Si
attraversa il ponte sul rio e si prosegue lungo la strada asfaltata, che
sale per breve tratto e poi prende quota con un paio di stretti
tornanti: all’altezza del secondo tornante si stacca sulla destra una
labile traccia nell’erba che taglia il ripido pendio e si dirige verso
il centro del Vallone del Gorfi, solcato dal Rio Viribianc. Il sentiero, ormai
abbandonato, è ridotto a saltuaria traccia, e ogni tanto si perde
nell’erba. Il percorso comunque risale con alcuni ampi tornanti i
pendii erbosi, mantenendosi sulla destra idrografica del Rio Viribiànc,
che qui scorre in una stretta forra: più in alto un lungo traversone
verso destra conduce su un
bellissimo ripiano erboso al centro del vallone, dove questo
diviene quasi pianeggiante (h
0,15 dalla partenza).
Si
prosegue di fianco al rio, per magnifici prati in falsopiano, portandosi
ai piedi del poggio erboso su cui, a destra, sorgono gli antichi
fabbricati del Gias Viribianc
Inferiore (
1701 m
): senza raggiungere il gias, si continua a sinistra, assecondando
l’andamento del vallone, e risalendo
senza percorso obbligato un costoncino erboso di fianco al
rio fino ad intercettare, alla base di una modesta paretina, la
carrareccia proveniente dal gias. Si prosegue lungo la carrareccia verso
sinistra, in salita, che compie un ampio tornante (scorciatoia) e
raggiunge una
sella erbosa da dove si apre la magnifica vista sulle Alpi
Marittime. Proseguendo lungo la sterrata, si risale l’erto pendio con
diversi tornanti fino ad innestarsi sulla carrareccia principale,
proveniente dalla rotabile di fondovalle con stacco presso il Rifugio
Viridio (ex Casa di Caccia del Viridio) e che raggiunge il Gias Viribianc
Superiore.
Si
prosegue in discesa su quest’ultima carrareccia e, tagliata
con ampio semicerchio in lieve discesa una bella conca pascoliva,
si giunge ad un bivio: trascurata la prosecuzione della carrareccia (che
scende alla vicina Casa
di Caccia del Viridio
e poi al Rifugio
Carbonetto, sul fondo del Vallone dell'Arma), si svolta a
destra e si sale in breve al ristrutturato Gias
Viridio Inferiore (
1877 m
, h 1,00 dal Gias Viribianc
Inferiore).
Oltre
il gias si segue una incerta traccia di sentiero che si inerpica ripida
lungo i pendii erbosi: questa traccia, assai intermittente, sale
tortuosa fino ad una
superiore conca, dominata in alto dai moderni (ma già
semidiroccati) fabbricati in cemento del Gias Viridio di Mezzo (
2087 m
).
Risalito
il pendio sulla sinistra della conca, si traversa brevemente verso
destra fino alla presa
d’acqua poco sopra il gias (possibilità di rifornimento):
da qui si continua la faticosa risalita degli erti pendii erbosi per
tracce molto saltuarie fino ad una nuova ampia conca pascoliva quasi
pianeggiante, dominata in alto dall’ampia
sella del Passo Viridio. Seguendo la traccia verso sinistra,
si pianeggia nella conca fino ai pochi ruderi del Gias
Viridio Superiore (
2205 m
, h 0,45 dal gias inferiore).
Si
abbandona a questo punto la traccia, che taglia i ripidi pendii erbosi
verso il Passo Parvo, e si
raggiungono i ruderi di due abbeveratoi dismessi, ben visibili a destra:
da qui parte un evidente sentiero che, con ripida salita diagonale tra i
pascoli, traversa decisamente verso destra, alla base dei pendii
terminali che fanno capo all’ampio Passo Viridìo. Continuando a
salire si raggiunge una lingua di pietrame, oltre la quale il sentiero
risale un marcato costone erboso: proseguendo su terreno detritico, si
traversa ancora a destra fino ad uscire su ampi tavolati erbosi, con
bellissima vista sulla destra idrografica della Valle Stura e sulle Alpi
Marittime. Scomparse nuovamente le tracce, non rimane che risalire senza
percorso obbligato i vasti prati fino a raggiungere il crinale, poco a
sud-est dell’ampio Passo Viridio
(
2390 m
, h 0,50
dal gias superiore): qui si incontra la marcata traccia (segni )
della “Curnis Auta”,
sentiero tematico a tappe che effettua la traversata della testata della
Val Grana. Verso
la Val Grana
sprofonda il
selvaggio Vallone Inciastar
(vedi anche itinerario Anello
del Viribianc), con la tortuosa strada che sale al Colle dei
Morti visibile in basso, fra i verdi pascoli.
A
questo punto si segue verso destra la traccia segnata, che si
inerpica ripidamente lungo la cresta nord-ovest della Cima
Viribiànc: raggiunto un ometto con paletto infisso su di un’anticima,
si sale l’ultimo
breve pendio erboso fino all’ometto sulla Cima
Viribianc (
2477 m
, h 0,10 dal passo). Bellissimo
panorama sulla testata di Valle Grana e sul lungo Vallone dell’Arma,
con i fronteggianti monti Salè e Nebiùs. Oltre l’ampio solco della
Valle Stura svettano
le principali cime delle Alpi Marittime.
Proseguendo
lungo la traccia segnata, si scende ad una sella di cresta con erba e
roccette affioranti quindi, disceso un breve pendio sul versante Stura,
si raggiunge una più ampia forcella: trascurando la prosecuzione del
crinale, che sale ad un’anticima con paletto (comunque raggiungibile
con facilità), si scende a sinistra (versante Valle Grana) per ripidi
pendii erbosi, sempre seguendo le tracce ed i segnavia. Con diversi
tornanti la traccia perde quota per erba e detriti, quindi traversa
decisamente verso destra raggiungendo una
spalla erbosa alla base delle paretine sommitali della Cima
Viribiànc: traversando pressoché in piano alla base delle rocce, si
taglia la testata di un selvaggio vallone e, per erbe e detriti, si
raggiunge un’ampia insellatura erbosa nuovamente sullo spartiacque. Seguendo
il filo dell’insellatura si supera un dosso e, scesi di
poco sul lato Stura, si traversa fino al punto di massima depressione,
dove si trova il valico denominato Col
d’l Mulets (o Colle
Viribianc Ovest,
2380 m
, h 0,20
dalla cima, palina).
Trascurando
a questo punto il sentiero che prosegue lungo il crinale, diretto al
Colle Viribianc (Est – vedi anche itinerario Anello
del Viribianc), si scende a destra seguendo l’andamento
della verde valletta: questa effettua una sorta di “S”, sfociando
nell’ampio vallone che confluisce più in basso nel Vallone del Gorfi.
Si discende il vallone, seguendo saltuarie tracce di sentiero
(mantenersi preferibilmente sulla destra idrografica): raggiunto un
ripiano sospeso dove giace una pozza fangosa, si continua a scendere
verso destra e, per arrotondati mammelloni erbosi e qualche masso, si
scende fino alla vastissima conca pascoliva sede del ristrutturato Gias
Viribianc Superiore (
1945 m
, h 1,15
dal Col d’l Mulets).
Non
rimane che seguire verso destra l’ampia e comoda carrareccia che, in
lieve discesa, taglia gli ampi pascoli del Viribianc in direzione del
Rifugio Viridio: quando si incontra a sinistra lo stacco della
carrareccia diretta al Gias Viribianc Inferiore, la si imbocca e,
seguendo l’itinerario di salita, si ritorna all’auto (h
1,20 dal Gias Viribianc Superiore).