Anello del Viribianc

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 14

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI COZIE

SCHEDA N. 12

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

L’ITINERARIO DI SALITA, LUNGO IL VALLONE INCIASTAR, RIPRESO DAI DOSSI ERBOSI DEL BASSO VALLONE SIBOLET

LA ROCCA PARVO , CON IL PARVETTO E LA ROCCA NEGRA , DAI PRESSI DELL’INIZIO DEL SENTIERO PER IL PASSO VIRIDIO

DALLO SPLENDIDO RIPIANO ERBOSO NEL MEDIO VALLONE INCIASTAR VERSO IL MONTE CROSETTA E LA ROCCA DELLA CERNAUDA

IL COLLETTO ERBOSO A CUI SALGONO LE TRACCE DAL VALLONE INCIASTAR DALLA SELLA DEL PASSO VIRIDIO

SALENDO ALLA CIMA VIRIBIANC, LUNGO LA “CURNIS AUTA”, VERSO IL MONTE VIRIDIO

DALLA SOMMITÁ DELLA CRESTA D’L MULETS VERSO L’OMONIMO COLLE E LA CIMA VIRIBIANC

IL SANTUARIO DI SAN MAGNO E LA BORGATA CHIAPPI SCENDENDO DAL COLLE VIRIBIANC

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Caraglio, da dove si risale la breve Valle Grana. Superato Campomolino (sede del comune di Castelmagno), si prosegue verso il Santuario di San Magno fino alla frazione Chiappi ( 1661 m , 63 km da Mondovì), situata su una costa solatia ai piedi del poggio su cui sorge il santuario.

Si segue una stradina a sinistra, che scende fra le case, supera un agriturismo e giunge presso il piccolo bar del centro-fondo (spesso chiuso durante l’estate). Poco sotto si può parcheggiare in un piccolo slargo.

 

ITINERARIO

Dal bar del centro-fondo una palina indica, a sinistra, la direzione per il Colle Viribianc: si abbandona quasi subito l’asfalto per seguire una stradina sterrata che scende in breve ad un ponte in cemento che supera il Torrente Grana: lasciata la carrareccia che prosegue in salita sulla destra (sinistra idrografica del corso d’acqua), si supera il ponte e si incontra una nuova palina. Abbandonata la carrareccia che sale verso sinistra, a mezza costa, verso il Colle Viribianc, si segue un incerto sentiero (la marcia risulta parecchio infastidita dalle alte erbe e dagli arbusti che ne invadono la sede) verso destra, che sale in diagonale il ripido pendio erboso. Con belle vedute sul vicino Santuario di San Magno (sul versante opposto della valle) e sulla dolomitica parete della Rocca Parvo ( 2394 m ), il sentiero, alquanto incerto ma segnato con freschi bolli rossi, effettua alcuni tornanti, quindi supera un costone con radi larici e prosegue a mezzacosta, spesso disturbato da smottamenti e acque scorrenti, fino ad intercettare un’ampia mulattiera erbosa, che altro non è che la prosecuzione (oltre il Grana, che supera con comodo guado) della carrareccia abbandonata subito prima del ponte, e che, visto lo stato attuale del sentiero, costituisce forse un accesso più comodo ed agevole, ancorché leggermente più lungo. Qui si incontra una nuova palina ( 1700 m circa, h 0,30 da Chiappi): abbandonato il sentiero, che prosegue a risalire la Valle Grana verso il Colle dei Morti, si svolta con decisione a sinistra, lungo la mulattiera che, a tratti invasa dalla vegetazione, risale con alcune ampie svolte il pendio erboso colonizzato dai rododendri. Con un lungo traversone e una nuova serie di tornanti la mulattiera, che gradualmente si restringe a sentiero, supera un rio e si porta presso lo sbocco del Vallone Inciastar, di cui risale la parte bassa, fra rododendri e radi larici, fino ad un ampio ripiano pascolivo, dominato in alto da una modesta bastionata. A questo punto le tracce diventano assai incerte, e bisogna fare attenzione a non perderle. Si deve scendere verso destra, superare il piccolo rio e proseguire sulla sinistra idrografica del vallone: con una lenta salita diagonale ed alcuni brevi tornanti, le tracce consentono di risalire una ripida valletta e di evitare, così, la bastionata. Superato nuovamente il rio, con una breve ripida salita verso sinistra il sentierino raggiunge la sommità di un ampio costone pascolivo al centro del vallone. Qui le tracce si fanno nuovamente abbastanza evidenti, mentre risalgono l’ampio dorso fra cespugli di rododendri. Poco più in alto il vallone compie una decisa svolta a destra: riportatesi nei pressi del rio, che qui scende con alcune piccole cascatelle, le tracce salgono in diagonale fra erba e arbusti e si portano sul ciglio di un meraviglioso e vasto ripiano erboso, dominato in alto dai contrafforti rocciosi della Cima Viribianc (h 1,00 dal bivio con palina). Sullo sfondo, alla testata del vallone, appare la lunga insellatura del Passo Viridio, con il roccioso Monte Viridio ( 2498 m ) sulla destra.

