Monte Cassorso 2776 m - Via normale

Home Appennino Ligure Alpi Liguri Alpi Marittime Alpi Cozie Valle d'Aosta Dolomiti Altre zone Su e giù per la Riviera Ligure Mailing List

 

CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 11

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI COZIE

SCHEDA N. 30

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

L’ANTICO PILONE SACRO PRESSO IL MARGINE INFERIORE DEL RIPIANO DI PRATO CIORLIERO

DAL SENTIERO CHE SALE VERSO IL PASSO DELLA GARDETTA, PANORAMA VERSO LA ZONA DI ENCHIAUSA E DELL’AUTO VALLONASSO

IL MASSICCIO MONTE ORONAYE DAL SENTIERO CHE SALE AL PASSO DELLA GARDETTA

FIORITURA MULTICOLORE

FOTOPERCORSO DAL PASSO DELLA GARDETTA

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Cuneo Ovest (uscita della A33 Cuneo-Asti) si raggiunge Dronero e si risale quindi la lunga Valle Maira. Giunti alle prime case di Acceglio ( 1220 m , 55 km da Cuneo), una diramazione asfaltata sulla sinistra si inoltra nel pittoresco Vallone di Unerzio e lo risale, lasciando via via in basso al centro del vallone vari agglomerati di case (Gheit 1372 m , Chialvetta 1494 m). Presso un nuovo bivio a sinistra, si scende in breve al piccolo parcheggio che precede la borgata Pratorotondo (1639 m, 5 km da Acceglio, fontana).

Nella borgata sono siti il piccolo Rifugio Unerzio e alcune colonie estive.

 

ITINERARIO

Dal parcheggio si segue l’ampia mulattiera che si inoltra fra le case della borgata (indicazioni per Viviere): oltre la piccola chiesetta dedicata alla Madonna della Neve si lascia a sinistra una diramazione (ind. “Fornace”) e si prosegue a destra, lungo l’antica mulattiera che si mantiene grosso modo al centro del vallone. Attraversati i vecchi campi che un tempo costituivano la principale fonte di sostentamento della borgata (ammirevole l’opera di spietramento effettuata dai montanari, evidente grazie ai numerosi cumuli di sassi presenti ai bordi degli appezzamenti), la mulattiera sale dolcemente nel bosco rado. Con una breve salita, si sbuca su una diramazione sterrata che raggiunge, a sinistra, la minuscola borgata Viviere (1713 m, h 0,15 da Pratorotondo). Qui sorge anche il bel Rifugio di Viviere, molto pittoresco.

Senza raggiungere le case, si prosegue dritti lungo la mulattiera (tabelle) che oltre un prato risale un tratto boscoso con alcuni tornanti più ripidi. Sfiorata la carrareccia sterrata ex-militare diretta a Prato Ciorliero, si continua nel lariceto, risalendo una valletta ed uscendo nuovamente sulla carrareccia sterrata in corrispondenza del bivio per i Colli Feuillas e d’Enchiausa e le Sorgenti della Màira (numerose paline). Trascurata questa deviazione, si continua ora sull’ampia e comoda carrareccia, che risale con moderata salita la testa del vallone, fra radi larici. Costeggiato per un tratto il pittoresco rio, lo si attraversa poi su un ponte in cemento: subito prima del ponte si trascura a destra il bivio per i Passi Scaletta e Oseròt (vedi anche itinerario Ai Laghi di Roburent). Oltre il ponte si prosegue lungo la carrareccia, ora sulla destra idrografica del vallone, tra larici sempre più radi: quando la strada effettua un grande traversone verso destra, alla base di una bassa bastionata erbosa, la si abbandona per imboccare un ripido sentiero che risale detta bastionata (paline per il Passo della Gardetta). Lasciato in alto a destra un antico piloncino sacro, il sentiero effettua una ripida diagonale e raggiunge il sommo della bastionata, affacciandosi dall’alto sullo stupendo ripiano pascolivo di Prato Ciorliero (1955 m, h 0,30 da Viviere). Il vasto pianoro, sede di una malga e di ruderi di numerose casermette ex-militari, è dominato da una cerchia di severe vette rocciose.

Con un nuovo tratto nel bosco di larici il sentiero, che diventa ampia e comoda mulattiera, traversa le pendici della rocciosa Rocca Limburny, quindi si riprende a salire per un valloncello erboso con grossi massi biancastri. Con vedute che, alle nostra spalle, via via si ampliano sulla zona dell’Auto Vallonasso e sulla testata del Vallone Roccetta, si raggiunge una spalla erbosa, da dove si apre la vista anche sulla zona dell’Oseròt. Con pendenze più moderate, la mulattiera si inoltra nel valloncello pascolivo che fa capo all’evidente Passo della Gardetta, mantenendosi inizialmente sulla sua destra idrografica. Raggiunto un costone prativo, la mulattiera si abbassa leggermente e si porta al centro del vallone, dominato da alcuni bunker ex-militari appartenenti alle opere del Vallo Alpino. Superato il rio si riprende a salire, ora più ripidamente, per dossi erbosi e vallette fino a sfiorare due dei bunker anzidetti. Con una serie di tornanti si guadagna quota su un costone erboso, quindi con un ultimo traversone si raggiunge l’insellatura prativa del Passo della Gardetta (2437 m, h 1,10 da Prato Ciarliero, paline). Splendido panorama sull’omonimo vasto altopiano erboso, che si estende fino ai lontani pascoli della Bandìa e della Margherina, e sull’ardita cuspide di Rocca la Meja, che troneggia imponente. Un centinaio di metri sotto il valico sorge il bel Rifugio della Gardetta, comodamente raggiungibile per l’ampia carrareccia ex-militare, che offre servizio di alberghetto nei mesi estivi. Alle nostre spalle domina la scena il massiccio Monte Oronaye, fiancheggiato dall’Auto Vallonasso e dal Monte Vanclava. In alto a sinistra appare anche la cuspide sommitale del Monte Cassorso, al termine della lunga e sinuosa cresta Sud-Ovest.

