Scesi
nuovamente sulla strada, si prosegue a sinistra lungo la carrozzabile che,
tra orti e fasce, raggiunge in breve le
antiche case di Veravo. Attraversato il paese, molto
caratteristico e pittoresco, si prende una larga mulattiera
lastricata sulla sinistra (ind. “BAUSU” e segnavia ▲) che inizia a salire in diagonale,
con pendenza costante, fra fasce e coltivi abbandonati. Superato un
bellissimo uliveto sorretto da imponenti terrazzamenti, la
mulattiera effettua un ampio tornante e va ad intercettare una carrareccia
sterrata. Si segue la carrareccia verso destra, in falsopiano, fino ad un
piccolo impluvio: poco prima di una casa isolata, la si abbandona
nuovamente per
seguire a sinistra nuovamente la mulattiera con segnavia ▲
(ancora indicazione “BAUSU”). Con pittoresco percorso, si sale di
fianco ad un piccolo rio, che scorre in un alveo roccioso con piccole
cascatelle fra fitta vegetazione. Con una serie di brevi tornantini si
guadagna quota, quindi si lascia a sinistra la traccia diretta alla
falesia del Bausu e si prosegue a destra nella boscaglia. A tratti, tra le
fronde, appare il
severo versante settentrionale del Monte Castellermo,
sull’altro lato della Val Pennavaira; belle vedute anche sugli arditi
pinnacoli rocciosi circostanti. Incrociata nuovamente la
sterrata, la si segue per pochi metri verso destra, in discesa, ritrovando
ancora una volta la mulattiera, che inizia ora a salire con più decisione
nel bosco fitto. Superati alcuni
ruderi di abitazioni presso una poco accentuata sella boscosa (
540 m
circa, h
0,40), la mulattiera riceve da destra un sentiero con segnavia □, proveniente dal lontano Monte
Arena, quindi traversa lungamente in salita verso sinistra, alternando
tratti tra fitta vegetazione ad altri più scoperti. Sempre seguendo i ben
evidenti segnavia ▲
e □,
si prosegue con marcia non eccessivamente faticosa al
cospetto di imponenti pareti rocciose. Raggiunto un marcato
costone, la mulattiera lo risale con
numerosi tornanti, sfiorando la
sommità di alcuni eleganti pinnacoli che precipitano
sull’opposto versante in un selvaggio e dirupato vallone. Alle nostre
spalle, di fianco al lontano Monte Dubasso, appaiono
le principali cime delle Alpi Liguri. Ritornata nel
bosco, la mulattiera traversa decisamente a sinistra,
portandosi alla testata del dirupato vallone precedentemente costeggiato,
e con
alcune larghe svolte raggiunge l’ampia e prativa Sella
d’Alpe (
939 m
, h 1,00
dalla sella di quota
540 m
), vasta insellatura aperta fra il Monte Alpe Ovest (a sinistra) ed Est (a
destra). Qui si incontrano anche i segnavia TA
(“Sentiero delle Terre Alte”) che uniscono Nasino ad Erli.
Seguendo
questi segnavia verso destra, ma anche senza percorso obbligato lungo
l’ampia e prativa displuviale, si rimonta un primo dosso
erboso e si percorre poi un
ampio ripiano pascolivo in
dolce salita. Lasciati a sinistra i segnavia TA e ▲
che
scendono verso Erli in Val Neva, si prosegue lungo una traccia non
segnalata ma evidente che percorre l’ampio spartiacque. Un
breve tratto più ripido consente di guadagnare una spalla
alberata, che presenta sul versante Pennavaira una ripida paretina
rocciosa: continuando lungo il crinale, nuovamente erboso, si rimonta l’ultima
breve dorsale che conduce sulla piccola
cima del Monte Alpe Est (
1055 m
, h 0,20
dalla Sella d’Alpe), sulla quale sorge un piccolo ometto di pietre con
ramo contorto. Nonostante la presenza di alcuni alberi, che disturbano un
poco la visuale, specie verso Nord, la vista è veramente ampia e
spettacolare: a Sud, a sinistra della vasta
piana di Albenga, il piccolo gruppo del Poggio Grande non
riesce a nascondere il Mar Ligure ed il blocco Monte Ravinèt – Monte
Varatella, dominanti Toirano ed estreme
propaggini meridionali del Monte Carmo. Più a sinistra del
Carmo, ecco la Rocca
Barbena
, con i suoi boschi punteggiati di affioramenti rocciosi e la Colla
Scravaion
ai suoi piedi, quindi tra le fronde, oltre le grandi pale eoliche del
Colle di San Bernardo di Garessio alla testata della Val Neva, svetta
il massiccio Bric Mindino. Ancora più a sinistra, lungo la
stessa displuviale del Monte Alpe, domina il massiccio Monte Galero, quindi
il Dubasso e l’Armetta e le retrostanti Alpi Liguri, dal
Pizzo d’Ormea al Monte Saccarello. Più vicino, oltre il
solco della Val Pennavaira, il roccioso complesso Monte
Nero – Monte Castellermo domina le piccole borgate di
Castelbianco.
Ritornati
alla Sella d’Alpe, si seguono lungo la displuviale i segnavia TA
e □, che rimontano l’erto e boscoso
crinale mantenendosi di pochissimo sul versante Neva: con alcune strette
svolte, la traccia conduce ai vastissimi tavolati sommitali del Monte Alpe Ovest (
1034 m
, h 0,15
dal Monte Alpe Est), da dove si ripete in gran parte il panorama già
ammirato dal Monte Alpe Est, ad esclusione del lato mare. Da qui i
segnavia procedono lungo l’ampia dorsale in direzione del Monte delle
Gettine.
Ritorno
per la stessa via in h 1,30.