Dal
rifugio si
segue la sponda del lago fino a reimmettersi sulla mulattiera principale,
che ne segue la sponda settentrionale in leggera salita, tagliando alla
base il dirupato versante meridionale della Cima Gorgia Cagna (2718
m): bella veduta, sull'opposto versante, del versante Nord del Matto,
con in primo piano la bella piramide della Punta Innominata (o
Cima Nanni Ugliengo, 2667
m). Ben presto la mulattiera inizia ad innalzarsi con numerosi tornanti,
sorretti da mirabili muraglioni a secco, sulla bastionata che sembra
sbarrare il vallone: raggiunta una conca erbosa, sede di un antico gias,
il sentiero riprende a salire tra erba e rocce, fino ad un impetuoso rio
(2350 m ca., h 1,10): qui è segnalato
un bivio.
Trascurando il sentiero che, verso destra, sale al vicinissimo Lago
Soprano della Sella ed al Colle della Valletta (2488 m, vedi anche
itinerario Nell'alta
Valle della Meris), si
guada su pietre il rio (che non è che l'emissario del grande lago) e si
traversa lungamente verso sinistra, tagliando tutta la testata del
vallone, con belle vedute sui sottostanti Laghi Sottano e Mediano
della Sella, quest'ultimo sito in una solitaria conca erbosa non
toccata da sentieri. Risalito un breve pendio, la mulattiera si inoltra in
un selvaggio vallone roccioso, dominato dalla aguzza vetta di Rocca La
Pàur (2972 m), dove perde un po' di quota tra pietrame e residui
nevai (poco più in basso sgorga una sorgente; bella
veduta sul Lago Soprano delle Sella). Sempre ben tracciata, la
mulattiera raggiunge il fondo del vallone ma, nei pressi di una diruta
baracca, una freccia su un roccione indica il punto in cui abbandonarla
(grosso ometto, h 1,30 dal rifugio): trascurando
quindi il tracciato principale, che si inerpica su un ripido costone verso
il lontano Colle di Valmiana (2922 m), si iniziano a seguire le
tracce nella gigantesca pietraia, con l'aiuto prezioso degli ometti di
pietre.
Giunti sulla sommità di una prima bastionata, ci si affaccia su
uno splendido lago chiuso in un severo circo roccioso, su cui incombono
alti muri di neve, chiamato Lago Inferiore del Matto
(2538 m). Dal lago si
risale il ripido pendio erboso sulla sinistra, per una traccia malagevole,
fino ad un altro ripiano roccioso in cui giacciono i più piccoli Laghi
Superiori del Matto (2650 m ca., h 1,00
dal bivio per il Colle di Valmiana).
Si risalgono ora al meglio i ripidi pendii detritici verso Sud-Est,
cercando di non perdere di vista gli ometti, fino ad un piccolo ripiano
ormai in vista della cresta sommitale del
Matto, ai cui piedi si
estendono ampi nevai. Risaliti i campi nevosi con attenzione (in genere
tracce, comunque inclinazione modesta), se ne esce verso sinistra, per
attaccare il ripidissimo pendio detritico (attenzione ai sassi mobili!)
che conduce in breve sul filo della cresta Nord: impressionante veduta sul
profondissimo Vallone del Latous, al cui sbocco è visibile il Lago
Sottano della Sella col Rifugio Livio Bianco. Risalendo la
cresta, in breve si è sulla Cima Est del Monte Matto (3088 m, h
1,30 dai Laghi Superiori
del Matto), dove sorge un grande segnale trigonometrico. Fantastica
veduta su tutte le Marittime, da Clapier - Maledia al Gruppo
dell'Asta, all'Argentèra
proprio di fronte (con il Canalone di Lourousa), alla zona di Bresses, del Prefouns e del Clàus.
Alle nostre spalle, i monti della Valle Stura e lo svettante
Monviso: in basso, allo sbocco del profondo Vallone Latous, appare
il vasto Lago Sottano della Sella con il Rifugio Livio Bianco. Ai nostri piedi, affacciandosi con attenzione sul precipite versante Sud,
si possono notare la strada ed i fabbricati delle Terme di Valdieri,
1800 m più in basso.
Il ritorno, oltre che lungo la stessa via, è
possibile seguendo uno splendido itinerario ad anello: dalla cima, si
scende verso la sottostante Forcella del Matto, che separa la Cima
Est dalla più alta Cima Centrale (3097 m): attraversato tutto
il nevaio alla base della cresta (attenzione con neve dura), si raggiunge
l'imbocco di un ampio vallone roccioso che scende ripido verso il Passo
Cabrera. Sempre seguendo gli ometti, si scende facilmente il vallone,
fin sul ciglio di un appicco roccioso: scendendo verso destra, per
roccette ripide ma ben appigliate, si toccano in breve le ghiaie
dell'ampio e selvaggio Passo Cabrera (2730 m, h
1,00 dalla cima): da qui, verso Nord scendono ripide balze
rocciose e nevai verso il Lago Inferiore del Matto, mentre a Sud
l'ampio Vallone Cabrera scende ripido e dirupato verso il Vallone
del Valasco. La natura impervia del terreno e l'assenza di tracce
sconsigliano queste due vie di discesa.
Scendendo invece brevemente nel
Vallone Cabrera, si prende quasi subito una traccia sulla destra che si
inerpica ripidissima nella pietraia: attraverso balze erbose un poco
esposte e tratti detritici, la traccia risale lo sperone roccioso che
sorregge in alto il Colle di Valmiana, fino ad aggirarlo presso una
selletta. Subito al di là, si incrocia la bella mulattiera che scende dal
colle (2800 m ca., h 2,00 dalla cima).
Seguendo la mulattiera in discesa, attraverso il lunghissimo Vallone di
Valmiana, si scende per pietraie e macereti; trascurata una
diramazione sulla destra per la Valrossa, si continua a scendere
fino ai ripidi pendii prativi dove giace un piccolo gias (1957 m). La
traccia, qui meno evidente scende con infinita serie di ampi tornanti poco
pendenti, attraversa il rio e, entrata nel bosco, con gli ultimi tornanti
giunge sulla strada ex-militare nei pressi del Piano Inferiore del
Valasco (1760 m, h 2,00
dall'incrocio con la mulattiera di Valmiana).
Scendendo
ora lungo l'ampia rotabile, e sfruttando le utili scorciatoie, si arriva
ai fabbricati delle Terme di Valdieri (1368 m, h
0,40 dal Piano del Valasco).