Anello Elva - Colle Bicocca

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 17

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI COZIE

SCHEDA N. 27

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL PELVO D’ELVA E LA BORGATA MATTALIA (ELVA) DAL COLLE DELLA CAVALLINA

IL MONTE CHERSOGNO E LA TESTATA DEL VALLONE DI GIAS VECCHIO DAL SENTIERO CHE SALE AL COLLE BICOCCA

IL GRUPPO DEL PELVO D’ELVA DAL SENTIERO CHE SALE AL COLLE BICOCCA

IL PELVO D’ELVA DAI RUDERI EX-MILITARI DEL COLLE BICOCCA

ANTICO AFFRESCO SU UNA VECCHIA CASA DELLA BORGATA GRANGE GARNERI

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Cuneo Ovest (uscita della A33 Cuneo-Asti) si raggiunge Dronero e si risale quindi la lunga Valle Maira. Giunti a Stroppo, si svolta a destra e si sale alla borgata Paschero, sede del municipio. Proseguendo lungo la rotabile, si superano diverse altre borgate, di poco discoste dalla strada (Cucchiales, Morinesio, San Martino), quindi si sale con ampi tornanti, prima nel lariceto e poi nei pascoli, fino al Colle della Cavallina (1940 m), nei pressi del quale sorge il Rifugio La Sousto dal Col. Lasciata a destra la diramazione per il Colle di Sampeyre, si scende alla testata del pascolivo Vallone di Elva fino alla borgata Serre di Elva (1639 m, parcheggio nella piccola piazzetta nei pressi della parrocchiale di Santa Maria Assunta, 72 km da Cuneo Ovest).

 

ITINERARIO

Dalla piazzetta si segue la stradina che fiancheggia la Locanda Occitana San Pancrazio (posto tappa GTA) e che prosegue in salita fra le case (palina). Con un tornante si sale ad incrociare una stradina asfaltata: oltre la strada, si prosegue lungo un sentiero sul pendio erboso, uscendo sulla carrozzabile asfaltata proveniente da Stroppo. Seguendola verso destra, in salita, per poche decine di metri si giunge ad una curva, presso un antico pilone sacro (h 0,10 dalla partenza). Qui si stacca a sinistra un ampio sentiero che riprende a salire fra i pascoli (segnavia GTA).

Con panorama che via via si amplia sulla costiera Monte Chersogno – Pelvo d’Elva e, verso lo sbocco del Vallone di Elva, sulla rocciosa Rocca la Meja, il sentiero sfiora un boschetto di larici, quindi va ad intercettare una carrareccia sterrata presso una presa dell’acquedotto (1796 m, h 0,10 dal pilone sacro, palina).

Si segue la carrareccia verso sinistra, in dolce salita, lasciando sempre a sinistra la diramazione che scende alla vicina borgata Martini. Entrati in un bel lariceto, si continua lungo la carrareccia con pendenze moderate, trascurando le varie tracce che si dipartono a destra e sinistra. Usciti dal bosco, si tagliano in salita splendidi pascoli, da cui si ammira un imponente panorama sulla testata del vallone e sulle varie borgate del Comune di Elva. Giunti in una valletta erbosa, si abbandona la carrareccia che svolta a destra, ormai inerbita (cartello di proprietà privata – divieto di accesso), per proseguire dritti lungo un sentiero che si snoda fra i prati (segnavia un po’ sbiaditi ma visibili). Tagliati alcuni rii, il sentiero rimonta e supera un costone erboso e, attraversato un ripiano pascolivo (su un masso con segnavia sono visibili alcune iscrizioni datate ai primi del ‘900), si immette in un’ampia carrareccia sterrata di servizio alle malghe, anch’essa proveniente dalla borgata Martini. Si prosegue lungo la comoda carrareccia verso destra, in salita non ripida, fino ad un ampio tornante verso destra, ormai in vista della rotabile ex-militare del Colle Bicocca, che taglia il pendio erboso circa cento metri più in alto (h 0,50 dalla presa dell’acquedotto).

Abbandonata la carrareccia (segnavia poco oltre, lungo il sentiero), si prosegue su un sentiero in salita diagonale, a tratti invaso dalla vegetazione ma sempre ben individuabile, che taglia numerosi modesti valloncelli, supera i ruderi di una grangia e, con un ultimo tratto un po’ più ripido, raggiunge la rotabile ex-militare a quota 2270 m (h 0,30 da dove si lascia la carrareccia, paline).

Questa rotabile si origina dalla lontanissima Colletta di Rossana (617 m), l’ultima importante depressione prima che la lunga costiera divisoria fra Maira e Varaita si esaurisca nella pianura piemontese, e con percorso di una cinquantina di chilometri circa, sempre nei pressi dello spartiacque, giunge proprio fino al Colle Bicocca. Questa strada fu costruita negli anni 1937/1939 per esigenze belliche, e ricalca il percorso di antiche mulattiere e di parte di una “strada dei cannoni” realizzata nella prima metà del Settecento dall’ingegnere militare Ignazio Bertola, capo del corpo ingegneri di Carlo Emanuele III° di Savoia, che collegava l’alta Valle Stura con le Valli Maira e Varaita.

