Si ritorna
indietro per breve tratto e, giunti alla chiesa, si svolta a sinistra,
seguendo le indicazioni per i Laghi di Roburent. Una ripida carrareccia
sale ad intercettare una comoda mulattiera che prende a risalire, con ampi
tornanti, l'erto pendio sulla sinistra idrografica della valle. I prati
lasciano spazio al bosco di conifere, mentre si continua a salire con
ripide svolte petrose: più in alto si costeggiano alcune ardite paretine
calcaree, quindi si sale ancora decisamente fino ad uscire su di una
splendida spalla prativa, che si affaccia sul profondo Vallone di Roburent
e sulle cime detritiche che lo racchiudono. Il luogo è chiamato "la
Tinetta" (2026 m, h 0,45) e consente una bellissima vista anche sul
versante opposto della Valle Stura, con i colli del Ferro e di
Stau in
primo piano.
Da qui il sentiero si mantiene pressochè in quota, mentre
taglia con lungo traverso tutto il fianco destro idrografico del vallone:
raggiuntone il fondo a monte della gola rocciosa percorsa dal torrente che
ne incide la parte bassa, si risale una verde valletta
erbosa, con
percorso ripido ma piacevole, fino ad una spianata dove sorge un nuovo
rifugetto privato ottenuto dalla ristrutturazione di un preesistente gias
(Capanna di
Roburent, 2180 m, h 0,40 dalla
Tinetta). I dintorni sono
comunque ancora sfruttati per il pascolo di ovini.
Da qui il sentiero compie
una leggera discesa, portandosi nuovamente sul fondo del vallone, che qui
si inflette a destra. Attraversato il rio, si tocca una comoda e fresca
sorgente (risorgenze del Rio di Roburent), quindi con numerosi tornanti fra i detriti si guadagna una
successiva soglia glaciale, oltre la quale si distende il Lago Inferiore
di Roburent (2330 m, h 0,40 dalla Capanna di
Roburent).
Costeggiando il
lago sulla sua sponda occidentale, si risale poi un breve gradino erboso e
ci si affaccia in pochi minuti sul vicino Lago Mediano di
Roburent (2360
m), situato alla base dei vasti ghiaioni che fasciano il versante Sud-Ovest
del Monte Scaletta.
Costeggiato anche questo lago, che dal sentiero
risulta in parte celato da morbidi dossi erbosi, si attacca un più deciso
gradino morenico, costituito da erba e scarsi detriti, per affacciarsi
infine sulla vasta insellatura che dà accesso all'ampia e pittoresca
conca dove giace il Lago Superiore di
Roburent (2426 m,
h 0,30 dal Lago Inferiore). Il grande lago, dalla caratteristica forma a mezzaluna, è
adagiato in una solitaria e pacifica conca erbosa: presso il promontorio
al centro del lago, sono visibili i ruderi di numerose caratteristiche
"trune", presumibilmente di origine ex-militare.
Senza scendere al
lago, dalla sella si seguono labili tracce verso destra che, mantenendosi
in quota, tagliano il ripido pendio e portano ad intercettare la bella
mulattiera proveniente dalla sponda del lago e diretta al Colle della
Scaletta. Seguendo questa mulattiera, ben tracciata, si sale con numerosi
tornanti fra i detriti fino ad un ripiano, da dove appare il roccioso
versante ovest del Monte Scaletta: a sinistra, addossata ad uno sperone
roccioso del Monte Vanclava, sorge una casermetta militare ancora in
discrete condizioni. Proseguendo lungo il sentiero, si risale una breve
valletta e si esce sull'ampia
insellatura detritica del Colle della Scaletta (2614 m,
h 0,40 dal Lago Superiore).
A questo punto, trascurando la prosecuzione del sentiero che
scende in Val Maira a Prato Ciorliero e nel Vallone di
Unerzio
fino ad Acceglio (vedi anche
itinerario Laghi di
Roburent), si svolta a destra e si inizia a risalire
il ripido versante nord ovest del Monte Scaletta, lungo una evidente
traccia segnalata con
("Sentiero Roberto Cavallero"). Con numerose ripide svolte fra i friabili
detriti, la
traccia militare si porta alla base di un salto roccioso: traversando un
poco a destra, si raggiunge l'imbocco di una galleria
artificiale. Con
l'ausilio di una pila si entra nello stretto e buio cunicolo, dal fondo e
dalle pareti in cemento: dopo alcune decine di metri, la galleria effettua
una brusca curva a 90° verso sinistra, e consente così di uscire dalle
viscere della montagna in corrispondenza di un pendio-canale di friabili
rocce disgregate. Con un po' di attenzione, si risale il canale sulla
destra orografica (bellissima vista su Rocca la Meja), poi lo si
attraversa in alto verso destra (attenzione a non scaricare detriti su chi
sale) fino ad un basso gradino
roccioso. Grazie ad un sentierino in parte
in trincea, si supera anche questo breve saltino e ci si porta sul dorso
che costituisce la cresta nord della montagna: con alcune ripide svolte,
la traccia militare raggiunge l'ultimo breve pendio detritico che conduce
alla croce di vetta del Monte Scaletta (2840 m, h 0,40 dal
colle), ricavata incrociando due pezzi di mitraglia, antichi residuati
bellici. Magnifico panorama sulle
Valli Maira, Stura e sui sottostanti magnifici Laghi di
Ròburent. Poco sotto la vetta, lungo il pendio meridionale,
si trova l'ingresso di un fortino militare scavato nelle viscere del monte
all'inizio dello scorso secolo.
Per il ritorno, oltre che lungo
l'itinerario di salita, è possibile effettuare un bell'anello utilizzando
un esposto sentierino (prosecuzione del "Sentiero Cavallero") che percorre l'aerea cresta
Sud del Monte
Scaletta, in ambiente veramente caratteristico e panoramico. Dalla
cima si discende il breve pendio meridionale fino ad una forcella, oltre
la quale si
rimonta un breve saltino roccioso fino ad un piatto spallone. Si
prosegue lungo l'evidente traccia, sempre segnalata con
, che serpeggia fra spuntoni, cenge e aeree forcelline, con bellissimi
scorci sui sottostanti laghi. Nei brevi tratti esposti alcune
catene rendono sicuro il tragitto. Oltre una forcella ghiaiosa si
discende con comodi tornanti un
ampio pendio di fini detriti, si supera una nuova forcella fra
spuntoni rocciosi (da qui un'ardita traccia scende lungo i ripidissimi
pendii detritici di sinistra fin nei pressi del Ricovero dell'Escalon,
nell'alto Vallone di Unèrzio) e si
scende ad un colletto, a monte di un arditissimo bifido torrione roccioso.
Da qui si traversa in discesa in direzione dell'evidente Passo Peroni
poi, quando il pendio sottostante lo consente (tracce di passaggio) si
scende a destra per mobili detriti (attenzione) fin sul fondo del
sottostante avvallamento. Si prosegue in discesa, lungo vaghe tracce, fino
al sommo di un ripido costone erboso che scende direttamente in
riva al Lago Mediano di Roburent, dove si ritrova la mulattiera
seguita all'andata (h 1,15 dalla
cima).
Di qui nuovamente ad
Argentera in h
1,20.