Dal parcheggio si continua per un breve tratto sulla
strada asfaltata, poi si prende a sinistra un’ampia mulattiera, che
scende ad attraversare il Torrente Gesso della Valletta sul Ponte
della Vagliotta (1091 m). Superato il ponte si gira a sinistra e, dopo poche decine di metri,
si lascia la mulattiera principale, diretta al Bivacco
Barbero (vedi anche itinerario Nel
vallone della Vagliotta), per seguire la diramazione di
destra (palina) che risale con modeste pendenze la riva destra
idrografica del torrente. Attraverso fitte macchie di faggi e brevi
radure, il sentiero risale la valle: superato lo sbocco dell’incassato
Vallon Fund, si guadagna
quota con alcuni tornanti in mezzo alla rigogliosa vegetazione, per
uscire poi dal bosco in corrispondenza dello
sbocco inferiore del Vallone del
Dragonèt.
Superato su pietre il rio, il sentierino
(tacche rosse) si porta sul filo del costoncino detritico che divide in
due la parte inferiore del vallone, e lo risale per un tratto, ora
nuovamente nel bosco. Si incontra a destra una traccia di sentiero in
discesa con segnavia rossi da non considerare (è il “vecchio”
sentiero N6,
che staccava presso i Tetti Niòt e che oggi è impraticabile per l’impossibilità di
superare il Gesso) e, dopo alcuni brevi tornanti, si raggiunge un
piccolo ripiano detritico alla base della stretta gola da cui precipita,
con spettacolare serie di cascate, il ramo sinistro del Rio del
Dragonèt.
Superato il rio verso sinistra, si
risale la sponda opposta lungo una serie di cengette che facilitano il
superamento di una placconata rocciosa: segni rossi indicano
il percorso più appropriato. Raggiunto il filo di un costone alberato,
lo si risale ripidamente fra fitta vegetazione arbustiva, fino ad uscire
sulla scoscesa radura erbosa dove sorgono i pochi resti del diroccato Gias
del Dragonèt (1399 m).
Il sentierino risale la radura puntando leggermente a destra, e si
porta alla base di una bassa bastionata di rocce arrotondate che sbarra
il vallone. Si supera la breve placconata alla sua estemità destra,
seguendo il percorso indicato dai segni rossi: un po’ di attenzione va
prestata in caso di fondo bagnato e scivoloso. Il sentiero si riporta quindi verso il centro del vallone, per una serie
di pendii erbosi e brevi boschetti, ritrovando il rio ai piedi di una
spettacolare cascata che incide il sovrastante salto roccioso.
Superato nuovamente il corso d’acqua, la traccia (qui piuttosto
incerta) risale i ripidi pendii sulla destra idrografica del vallone con
numerosi erti tornanti: più in alto, fra grandi massi, si incontra un
grosso basamento di pietre, ancora in discreto stato, che costituiva il
pilone intermedio di un’antica teleferica utilizzata per il trasporto
a valle dei blocchi di ghiaccio ricavati dal sovrastante Ghiacciaio
del Dragonèt, oltre il quale si prosegue a salire per ripidi pendii
scoperti (ometti, segni rossi). Con alcuni ampi tornanti, il sentiero si
porta a ridosso del lungo sperone discendente dall’Asta Sottana,
divisorio fra il Vallone del Dragonèt ed il selvaggio Vallon Fund dove,
in corrispondenza di una secca svolta, si lascia un grosso ometto di
pietre. Questo ometto indica l’inizio di una vecchia traccia di
collegamento fra il Vallone del Dragonèt e quello della Vagliotta:
questo percorso, che alcune guide indicano di difficoltà EE,
è in realtà da sconsigliare vivamente a causa delle difficoltà di
orientamento e del terreno, particolarmente infido e pericoloso durante
il lungo e complicato traverso alla testata del Vallon Fund.
Ci si
riporta invece verso il centro del vallone, traversando per piccoli
boschetti e pendii prativi, si riattraversa il rio alla base di
un’altra bella cascata e si raggiunge un ripiano erboso dominato da
una balza di placche rocciose incise da alcune cascatelle. Il sentiero risale il ripiano erboso (traccia poco evidente) tendendo
verso sinistra e, mantenendosi alla base delle placche, rimonta il
ripido pendio sulla destra idrografica del vallone con nuove serpentine:
raggiunge poi nuovamente la sponda del ruscello, che risale per un
tratto, fino ad un grosso masso dove spicca un evidente segno rosso. Su
una roccia poco distante appare ancora uno sbiadito segnavia N6. Il sentiero piega a questo punto a destra, verso
il centro del vallone, risale per breve tratto il letto di un rivolo,
poi traversa definitivamente verso destra, tra fitti boschetti di faggi:
superato un ultimo rio, sale in breve sul
poggio roccioso dove sorge il Bivacco
Nicola Gandolfo (1890 m, h 2,15 dal Ponte della Vagliotta), posto in un ambiente molto selvaggio ed
appartato. Interessante colpo d’occhio sulla testata del Vallone del
Dragonèt, con l’omonimo piccolo
ghiacciaio racchiuso fra le alte
pareti dell’Asta Soprana e Sottana, e sulla
selvaggia cresta divisoria col Vallone di Lourousa (Guglia, Gendarme e Cima del Dragonèt). Verso
nord-ovest il panorama è limitato alla lunga cresta che dal Monte Matto
scende verso Sant’Anna di Valdieri, visibile
nel lontano fondovalle.
Ritorno per la stessa via
in h 1,45.