Giro della Montagnetta

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 14

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 74

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

ALBA SUL BECCO ALTO DEL PIZ DAL RIFUGIO ZANOTTI

SORGER DEL SOLE SULLA COSTABELLA DEL PIZ DAL POGGIO DEL RIFUGIO ZANOTTI

CAMOSCI NELLA COMBA DI SCHIANTALÁ

L’ITINERARIO DI SALITA AL PASSO DI TRES PUNCIAS DALLA COMBA DI SCHIANTALÁ

LE ARDITE PUNTE DI SCHIANTALÁ DAL CANALONE CHE SALE AL PASSO DI TRES PUNCIAS

DAL LAC DE LA MONTAGNÈTTE VERSO LA CIMA DEL CORBORÁNT

L’ITINERARIO DI DISCESA DAL PASSO DI RABUONS VISTO DAL VALLONE SUPERIORE DEL PIZ

 

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, da dove si risale la Valle Stura. Dall'abitato di Pietraporzio ( 1230 m , 77 km da Mondovì) si scende a superare lo Stura su un ponte e si segue la stradina asfaltata per il Vallone del Piz. Incrociata la strada proveniente dal Vallone di Pontebernardo e diretta a Sambùco, si prosegue dritti: superato il rio su un ponte, si guadagna quota con due stretti e ripidi tornanti fino ad uscire sull’ampio ripiano erboso del Pian della Regina ( 1468 m , 2 km da Pietraporzio, comodo parcheggio sulla sinistra; paline e fontana).

 

ITINERARIO

Dal Pian della Regina si segue l'evidente carrareccia che prosegue pressochè rettilinea sul fianco sinistro idrografico del vallone, in un lussureggiante bosco di larici. Raggiunta la base di una imponente bastionata che sbarra il vallone, incisa da una pittoresca cascata (opere di captazione idrica), la carrareccia si inerpica verso destra con alcuni tornanti, per poi tagliare nuovamente a sinistra e raggiungere il successivo ripiano sul fondo del vallone, prativo ed attraversato dal placido rio; sullo sfondo iniziano ad apparire le rocciose cime alla testata del vallone. Con leggera ma costante salita, si guadagna in breve un secondo ripiano prativo, sede del modesto Lausarèl ( 1920 m , h 1,10), piccolo laghetto paludoso sovente ridotto ad una pozza fangosa a fine stagione. Con ampio semicerchio pianeggiante fra i vasti prati ed isolati monumentali larici secolari, la carrareccia si porta verso sinistra, nell'ampia conca terminale del Vallone Inferiore del Piz, fino alla piccola costruzione del Gias del Piz ( 2042 m , h 0,20 dal Lausarèl), alla confluenza del Vallone Superiore del Piz con la Comba di Schiantalà. Al tornante successivo, si abbandona la carrareccia ex-militare (diretta al Passo Sottano delle Scolettàs, vedi anche itinerari Monte Ténibres e Costabella del Piz) per seguire a sinistra un sentierino (palina) che taglia a mezzacosta una valletta erbosa. Superati un paio di rii, il sentiero, ben segnalato da evidenti bolli rossi, risale una costa fra rocce montonate e radi larici e, con alcune ripide svolte, giunge sul panoramico poggio dove sorge il Rifugio Zanotti ( 2144 m , h 0,20 dal Gias del Piz).

Dal rifugio si segue il sentiero, segnalato con bolli gialli e bianco-rossi, che sale verso sud in un solco tra le rocce, lascia quasi subito a destra lo stacco del “Sentiero dei Cengesi” (bolli gialli) e giunge in breve sul pittoresco pianoro erboso della Bassa di Schiantalà. Rimontando l’ampia conca prativa di fianco al torrentello si arriva ad un bivio ai piedi di una bastionata di rocce lisce, solcate da una cascata ( 2280 m circa): si abbandona a sinistra il tracciato principale (“Via Alpina”) diretto al Passo di Rostàgno, per prendere la diramazione di destra, che sale di fianco alla bastionata di rocce lisce (segnavia blu). Il sentiero s’innalza con ampi tornanti verso la selvaggia Comba di Schiantalà, compresa tra le punte omonime e il Becco Alto d’Ischiatòr. Lasciando in basso a sinistra il piccolo Laghetto di Làris, si giunge su un dosso all’ingresso della selvaggia conca detritica ( 2500 m circa). Si trascurano i segnavia rossi che salgono a destra verso l’Altipiano della Rocca Rossa e quelli che scendono a sinistra verso il Passo di Làris e si prosegue lungo il sentiero pianeggiante che, fiancheggiata una piccola pozza, si inoltra nella selvaggia Comba di Schiantalà.

