Al Colle del Bondormir

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 17

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI COZIE

SCHEDA N. 20

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

DAL CAPITELLO DELLE GRANGE COMBE SUPERIORI VERSO I VALLONI CAMOSCIERA E TRAVERSAGN

PELVO D’ELVA, ROCCA GIALEO E ROCCA LA MARCHISA (ALL’ESTREMA DESTRA) DAL COSTONE DELLA COSTA CAVALLO

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Fossano (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiunge Villafalletto e si risale quindi la Val Varàita. Superati Sampeyre e Casteldelfino, si lascia a destra il solco principale che sale a Pontechianale e al Colle dell’Agnello e si prosegue a sinistra con un lungo traverso fino ad immettersi nella pittoresca Valle Varàita di Bellino. Si risale la breve valletta superando le varie borgate che costituiscono il comune di Bellino (Chiesa, Pleynè, Celle, Chiazale). Poco prima dell’ultima borgata, Sant’Anna di Bellino, si giunge al pittoresco Rifugio Melezè (1811 m, 77 km da Fossano, ampio parcheggio sterrato sulla destra).

 

ITINERARIO

Dal rifugio si attraversa l’ampio parcheggio sterrato: all’estremità opposta rispetto all’edificio parte un sentiero (palina in legno del segnavia U64) inizialmente pianeggiante che, fra alte erbe, percorre a ritroso il fondovalle. Oltre un rivolo il sentiero inizia a salire e raggiunge in breve un piccolo gruppo di antiche grange, in parte ristrutturate, in bella posizione panoramica. Proseguendo oltre, il sentierino guadagna quota nel fitto bosco uscendo su una carrareccia sterrata in località Grange Cheiron (h 0,10 dal rifugio, paline). Le paline indicherebbero di proseguire a sinistra, in salita lungo la carrareccia, per il Colle del Bondormir, ed in effetti una decina di metri oltre si notano gli sbiaditi segnavia che si inerpicano direttamente nel fitto bosco: lo stato attuale del sentiero (anno 2016), invaso da erba e cespugli, ne sconsiglia però la percorrenza, essendo preferibile, anche se leggermente più lungo, il percorso integrale della carrareccia.

Si segue dunque la carrareccia verso destra, in discesa, fino ad un nuovo bivio (paline): trascurata la prosecuzione in discesa, che si immette in breve sulla provinciale di fondovalle presso il Ponte Pelvo, si continua sul ramo di sinistra, che effettua un lungo traversone a monte delle Grange Culet ed inizia poi una serie di ampi tornanti sul ripido pendio pascolivo. Superando numerose grange in bellissime posizioni panoramiche sul fronteggiante Vallone di Camosciera e sulla sua severa testata, si tocca il più corposo agglomerato delle Grange Combe Inferiori (1979 m) quindi, con ulteriori tre lunghi tornanti, le isolate baite delle Grange Combe Superiori (2085 m, h 1,00 dalle Grange Cheiron), presso le quali la carrareccia termina.

Una trentina di metri prima dell’ultima piccola grangia (caratteristica per un monumentale tavolo in pietra nei suoi pressi), in un tratto di salita verso destra, si deve abbandonare la carrareccia per seguire una traccia verso sinistra: non esistono paline, segnavia o altro, il riferimento è una piccola costruzione in pietre a secco una ventina di metri più in alto. Raggiunta la costruzione, si individua una labile traccia nell’erba che continua a sinistra in salita: gradualmente, la traccia si fa un poco più marcata, divenendo uno sconnesso tratturo che sale con alcuni ampi tornanti fra grossi massi. Lasciata a sinistra un’altra labile traccia segnalata in rosso che traversa diretta al Vallone Reisassa, si continua lungo il poco marcato tratturo con altre svolte, fino ad una breve rampa che supera un costone erboso. Si abbandona a questo punto anche il tratturo (che prosegue verso le più alte grange) per seguire un appena accennato sentierino sulla sinistra, il cui inizio è indicato da un piccolo ometto e da uno sbiadito bollo bianco-rosso (h 0,15 da dove si abbandona la carrareccia). Come già il punto in cui abbandonare la carrareccia principale, anche quello in cui abbandonare il tratturo non è per niente evidente: a grandi linee, può aiutare un evidente antico muretto di pietre accatastate per delimitare i pascoli che taglia trasversalmente il pendio superiore, e che il sentiero segue fedelmente nella prima parte della salita.

