Monte delle Gettine 1183 m

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CARTINA CONSIGLIATA

I.G.C. scala 1:50.000 – Foglio 15

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 59 

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL VALLONE DEL RIO ORÈSINE

FIORITURE PRIMAVERILI

SULLO SPARTIACQUE LUNGO IL “SENTIERO DELLE TERRE ALTE”, TRA I TORRIONI POCO AD EST DEL MONTE DELLE GETTINE

IL MASSICCIO DEL MONTE CASTELLERMO DAL CRINALE PERCORSO DAL “SENTIERO DELLE TERRE ALTE”

COLLETTA SOPRANA (CASTELBIANCO) DALLA CARROZZABILE CHE UNISCE VERAVO CON ORÈSINE

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Albenga (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si sale a Martinetto, da dove si svolta a sinistra e si risale la selvaggia Val Pennavaira. Dopo circa 6 km da Martinetto si svolta a destra (ind.) e, con numerose svolte, si sale alla frazione Vesallo, quindi si prosegue fino a Veravo (330 m), capoluogo comunale di Castelbianco (15 km da Albenga). Superato il cimitero, si continua lungo la strada asfaltata che in leggera discesa si dirige verso Orèsine: si lascia l’auto in una degli slarghi a sinistra o destra della carreggiata (315 m circa).   

 

ITINERARIO

Si prosegue lungo la comoda strada asfaltata che, con piacevole percorso nel bosco, giunge alla frazione Orèsine (302 m, h 0,15 circa da dove si lascia l’auto).

All’inizio del paese si prende a destra la stradina asfaltata che sale verso i lavatoi (segnavia e ): lasciate a destra le antiche case, si prosegue lungo la stradina, che diventa sterrata e si inoltra nell’ampio vallone del Rio Orèsine. In moderata salita, sulla destra idrografica del rio, si trascurano diverse diramazioni a sinistra e si giunge ad un antico ponte in pietra gettato sulle acque del ruscello: superatolo, si abbandona la carrareccia per seguire la mulattiera segnalata (sempre con e ) che sale a sinistra lungo il piccolo rio. Con percorso piacevole la mulattiera, di cui a tratti si nota ancora la lastricatura di pietre “a coltello”, risale il corso del Rio Orèsine, in ambiente boscoso fresco e pittoresco, fra muschi, rocce, cascatelle e piccoli laghetti. Più in alto si supera a guado il corso d’acqua, ritornando definitivamente sulla destra idrografica del vallone, e si prende a salire con più decisione nella fitta boscaglia: diversi cartelli indicano fra gli alberi alcune vecchie costruzioni, un tempo utilizzate dagli abitanti di Orèsine per svariati scopi (vasche di raccolta acque, stalle, ecc..). Lasciato definitivamente il rio a destra, si prende a salire con più decisione nel fitto bosco: la sede della mulattiera, fin qui quasi impeccabile, comincia a presentare segni di abbandono, con piccoli smottamenti che ne hanno a tratti compromesso la massicciata. Sempre tenendo d’occhio l’ottimo segnavia , si continua a salire con decisi tornanti: superata una panchina di legno su un poggio panoramico, si giunge ad intersecare una carrareccia inerbita (600 m circa, h 1,00 da Orèsine).

Trascurata la carrareccia (seguendola verso destra si raggiungerebbe, con lungo percorso, Veràvo), si prosegue dritti lungo la mulattiera (sempre segnavia ) che continua a salire per il boscoso vallone. Poco più in alto si giunge in una zona di bosco rado, dove la traccia a tratti scompare: gli ottimi segnavia aiutano a non perdere di vista il percorso. Piegando leggermente a destra, si sfiora un grosso masso (segnavia), quindi si prosegue nella rada faggeta e, con un’ultima diagonale verso sinistra, si raggiunge l’ampissima sella boscosa della Colla di Peragallo (897 m, h 0,40 dall’incrocio con la carrareccia, ometto di sassi), aperta tra il Monte Lapèu (1002 m, a sinistra) ed il Monte delle Gettine (a destra). Un tempo questo colle era assai frequentato per i collegamenti fra le borgate di Castelbianco e quelle di Nasino, più brevi rispetto ai lunghi percorsi del fondovalle Pennavàira. L’intricata giovane faggeta non permette purtroppo di godere di alcun panorama.

Trascurato il segnavia , che prosegue a sinistra verso la sommità del Monte Lapèu (raggiungibile in circa h 0,30), si segue a destra una traccia piuttosto marcata che percorre la linea del valico, quindi traversa leggermente sul versante di Nasino (sinistra). Dopo aver guadagnato alcuni metri di quota, la traccia si perde nel bosco: a questo punto si sale decisamente a destra, senza sentiero, e si raggiunge nuovamente lo spartiacque boscoso. Seguendo alla meglio il filo del costone, si giunge sulla sommità di un primo dosso: scesi leggermente ad una insellatura, si attacca il ripido pendio successivo, di erba e radi alberi. Giunti all’altezza di alcune placchette rocciose affioranti, si incontra anche una labile ma visibile traccia: risalito un gradino roccioso di circa un metro per una spaccatura, si continua a salire nei pressi del filo fra erba e rocce, sempre in gran parte immersi nel bosco. Si giunge così alla base di un’alta e ripida placconata rocciosa, incisa da fasce erbose, che impedisce di proseguire direttamente. Sempre seguendo le tracce di passaggio, si traversa decisamente a sinistra nel bosco, costeggiando la base della placconata, fino in corrispondenza di un evidente ripido canale che si incunea fra le rocce: si risale al meglio il canale, dal fastidioso fondo costituito da uno spesso strato di scivolose foglie secche, fino a quando è possibile uscirne a sinistra, per terreno più comodo. Con ampio semicerchio, si taglia la testa del canale appena risalito e si prosegue poi a salire per un ripido pendio erboso fra gli alberi, con percorso piuttosto evidente, fino ad un poggio da cui si apre, finalmente, il panorama verso i monti Galero e Armetta. Rimontando il pendio a destra, nuovamente fra fitta vegetazione, si giunge all’attacco di una breve cengia erbosa che, da sinistra verso destra, consente di riguadagnare il costone principale, a monte del salto roccioso costituito dalla placconata precedentemente aggirata. Si risale il costone, fra roccette e rada vegetazione, con vedute che via via si ampliano sulla testata della Val Pennavaira, sul Galero, sui Monti Castellermo e Nero e sulla piana di Albenga, con il lungo crinale dei monti Alpe Ovest ed Est che separano il Pennavaira dal Neva. Un’ultima breve salita consente di toccare la vera e propria sommità (comunque poco individuata) del Monte delle Gettine (1183 m, h 1,00 dalla Colla di Peragallo), costituita da alcuni grossi massi immersi nella boscaglia. La vetta si trova sul lungo ed articolato crinale divisorio fra le valli Pennavaira e Neva, subito prima che questo, oltre il Passo Cerisola, si impenni con decisione verso le nettamente più elevate cime del Pizzo delle Penne, del Pizzo Castellino e del Monte Galero.

