Tour di Rocca la Meja - Becco Nero 2629 m

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 11

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI COZIE

SCHEDA N. 23

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL MOVIMENTATO CONTRAFFORTE OVEST DI ROCCA LA MEJA DAL VALLONE DELLA MARGHERINA

IL MASSICCIO MONTE CASSORSO, CON L’EVIDENTE LUNGHISSIMO CANALONE SUD-EST, DAI PENDII PASCOLIVI DEL VALLONE DELLA MARGHERINA

IL VASTO E PASCOLIVO ALTIPIANO DELLA GARDETTA VISTO SALENDO VERSO IL COLLE DELLA MARGHERINA

IL TRACCIATO DELLA VECCHIA MULATTIERA EX-MILITARE CHE SALE AL BECCO NERO DAL LAGHETTO DELLA MEJA

IL TRACCIATO DEL SENTIERINO CHE DAL BECCO NERO SCENDE AL COLLE D’ANCOCCIA DALLA CARRARRECCIA EX-MILITARE DIRETTA AL COLLE DEL MULO

IL PERCORSO DEL SENTIERO VERSO IL PASSO SOTTANO DELLA VALLETTA (CELATO DAGLI SPUNTONI ROCCIOSI IN PRIMO PIANO) DAL COLLE DEL MULO

IL LAGO NERO DOMINATO DAL VERSANTE NORD DI ROCCA LA MEJA

IL MONVISO DAL LAGO NERO

LA PARETE NORD DI ROCCA LA MEJA DAI PRESSI DEL COLLETTO DEL LAGO NERO

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Cuneo Ovest (uscita della A33 Cuneo-Asti) si raggiunge Dronero ( 622 m , 20 km da Cuneo) e si risale quindi la lunga Valle Maira. Raggiunte le poche case di Ponte Màrmora ( 944 m , 26 km da Dronero), presso una centrale idroelettrica sul fondo dell'aspro avvallamento, si svolta a sinistra nel basso Vallone di Màrmora. Superate due brevi gallerie paravalanghe si giunge ad un bivio: lasciando la strada principale, che raggiunge le soprastanti vicine borgate di Màrmora, si devia a destra, si supera il rio e si sale al piccolo centro di Canòsio ( 1275 m , 4,5 km da Ponte Màrmora), adagiato su un soleggiato pendio all'imbocco del Vallone del Preit

Proseguendo lungo la rotabile si risale lo stretto vallone, si lascia a destra la diramazione per il Colle San Giovanni ed il Colletto di Canòsio e si giunge in un piccolo ripiano dove sorgono i pochi casolari di Pian Preit ( 1485 m ). Con due tornanti sulla destra la strada guadagna quota e, con un ultimo traversone, raggiunge la piccola e tranquilla borgata di Preit ( 1540 m , 3,5 km da Canòsio), sita su un soleggiato costone alla base dell'ardita parete rocciosa del Bric Balacorda. 

Proseguendo lungo la stretta rotabile, ancora asfaltata, si continua verso la testata del vallone fino al piccolo ripiano dove, oltre un ponticello di legno sulla sinistra, sorgono le Grange Selvest (1661 m, 1,5 km da Preit, parcheggio in alcuni slarghi prima del ponte).

 

ITINERARIO

Oltre il ponte in legno, si prosegue a destra lungo la carrareccia ex militare che attraversa pianeggiante un bel prato (paline del “Sentiero Gino Gertosio”). Superato il prato la stradetta, che alterna tratti sterrati ad altri grossolanamente asfaltati, risale con alcuni tornanti la sponda destra idrografica del vallone, con belle vedute sulla borgata Servino, ai piedi dell’impervio versante orientale del Monte Cassorso, quindi con salita moderata supera un lariceto e termina sul poggio erboso dove sorgono le Grange Culàusa (1928 m, h 0,45 dalle Grange Selvest, paline), in panoramica posizione.

Si prosegue lungo un comodo sentiero che, risalita una breve valletta, taglia pressochè pianeggiante un’ampia conca di splendidi pascoli, in vista dei contrafforti occidentali di Rocca la Meja. Lasciato a sinistra il bivio per il Lago Nero, da cui si proverrà al ritorno, si prosegue con poco faticosi saliscendi nel rado bosco fino alla cosiddetta Lapide degli Alpini. Si tratta di una targa murata su di un gigantesco masso erratico squadrato, posta a ricordo dei 23 alpini del 1° Plotone della 18a Compagnia del Battaglione Dronero, periti in questo luogo il 30 gennaio 1937 a causa di una gigantesca slavina staccatasi improvvisa dalle pendici di Rocca la Meja. Di fronte al masso è stato collocato un piccolo altare in pietra, sul quale sono stati, negli anni, eretti numerosi piccoli ometti di sassi, in segno di rispetto ai soldati caduti.

