Monte Frissòn 2637 m - Via normale

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 15

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 19

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL SEVERO VERSANTE NORD DEL MONTE FRISSON

LA TESTATA DEL SELVAGGIO VALLONE DEL SABBIONE DALLA SOMMITÀ DEL MONTE FRISSON

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, risalendo poi la Valle Vermenàgna fino a Vernante (785 m). Qui si abbandona la strada statale, diretta a Limone Piemonte ed al Colle di Tenda, per prendere una diramazione a destra che risale la pittoresca Val Grande. Oltre la piccola frazione di Folchi (1025 m), la strada sale con numerosi tornanti all'alpestre villaggio di Palanfrè (8,5 km da Vernante, 57 km da Mondovì, ampio parcheggio presso l'ultimo tornante prima del paese).

 

ITINERARIO

Proseguendo brevemente lungo la strada asfaltata, si raggiunge il pittoresco pugno di case di Palanfrè: presso un abbeveratoio, si incontrano anche numerose frecce segnaletiche. La strada diventa presto sterrata, mentre si addentra pianeggiante nell'ampio e profondo vallone superiore: presso un tornante, si abbandona la strada (diretta al Gias Garbella, vedi anche itinerario Monte Bussaia) e si prosegue lungo una comoda mulattiera (indicazione per i Laghi del Frissòn) che prosegue nella bella faggeta in leggera discesa. Superato un piccolo rio, si raggiunge una radura erbosa, dove sorgono le piccole costruzioni del Gias Piamian Inferiore (1460 m, h 0,15). 

Oltre il gias, la mulattiera raggiunge la base della evidente bastionata che sbarra il vallone, tra i contrafforti calcarei del Monte Colombo (2293 m, a destra) e della Costa Làusea (2317 m, a sinistra). Si risale faticosamente il risalto (in qualche punto, traccia un po' scivolosa) fino alla sua sommità (h 0,40), dove il vallone (che da qui prende il nome di Vallone degli Alberghi) si restringe sensibilmente, rinserrato fra ripidi pendii ricoperti di mughi che salgono fino alla base di spettacolari pareti rocciose. Sullo sfondo, appare per la prima volta l'elegante piramide rocciosa del Frisson. La mulattiera, qui di nuovo pianeggiante, costeggia per un tratto il rio sul fondo del vallone (quasi sempre asciutto, in questo punto) poi, trascurato il bivio a sinistra per il Lago degli Alberghi ed il Passo di Ciotto Mieu, risale con alcuni tornantini una breve scarpata ed esce sulla vasta spianata erbosa sede del Gias Vilazzo (1823 m, h 1,15). Accanto all'antica "truna" originale, sorge oggi una nuova, pittoresca costruzione; comoda fontana nei pressi. 

Sempre seguendo le abbondanti segnalazioni del segnavia L7, si attacca ora il ripido pendio erboso di destra: la traccia sale con regolari tornanti fra erba e detriti, con veduta sempre più ampia sulla testata del vallone (in particolare, appare l'elegante e dolomitico versante Nord del Monte Ciamoussè 2478 m, dominante la conca in cui giace il Lago degli Alberghi), passa alta sulla conca che ospita il modesto Lago Vilazzo e, oltre una zona di rocce montonate, giunge sulla sponda settentrionale del bel Lago Inferiore del Frisson (2066 m, h 0,30 dal Gias Vilazzo). Il luogo è veramente incantevole e selvaggio, dominato dall'aguzzo Monte Frisson e, dalla parte opposta, aperto sulla pianura e la città di Cuneo. 

Qui cartelli indicano gli stacchi di sentieri diretti al Lago degli Alberghi (a sinistra) ed al Passo della Mena (a destra). Si prosegue invece dritti, lungo la sponda occidentale del lago (abbondanti ometti e segni rossi), e si attacca il successivo risalto roccioso: per vaste pietraie e macereti, mantenendosi verso destra, si raggiunge in breve il piccolo ripiano in cui si annida il più piccolo Lago Superiore del Frisson (2128 m, h 0,20 dal lago inferiore): qui l'ambiente è veramente aspro e severo, di alta montagna. 

Aggirato il lago sulla destra, le tracce guidano senza possibilità di errore verso la testata del valloncello: questo tratto è molto ripido ma, seppur con fatica, si esce sull'ultimo pianeggiante traversone fra grandi massi che conduce ad un ampio colletto erboso (2230 m, h 0,25 dal lago superiore), che si affaccia sulla selvaggia Valle Fredda, tributaria del Vallone del Sabbione. 

Il sentiero prosegue a sinistra, inerpicandosi sul ripidissimo pendio erboso che costituisce il primo tratto della cresta Nord-Ovest del Frissòn. Con numerosi tornanti il sentiero si porta sullo spartiacque Alberghi - Valle Fredda: il panorama si arricchisce anche della lunga costiera Vernasca - Carbonè - Aièra e del lontano Monviso. Oltre l'evidente ampio Colle del Sabbione appare il roccioso Mont Bégo. Quando il filo di cresta, in un primo tempo erboso, diventa frastagliato e roccioso, il sentiero taglia a destra, sugli erti pendii di erba e detriti che scivolano alla testata della Valle Fredda: trascurata una labile traccia segnata che, a destra, scende nel circo superiore per risalire al vicino Passo della Bastera (2524 m), si prosegue lungo la traccia, ora in salita più decisa. Raggiunto un erto canale erboso, sorvegliato in alto da una crestina con alcuni curiosi gendarmi, lo si risale con ripidi tornanti e, appoggiando sulla destra, si raggiunge il comodo colletto erboso cui il canale fa capo. Si apre la vista sulla zona del Colle di Tenda e sul lungo vallone che scende a Limonetto. Si rimonta ora la cresta Sud verso sinistra, dapprima per un erto pendio erboso, poi per un breve canalino, e si esce sul tratto finale della cresta, più affilato e caratteristico. Proprio di fronte domina la Rocca dell'Abisso (2755 m), fiancheggiata dalla più bassa Rocca della Bastèra: nella conca detritica ai suoi piedi giace il piccolo Lago dell'Oro

Seguendo il filo di cresta verso sinistra, si scende un breve gradino (passo di I°+) fino ad una forcellina: da qui un breve diedro piuttosto verticale (il passo sarebbe di II°, ma c'è la catena a facilitarlo) consente di raggiungere le facili placche erbose della cresta finale, che portano facilmente sulla spaziosa cima del Monte Frisson (2637 m, h 1,00 dall'ampio colletto erboso, h 3,30 complessivamente). C'è una piccola croce di ferro, ed il libro di vetta è nascosto sotto le pietre di un ometto poco più in là. Panorama molto esteso ed interessante, sia sulla vicina Rocca dell'Abisso che sulle Alpi Liguri Occidentali, che sulle Marittime (Maledìa, Gelàs, Argentèra). Lontano spicca il Monviso e, oltre la grande pianura, i massicci del Gran Paradiso, del Cervino e del Monte Rosa. 

Ritorno per la stessa via in h 2,45.

 

TEMPO TOTALE

h 6,30 - 7,00

DISLIVELLO

1300 m circa

DIFFICOLTA’

EEA, un passo leggermente esposto nel finale (catena)

ULTIMO SOPRALLUOGO

7 settembre 2008

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Bella salita, in ambiente selvaggio, ad una cima forse poco conosciuta ma di grande soddisfazione. Lunga e piuttosto faticosa, è un'ascesa da meritarsi lentamente, passo dopo passo. I panorami sono vasti ed istruttivi, i numerosi laghetti che si incontrano molto pittoreschi. Da consigliare.