Dal passo si svolta a sinistra per seguire, lungo la linea del valico, un’evidente traccia che sale ripida verso un’altura secondaria di erba e terriccio. Giunti alla base dell’altura, il sentierino rimonta sulla destra un ripido pendio erboso, quindi traversa l’altura sul suo lato orientale (grossa dolina) fino a portarsi ad un’ampia sella erbosa ormai a ridosso della dorsale principale (grosso ometto di sassi a sinistra). Con una serie di erti tornanti il sentiero (da qui segnalato con strisce rosse) risale il ripido costone erboso (splendide fioriture ad inizio estate) fino a portarsi nei pressi del filo di cresta: mantenendosi poi sempre leggermente sul lato meridionale (lato Gardetta) si prosegue a destra lungo la dorsale, fra erba e sassi. Giunti ai piedi di un cocuzzolo roccioso, lo si aggira a destra con percorso sempre facile ma con la dovuta attenzione per via dei detriti friabili, tagliando una serie di speroni e canaletti. Aggirato uno spigolo, si traversa a sinistra per una cengetta detritica, fino al sommo di un saltino di circa 5 metri, attrezzato con una catena. Si scende per rocce gradinate aiutandosi con la catena (EE) fino alla sottostante selletta, da dove ci si affaccia dall’alto sull’ampio vallonetto denominato Cumbàl Cassorso, selvaggio e quasi mai frequentato. Sempre seguendo gli ottimi segnavia, si aggira uno speroncino giallastro per poi proseguire fra massi e pietrame di colore più scuro (un bel torrioncino si lascia a sinistra). Superato il tratto roccioso, si rimonta un ripido e faticoso (ma tutto sommato breve) pendio detritico che conduce sul cupolone di un’anticima. Attraversato un colletto costituito da caratteristici detriti di colore giallastro (verso Sud-Est scivola verso la testata del Vallone del Prèit il più lungo canalone detritico della Alpi Cozie Meridionali), non rimane che risalire con alcune ripide svolte l’ultimo pendio di sfasciumi che termina sull’ampia vetta Sud-Ovest del Monte Cassorso (2776 m, h 1,10 dal Passo della Gardetta, croce e libro di vetta). Splendido panorama a giro d’orizzonte: dalla lunga dorsale che separa i valloni del Prèit e di Unerzio allo svettante Monviso, dall’Altipiano della Gardetta dominato da Rocca la Meja alle lontane cime del Monte Matto e dell’Argentèra, dai Monti Giordano e Servagno alle Marittime di Valle Stura, fino al complesso Oseròt-Rocca Brancia, che domina il Passo della Gardetta. Alla testata del Vallone di Unerzio si può notare il Monte Scaletta, il Monte Vanclava, quindi il massiccio castello roccioso del Monte Oronaye fiancheggiato dall’Auto Vallonasso. In secondo piano svetta il massiccio Monte Sautròn, con la lunga dorsale che lo unisce all’imponente complesso Brec – Aiguille de Chambeyròn.

Dalla cima risulta evidente come la sommità Sud-Ovest, su cui ci si trova, non è il punto più elevato della montagna: la vicinissima Cima Nord-Est, svettante severa al di là di un profondo canalone, appare senza dubbio leggermente più alta. La traversata tra le due vette esula dalle normali capacità escursionistiche, in quanto si svolge su infido terreno esposto e friabilissimo, in assenza di segnalazioni.

Il ritorno si compie per la stessa via in h 2,15. Volendo accorciare leggermente la discesa, è possibile seguire, una volta ridiscesi fino alla sella erbosa tra la cresta principale e l’altura secondaria prima del Passo della Gardetta, la valletta di destra, erbosa e non troppo ripida, che consente di riguadagnare la mulattiera di salita a valle dei bunker, nel tratto di falsopiano al centro del vallone (h 2,00 in questo caso, orientamento evidente).

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 circa 

DISLIVELLO

1100 m circa 

DIFFICOLTA’

EE (E fino al Passo della Gardetta)

ULTIMO SOPRALLUOGO

5 luglio 2015 

PERIODO CONSIGLIATO

fine giugno - ottobre

COMMENTI

Facile salita ad un punto panoramico di prim’ordine su tutto l’arco della Alpi Cozie Meridionali. Il percorso è sempre facile e segnalato, un po’ di attenzione va solo posta a causa del terreno piuttosto friabile. La traversata alla cima Nord-Est (di qualche metro più elevata, vera sommità della montagna) è da consigliare solo agli alpinisti esperti, in quanto seppur breve si svolge su terreno friabilissimo e molto esposto! Consigliata.