All'estremità
del parcheggio, si prende un sentiero (segnavia ●■■) che sale nel fitto bosco: poco più a monte, la
traccia confluisce nuovamente nella carrareccia, che va seguita verso
sinistra per alcune centinaia di metri. Lasciata a destra una
caratteristica antica "casella" ancora ben conservata, la
carrareccia prosegue in moderata salita fino ad un guado: poco prima del
ruscello si abbandonano la sterrata ed il segnavia ●
(diretto alla Rocca dell'Aia, vedi itinerari
alpinistici relativi) per proseguire lungo una mulattiera che si dirama
a destra, in decisa salita (segnavia ■■).
Il
sentiero sale nel bosco con percorso tortuoso, alternando brevi traversi
a più ripidi strappi: più in alto, con un traversone verso sinistra,
si supera un rio su un nuovo bel ponte in legno ("Ponte
Martinetti") e, con un ultimo erto tratto sul filo di un
costone alberato, si sbuca nell'amena
radura erbosa del Pian delle Bosse (841 m, h
0,30 da Castagnabanca). Al centro del piccolo ripiano (al cui
margine si trovano una bella fontana ed un grazioso laghetto) sorge il
bel Rifugio
Pian delle Bosse. Dal margine del ripiano erboso si gode di magnifico
panorama su Pietra Ligure e sulla costa del Mar Ligure.
Si
prosegue alle spalle del rifugio, lungo un sentiero ripido ed
inizialmente un po' dissestato (cartelli, segnavia ■■▲):
poco più sopra, presso un altro evidente cartello in legno, si trascura
il sentiero che prosegue a destra (segnavia ▲),
verso il Giogo di Giustenice, per svoltare decisamente a sinistra, in
direzione della cresta meridionale del Monte Carmo (segnavia ■■).
Con ripida salita, il sentiero taglia
inizialmente in diagonale il boscoso pendio ai piedi degli appicchi
rocciosi della cresta (alcuni bei pulpiti panoramici verso
la costa), fino a portarsi sul filo del crinale, dominante tutto lo
svolgimento della Val Nimbalto: alla testata di questo selvaggio
avvallamento svettano, già a quota inferiore rispetto a quella a cui ci
troviamo, il
severo torrione della Rocca dell'Aia e l'allungato Scoglio del Butto,
sui quali si sviluppano molti itinerari di arrampicata sportiva.
A
questo punto, non rimane che risalire la
lunga cresta Sud della montagna, con pittoresco tortuoso percorso
fra tratti erbosi, saltini e roccette:
il panorama si fa sempre più ampio, sia sulla costa sia sulla testata
della Val Maremola, con il
testone roccioso del Bric Aguzzo in bella evidenza. Più in alto,
quando ormai l'Isola
Gallinara e la piana di Albenga appaiono dietro alla costiera del
Monte Ravinèt, si aggira sulla sinistra un risalto (ma si può anche
proseguire sull'aereo filo, con facile a panoramico percorso) e, in
ambiente sempre più roccioso, con alcuni
saliscendi si raggiunge
la sommità dell'Anticima Sud-Est, dove sorgono i resti di una
vecchia teleferica dismessa e da dove appare il
pendio finale con la grande croce posta in cima al Monte Carmo (h
1,15 dal Rifugio Pian delle Bosse).
Dall'anticima
si scende brevemente ad una larga insellatura erbosa alla base del
pendio finale: da qui, scendendo
verso sinistra per morbidi prati, si può raggiungere in pochi
minuti il piccolo Rifugio
Monte Carmo (o Rifugio Amici del Carmo, 1289 m), solitamente
chiuso ma dotato di un locale sempre aperto che può offrire occasionale
riparo. Proseguendo invece lungo le tracce segnalate, si attacca il
fronteggiante ripido ma breve pendio erboso e, con
alcune svolte, si raggiunge finalmente la grande
croce sulla vetta del Monte Carmo (o Carmo del Finale, 1389
m, h 0,15 dall'Anticima Sud-Est).
Panorama spettacolare sia sulla costa, dal Tigullio fino ad Albenga, sia
sul versante padano, con la Rocca
Barbena, l'ampia conca di Bardineto e tutte le Alpi
Liguri in bella evidenza. In lontananza svetta il Monviso.
A destra, bella vista sulla testata della Val Maremola, sulla zona del
Colle del Melogno e su tutti i vasti
altipiani del Finalese.