Si attraversa tutto il vasto prato verso destra, fino a ritrovare un marcato sentierino: questo aggira un dosso erboso e si inserisce in una nuova breve valletta, che risale di fianco al rio fino ad un ennesimo superiore ripiano, a monte del dosso erboso precedentemente menzionato, ingombro di grossi massi e detriti. Continuando di fianco al rio, si prosegue nella risalita del vallone fra magri pascoli fino alle grandi colate detritiche alla testata del Vallone Inciastar. Qui le tracce appaiono nuovamente piuttosto evidenti mentre risalgono, dapprima con alcuni tornanti verso destra e poi con diagonale verso sinistra, i ripidi pendii terminali, in basso per fini detriti e poi per magra erba, fino ad un marcato colletto erboso posto all’inizio del contrafforte che, dall’anticima del Monte Viridio, costituisce la sponda sinistra idrografica del Vallone Inciastar. Da qui, tagliando verso sinistra a mezza costa per erba e detriti, si raggiunge in pochi minuti l’ampia sella del Passo Viridio ( 2398 m , h 0,45 dal ripiano erboso): qui si incontra la marcata traccia (segni      ) della “Curnis Auta”, sentiero tematico a tappe che effettua la traversata della testata della Val Grana. Sul versante opposto, oltre gli ampi pascoli del Viridìo che scendono verso il Vallone dell’Arma ed il Rifugio Carbonetto (vedi anche itinerario Traversata della Cima Viribianc), dominano la scena i rocciosi monti Savi e Salè, e più oltre svettano le principali cime delle Marittime.

A questo punto, seguendo verso sinistra i segnavia della “Curnis Auta”, si percorre tutta la lunga sella con alcuni saliscendi fra i detriti fino alla sua estremità orientale, dov’è il punto di massima depressione del valico. Proseguendo lungo i segnavia, si risale la poco inclinata cresta della Cima Viribianc: raggiunto un ometto con paletto infisso su di un’anticima, si sale l’ultimo breve pendio erboso fino all’ometto sulla Cima Viribianc ( 2477 m , h 0,10 dal passo). Bellissimo panorama sulla testata di Valle Grana e sul lungo Vallone dell’Arma, con i fronteggianti monti Salè e Nebius. Oltre l’ampio solco della Valle Stura svettano le principali cime delle Alpi Marittime.

