Dal
piazzale antistante il Santuario si segue la strada asfaltata che
raggiunge in breve il grande parcheggio situato nei pressi della Roccia
dell'Apparizione: su questo roccione la leggenda vuole che
la Madonna
sia apparsa ad una giovane pastorella (scalinata
che raggiunge la sommità del masso, dove sorge una statua della Vergine).
Proseguendo lungo l'ampia carrareccia ex-militare si guadagna quota con
un ampio tornante poi, tralasciata la prosecuzione della carrareccia
(diretta ai colli di Sant'Anna e del Lausfér,
vedi anche itinerario Anello
dei Laghi del Lausfer), si prende una mulattiera a
destra, che sale ripida la china detritica, passa per una modesta pozza
(bella
veduta sulla fronteggiante Punta
Maladecia) e raggiunge la conca dove giace il bel Lago
di Sant'Anna (
2167 m
, h 0,30
dal Santuario).
Seguendo la
sponda del lago, se ne supera l'emissario e si riprende a salire per una
ripida costa prativa, che fa guadagnare una bella valletta erbosa.
Passando nei pressi di un più piccolo specchio d'acqua (
2250 m
), la mulattiera riprende a salire per
coste di erba e detriti (possibili scorciatoie) fino
all'ultimo valloncello che sbuca sull'ampia
sella del Passo di Tesina (
2400 m
, h 0,40 dal lago). Belle vedute sulla
testata del Vallone d’Orgials e sull'opposto Vallone
di Rocciaslion, in cui è ben visibile la mulattiera che
scende lungamente fino alla borgata Callieri, nel Vallone dei Bagni.
Dal passo si
abbandona la mulattiera, che traversa a sinistra verso il Colle Saboulè
(vedi anche itinerario Testa
Rognosa della Guercia), e si trascura anche il sentiero
segnalato che cala con tornanti nel Vallone di Rocciaslion, per seguire
a destra una traccia che si mantiene sul lato di Sant’Anna traversando
per ripidi prati alla base di modesti spuntoni rocciosi. Appena
possibile, la
traccia si riporta in cresta, dove questa diventa larga ed
erbosa, fino ad una
modesta anticima con grosso ometto. Oltre un tratto
pianeggiante, un’ultima breve salita per un ripido canalino detritico
che incide la cuspide terminale consente di raggiungere la Cima
di Tesina (2456 m, h
0,15 dal Passo di Tesina, piccola
croce di legno). Dalla cima, costituita da un testone
roccioso che emerge per una ventina di metri da un ondulato altipiano
erboso e detritico, si gode di bellissime vedute sull’aspra catena del
Lausfer, sulla più lontana Testa Rognosa della Guercia e sull’ampio
sottostante Vallone di Rocciaslion. Verso Est incombe la severa
Maladecia con la lunga costiera fino al Colle della Lombarda.
Dalla vetta
si scende verso Est, per
un ripido pendio detritico, fino a riprendere la dorsale
erbosa, in questo tratto pressoché pianeggiante. Tracce militari la
percorrono nei pressi del filo, fra resti di piccole postazioni di
osservazione; aggirato ad Ovest un modesto dosso erboso, si scende per
ampi pendii di erba e massi fino ad una verdeggiante insellatura (h
0,30 dalla Cima di Tesina) al
piede della Quota 2456, costituita da tre successivi torrioni
rocciosi separati da verdeggianti forcelle.
Si traversa
in lieve salita verso destra la ripida testata di una piccola, erbosa
valletta (tracce), fino a portarsi sul filo di un costone erboso
secondario: seguendolo verso sinistra, superando un breve tratto di
roccette (un passo di I°), si giunge alla base del versante Sud-Est del primo torrione.
Risalendolo lungo un’evidente serie di canalini (qualche passo di I°)
si giunge velocemente sulla
prima sommità della Quota
2456 (h
0,20 dall’insellatura).
Proseguendo
lungo la linea di cresta, costituita di grossi massi, con passi
aerei ed esposti ma facili
e divertenti (max II°) si raggiungono in pochi minuti i due successivi denti rocciosi
(la quota massima di 2456 m è riferita al secondo, quello centrale),
ognuno sormontato da un ometto. Dalla cima appare verso Nord l’ampia
conca glaciale sede dei pittoreschi Laghi della Testa Mouton,
distribuiti su una serie di ripiani erbosi e detritici ai piedi del
versante sud-orientale della Testa Mouton. Oltre la sella a destra della
Testa Mouton fa capolino sullo sfondo il Monviso.
