Si imbocca una
stradetta asfaltata (indicazioni) che si inoltra ripida fra le case, e che
passa poco sopra al Rifugio
Balma Meris; oltre gli ultimi gruppi di villette e antiche case
ristrutturate, meta di turismo estivo, la strada si riduce a ripido
sentiero. Con bella vista, sul versante opposto della valle,
sull'elegante piramide della Cima
dell'Asta Sottana
2903 m
che incombe sull'abitato, il sentiero diventa una bella mulattiera, dal
fondo selciato, che prende a salire ripidamente nel
fitto bosco di latifoglie. La mulattiera si inserisce nel Vallone della Mèris, alta sul torrente, di cui si sente il
rumoreggiare, mentre continua ripidamente a salire tra gli alberi:
superata una zona in cui appare evidente l'antico intensivo sfruttamento
umano (bivio a destra per Tetti Biaisa,
1224 m
, begli esempi di terrazzamenti con muretti a secco), si continua a
salire fino ai Tetti
Palladin (
1326 m
, h 0,50), immersi nel fitto
bosco. Un immane blocco di roccia sembra quasi appoggiato agli
sbrecciati muri perimetrali di una casa, forse costruita anteriormente
al suo franamento.
Di qui la pendenza della mulattiera si fa più
dolce, mentre si attraversa una zona ricca di faggi dal bel sottobosco.
Si esce dal bosco in vista di una modesta bastionata che sbarra la
valle, da cui precipita una bella spumeggiante cascata: un paio di
tornanti, che tagliano le pietraie alla base del Monte
Merqua (
2148 m
), fanno guadagnare quota e un lungo traversone conduce ad una
specie di sella tra grossi massi, oltre la quale si estende
l'allungato e vasto ripiano del Gias
del Prato (
1529 m
, h 0,40 dai
Tetti Palladin).
La mulattiera risale, con moderata pendenza, tutto
il lungo pianoro prativo mantenendosi sulla destra (sinistra
idrografica), con bella visione sugli orridi
dirupi discendenti dalla Rocca Arculòn (
2620 m
), sul versante opposto del vallone: nei bui canaloni permane la neve
per tutto l'anno. Lasciati a destra i bolli rossi e le labili tracce che
salgono verso il Colle di
Marchiana e l’edificio
ristrutturato del gias, la mulattiera riprende
a salire, sempre sul fianco destro del vallone, sulle pendici
del Monte Ventabren (2611 m), raggiungendo il
margine di un secondo vasto ripiano prativo, su cui sorgono
le antiche Case
Reali del Chiòt
(
1700 m
, h 0,30
dal Gias
del Prato). Bel panorama verso l'alta valle, dove già si
indovina la zona del Lago
Sottano della Sella e l'imponente parete Nord-Est del Monte
Matto (
3097 m
).
Il sentiero, lasciata una diramazione a sinistra
che, superato il torrente su pietre, sale all'antica imposta di caccia
del Passo Arculòn nel
selvaggio Vallone del Bars,
continua a salire ora più ripido, mantenendosi sempre alto sul
fondovalle, dove scorre
spumeggiante il rio, tagliando una serie di modesti
valloncelli petrosi ed erbosi; sullo
sfondo è già bene in vista la bastionata rocciosa che
chiude a valle il ripiano del Lago
Sottano della Sella, da cui precipita una
fragorosa e spettacolare cascata. Superato un modesto
ruscello, un paio di secchi tornanti conducono sul ciglio della
bastionata dove, alle spalle di un gigantesco roccione, sorge un gias
ancora attivo (Gias del Lago, paline);
trascurando la mulattiera principale (che continua a salire verso il Lago
Soprano della Sella ed i Colli
di Valmiana
2922 m
e della Valletta
2488 m
, vedi itinerari Traversata
del Monte Matto e Nell'alto
Vallone della Meris), si superano sulla sinistra le acque del
torrente su di un
robusto ponte in legno, dal quale si avvista il
grande Lago Sottano della Sella
(
1882 m
, h 0,50
dalle Case
del Chiòt).
Proseguendo lungo la sponda orientale del lago, tra
prati e radi larici, si
sale in breve al bell'edificio del Rifugio
Livio Bianco (
1910 m
, h 0,10 dal
lago), che
domina dall'alto l'intero bacino lacustre. Sulla sinistra
incombono i
canaloni ghiacciati ed i salti di roccia del versante Nord-Est del Monte
Matto, mentre sul versante opposto grandi macereti,
inframmezzati da brevi salti di roccia e magri pascoli, salgono fino in
vetta alla Cima Gorgia Cagna (
2718 m
). Oltre il lago, la valle sembra sbarrata da un'alta bastionata
rocciosa, sopra la quale è adagiato il Lago
Soprano della Sella (
2329 m
), sovrastato dagli aspri contrafforti rocciosi che fanno capo,
all'estrema sinistra, all'ardita cuspide di Rocca
della Pàur (
2972 m
).
Il ritorno si effettua per lo stesso itinerario in h
2,00.