Proseguendo lungo la traccia segnata, si scende ad una sella di cresta con erba e roccette affioranti quindi, disceso un breve pendio sul versante Stura, si raggiunge una più ampia forcella: trascurando la prosecuzione del crinale, che sale ad un’anticima con croce in legno (comunque raggiungibile con facilità), si scende a sinistra (versante Valle Grana) per ripidi pendii erbosi, sempre seguendo le tracce ed i segnavia. Con diversi tornanti la traccia perde quota per erba e detriti, quindi traversa decisamente verso destra raggiungendo una spalla erbosa alla base delle paretine sommitali della Cima Viribianc: traversando pressoché in piano alla base delle rocce, si taglia la testata di un selvaggio vallone e, per erbe e detriti, si raggiunge un’ampia insellatura erbosa nuovamente sullo spartiacque. Seguendo il filo dell’insellatura si supera un dosso e, scesi di poco sul lato Stura, si traversa fino al punto di massima depressione, dove si trova il valico denominato Col d’l Mulets (o Colle Viribianc Ovest, 2380 m , h 0,20 dalla cima, palina). Trascurate le vaghe tracce che scendono, verso destra, in direzione del Gias Viribianc Superiore (vedi anche itinerario Traversata della Cima Viribianc), si prosegue lungo la linea del crinale, che si innalza nuovamente assai ripido: con numerose svolte fra magra erba e detriti, si risale la ripida costa fino a raggiungerne la sommità, presso un piccolo ometto. Una breve traversata su cresta erbosa pressoché orizzontale conduce alla palina posta sulla cima denominata Cresta d’l Mulets ( 2400 m , palina, h 0,15 dal Col d’l Mulets).

Si prosegue ora lungamente seguendo l’ondulata cresta, che presenta il lato destro (sud) prevalentemente erboso, mentre a nord scivola con più dirupati pendii verso la testata dell’ampio Vallone Fontana Vieccie. Con alcuni saliscendi e con diversi tratti alquanto ripidi, la traccia segnalata perde decisamente quota: con un’ultima breve risalita ed una discesa finale si raggiunge così l’ampia depressione erbosa del Colle Viribianc (2187 m , h 0,30 dalla Cresta d’l Mulets, paline).

Dal colle si segue il sentiero segnalato che scende a nord, con una lenta diagonale verso sinistra fra ontani e rododendri, nella conca alla testata del Vallone Fontana Vieccie. Mantenendosi sulla sinistra idrografica dell’ampio e ramificato vallone, il sentiero taglia alcuni costoni, quindi scende con numerose svolte in una grande conca erbosa alla confluenza del vallonetto laterale che scende dal Col d’l Mulets. Al margine inferiore della conca si scende con alcuni decisi tornanti (sorgente subito sotto il sentiero), quindi si lascia a destra una traccia che raggiunge il sottostante e vicino (ma da qui non visibile) Gias Fontana Vieccie e si prosegue a sinistra traversando, pressoché in piano, alti sul fondo idrico del vallone. Superato un colletto su un costone erboso, da dove si avvista il sottostante gias, con tortuoso percorso (in questo tratto non molto evidente ma sempre segnalato), il sentiero scende ad intercettare l’ampia carrareccia di servizio all’alpeggio in località “I Quiotas” ( 1830 m circa, h 0,45 dal Colle Viribianc).

Non rimane ora che seguire in lenta discesa verso sinistra la sconnessa carrareccia che, con lunghi traversoni alternati a brevi tornanti, taglia numerosi costoni e valloncelli e scende fino al ponte in cemento sottostante la borgata Chiappi (h 0,30 dalla località “I Quiotas”).

Dal ponte, con breve risalita, si raggiunge nuovamente il parcheggio e la macchina.

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 circa

DISLIVELLO

900 m circa

DIFFICOLTA’

EE (difficoltà in caso di nebbia nella risalita del Vallone Inciastàr)

ULTIMO SOPRALLUOGO

30 giugno 2013 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Bell’anello, molto panoramico, in una zona di “montagna minore”. Consigliato soprattutto in primavera, quando i vastissimi pascoli vengono dipinti di mille colori dall’incredibile fioritura. Attenzione all’orientamento durante la salita al Passo Viridio: il sentiero R16, ancora indicato nel Catasto Provinciale dei Sentieri, è in realtà non più segnalato, e le vaghe tracce nel vallone non sempre sono di chiara reperibilità. Ben marcato, invece, il sentiero R5 che dal Colle Viribianc raggiunge Chiappi.