Dall’ultimo
dente si
scende per elementare cresta erbosa, evitando eventualmente
qualche breve tratto roccioso sul versante Ovest (sinistra) fino ad una
larghissima sella di erba e detriti che precede la cresta Sud della
Testa Mouton. Attraversata la lunga insellatura (tracce), si giunge alla
piccola pietraia al piede della cresta. Lasciato subito a sinistra un
curioso masso forato, si supera un
breve tratto roccioso, si scavalca un
caratteristico spuntone seguendone il filo (I°+),
oppure lo si aggira facilmente ai lati, e si prosegue per facili rocce,
cercando di seguire il più fedelmente possibile la
successiva cresta rocciosa, divertente e panoramica.
La
cresta è facile e divertente
ed i passaggi non sono mai troppo ostici (max II°):
è comunque possibile aggirare i passi più impegnativi sui due versanti
(meglio quello occidentale), perdendo qualche metro di quota.
Si giunge
così alla base dell’ultimo pendio, di erba e grossi massi:
risalendolo con percorso non obbligato ma evidente, si giunge alla base
di una placchetta di circa 5 metri, superabile
direttamente (III°)
oppure aggirabile a sinistra per grossi massi. L’ultimo breve pendio
consente di giungere su
una prima anticima (2520 m). Con breve
percorso pressoché pianeggiante, leggermente arcuato verso
destra, si giunge infine sulla sommità principale della Testa
Mouton (2522 m, h
1,15 dalla Quota 2456, ometto). Dalla sommità si gode di
panorama circolare eccezionale sulla testata
del Vallone d’Orgials, sulla zona di San Bernolfo con la Cima
del Corborant, sul Becco Alto d’Ischiator e sulle
principali cime della Valle Stura (Oronaye, Rocca
la Meja, Monte Bersaio) fino al lontano Monviso e
all’Aiguille de Chambeyron.
Dalla vetta
principale si scende per un brevissimo pendio ad un colletto, da dove si
risale per roccette all’ultima
cima della cresta sommitale, costituita da grossi massi
accatastati. Scavalcata una
successiva elevazione rocciosa (la si può anche aggirare
facilmente sulla destra), si abbandona definitivamente la cresta (che
inizia a scendere con un tratto ripido e dirupato verso la sella 2424 m)
per calare a destra lungo
un ripido pendio dapprima detritico (tracce di animali) e successivamente
erboso fin sul fondo della sottostante valletta. Questo
tratto, seppur breve, sempre facile ed esente da salti rocciosi, va
comunque affrontato con la dovuta attenzione per via dell’estrema
ripidezza e, nel tratto detritico, della elevata friabilità.
Giunti
presso il fondo della valletta, si prosegue verso destra, pressoché in
piano, per
meravigliose conche erbose e radi larici, fino al superiore
dei Laghi della Testa Mouton
(2324 m). Dalla sponda
orientale del laghetto si origina un sentierino segnalato da
ometti (in realtà non sempre evidente) che scende effettuando un ampio
semicerchio verso Sud fino ad una piccola pietraia: scendendo
di fianco ad essa, in questo tratto con percorso poco evidente, si
giunge in breve sulle rive di un altro laghetto, sulle cui sponde erbose
si trovano i resti di un grande recinto per animali. Continuando per
vaghe tracce, si continua la discesa fino alla sottostante conca erbosa,
dove sorge un
altro laghetto, il più bello, costituito da due invasi
collegati fra loro fra prati e radi larici. Continuando a scendere verso
Nord-Est, appare finalmente una traccia più evidente che, con un lungo
traversone in discesa, va ad intercettare presso il
più basso dei laghetti (2147 m, h 1,30 dalla Testa Mouton, palina)
la marcata mulattiera della GTA
che collega il Santuario di Sant’Anna al Passo di Bravaria.
Seguendo l’ampia mulattiera
pianeggiante verso destra, si supera l’emissario del laghetto su un
piccolo ponticello in legno, si scavalca un costoncino erboso e si
scende poi decisamente con alcuni tornanti in una conca detritica con
resti di slavine. Tagliando lungamente i ripidi pendii verso Sud, con
percorso dapprima pianeggiante e poi in leggera risalita, si supera a
guado il rio proveniente dal Lago di Sant’Anna e, con un ultimo
strappo ripido, si ritorna presso il Santuario di Sant’Anna (h
0,40 da dove si incontra la mulattiera).