Attraversata una piccola pietraia, il sentiero rimonta una valletta erbosa con alcuni tornanti e raggiunge un poco accentuato colletto (2147 m), dal quale ci si affaccia sull’ondulato Altipiano della Gardetta, poco sopra alla depressione del Colle del Preit e delle caratteristiche Grange Ciampasso. Con ampio semicerchio verso sinistra si tagliano gli ondulati pascoli, aggirando gli ultimi speroni occidentali della Meja, quindi si lascia a destra il breve collegamento con la carrareccia diretta al vicino Gias della Margherina e si prosegue a sinistra, con salita più accentuata, lungo gli splendidi prati (paletti segnavia). Superata una zona costellata di piccole pozze, si supera un rio e, per un’ultima breve ma ripida rampa, si raggiunge l’ampia insellatura erbosa del Colle della Margherina (2404 m, h 1,20 dalle Grange Culàusa, paline). Sul valico transita la rotabile ex-militare che unisce il Colle di Valcavèra con il Passo della Gardetta attraverso l’omonimo vastissimo altipiano. Bellissimo panorama sull’imponente versante meridionale di Rocca la Meja e, dalla parte opposta, sulle Alpi Marittime Occidentali.

Dal colle si prosegue a sinistra, lungo una dissestata carrareccia che si dirige verso le falde del modesto Becco Nero. Una breve salita porta a sfiorare i ruderi di una grossa casermetta quindi, oltre un dosso, si scende fin sulle sponde del piccolo e grazioso Laghetto della Meja (2450 m circa, h 0,20 dal colle), un piccolo specchio d’acqua di origine carsico-glaciale adagiato in una conca erbosa alla base del versante nord-occidentale del Becco Nero. Bellissimo l’effetto delle pareti rocciose della Meja che si riflettono nelle limpide acque verdazzurre

Di qui è possibile salire direttamente al Colle d’Ancoccia, ma si consiglia questa interessante variante che consente di toccare un punto panoramico di prim’ordine su tutte le cime circostanti: costeggiato il lago lungo una delle due sponde (meglio la sponda settentrionale, pianeggiante e prativa), se ne raggiunge l’estremità occidentale. Da qui si origina un’evidente vecchia mulattiera ex-militare (segnalata con strisce rosa) che risale in diagonale la pietraia alle falde del Becco Nero. Più in alto, con alcune ampie svolte su ripido terreno erboso, la mulattiera giunge sulla cresta sommitale, in corrispondenza di un grosso ometto (bella vista sul lago e su Rocca la Meja). Il crinale è in realtà costituito da due costoni erbosi convergenti che isolano una piccola valletta di erba e massi: mantenendosi sul costone di sinistra, si rimonta il breve crestone fino alla base del cocuzzolo terminale, che si raggiunge per un ultimo brevissimo pendio ripido. Oltre un vecchio bunker ancora in buono stato, si guadagna il cippo che indica la sommità del Becco Nero (2629 m, h 0,25 dal lago). Magnifico panorama su Rocca la Meja, su tutto l’Altipiano della Gardetta fino all’Oronaye e sulle Alpi Marittime.

Dalla cima il sentierino segnalato prosegue, raggiunge una selletta con un anticima e scende quindi lungo il versante orientale della montagna con ampi tornanti raggiungendo direttamente il Colle d’Ancoccia (2564 m, h 0,10 dalla vetta, paline).

Si scende sul versante opposto per un sentiero che taglia il primo tornante della carrareccia, quindi si prosegue a sinistra lungo la rotabile ex-militare che, in dolce discesa, taglia dall’alto una conca con un piccolo laghetto fino ad un bivio: trascurata la diramazione di destra, che scende in breve ai baraccamenti del Colle della Bandia, si riprende a salire verso sinistra in una verde valletta fino all’insellatura di erba e terra del Colle del Mulo (2529 m, h 0,25 dal Colle d’Ancoccia, palina). Il Colle del Mulo è un agevole passaggio tra l’Altipiano della Gardetta ed il Vallone di Marmora. Questa sua comodità di accesso da entrambi i versanti ha fatto si che, negli anni ’30 del Novecento, i militari progettassero la realizzazione di una carrareccia militare che avrebbe dovuto collegare Marmora ai baraccamenti della Gardetta. In realtà il tratto di carrareccia nella parte alta del Vallone del Colle del Mulo (versante Marmora), che si doveva appoggiare alla base delle paretine del Becco Grande sulla sinistra idrografica del vallone, è rimasto incompiuto, ed oggi si possono ancora vedere i grandi muraglioni in pietra che sostenevano i progettati tornanti semisepolti dalle enormi colate detritiche in continuo movimento. Da qui, per una traccia lungo il crinale, è possibile raggiungere in circa mezz'ora la Cima di Test (2629 m): per i particolari vedi itinerario Traversata della Cima di Test in senso inverso.