Scesi pochi metri sul versante opposto si giunge ad una selletta erbosa, dove si incontrano i segnavia e __ del “Sentiero delle Terre Alte”. Seguendo questi segnavia verso destra, si scende subito un ripido pendio fra radi alberi e caratteristici torrioni rocciosi, fino ad un’ampia sella erbosa: si prosegue con numerosi saliscendi, prima in ambiente caratteristico e panoramico fra piccoli spuntoni rocciosi, poi di nuovo nel fitto bosco sul versante Pennavàira. Si perde decisamente quota con strette svolte, quindi si continua a traversare nel bosco, superando numerosi costoni, in ambiente boschivo ombroso, solitario e selvaggio, fino a giungere nei pressi della sella che precede l’impennata del Monte Alpe Ovest, dove si incontra un bivio (900 m circa, h 1,00 dal Monte delle Gettine). Trascurati segnavia e __ che proseguono a sinistra in salita verso la Sella d’Alpe (vedi anche itinerario Monte Alpe Est e Ovest), si prende l’evidente mulattiera non segnata a destra, che perde quota sul lato Pennavàira con ampi tornanti intervallati da decisi traversoni verso sinistra.

N.B.: all’altezza del bivio, c’è un evidente segnavia __ sul tronco di un alberello a destra, che sembra indicare il sentiero in discesa a destra come il “Sentiero delle Terre Alte”: in realtà, questo si mantiene sul crinale, coincidente con il segnavia che prosegue a sinistra in salita. In ogni caso, i dubbi vengono eliminati dal fatto che, seguendo il sentiero di destra, non si incontrano altri segnavia dopo quel primo, posizionato in modo un po’ ingannevole. Le indicazioni a questo bivio dovrebbero essere migliorate, onde evitare di trarre in inganno gli escursionisti.

Continuando a scendere, si giunge ad un primo evidente bivio: trascurato il sentiero che prosegue dritto in traverso pianeggiante, si prende a destra una traccia (inizialmente scavata dalle acque di ruscellamento) che scende con decisione. Persa altra quota, si trascura ancora una diramazione a destra che scende in una valletta e si prosegue lungo un vago crinale boscoso fino ad un ripiano con rocce affioranti. Continuando a scendere con ripidi tornanti a destra, si giunge sul fondo del vallone, presso il rio (in questo tratto spesso asciutto). Superato il ruscello, si continua a scendere sulla destra idrografica, mentre sull’altro lato del vallone appaiono imponenti pareti rocciose verticali. Attraversato nuovamente il rio, si sfiora un grande antro alla base delle altissime pareti, quindi si prosegue la discesa lungo l’ampio sentiero, non segnalato ma sempre evidente. Si giunge così ad incrociare, presso una piccola pietraia, un sentiero segnalato con ●▬ : lo si segue per circa 200 metri verso sinistra, quindi lo si abbandona per prendere un evidente traccia a destra (ometti di pietra) che scende con alcune ripide svolte nel bosco fino ad uscire su di un’ampia carrareccia pressoché pianeggiante (460 m circa, h 0,50 dal bivio).

Si segue lungamente l’ampia carrareccia verso sinistra, che segue le molte sinuosità del versante inciso da piccole vallette: lasciata a sinistra una diramazione cementata, si prosegue a destra raggiungendo in poche decine di metri la strada asfaltata nei pressi del cimitero di Veravo (h 0,30 da dove si intercetta la carrareccia).

Seguendo verso destra la strada asfaltata in lieve discesa, si ritorna in breve all’auto (h 0,15 dal cimitero).

 

TEMPO TOTALE

h 5,30 circa 

DISLIVELLO

1000 m circa 

DIFFICOLTA’

E (EE il tratto Colla di Peragallo – Monte delle Gettine)

ULTIMO SOPRALLUOGO

8 maggio 2016

PERIODO CONSIGLIATO

dall'autunno alla primavera

COMMENTI

Itinerario abbastanza faticoso e, purtroppo, molto poco panoramico, svolgendosi quasi esclusivamente all’interno di boschi lussureggianti. Proprio per questo, comunque, risulta interessante e meritevole per il bellissimo ambiente naturale attraversato, specie nelle stagioni intermedie, quando i colori divengono più intensi e caratteristici. Attenzione in caso di nebbia nel tratto Colla di Peragallo – Monte delle Gettine, che si svolge al di fuori dei sentieri.