Risalito un fronte morenico, si percorre la comba alti sulla sua sinistra idrografica, alla base degli spuntoni rocciosi delle Punte di Schiantalà. Raggiunto un bivio, si scende verso sinistra, lungo una traccia sempre segnalata in blu (ind. per “Lago Gelato”), quindi si prosegue a scendere per la sconvolta morena fin sul fondo della comba (possibile neve dura), dove giace un piccolo laghetto quasi sempre ghiacciato (Laghetto di Schiantalà) e dove, sotto uno spesso strato di detriti, si annida un piccolo “rock-glacier”.

Si rimonta l’opposto versante, mirando all’evidente canale che incide l’estremità destra del fianco nordovest del Becco Alto d’Ischiatòr: il terreno si fa sempre più ripido e faticoso, e l’estrema friabilità del pendio costringe ad una grande attenzione. Superato, nella parte mediana dal canalone, un tratto di terriccio estremamente delicato (F), si prosegue su terreno un po’ meno cedevole, incontrando un primo canalino sulla destra da non considerare. Rimanendo addossati alle rocce sulla sinistra orografica del canale principale, si prosegue a salire (in questo tratto si incontrano vaghe tracce) fino ad una nuova diramazione: si rimonta a questo punto un facile canalino verso destra che, per roccette e friabili sfasciumi (F), consente di raggiungere la cresta di confine poco più a monte del punto di massima depressione costituito dal Passo di Tres Puncias ( 2845 m , h 2,30 dal Rifugio Zanotti), da dove si apre la magnifica vista sulla sottostante conca del vastissimo Lac de Rabuons, tributaria della Val de la Tinée , dominata dalla Cima del Corborànt (a sinistra) e dal Monte Ténibres (a destra).

Dal passo si seguono gli ometti di pietre che dapprima guidano, grosso modo, lungo la linea spartiacque in lieve discesa fin nei pressi del punto di massima depressione ( 2826 m ): di qui si scende con decisione il ripido pendio di erba e sassi tendendo decisamente a destra, in direzione dei ben visibili Lac Cimòn e Lac Chaffòur, situati su un ripiano all’inizio della breve valletta che sale al Passo di Rabuons. Senza preoccuparsi di seguire troppo fedelmente gli ometti, si continua il traverso in direzione delle pietraie che fasciano la base delle Cime della Montagnetta: perdendo meno quota possibile, si prosegue con diversi saliscendi per una specie di balconata detritica, quindi si continua a mezzacosta per ripide pietraie in direzione dell’ampio Passo di Rabuons, ben visibile già da lontano. Con vedute che via via si allargano sulla testata della Conca di Rabuons e sulle cime che le fanno corona, si giunge in vista del sottostante Lac de la Montagnètte ( 2759 m ), incastonato in una piccola conca detritica ormai poco sotto il passo: quando si è proprio in corrispondenza del lago, si discende un ripido ma breve pendio detritico (tracce) fin sul dosso di erba e rocce montonate di poco soprastante lo specchio d’acqua. Qui si incontrano gli evidenti ometti provenienti dal Refuge de Rabuons: superato un breve costone detritico, inizia una evidente traccia che taglia con ampio semicerchio in salita la testata del vallonetto e raggiunge, con alcune svolte fra minuti detriti, il vasto tavolato erboso su cui si apre la doppia insellatura del Passo di Rabuons ( 2872 m , h 1,30 dal Passo di Tres Puncias, paline sulla sella sud-ovest). Sul valico, che si apre fra il Monte Ténibres ( 3031 m , a sinistra) e la Rocca Rossa ( 2995 m , a destra), si incontrano i segnavia rossi dell’”Anello Zanotti”, un lungo itinerario, interamente segnato e segnalato da Gianfranco Caforio (occasionale gestore del Rifugio Zanotti), che consente di toccare in un unico concatenamento le vette della Rocca Rossa e del Monte Ténibres, con difficoltà alpinistiche inferiori al II° grado. Splendido panorama sulla Conca di Rabuons e, dalla parte opposto, sulle alte vette che rinserrano il selvaggio Vallone Superiore del Piz.

