Proseguendo
brevemente lungo la strada asfaltata, si raggiunge il pittoresco pugno di case di
Palanfrè: presso un abbeveratoio, si incontrano anche
numerose frecce segnaletiche. La strada diventa presto sterrata, mentre si
addentra pianeggiante nell'ampio e profondo vallone superiore: presso un
tornante, si abbandona la strada (diretta al Gias Garbella, vedi anche
itinerario Monte
Bussaia) e si prosegue lungo una comoda mulattiera
(indicazione per i Laghi del Frissòn) che prosegue nella bella
faggeta in leggera discesa. Superato un piccolo rio, si raggiunge una
radura erbosa, dove sorgono le piccole costruzioni del Gias Piamian
Inferiore (1460 m, h 0,15).
Oltre
il gias, la mulattiera raggiunge la base della evidente bastionata che
sbarra il vallone, tra i contrafforti calcarei del Monte Colombo
(2293 m, a destra) e della Costa Làusea (2317 m, a sinistra). Si
risale faticosamente il risalto (in qualche punto, traccia un po'
scivolosa) fino alla sua sommità (h 0,40),
dove il vallone (che da qui prende il nome di Vallone degli Alberghi)
si restringe sensibilmente, rinserrato fra ripidi pendii ricoperti di
mughi che salgono fino alla base di spettacolari pareti rocciose. Sullo
sfondo, appare per la prima volta l'elegante piramide rocciosa del
Frisson.
La mulattiera, qui di nuovo pianeggiante, costeggia per un tratto il rio
sul fondo del vallone (quasi sempre asciutto, in questo punto) poi,
trascurato il bivio a sinistra per il Lago degli Alberghi ed il Passo
di Ciotto Mieu, risale con alcuni tornantini una breve scarpata ed
esce sulla vasta spianata erbosa sede del Gias Vilazzo (1823 m, h
1,15). Accanto all'antica "truna" originale, sorge
oggi una nuova, pittoresca costruzione; comoda fontana nei pressi.
Sempre
seguendo le abbondanti segnalazioni del segnavia L7,
si attacca ora il ripido pendio erboso di destra: la traccia sale con
regolari tornanti fra erba e detriti, con veduta sempre più ampia sulla
testata del vallone (in particolare, appare l'elegante e dolomitico
versante Nord del Monte Ciamoussè 2478 m, dominante la conca in
cui giace il Lago degli Alberghi), passa alta sulla conca che
ospita il modesto Lago Vilazzo e, oltre una zona di rocce montonate,
giunge sulla sponda settentrionale del bel Lago Inferiore del
Frisson
(2066 m, h 0,30 dal Gias Vilazzo). Il luogo è
veramente incantevole e selvaggio, dominato dall'aguzzo Monte Frisson
e, dalla parte opposta, aperto sulla pianura e la città di Cuneo.
Qui cartelli indicano gli stacchi di sentieri diretti al Lago degli
Alberghi (a sinistra) ed al Passo della Mena (a destra). Si
prosegue invece dritti, lungo la sponda occidentale del lago (abbondanti
ometti e segni rossi), e si attacca il successivo risalto roccioso: per
vaste pietraie e macereti, mantenendosi verso destra, si raggiunge in
breve il piccolo ripiano in cui si annida il più piccolo Lago
Superiore del Frisson (2128 m, h 0,20
dal lago inferiore): qui l'ambiente è veramente aspro e severo, di alta
montagna.
Aggirato il lago sulla destra, le tracce guidano senza
possibilità di errore verso la testata del valloncello: questo tratto è
molto ripido ma, seppur con fatica, si esce sull'ultimo pianeggiante
traversone fra grandi massi che conduce ad un ampio colletto erboso (2230
m, h 0,25 dal lago superiore), che si
affaccia sulla selvaggia Valle Fredda, tributaria del Vallone
del Sabbione.
Il sentiero prosegue a sinistra, inerpicandosi sul
ripidissimo pendio erboso che costituisce il primo tratto della cresta Nord-Ovest
del Frissòn. Con numerosi tornanti il sentiero si porta sullo
spartiacque Alberghi - Valle Fredda: il panorama si arricchisce
anche della lunga costiera
Vernasca - Carbonè - Aièra e del
lontano Monviso. Oltre l'evidente ampio Colle del Sabbione
appare il roccioso Mont Bégo. Quando il filo di cresta, in un primo
tempo erboso, diventa frastagliato e
roccioso, il sentiero taglia a
destra, sugli erti pendii di erba e detriti che scivolano alla testata
della Valle Fredda: trascurata una labile traccia segnata che, a
destra, scende nel circo superiore per risalire al vicino Passo della Bastera (2524 m), si prosegue lungo la traccia, ora in salita più
decisa. Raggiunto un erto canale
erboso, sorvegliato in alto da una
crestina con alcuni curiosi gendarmi, lo si risale con ripidi tornanti e,
appoggiando sulla destra, si raggiunge il comodo colletto erboso cui il
canale fa capo. Si apre la vista sulla zona del Colle di Tenda e
sul lungo vallone che scende a
Limonetto. Si rimonta ora la cresta
Sud verso sinistra, dapprima per un erto pendio erboso, poi per un breve
canalino, e si esce sul tratto finale della cresta, più affilato e
caratteristico. Proprio di fronte domina la Rocca dell'Abisso (2755
m), fiancheggiata dalla più bassa Rocca della Bastèra: nella conca
detritica ai suoi piedi giace il piccolo Lago dell'Oro.
Seguendo il
filo di cresta verso sinistra, si scende un breve gradino (passo di I°+)
fino ad una forcellina: da qui un breve diedro piuttosto verticale (il
passo sarebbe di II°, ma c'è la catena a facilitarlo) consente di
raggiungere le facili placche erbose della cresta finale, che portano
facilmente sulla spaziosa cima del Monte Frisson (2637 m, h 1,00
dall'ampio colletto erboso, h 3,30
complessivamente). C'è una piccola croce di
ferro, ed il libro di vetta
è nascosto sotto le pietre di un ometto poco più in là. Panorama molto
esteso ed interessante, sia sulla vicina Rocca dell'Abisso che
sulle Alpi Liguri Occidentali,
che sulle Marittime
(Maledìa,
Gelàs, Argentèra). Lontano spicca il Monviso e, oltre la
grande pianura, i massicci del Gran Paradiso, del Cervino e
del Monte Rosa.
Ritorno per la stessa via in h
2,45.