Dal Pont Fornirola si seguono gli
evidenti segni rossi, che invitano a risalire una ripida costa erbosa
sulla sinistra idrografica del Valloncello
del Rio Passè. Sovrastato dalle scure e verticali placconate
rocciose della Rocca Parvo il sentiero, che si fa più evidente, supera
un modesto rio, quindi raggiunge con alcune svolte un ampio ripiano
adibito, in estate, alla stabulazione degli animali. Si prosegue a
destra, in una specie di ampio
canalone erboso ai piedi degli
appicchi sud-orientali della rocca, quindi per
pendii più aperti ed infine seguendo una più marcata
traccia, si
traversa all’ampio Colletto
Parvo (
2345 m
, h 0,30, paline), inciso sullo
spartiacque fra i valloncelli Passè e Parvo.
Di qui, volgendo a destra
(indicazioni), si prosegue lungo un’evidente traccia che aggira
sul lato Est un primo gendarme roccioso quindi, raggiunta la
crestina erbosa, la segue superando una seconda modesta elevazione fino
al colletto ai piedi del pendio terminale. Traversando pochi
metri a destra, si attacca il ripido ma facile pendio, dapprima
detritico e poi nuovamente erboso, che con faticosa ma breve
salita consente, lasciando a sinistra una rocciosa anticima,
di toccare la panoramica sommità della Rocca
Parvo (
2394 m
, h 0,25 dal colletto, piccola croce di
granito). Buon panorama sulla testata
della Val Grana e sulla conca
di Castelmagno.
Ritornati al Colletto Parvo, si
prosegue lungo il sentiero segnalato che, oltre l’insellatura, sul
versante del Valloncello Parvo,
prosegue per un tratto a mezzacosta lungo le rocciose pendici del
Parvetto, quindi prende a risalire con numerosi erti tornanti il pendio,
costituito da detriti e magra erba, fino ad una selletta su un costone
secondario del Parvetto, denominata Col
dal Nais (
2420 m
, h 0,30 dalla Rocca Parvo, paline):
qui si incontrano i segnavia bianco-rossi della “Curnis
Auta”, lungo percorso di crinale che effettua il periplo di tutta
la testata della Valle Grana.
Seguendo gli evidenti segnavia, si
rimonta verso sinistra un breve pendio detritico fino a
sbucare sull’ampio ed erboso Colletto
del Parvetto (
2440 m
circa), ai piedi del castello
roccioso sommitale dello stesso Parvetto. Dal colletto si
segue una traccia pianeggiante verso sinistra che, fra grossi massi,
conduce alla base dell’evidente canalone detritico che separa il
Parvetto (a destra) dalla sua anticima Ovest. Si risale il canalone per
roccette e detriti, con un paio passaggi di elementare arrampicata (I°
grado), fino all’ampia forcella superiore. Seguendo l’aerea cresta
di grossi blocchi verso destra, si
aggira sul lato sud un breve risalto e, per gli ultimi massi
accatastati (I° grado alcuni
brevissimi passaggi), si raggiunge la cima del Parvetto (
2486 m
, h 0,20
dal Col dal Nais, croce di ferro e libro di vetta). Dalla cima si gode
di bellissima vista sulla conca
di Castelmagno, su una
porzione di Alpi Marittime e sull’ardita
Rocca
la Meja
.
Ritornati al Colletto del Parvetto,
si prosegue lungo il tracciato pianeggiante della “Curnis Auta” in
direzione del piede dell’evidente
cresta settentrionale della Punta Parvo: quando il sentiero
inizia a traversare lungo il versante Nord-Est della stessa, diretto al
Passo Parvo, lo si abbandona per seguire una comoda traccia che risale
interamente la ripida ma breve ed elementare cresta erbosa fino alle
roccette sommitali della Punta
Parvo (
2523 m
, h 0,30
dal Parvetto, croce
di ferro e libro di vetta). Dalla cima, la più elevata del
piccolo gruppo e di conseguenza la più panoramica, si gode di ampio e
spettacolare panorama sulle testate della valle Grana e del Vallone
dell’Arma, sulla catena delle Alpi Marittime e su una buona porzione
di Alpi Cozie, fino al Monviso.
Proseguendo lungo il filo del
crinale, si
scende dall’altra parte lungo la ripida cresta Ovest: dopo
un primo tratto su erba, l’inclinazione aumenta ancora ed il terreno
si fa detritico. Senza grosse difficoltà (ma comunque con attenzione),
si scende con qualche serpentina (vaghe tracce) fino a toccare i
vastissimi prati del Passo
Parvo (
2400 m
, h 0,15 dalla vetta). All’inizio
della lunghissima ed ondulata insellatura, aperta fra
la Punta
Parvo
ed il Monte Viridìo, si incontrano nuovamente i segnavia della
“Curnis Auta”, che traversano in quota dal Colletto del Parvetto e
che proseguono poi verso il Passo
Viridio.
Trascurando i segnavia, comunque,
si segue il bordo meridionale dell’insellatura verso Est per qualche
decina di metri, fino ad un punto in cui tra la cotica erbosa emergono
terra e detrito fine: a questo punto si scende a sinistra, seguendo una
traccia di sentiero piuttosto marcata che traversa in diagonale sul
ripido pendio, in direzione di una sottostante ampia conca pascoliva.
Quando la pendenza diminuisce, la traccia scompare: si
scende allora direttamente, con tutta facilità, fin sul fondo
dell’ampia conca prativa. Qui si può giungere, per tracce
un po’ più marcate, anche scendendo direttamente dal Colletto del
Parvetto.
Attraversata la conca, si risale
brevemente ad un ampio colletto erboso che si apre sul costone che il
Parvetto protende verso Est, fra la vetta vera e propria ed un testone
roccioso secondario. Si scende dall’altra parte per un ripidissimo
canalone detritico, con qualche
passo iniziale su roccette erbose e terreno friabile (meglio
inizialmente sulla destra orografica, attenzione!): più sotto la
discesa, pur mantenendosi ripida, diviene via via più facile e,
portandosi a ridosso delle rocce del Parvetto, si raggiunge piuttosto
velocemente una piccola conca detritica compresa fra il versante Sud-Est
del Parvetto ed un costone erboso secondario (h
0,40 dal Passo Parvo).
Attraversata la conca detritica, si
risalgono per erba e cespugli i pendii sul versante opposto, fino
ad intercettare una marcata traccia proveniente dal Colletto
Parvo. Si segue la traccia verso destra, in leggera discesa, fino ad un
colletto situato presso lo sbocco inferiore della conca detritica
precedentemente attraversata, da dove ci si affaccia nuovamente sul
Valloncello del Rio Passè e dove si trovano resti di tralicci
metallici. Con breve salita in diagonale verso sinistra si raggiunge la
stazione a monte di un’antica teleferica, un tempo
utilizzata per trasportare a valle i blocchi di pietra estratti dalla
vicina cava. Proseguendo a mezza costa per una larga mulattiera inerbita
si raggiungono i depositi delle scorie di lavorazione della cava stessa:
continuando a traversare, si percorre un ampio ripiano pascolivo e si va
ad intercettare nuovamente, ormai ai piedi del versante Sud-Est della
Rocca Parvo, il sentiero segnalato in rosso già percorso in salita.
Seguendolo in discesa verso destra, si ritorna velocemente al Pont
Forniròla (h
0,40 dalla conca detritica).