Monte Ferra 3094 m - Via normale

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 17

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI COZIE

SCHEDA N. 32

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

DALLA VECCHIA MULATTIERA DIRETTA ALLE GRANGE CHEIRON SUPERIORI LE VERSO IL VALLONE CAMOSCIERA

DAL RIPIANO PASCOLIVO PRESSO LE GRANGE REISASSA VERSO I VALLONI CAMOSCIERA E TRAVERSAGN

FOTOPERCORSO (DAL LAGO REISASSA)

IL ROMANTICO LAGO REISASSA, DALLA CARATTERISTICA FORMA “A CUORE”

BRANCO DI STAMBECCHI SULLE CRESTE ROCCIOSE DEL MONTE FERRA

LE DIRUTE GRANGE REISASSA

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Fossano (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiunge Villafalletto e si risale quindi la Val Varàita. Superati Sampeyre e Casteldelfino, si lascia a destra il solco principale che sale a Pontechianale e al Colle dell’Agnello e si prosegue a sinistra con un lungo traverso fino ad immettersi nella pittoresca Valle Varàita di Bellino. Si risale la breve valletta superando le varie borgate che costituiscono il comune di Bellino (Chiesa, Pleynè, Celle, Chiazale). Poco prima dell’ultima borgata, Sant’Anna di Bellino, si giunge al pittoresco Rifugio Melezè (1811 m, 77 km da Fossano, ampio parcheggio sterrato sulla destra).

 

ITINERARIO

Dal rifugio si attraversa l’ampio parcheggio sterrato: all’estremità opposta rispetto all’edificio parte un sentiero (palina in legno del segnavia U64 per il Colle del Bondormir) inizialmente pianeggiante che, fra alte erbe, percorre a ritroso il fondovalle. Oltre un rivolo il sentiero inizia a salire e raggiunge in breve un piccolo gruppo di antiche grange, in parte ristrutturate, in bella posizione panoramica. Proseguendo oltre, il sentierino guadagna quota nel fitto bosco uscendo su una carrareccia sterrata in località Grange Cheiron (h 0,10 dal rifugio, paline).

Si trascura a questo punto l’itinerario per il Colle del Bondormir, che continua verso destra in discesa, per proseguire per una decina di metri lungo la carrareccia verso sinistra: la si abbandona però quasi subito per imboccare un sentierino a destra (segnavia bianco-rossi) che sale nel bosco, subito invaso da fastidiosa vegetazione. Il sentierino (ciò che resta di un’antica mulattiera) guadagna quota fra cespugli ed alte erbe con numerosi tornanti (rari segni rossi), sfiora vecchi muretti a secco e, oltre un piccolo rivolo, si innesta in un pianeggiante sentiero (palina in legno).

Verso destra si andrebbe a raggiungere la carrareccia diretta alle Grange Combe (vedi itinerario Al Colle del Bondormir) all’altezza del secondo tornante sopra le Grange Culet: a causa del pessimo stato di conservazione del sentiero, oggi questa variante è però pressoché ignorata da chi vuol raggiungere il colle, essendo preferibile seguire interamente il percorso della carrareccia, leggermente più lungo ma assai più comodo.

Si prosegue comunque verso sinistra, dapprima in piano, poi in dolce salita nel bosco, sempre con marcia molto infastidita dalla fitta vegetazione. Con un traversone la vecchia mulattiera doppia un costone, al di là del quale sorgono le dirute Grange Cheiron Superiori (1970 m, h 0,20 dalle Grange Cheiron).

Con un ampio tornante si raggiungono le due grosse grange superiori, ancora in discreto stato: seguendo i segnavia, si rimonta la stradina fra le due grange, poi si piega a sinistra sfiorandone il tetto in lastre di pietra. Si continua lungo la vecchia mulattiera, che traversa in salita il pendio erboso, sempre assai infastidita dalla fitta vegetazione. Dopo il lungo traversone, la mulattiera guadagna quota con una serie ampi tornanti su un costone soleggiato, quindi riprende a traversare verso sinistra, nuovamente in moderata salita, raggiungendo un piccolo ripiano erboso ormai all’altezza dei numerosi paravalanghe installati recentemente a protezione del sottostante Rifugio Melezè. 

Attenzione a questo punto: un’ampia ed evidente traccia da non considerare prosegue dritta (anche i bolli rossi qui traggono in errore) tagliando in piano il ripido pendio, passa tra le due file parallele di paravalanghe e va poi ad esaurirsi presso uno sperone roccioso al termine delle installazioni.

Dal ripiano erboso bisogna invece risalire verso destra il prato (ometto di pietre in alto): all’altezza dell’ometto di ritrova una traccia più evidente che, con un paio di tornanti ed un ripido traverso verso sinistra, va a raggiungere un più marcato sentierino che taglia pressoché orizzontale il pendio pascolivo. Questo sentierino proviene dalle Grange Combe Superiori, al termine della carrareccia percorsa dalla prima parte dell’itinerario per il Colle del Bondormir. All’apparenza la traccia sembra più marcata ed agevole da seguire di quella fin qui percorsa, ma l’ampissimo giro a cui costringe (con conseguente quasi raddoppio del tempo) porta a sconsigliarne l’utilizzo per l’ascensione al Monte Ferra, già piuttosto lunga.