Abbandonato il tratturo, si sale con decisione verso sinistra, di fianco al muretto di pietre: dopo poche decine di metri il sentierino si fa evidente ed inequivocabile, ed anche gli sbiaditi ma visibili bolli bianco-rossi rassicurano sulla via da seguire. Con una serie di ripidi e faticosi tornanti, con fondo molto sconnesso, il sentiero si eleva sui vastissimi pendii pascolivi, con fantastiche vedute sul versante opposto della valle, dal Pelvo d’Elva al Monte Faraut, attraverso la Rocca Gialéo e Rocca la Marchisa. Più in alto si giunge nei pressi del piccolo rio che incide il vallone: il sentiero, qui nuovamente assai poco marcato, lo risale sulla sua sponda destra idrografica fino ad un piccolo ripiano ai piedi delle incombenti Rocce Ferra. Da qui si origina verso destra (nord-est) un evidente costone erboso che il sentierino, nuovamente ben marcato, inizia a risalire con gran numero di ripide serpentine.

Giunti alla base delle rocce (h 1,00 da dove si abbandona il tratturo), si effettua un traversone pianeggiante verso destra transitando poco al di sotto di grossi paravalanghe: tagliata la testata di un primo valloncello erboso (attenzione alla ripidezza dei pendii!), si doppia anche la Costa Cavallo e si raggiunge la testata della pascoliva Comba Rocca Ferra, ormai in vista dell’ampia depressione del colle. Con evidente e facile percorso con qualche saliscendi, si taglia a mezza costa tutta la testata della comba e si raggiunge in breve il Colle del Bondormir (2657 m, h 0,35 dalla base delle rocce, paline).

Fantastica veduta su Pelvo d’Elva, Rocca Gialéo e Rocca la Marchisa, che troneggiano proprio di fronte in tutta la loro imponenza. Sul versante Nord la vista è limitata alla Cima di Pienaséa e ad un tratto del profondo Vallone di Fiutrusa.

Il Colle del Bondormir è un’ampia insellatura sullo spartiacque interno Bellino-Chianale, compreso fra i contrafforti rocciosi del Monte Ferra (3094 m, a ovest) e quelli pascolivi del Monte Pietralunga (2736 m, a est). Il toponimo probabilmente fa riferimento alle marmotte che popolano numerose i tondeggianti pendii che caratterizzano il versante meridionale del valico. Oltre che per l’itinerario descritto, il colle è raggiungibile anche dalla borgata Celle di Bellino (1686 m) per un sentiero (segnavia U23) che segue dapprima il Rio di Comba Rocca Ferra, per poi inerpicarsi sul ripido e monotono costone erboso tra questa e il Cumbal Alpas fino ai macereti sottostanti il valico, che viene raggiunto con un ultimo traversone su instabili detriti terrosi. Questo itinerario, seppur all’apparenza più logico e diretto, risulta assai più faticoso e meno interessante del precedente, che rimane quello consigliato.

Un comodo sentiero (segnavia U16) scende verso nord nel Vallone del Bondormir e raggiunge Pontechianale. Seguendo invece l’ondulato spartiacque pascolivo verso destra (est) si può raggiungere con facilità la vetta del Monte Pietralunga. Per i particolari su questi ultimi due percorsi, vedere l’itinerario Anello del Monte Pietralunga.

Ritorno per la stessa via in h 2,00.

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 circa 

DISLIVELLO

900 m circa 

DIFFICOLTA’

EE (qualche difficoltà di orientamento nella parte mediana del percorso)

ULTIMO SOPRALLUOGO

25 giugno 2016 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Salita molto panoramica ma abbastanza impegnativa, specie per qualche problema di orientamento nella parte intermedia (dopo la fine della sterrata e fino ai tornanti sul costone erboso). Piuttosto faticosa. Interessanti, nella prima parte della salita, le numerose antiche grange (ancora in gran parte utilizzate per l’alpeggio) dai caratteristici tetti in lose.