CARTINA CONSIGLIATA
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FRATERNALI
scala 1:25.000 – Foglio 15
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CATEGORIA/ZONA
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ESCURSIONISMO
- ALPI MARITTIME
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SCHEDA
N. 52 |
PUNTO
DI PARTENZA
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Da Mondovì
(uscita della A6 Torino-Savona), si raggiungono
Cuneo e Borgo San Dalmazzo e si risale la Valle
Gesso.
Superata Valdieri, si svolta a sinistra in direzione di Entracque,
abbandonando la rettilinea prosecuzione per Sant’Anna, e si prosegue
per circa
1 km. Si segue ora sulla destra una diramazione (“Rotabile del Genio”,
ind. per San Giacomo) che sale con alcuni tornanti nel bosco, supera il
Centro Visite del Parco Alpi Marittime e si porta presso la sommità
della grande Diga della Piastra,
che sovrasta Entracque. Si costeggia il grande bacino idroelettrico e,
al suo termine, si incontra a destra il bivio per il Vallone della
Rovina.
La strada, sempre asfaltata, rimonta il vallone e giunge al Lago
della Rovina (1535 m, 62 km da Mondovì) dove è stata ricavata una vasta area attrezzata con
parcheggio (a pagamento), bar-ristoro e zona picnic. |
ITINERARIO
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Dall’estremità Nord del lago si
imbocca la larga strada asfaltata (chiusa al traffico) che prende a
risalire arditamente con diversi tornanti le pietraie ed i ripidi pendii
erbosi discendenti dalle placconate basali della Rocca Barbis: belle
vedute sul sottostante Lago della Rovina e sull’imponente diga del
Chiotàs, che sbarra in alto il vallone. Superato un boschetto, si
arriva ad un bivio (1670 m): trascurato il ramo di sinistra, che prosegue la risalita verso la
diga, si prende quello di destra, che subito supera su un doppio ponte
le vorticose acque del Vallone
Latous (impressiona soprattutto la
seconda cascata, che sembra voglia balzare sulla strada!) e
poco dopo raggiunge lo scuro imbocco di una lunga galleria scavata nella
viva roccia (utile la torcia elettrica). Dall’altra
parte si prosegue con moderata salita a mezza costa per
prati, boschetti e pietraie, con ampie vedute sulla dorsale del Monte
Carbonè, con il Monte Aiera in primo piano, e sul
Lago della Rovina. Superati altri tumultuosi rii discendenti
dai ripidissimi canaloni che si insinuano fra le rocce della Serra della
Rovina, si giunge ad una apertura nella roccia parzialmente interrata (Finestra
Chistafort,
1835 m), scavata all’epoca dei lavori per gli impianti idroelettrici. Con
pochi passi si tocca il panoramico e vasto terrapieno artificiale al
centro del Vallone Buratoire, dove sorge
la Stazione
di Pompaggio Chistafort (1846 m, h 0,45): in questa zona si trovava un
tempo il Gias del Serre. Bellissimo
panorama.
Si prende ora una malandata carrareccia a sinistra,
che si inerba presto ed il cui tracciato risulta alquanto incerto: dopo
alcuni tornanti invasi di vegetazione il tracciato termina, e si
prosegue allora la risalita senza via obbligata, per ripidi pendii
erbosi e piccole pietraie. Inizialmente, è consigliabile puntare ad un
grosso palo di legno scalzato col suo ciclopico basamento in cemento
(residuato di una vecchia linea elettrica o telefonica, probabilmente)
poi, una volta raggiuntolo, conviene proseguire
la salita tendendo gradualmente verso destra fino ad una
serie di rigagnoli da attraversare. Al di là di una lingua di pietrame,
si sale direttamente il pendio fino alla
base di un ripido canale erboso, ben evidente già da
lontano, che va rimontato interamente fino al colletto cui fa capo
(faticoso). Questo colletto si apre sul costone erboso che isola il
canale principale discendente dal Passo del Limbo, visibile
poco distante: una breve traversata finale per ripidi pendii
erbosi consente di toccare finalmente il Passo
del Limbo (2355 m, h 1,45 dalla Stazione di Pompaggio
Chistafort).
N.B.:
se si percorre l’itinerario in senso inverso, fare attenzione dal
passo a non calarsi direttamente per il canale principale, ma traversare
in quota verso destra fino ai prati visibili di fronte ed al colletto
erboso. Scendendo nel canale principale, ci si ritroverebbe
sui ripidi ed infidi pendii di erba e roccette dell’alto Vallone
Chistafort, la cui forra centrale risulta di difficile superamento: è
probabile che negli ultimi trent’anni frane e smottamenti abbiano
seriamente compromesso la possibilità di un sicuro attraversamento del
Vallone Chistafort, che invece le vecchie relazioni sembravano indicare.
L’antica traccia, invece, con capolinea al Gias del Suc (1318
m, nel Vallone della Rovina, anch’esso
scomparso) non è più al momento reperibile, e la risalita dell’erto
Vallone Buratoire direttamente dal fondovalle è quindi da sconsigliare.
Bellissimo panorama sul
massiccio dell’Asta e sul Monte Matto. Sul versante Rovina,
la veduta va dal Gelàs fino alla testata della selvaggia Conca del Bròcan.
Dal Passo del Limbo è possibile la salita alla vicina Punta
del Limbo, in circa h
0,30 con difficoltà EE
(vedi omonimo itinerario).
Seguendo a ritroso l’itinerario Punta
del Limbo, si
scende nel ripido canale erboso e poi per il selvaggio Vallone
del Limbo fino al Gias della Vagliotta Inferiore, da dove si può
salire in breve al Bivacco
Barbero (1670 m, h 2,00
dal passo) oppure scendere direttamente al Ponte
della Vagliotta (1100 m, h 3,15
dal passo), poco a monte di Sant’Anna di Valdieri.
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TEMPO
TOTALE
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h 4,30 circa fino al Bivacco Barbero, h 5,45 fino al
Ponte della Vagliotta
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DISLIVELLO
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1000
m
circa
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DIFFICOLTA’
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EE
allenati (orientamento difficile)
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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28
maggio 2005 (lato Rovina) e 21 luglio 2006 (lato Vagliotta)
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PERIODO
CONSIGLIATO
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giugno - ottobre
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COMMENTI
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Traversata un tempo su sentieri segnati, in seguito
abbandonati a causa dei lavori per la costruzione degli impianti
idroelettrici, negli anni ’70 del secolo scorso, nell’alto Vallone
della Rovina. Oggi la traversata è ancora possibile, ma solo per
l’escursionista esperto, che non teme i lunghi percorsi senza tracce e
con autonomo orientamento: a chi possiede queste caratteristiche, grazie
ai panorami grandiosi sul Gelàs, sull’Asta e sul Circo del Bròcan, la
gita risulterà entusiasmante! In caso di nebbia, ovviamente, è
comunque da sconsigliare.
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