, si scavalca un costoncino erboso e si scende poi decisamente con alcuni tornanti in una conca detritica con resti di slavine. Tagliando lungamente i ripidi pendii verso Sud, con percorso dapprima pianeggiante e poi in leggera risalita, si supera a guado il rio proveniente dal Lago di Sant’Anna e, con un ultimo strappo ripido, si ritorna presso il Santuario di Sant’Anna (h 0,40 da dove si incontra la mulattiera).

 

 

TEMPO TOTALE

h 5,40 circa

DISLIVELLO

750 m circa

DIFFICOLTA’

EE (F se si segue fedelmente la cresta)

ULTIMO SOPRALLUOGO

29 luglio 2018

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Bellissima cavalcata di cresta, praticamente sconosciuta ma assai meritevole per i panorami aperti e per l’ambiente riposante. Difficoltà assai contenute e quasi mai obbligate, il tratto più esposto (ma comunque sempre facile) è la traversata degli spuntoni di cresta della Quota 2456. Orientamento evidente e mai problematico: in caso di necessità, comunque, è quasi sempre facile scendere senza problemi, specie sul versante Ovest (Vallone di Rocciaslion). Altamente consigliata!