Per
il ritorno, oltre che seguire a ritroso il percorso della salita, si
prospettano alcune possibilità:
a
- si può scendere a sinistra, lungo l'erbosa cresta Sud-Ovest, per
alcune centinaia di metri, fino ad alcune paline (1325 m) che segnalano
lo stacco, a destra, del "Sentiero dei Cinque"
(segnavia AV):
questo taglia in moderata discesa tutto il versante Nord del Monte Carmo,
fra
splendidi boschi di faggio, presso una balza rocciosa lascia a
destra lo stacco del "Sentiero delle Scalette" e, con
alcuni saliscendi nel bosco, raggiunge l'ampia insellatura del Giogo
di Giustenice (1139 m, h 0,30
dalla cima).
b
- si può ritornare all'ampia sella erbosa fra il Carmo e l'Anticima
Sud-Est: da qui svoltando a sinistra (Est), si individuano presto i
segnavia AV e ▲
del "Sentiero delle Scalette".
Seguendo il sentiero, ripido ma del tutto elementare, si scende in
bell'ambiente roccioso fra i vastissimi boschi del versante
settentrionale: a tratti, rudimentali scalini ricavati con travi di
legno giustificano il nome del sentiero. Si giunge così al
bivio col "Sentiero dei Cinque", da dove in breve al Giogo
di Giustenice (1139 m, h 0,25
dalla cima).
c
- una terza opportunità, leggermente più impegnativa, è costituita
dal "Sentiero dei Falchi" (o "Via
direttissima"). Dalla vetta si segue l'aerea
cresta Est: mentre a destra ripidi salti rocciosi incombono
sull'alta Val Maremola (attenzione all'esposizione!), a sinistra ripidi
pendii boscosi scivolano verso la testata della Valle Bormida di Millesimo. Un primo sbiadito segnavia (con la scritta "SENTIERO DEI
FALCHI - FINE") si incontra all'inizio della cresta, quindi si
procede lungo questa, che compie un breve arco verso sinistra (qualche
raro ometto). Presso un ometto su un pulpito panoramico, oltre il quale
un ripido risalto impedisce di continuare, si scende leggermente a
sinistra, cercando comunque di mantenersi il più possibile nei pressi
della cresta. Appaiono alcuni sbiaditi segnavia ●,
che sono però orientati nella direzione della salita, per cui in
discesa risultano assai poco visibili. Si scende lungo un ripido pendio
boscoso, ritornando ad una forcelletta sul filo di cresta con scritta
"GOLA DEL VENTO". A questo punto si scende al meglio seguendo
gli sbiaditi segnavia, affrontando in discesa alcuni passi in
arrampicata (I°/I°+) e confluendo nel "Sentiero
delle Scalette" a breve distanza dal bivio con il "Sentiero
dei Cinque". Da qui, in breve, al Giogo di Giustenice (1139
m, h 0,20 dalla cima).
Sul
Giogo
di Giustenice, attraverso il quale transita una carrareccia sterrata
percorribile dai mezzi fuoristrada che unisce la borgate di Giustenice
(Val Maremola) e Bardineto (Valle Bormida), sorgono anche una piccola
tettoia in legno con panche e tavolo e numerose paline segnaletiche
dell'"Alta Via dei Monti Liguri".
Dal
valico si segue in discesa verso destra la carrareccia che scende verso
Giustenice (lato mare) fino all'altezza del primo tornante verso
sinistra: qui stacca a destra un comodo sentiero (segnavia ▲)
che, inizialmente il lieve salita, poi in piano, taglia l'ampia testata
della selvaggia valletta, fra fitti e splendidi boschi. Dopo circa h
0,30 dal Giogo di Giustenice si raggiunge un ombroso ripiano
nel bosco dove si trovano alcune
ampie conche artificiali protette da staccionate in legno: sono le
cosiddette "Neviere del Monte Carmo", realizzate ed
utilizzate fin dai tempi remoti con lo scopo di conservare il ghiaccio
durante tutto l'anno (tabellone esplicativo). Proseguendo lungo il
comodo sentiero, si continua a traversare la testata della valle fino ad
uscire sul crinale
erboso Maremola/Nimbalto, a poca distanza dai lastroni di vetta del Bric
Pratello (911 m, h 0,20 dalle
nevière), eventualmente raggiungibile del tutto facilmente. Bella vista
sulla costa.
Presso
una palina, si effettua un deciso cambio di direzione verso destra,
tagliando a mezza costa alcuni ripidi pendii. Raggiunto il letto di un
rio quasi sempre in secca, lo si segue per un tratto in discesa lungo la
sinistra idrografica, poi lo si attraversa e, con alcuni ripidi strappi
in discesa, si raggiunge nuovamente il Rifugio Pian delle Bosse (h
0,10 dal Bric Pratello).
Di
qui, per il sentiero dell'andata, nuovamente a Castagnabanca (h
0,20).