Traversata della Cima Viribianc 2477 m

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 14

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI COZIE

SCHEDA N. 11

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL VALLONE SEROUR DAI PRESSI DEL GIAS VIRIBIANC SUPERIORE

DAL GIAS VIRIDIO INFERIORE VERSO LE ALPI MARITTIME

DAI PRESSI DEL PASSO VIRIDIO VERSO LE CIME PRINCIPALI DELLE ALPI MARITTIME

CERVI POCO SOTTO IL COL D’L MULETS

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, da dove si risale la Valle Stura. Dal centro di Demonte ( 780 m , capoluogo della valle) una strada asfaltata si stacca sulla destra (indicazioni) e raggiunge la frazione di San Giacomo ( 1312 m ), proseguendo poi stretta e ripida per il lungo ed alpestre Vallone dell'Arma in direzione del Colle di Valcavera: giunti presso il ponticello sul Rio Viribianc, si parcheggia presso un comodo slargo sulla destra ( 12 km circa da Demonte, 65 km da Mondovì).

 

ITINERARIO

Si attraversa il ponte sul rio e si prosegue lungo la strada asfaltata, che sale per breve tratto e poi prende quota con un paio di stretti tornanti: all’altezza del secondo tornante si stacca sulla destra una labile traccia nell’erba che taglia il ripido pendio e si dirige verso il centro del Vallone del Gorfi, solcato dal Rio Viribianc. Il sentiero, ormai abbandonato, è ridotto a saltuaria traccia, e ogni tanto si perde nell’erba. Il percorso comunque risale con alcuni ampi tornanti i pendii erbosi, mantenendosi sulla destra idrografica del Rio Viribiànc, che qui scorre in una stretta forra: più in alto un lungo traversone verso destra conduce su un bellissimo ripiano erboso al centro del vallone, dove questo diviene quasi pianeggiante (h 0,15 dalla partenza).

Si prosegue di fianco al rio, per magnifici prati in falsopiano, portandosi ai piedi del poggio erboso su cui, a destra, sorgono gli antichi fabbricati del Gias Viribianc Inferiore ( 1701 m ): senza raggiungere il gias, si continua a sinistra, assecondando l’andamento del vallone, e risalendo senza percorso obbligato un costoncino erboso di fianco al rio fino ad intercettare, alla base di una modesta paretina, la carrareccia proveniente dal gias. Si prosegue lungo la carrareccia verso sinistra, in salita, che compie un ampio tornante (scorciatoia) e raggiunge una sella erbosa da dove si apre la magnifica vista sulle Alpi Marittime. Proseguendo lungo la sterrata, si risale l’erto pendio con diversi tornanti fino ad innestarsi sulla carrareccia principale, proveniente dalla rotabile di fondovalle con stacco presso il Rifugio Viridio (ex Casa di Caccia del Viridio) e che raggiunge il Gias Viribianc Superiore.

Si prosegue in discesa su quest’ultima carrareccia e, tagliata con ampio semicerchio in lieve discesa una bella conca pascoliva, si giunge ad un bivio: trascurata la prosecuzione della carrareccia (che scende alla vicina Casa di Caccia del Viridio e poi al Rifugio Carbonetto, sul fondo del Vallone dell'Arma), si svolta a destra e si sale in breve al ristrutturato Gias Viridio Inferiore ( 1877 m , h 1,00 dal Gias Viribianc Inferiore).

Oltre il gias si segue una incerta traccia di sentiero che si inerpica ripida lungo i pendii erbosi: questa traccia, assai intermittente, sale tortuosa fino ad una superiore conca, dominata in alto dai moderni (ma già semidiroccati) fabbricati in cemento del Gias Viridio di Mezzo ( 2087 m ).

Risalito il pendio sulla sinistra della conca, si traversa brevemente verso destra fino alla presa d’acqua poco sopra il gias (possibilità di rifornimento): da qui si continua la faticosa risalita degli erti pendii erbosi per tracce molto saltuarie fino ad una nuova ampia conca pascoliva quasi pianeggiante, dominata in alto dall’ampia sella del Passo Viridio. Seguendo la traccia verso sinistra, si pianeggia nella conca fino ai pochi ruderi del Gias Viridio Superiore ( 2205 m , h 0,45 dal gias inferiore).