Verso sinistra il sentierino, con un breve tornante, guadagna quota, quindi doppia un nuovo costone erboso, entrando finalmente nell’impluvio del Vallone Reisassa: con ampio semicerchio in leggera salita ci si porta verso il centro del vallone dove, presso un masso, si incontra un nuovo bivio. Il sentiero di sinistra, che scende ripido tra i pascoli (segni rossi) risulta anch’esso molto infastidito dalla rigogliosa vegetazione: esso perde quota velocemente e, transitando per le Grange Rucias Superiori ed Inferiori, raggiunge la piccola borgata di Sant’Anna di Bellino.

Proseguendo a destra, in lieve salita, il sentiero (qui finalmente più marcato) guadagna quota con alcune ampie serpentine tra i pascoli, quindi risale una verde valletta fino ai piedi del poggio sul quale sorgono le Grange Reisassa, dove si incontra un bivio (2362 m, paline): trascurato il sentiero che, verso sinistra, si inerpica verso il Colle Reisassetto, si continua a destra, sul fondo di una valletta erbosa, giungendo in breve sul dosso presso i ruderi delle Grange Reisassa (2388 m, h 1,00 dalle Grange Cheiron Superiori).

Seguendo una labile traccia indicata da ometti di pietre, si prosegue alle spalle delle grange per i vasti pascoli moderatamente inclinati sul fondo del vallone: giunti ai piedi di una bastionata, il sentiero (qui più marcato) taglia una mulattiera erbosa, quindi effettua un lungo traversone ascendente verso destra, sfiorando una copiosa risorgenza denominata localmente “Les Fans”. Insistendo lungamente nel traverso, il sentiero si porta su un pendio inclinato, che risale poi con faticosa salita per erba e sassi fin nei pressi delle prime propaggini delle Rocce Ferra. Poco prima di raggiungere lo spartiacque, gli ometti guidano a sinistra, rimontando un pendio di gerbidi e raggiungendo una sorta di piccolo ondulato altipiano. Con percorso a saliscendi per dossi erbosi e massi si giunge alla comba terminale del vallone dove, alla base del ripido versante meridionale del Monte Ferra, giace il Lago Reisassa (2724 m, h 1,00 dalle Grange Reisassa). È un caratteristico specchio d’acqua adagiato nella comba terminale dell’omonimo vallone, fra dossi erbosi e grandi colate di pietrame. Proprio la conformazione del terreno a dossi fa si che esso assuma una forma “a cuore”, assai singolare e apprezzata dagli appassionati di fotografia. Per godere appieno di questa caratteristica (poco evidente dalle sue sponde) è però necessario guadagnare quota, lungo le tracce che salgono verso il Monte Ferra. In stagione avanzata può risultare povero d’acqua o, addirittura, quasi in secca.

Dal lago si tagliano i macereti della sua sponda orientale, lungo evidenti tracce in lieve salita, fino a raggiungere il ripido versante meridionale del Monte Ferra: qui una marcata traccia indicata da numerosi ometti risale a zig-zag il pendio, mantenendosi a destra dell’evidente affioramento roccioso nerastro visibile nella sua parte inferiore. Guadagnando quota per erba e pietrame, la traccia giunge faticosamente ai piedi del breve castello roccioso terminale: a questo punto il sentierino devia decisamente a destra, rimontando poi ripidamente una poco marcata valletta detritica fino ad un ampio colletto (3024 m) sullo spartiacque Reisassa-Fiutrusa, da dove la vista si apre sulle lontane case di Pontechianale. Volgendo a sinistra, non rimane che percorrere la facile cresta poco inclinata, costituita da massi, rocce e magra erba, che conduce in breve ai piedi del brevissimo tratto roccioso finale: traversando per una breve cengetta verso sinistra, si risalgono le ultime roccette fino alla sommità del Monte Ferra (h 1,15 dal Lago Reisassa, croce e libro di vetta). Bellissima vista sul Monviso, sulla testata del Vallone di Fiutrusa fino ai massicci del Monte Salza e del Mongioia. Vicinissima appare la Punta di Fiutrusa, di pochi metri più elevata, con la facile cresta rocciosa di collegamento che cade sul selvaggio Vallonetto. Sul versante opposto della Val Varaita di Bellino, svettano le cime del Pelvo d’Elva, di Rocca la Marchisa e del Monte Faraut.

Per il ritorno, una volta al Lago Reisassa, è possibile seguire una marcata traccia che si origina all’estremità occidentale del lago che percorre più o meno fedelmente il fondo del vallone principale per una serie di conche erbose successive, fino a re-intercettare il sentiero di salita nei pressi della risorgenza di “Les Fans”: da qui si ritorna al Rifugio Melezè per l’itinerario di salita (h 2,15 dalla vetta).

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa 

DISLIVELLO

1310 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenati (difficoltà di orientamento, specie nella prima parte del percorso)

ULTIMO SOPRALLUOGO

10 luglio 2016 

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - ottobre

COMMENTI

Lunga salita, faticosa ed impegnativa a causa della tracciatura dei sentieri che, specie nella prima parte fino alle Grange Reisassa, risulta assai precaria e molto fastidiosa per l’invadente vegetazione. Molto pittoresco il Lago Reisassa, dalla caratteristica forma a cuore, e assai interessante il colpo d’occhio dal Monte Ferra, sia sulla zona Mongioia-Monte Salza che sul gruppo del Monviso.