Dal rifugio si
segue la larga carrareccia fino alla vicina insellatura della Colla
della Balma: qui la si abbandona per seguire una traccia che, nei
pressi di uno skilift, risale il ripido pendio erboso a destra (nel 2014
palina di segnalazione divelta) fino al casotto di arrivo dell'impianto.
Da qui la traccia
(segnavia F6)
piega a sinistra e taglia in salita le erbose pendici delle Rocche
Giardina (2165 m, una ulteriore palina indica subito alle spalle
dello skilift una variante più ripida e diretta, segnavia F3): belle vedute sull'ardito cono roccioso del Monte
Fantino (2094 m) e sulla
testata del Vallone Sbornina, con la Cima Ferlette (2394
m), la Cima della Brignola (2472 m) e la Cima Seirasso (2436
m). La traccia continua a tagliare in quota, alta sul fondo di un'ampia
conca erbosa tributaria di Sbornina: raggiunto un piccolo ripiano
con fitti cespugli, con alcuni tornanti il sentiero guadagna ulteriormente
quota. Tagliata poi una piccola lingua petrosa, con un ultimo lungo
traversone si raggiunge una larga insellatura erbosa, sullo spartiacque
Corsaglia-Ellero,
alla base della cresta
Sud del Mondolè (2200 m, h 0,40).
Si apre la vista sulla testata di Valle Ellero, con la Cima
delle Saline (2612 m), le ardite calcaree Rocche Biecai, le Rocche
di Serpentera e la paretona
orientale della Cima Cars (2217 m). Oltre l'insellatura, ampi
pendii erbosi digradano verso l'ampia conca
di Piandimale, dominata dalla rocciosa Rocca dell'Inferno
(2307 m).
Di qui si svolta a destra e si segue una traccia che percorre,
inizialmente, fedelmente lo spartiacque: oltre un tratto un po' più
ripido ed una recinzione per il bestiame, si giunge ad un vasto ripiano
carsico, sul versante Sud-Ovest del Mondolè. Sempre seguendo i
segnavia, si risale un erto tratto di roccette e, per l'ultimo pendio, si
giunge alla grande croce sulla vetta del Mondolè (2382 m, h 0,35 dalla
sella 2200 m). Panorama fantastico,
oltre che su tutto
l'arco delle Alpi Liguri, anche sulla sottostante conca di Prato
Nevoso e su tutta la pianura piemontese.
Il ritorno, oltre che per
l'itinerario di salita, può essere effettuato come segue: dalla vetta si
segue il segnavia F1
per Artesina che, con panoramico percorso, segue fedelmente la
facile cresta erbosa che compie un ampio semicerchio verso Nord, alta
sull'enorme dolina
(che ospita sul fondo il piccolo Laghetto del Mondolè, spesso ghiacciato) che caratterizza il versante settentrionale
della montagna. Al termine della cresta, raggiunta la spalla di quota 2365
m, una discesa più sostenuta conduce sul margine
Nord della dolina, dove si incontra un bivio: trascurato il segnavia F3,
che prosegue pressoché in quota e risale poi verso le Rocche Giardina
(diretto alla Colla della Balma, eventuale variante più veloce ma anche
più ripida), si scende a
sinistra per un solco erboso (traccia incerta, freccia F1
su un masso) e per un successivo ripiano cespuglioso. Tagliato un ripido
scoscendimento, si scende per brevissimo tratto lungo un dolce pendio
erboso (Piano delle Scalette); dopo una ventina di metri, presso un masso un po' discosto dal solco
della traccia, si avvista una palina segnavia. Si lascia allora la traccia F1
(diretta ad Artesina) per proseguire verso destra sulla labile traccia
del segnavia F3B, sull'orlo
superiore del vasto tavolato erboso: attenzione, perchè oltre il
bordo alti salti rocciosi precipitano verso la conca erbosa sottostante,
dove occhieggia il
Lago delle Scalette con un nuovo gias ristrutturato. Dopo lungo percorso in lieve
discesa, si raggiunge lo sbocco superiore di una ripida valletta (Passo delle
Scalette,
2070 m
), che
scende fino in prossimità del laghetto con gias: si scende per questa
valletta, lungo tracce poco evidenti (tratti in frana, sbiaditi segnavia),
si lascia a destra la pianeggiante traccia diretta
alla Grotta Ghiacciata del Mondolè
(vedi nota sotto) e, per erbe e
cespugli, si tocca il fondo della conca presso il Lago delle Scalette
(artificiale,
con canale scolmatore, h 1,00 dalla
cima).
Da qui si origina una carrareccia sterrata che, in moderata salita,
taglia i pendii pascolivi alla base del versante Nord del Mondolè e che,
superati alcuni caratteristici
vecchi gias (Sella Balma, 1887 m), raggiunge nuovamente la Colla
della Balma ed il rifugio (h 0,20
dal laghetto).
Digressione alla Grotta Ghiacciata del Mondolè: si tratta di un
profondo antro situato in un luogo assai impervio, a ridosso del versante
settentrionale della montagna. La sua particolare collocazione, ed il
fatto di essere in comunicazione ipogea con il sovrastante bacino del
Laghetto del Mondolè, fanno si che al suo interno sia possibile
osservare, per quasi tutto l’anno, un consistente deposito di ghiaccio,
il che rende la breve ma faticosa e non banale digressione meritevole di
essere effettuata.
Discesa
la prima parte della valletta che fa capo al Passo delle Scalette, nel
punto in cui le vaghe tracce svoltano decisamente a sinistra, si imbocca una
traccia pressoché pianeggiante che taglia, facilmente ma un
po’ scomodamente per l’abbondante vegetazione, il ripido pendio in
direzione dei contrafforti rocciosi del Mondolè, mantenendosi alta sul
sottostante Lago delle Scalette. Dopo un buon tratto, quasi al termine di
una zona con massi, si notano sul ripido pendio erboso di destra le frecce
blu (con evidente lettera “G”)
che guidano verso lo sbocco inferiore di un ripidissimo canalino.
Abbandonata la traccia orizzontale, che da qui in poi comunque diviene
assai meno marcata, si
rimonta con alcune svolte il pendio cespuglioso fino alla base
delle rocce, entrando quindi da sinistra nel canalino avvistato in
precedenza. Questo è molto ripido, ed il fondo è costituito da
mobilissimi detriti che richiedono molta attenzione: una
corda fissa aiuta a risalire questo primo tratto, quindi si
deve superare un breve risalto non attrezzato, appigliato ma che può
presentarsi viscido (breve passo di I°+, attenzione specie in discesa). Oltre il risalto una
nuova lunga corda fissa consente di rimontare la seconda parte
del malagevole canalino (fondo friabile e scivoloso) fino all’ampio
pendio superiore, che
si risale più comodamente con alcune svolte fino alla base
della verticale
placconata dove si apre
la Grotta
Ghiacciata
(h 0,25
da dove si imbocca la traccia a mezza costa).
Il
ritorno, da effettuarsi con la dovuta attenzione a causa del terreno molto
friabile, oltre che per l’itinerario dell’andata può essere
effettuato come segue: una volta ritornati sulla traccia pianeggiante a
mezza costa, invece di ritornare nuovamente verso il Passo delle Scalette,
è possibile proseguire in discesa diretta (frecce blu, vegetazione molto
fastidiosa e pungente!) fin sulle sponde del sottostante lago, guadagnando
circa 10 minuti rispetto al rientro normale.