Dalla palina che indica il passo ci si cala con estrema attenzione nello stretto e ripidissimo canale che scivola verso il Vallone Superiore del Piz: all’inizio si deve disarrampicare per pochi metri su friabilissime roccette (II°) quindi, aggirato uno speroncino verso destra, si tocca il fondo vero e proprio del canale. Questo è costituito da terriccio e sfasciumi friabilissimi, e va disceso con estrema attenzione e velocità (F, attenzione alle scariche, casco obbligatorio!). Dopo i primi 50 metri la pendenza diminuisce, e la discesa si fa più agevole e meno pericolosa: si raggiunge così l’immensa morena che costituisce il fondo del selvaggio Vallone Superiore del Piz (h 0,25 dal passo).

ATTENZIONE: in caso di neve nel canale, risulta preferibile scendere dal canalino a cui fa capo l’altra selletta, quella a nord-est (lato Rocca Rossa). La pendenza è un po’ più accentuata, ma essendo il canale leggermente più ampio diminuiscono i pericoli derivanti dalle scariche di pietre (ovviamente, in questo caso diventano indispensabili, oltre al casco, anche ramponi e piccozza).

Si attraversa, con saliscendi a questo punto piuttosto faticosi, tutto il fondo del vallone, cercando contemporaneamente di dirigersi verso il suo sbocco inferiore: la mulattiera che sale verso il Passo del Ténibres è avvistabile, piuttosto alta sulla sinistra idrografica del vallone, ai piedi delle verticali pareti della Rocca Brossè. Intercettata la comoda mulattiera (preferibilmente più a valle), la si segue in moderata discesa fino alla conca rocciosa ai piedi della Punta Zanotti dove, poco sotto una vecchia casermetta, giace il piccolo e pittoresco Lago Mongióie ( 2470 m , h 0,45 dalla base del canale).

Di qui, volendo tornare direttamente al Pian della Regina, si prosegue lungo la mulattiera (segnavia rossi) che discende con numerosi tornanti un pendio di erba e radi larici fino ad intercettare la carrareccia ex-militare del Vallone del Piz poco sopra il Gias del Piz (h 0,45 dal lago).

Se invece si vuole ripassare al Rifugio Zanotti, è consigliabile seguire il “Sentiero dei Cengesi”: si costeggia la sponda a valle del lago e si rimonta un dosso sormontato da un grosso masso, su cui si rinviene il primo di una lunga serie di segnavia gialli. Questi guidano dapprima lungo un ondulato altipiano detritico, quindi in ripida discesa su un pendio erboso a destra fino ad una vecchia costruzione militare diruta. Si prosegue a scendere, traversando contemporaneamente verso destra, raggiungendo l’inizio delle placconate di rocce montonate delle Rocce Mongióie: con tortuoso percorso, sempre ben segnalato dai bolli gialli, si scende lungo la bastionata incisa da numerosi rivoli e, attraversata una valletta erbosa, si ritorna al poggio dove sorge il rifugio (h 1,00 dal lago). Di qui, per il comodo sentierino, velocemente al Gias del Piz (h 0,10 dal rifugio).

A questo punto, non rimane che seguire a ritroso la comoda ma un po’ monotona carrareccia ex-militare fino al Pian della Regina (h 1,10 dal gias del Piz).

 

TEMPO TOTALE

h 9,00-9,30 circa (h 6,00-6,30 con partenza e arrivo al Rifugio Zanotti, esclusi avvicinamento e discesa a valle)

DISLIVELLO

1500 m totali ( 685 m circa l’avvicinamento, 950 m circa l’anello con partenza e arrivo al rifugio)

DIFFICOLTA’

EEA (nel complesso F, PD- in caso di neve nei canali)

ULTIMO SOPRALLUOGO

1° settembre 2013

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - settembre

COMMENTI

Lungo anello, impegnativo e faticoso. Assai consigliabile spezzarlo in due giorni, pernottando al piccolo e accogliente (anche se non gestito stabilmente) Rifugio Zanotti. Molta attenzione va posta nel percorrere i canali del Passo di Tres Puncias e del Passo di Rabuons: essi sono costituiti da immani colate detritiche di eccezionale friabilità, e la loro percorrenza, oltre che faticosa, è anche oggettivamente pericolosa per via della possibilità di scariche (sia fortuite che provocate). Necessaria dunque buona esperienza, piede sicuro e anche una certa velocità, per non stazionare più del necessario in luoghi pericolosi. Ambiente selvaggio e molto suggestivo durante tutto il percorso. Casco obbligatorio: in caso di neve residua nei canali, risultano indispensabili anche ramponi e piccozza.