Si abbandona a questo punto la traccia, che taglia i ripidi pendii erbosi verso il Passo Parvo, e si raggiungono i ruderi di due abbeveratoi dismessi, ben visibili a destra: da qui parte un evidente sentiero che, con ripida salita diagonale tra i pascoli, traversa decisamente verso destra, alla base dei pendii terminali che fanno capo all’ampio Passo Viridìo. Continuando a salire si raggiunge una lingua di pietrame, oltre la quale il sentiero risale un marcato costone erboso: proseguendo su terreno detritico, si traversa ancora a destra fino ad uscire su ampi tavolati erbosi, con bellissima vista sulla destra idrografica della Valle Stura e sulle Alpi Marittime. Scomparse nuovamente le tracce, non rimane che risalire senza percorso obbligato i vasti prati fino a raggiungere il crinale, poco a sud-est dell’ampio Passo Viridio ( 2390 m , h 0,50 dal gias superiore): qui si incontra la marcata traccia (segni      ) della “Curnis Auta”, sentiero tematico a tappe che effettua la traversata della testata della Val Grana. Verso la Val Grana sprofonda il selvaggio Vallone Inciastar (vedi anche itinerario Anello del Viribianc), con la tortuosa strada che sale al Colle dei Morti visibile in basso, fra i verdi pascoli.

A questo punto si segue verso destra la traccia segnata, che si inerpica ripidamente lungo la cresta nord-ovest della Cima Viribiànc: raggiunto un ometto con paletto infisso su di un’anticima, si sale l’ultimo breve pendio erboso fino all’ometto sulla Cima Viribianc ( 2477 m , h 0,10 dal passo). Bellissimo panorama sulla testata di Valle Grana e sul lungo Vallone dell’Arma, con i fronteggianti monti Salè e Nebiùs. Oltre l’ampio solco della Valle Stura svettano le principali cime delle Alpi Marittime.

Proseguendo lungo la traccia segnata, si scende ad una sella di cresta con erba e roccette affioranti quindi, disceso un breve pendio sul versante Stura, si raggiunge una più ampia forcella: trascurando la prosecuzione del crinale, che sale ad un’anticima con paletto (comunque raggiungibile con facilità), si scende a sinistra (versante Valle Grana) per ripidi pendii erbosi, sempre seguendo le tracce ed i segnavia. Con diversi tornanti la traccia perde quota per erba e detriti, quindi traversa decisamente verso destra raggiungendo una spalla erbosa alla base delle paretine sommitali della Cima Viribiànc: traversando pressoché in piano alla base delle rocce, si taglia la testata di un selvaggio vallone e, per erbe e detriti, si raggiunge un’ampia insellatura erbosa nuovamente sullo spartiacque. Seguendo il filo dell’insellatura si supera un dosso e, scesi di poco sul lato Stura, si traversa fino al punto di massima depressione, dove si trova il valico denominato Col d’l Mulets (o Colle Viribianc Ovest, 2380 m , h 0,20 dalla cima, palina).

Trascurando a questo punto il sentiero che prosegue lungo il crinale, diretto al Colle Viribianc (Est – vedi anche itinerario Anello del Viribianc), si scende a destra seguendo l’andamento della verde valletta: questa effettua una sorta di “S”, sfociando nell’ampio vallone che confluisce più in basso nel Vallone del Gorfi. Si discende il vallone, seguendo saltuarie tracce di sentiero (mantenersi preferibilmente sulla destra idrografica): raggiunto un ripiano sospeso dove giace una pozza fangosa, si continua a scendere verso destra e, per arrotondati mammelloni erbosi e qualche masso, si scende fino alla vastissima conca pascoliva sede del ristrutturato Gias Viribianc Superiore ( 1945 m , h 1,15 dal Col d’l Mulets).

Non rimane che seguire verso destra l’ampia e comoda carrareccia che, in lieve discesa, taglia gli ampi pascoli del Viribianc in direzione del Rifugio Viridio: quando si incontra a sinistra lo stacco della carrareccia diretta al Gias Viribianc Inferiore, la si imbocca e, seguendo l’itinerario di salita, si ritorna all’auto (h 1,20 dal Gias Viribianc Superiore).

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa

DISLIVELLO

900 m circa

DIFFICOLTA’

EE (qualche difficoltà di orientamento in caso di nebbia)

ULTIMO SOPRALLUOGO

17 giugno 2012

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Traversata molto panoramica e di soddisfazione, in ambiente assai suggestivo e rilassante. Qualche difficoltà di orientamento, a causa della totale assenza di indicazioni e segnavia e dei sentieri assai poco marcati. Evitare i periodi più caldi dell’anno, per la quasi totale assenza di alberi durante il percorso.