Si attraversa il
Gesso
della Barra su un ponte e, lasciata a sinistra un'area attrezzata
(campeggio), si segue la rotabile asfaltata che si inoltra nel bosco e si
inserisce presto nel Vallone di Mont Colomb. Con alcuni tornanti
nella splendida faggeta, la strada raggiunge i fabbricati delle Ex
Palazzine Reali (1250 m), oggi adibite a colonie estive.
Di qui la
rotabile, divenuta carrareccia sterrata, continua a salire nel bosco con
una serie di tornanti, fino al modesto ripiano pascolivo dove sorge
l'abbandonato Gias dell'Aièra (1349 m, h
0,20): qui stacca a sinistra la labile traccia per il Monte Aièra (vedi anche itinerario Monte
Aièra). Superato un rio, la carrareccia si allunga in falsopiano per
superare un costone morenico, in corrispondenza del Vallone del
Frassinetto, per uscire presso il piccolo Gias del Rasur, in
alto a sinistra (1412 m, h 0,30).
Da
qui la carrareccia prosegue in leggera discesa nell'ampio Pra del
Rasur
(1390 m), ripiano pascolivo di notevole estensione che occupa il
fondovalle. Passando alla base dell'impervio versante occidentale della Punta
Savina (2821 m, belle cascate sulle imprendibili placche rocciose), la
carrareccia percorre in saliscendi tutto il lungo ripiano, al termine del
quale si trova un bivio con cartelli (1437 m, h
1,00 da San Giacomo): qui sorgeva un tempo il Gias Sottano del Vej del Bouc.
Trascurata la diramazione di sinistra, diretta al Lago del Vej del Bouc
(vedi anche itinerario Cima
del Tor), si prosegue per breve tratto in piano di fianco al rio, che
si attraversa poi su una passerella in legno. Dall'altra parte si
attraversa un ampio ripiano prativo, sede dell'antico Gias Colòmb
(1444 m), oltre il quale si procede ancora per un tratto piuttosto lungo
parallelamente al torrente, di poco più alti del pascolivo fondovalle.
Superata una piccola bastionata, presso un grosso masso ed un curioso
ponticello posizionato a monte del sentiero (a cosa servirà?), si
incontra il cartello che indica lo stacco (a destra) della mulattiera
diretta al Lago Bianco del Gelàs ed al Bivacco Moncalieri: trascurato il bivio, si procede sulla mulattiera
principale, che di lì a poco si inoltra in un'ampia conca erbosa, di
nuovo sul fondovalle. Quando il tracciato attacca con decisione il
versante sinistro orografico del vallone, presso il primo di una
lunghissima serie di comodi tornanti, si lascia ancora a sinistra il poco
avvertibile stacco della vecchia mulattiera che risale l'alto Vallone
del Muraiòn (cartello): con ardito percorso, oggi presumibilmente in
rovina, questo itinerario risaliva la rocciosa bastionata che sembra
sbarrare il vallone, raggiungendo direttamente la solitaria conca del Lago
Bianco dell'Agnèl.
Proseguendo invece lungo la mulattiera principale,
si risale con molte svolte su terreno prima erboso, poi attraverso un
tratto di boscaglia, il fianco orientale della Cima di Pantacrèus
(2343 m). Molto più in alto, con un traversone un po' più lungo, la
mulattiera taglia un piccolo rio e, aggirato un promontorio, esce nella
piccola e scoscesa radura dove sorgono i pochi resti del Gias Sottano
del Muraiòn (1843 m, h 1,00 dal
Gias Sottano del Vej del Bouc). A
monte del gias riprende la serie di lunghissimi tornanti, sempre poco
faticosi, che consentono di guadagnare ancora quota, in direzione
dell'evidente costone roccioso dove si apre l'intaglio del Passo
Sottano del Muraiòn: un tratto in piano, alla base delle rocce, e
alcuni tornanti sorretti da muretti a secco (da cui il nome del luogo)
consentono di raggiungere il passo (2020 m, h 0,30
dal Gias Sottano del Muariòn).
Da qui la mulattiera, con pendenza moderata, raggiunge
il ciglio di una bella conca erbosa, oramai in vista della testata del Vallone
del Muraiòn: oltre un grosso masso, si incontra il Gias Soprano
del Muraiòn, in splendida posizione (2090 m, h
0,10 dal passo). Proseguendo sempre in moderata salita, si percorrono una
serie di ripiani erbosi alternati a lisce placconate rocciose, evidenti
residui di erosioni glaciali. Superata una sorgente (cartello), si giunge
alla testata del vallone, presso le ripide ed imponenti pietraie
discendenti dalle cime che fanno corona: in particolare Monte Clapiér
(3045 m), Cima di Peirabròc (2940 m), Cima della Maledìa
(3061 m) e Caire Muraiòn (2970 m).
Trascurata la diramazione (2280
m, h 0,30 dal Gias Soprano del Muraiòn, cartello) che a sinistra
prosegue a mezzacosta verso il Lago Bianco dell'Agnèl, si riprende
a salire con una nuova serie di tornanti, ora un po' più faticosi, per le
vaste pietraie. Appare la conca
glaciale dove giace il Lago Bianco dell'Agnèl (2297 m), alla
testata del vallone, ai piedi del Colle dell'Agnèl ed a ciò che
resta del piccolo Ghiacciaio del Clapiér. Continuando a salire, si
giunge sulla grossa morena frontale del piccolo
Ghiacciaio di Peirabròc (oramai ridotto veramente all'osso!):
con un'ultima serie di tornanti, si sale ancora brevemente ad un ripiano
roccioso con grosso ometto e asta di bandiera. Con pochi passi, si
raggiunge il nuovo fabbricato del Rifugio
Federici-Marchesini al Pagarì (2650 m, h 0,50 dal bivio per
il Lago Bianco dell'Agnèl, h 4,00 da
San Giacomo), splendidamente affacciato sulla spettacolare
parete Nord-Est della Cima della Maledìa, a picco sull'ormai
modesto Ghiacciaio di Pagarì. Ambiente
severo e solitario.
Ritorno per la stessa via in h 3,00.