Dal colle si scende lungo ciò che resta della carrareccia per pochi metri, quindi si prende a sinistra un sentiero (tacche rosse) che scende ripido nel macereto. Poco più sotto si ritorna sul tracciato della vecchia rotabile, che traversa brevemente a sinistra: una palina indica, a sinistra, la prosecuzione del “Sentiero Gino Gertosio”. Si trascura quindi il buon sentiero che scende a tornanti verso il fondo del Vallone di Marmora  (vedi itinerario Traversata della Cima di Test) e si prosegue a mezza costa, per un sentierino che traversa fra massi e pietrame i macereti che fasciano alla base il versante occidentale del Becco Grande, lungo l’ormai invisibile tracciato della vecchia carrareccia. Dopo un tratto di lieve discesa, presso i resti di un grosso muraglione che sosteneva un tornante, si riprende a salire con decisione a sinistra fra rocce e grossi massi, quindi un ripido pendio erboso consente di raggiungere, con qualche svolta, lo stretto intaglio del Passo sottano della Valletta (2516 m, h 0,25 dal Colle del Mulo, paline), ai piedi di arditi pinnacoli rocciosi. In realtà il Passo della Valletta (2534 m) si localizza alcune centinaia di metri più a nord-est, oltre il dosso erboso della Quota 2622: in fase di tracciatura del Sentiero Gertosio, però, si è preferito il transito per questo più angusto passaggio, senza nome ma assai più comodo e veloce da raggiungere dal Colle del Mulo. Nell’occasione, al colletto è stato attribuito il toponimo oggi ormai entrato nell’uso comune.

Dal passo un sentierino scende con pendenza moderata alla testata del lungo e selvaggio Vallone della Valletta: lasciati a sinistra alcuni spettacolari pinnacoli, si scende per dossi erbosi lungo un valloncello dominato a sinistra dalle paretine del Becco Grande. Giunti ad un ripiano con grossi massi (2375 m), alla base dei ghiaioni che fanno capo al Colletto della Meja (possibile variante del Sentiero Gertosio), si continua a scendere lungo il vallone, con vedute sempre più spettacolari sul versante Nord di Rocca la Meja. Con un lungo mezza costa ed un ripido tratto di discesa si giunge sul fondovalle, ai margini di un grande ripiano, dove sorgono le Grange superiori della Valletta (2160 m), che si raggiungono con percorso un po’ infastidito dalla rigogliosa vegetazione nitrofila. Da qui si prosegue su comoda carrareccia sterrata in dolce discesa che taglia alla base di alcune paretine fino ad un bivio (2067 m, h 1,00 dal Passo sottano della Valletta, palina): trascurata la prosecuzione della carrareccia principale, che perde quota con un lungo tornante nel bosco di radi larici in direzione delle Grange Selvest (possibile alternativa se si è troppo stanchi), si prosegue dritti sulla diramazione che, pressochè pianeggiante, giunge ai piedi del poggio su cui sorge la Grangia Chiacarloso (2081 m), raggiunta con un ampio tornante.

Dalla grangia un bel sentiero con fondo erboso rimonta un costone fino ad un primo ripiano, sede di una piccola pozza asciutta in stagione avanzata. Il tracciato attacca ora la successiva bastionata sulla destra, ne guadagna la sommità fra radi larici, quindi taglia decisamente verso sinistra alcune vallette scendendo infine sulle rive dello stupendo Lago Nero (2240 m, h 0,40 dal bivio di quota 2081 m), un piccolo specchio d’acqua adagiato in una nascosta valletta, fra prati e radi larici, in vista della severa parete settentrionale di Rocca la Meja

Il sentiero costeggia la sponda occidentale del lago, quindi rimonta verso destra una breve valletta che, oltre una piccola pozza sovente asciutta, adduce all’erboso Colletto del Lago Nero (2293 m, h 0,15 dal lago), da dove ci si affaccia nuovamente sull’alto Vallone del Preit.

Un comodo sentiero scende dapprima lungo un costone erboso, poi per una valletta sulla destra fino ai ruderi di alcune grange e, poco oltre, al bivio che precede di poco le Grange Culàusa, sul sentiero percorso all’andata. Raggiunte in breve le grange, si percorre la stradetta di accesso ritornando alle Grange Selvest (h 1,00 dal Colletto del Lago Nero).

 

TEMPO TOTALE

h 6,45 circa 

DISLIVELLO

1400 m circa 

DIFFICOLTA’

E allenati

ULTIMO SOPRALLUOGO

25 luglio 2015 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Spettacolare giro ad anello che consente di ammirare da tutte le angolazioni i dirupi e le verticali pareti dolomitiche di Rocca la Meja, una delle cime più imponenti e caratteristiche delle Alpi Cozie Meridionali. La variante per la sommità del Becco Nero, pur facoltativa, aggiunge ulteriore interesse paesaggistico alla già bellissima gita. Molto pittoresca e consigliata (anche se costringe ad ulteriori 300 m scarsi di dislivello in salita) la deviazione verso il Lago Nero, autentica gemma incastonata fra prati e larici al cospetto del versante settentrionale della Meja.