Non rimane a questo punto che seguire verso sinistra la rotabile sterrata pressoché pianeggiante, con vedute sempre più imponenti sul Pelvo d’Elva, il piramidale Monte Chersogno e su tutto lo svolgimento del Vallone di Elva fino al versante opposto della Val Maira ed alle Alpi Marittime. Lasciato poco più in alto a destra il Colle Terziere (2273 m, palina sul colle, h 0,20 da dove si intercetta la rotabile), un ultimo breve tratto in lievissima salita conduce all’insellatura erbosa del Colle Bicocca (2286 m, h 0,15 dal Colle Terziere, paline). Si tratta di un’ampia depressione erbosa sullo spartiacque Maira-Varaita, compreso tra il modesto Monte Morfreid (2484 m, a Est) e l’imponente Pelvo d’Elva (3060 m, a Ovest). Il valico è assai frequentato in quanto base di partenza per la via normale al Pelvo d’Elva, grazie anche alla comoda rotabile sterrata proveniente dal Colle di Sampeyre, che consente di raggiungere il colle con mezzi motorizzati.  Sul colle e poco sotto di esso, sul versante di Elva, sorgono i resti diruti di antichi ricoveri militari ed un cippo di orientamento con l’indicazione delle principali cime della zona. Bellissime vedute frontali sul massiccio del Monviso, sulle sue cime satelliti e sui numerosi valloni che si stendono ai suoi piedi. Dal piccolo rilievo a Ovest del colle, su cui sorgono ruderi ex-militari, si gode anche di buona veduta sulla Valle Varaita di Bellino e sulle varie cime della sua testata.

Dal colle, trascurato il sentiero GTA che scende verso Chiesa di Bellino (vedi anche itinerario Anello del Colle Bicocca), si prosegue il leggera discesa lunga la carrareccia in direzione del Pelvo d’Elva (paline) fino ad una nuova depressione erbosa, probabilmente il vero Colle Bicocca “geografico” (2270 m). Qui si abbandona il sentiero U24, che prosegue lungo il crinale in direzione del Pelvo d’Elva o del Lago Camosciere, per imboccare la carrareccia inerbita che scende a sinistra nei pascoli. Con due lunghi tornanti in discesa la carrareccia perde quota sull’assolato pendio erboso fino a raggiungere una nuova costruzione adibita a malga (2195 m, h 0,15 dal colle).

Di qui si prosegue lungo una sconnessa traccia che scende ripida fra i pascoli (nuovi segnavia bianco-rossi), sparendo poco dopo fra alte erbe. A questo punto, conviene scendere per prati fino ad un vicino sottostante abbeveratoio in metallo. Di qui si scende direttamente per il ripidissimo pendio erboso mirando al sottostante ripiano, dove su una roccia di nota un segnavia bianco-rosso: raggiunto il segnavia, si ritrova il sentiero, o meglio la vecchia mulattiera, che si tiene più a sinistra effettuando un più ampio giro. Si continua comunque in discesa, seguendo le tracce della vecchia mulattiera indicata dai segnavia: più si perde quota, più la marcia risulta infastidita dalla rigogliosa vegetazione, che ha invaso le sede della traccia e rende a tratti difficoltoso il cammino. Ormai fra radi larici, si superano alcuni ampi tornanti, quindi si percorre un tratto a minor pendenza compreso fra due lunghi muretti a secco, dopo di che si riprende a scendere fra prati e rocce: un ultimo tratto con pendenze notevolmente accentuate (strette serpentine) conduce infine su una carrareccia sterrata (paline), nei pressi della breve diramazione che raggiunge le vicine Grange Laurenti (1805 m, h 0,40 dalla malga sotto il colle), costituite da diverse case in gran parte riattate che circondano una piccola cappella.

Trascurata la carrareccia in salita verso sinistra (che, oltre le vicine dirute Grange Viani, prosegue a mezza costa raggiungendo con lungo percorso Serre di Elva), si prosegue a destra, pressoché in piano: superato un rio, si giunge velocemente alle Grange Garneri (1817 m, h 0,10 da dove si incrocia la carrareccia, fontana), pittoresca borgata in gran parte in rovina (ma con qualche casa ristrutturata ed abitata) situata in bella posizione panoramica ai piedi del Pelvo d’Elva.

Dai pressi della fontana (paline) un ripido sentiero scende fra le case diroccate e prosegue poi lungo un costone alberato. Con un ampio tornante verso sinistra, la vecchia mulattiera raggiunge il fondo di una valletta: senza superare il rio che la percorre (Rio Fonte Mattè), prosegue di fianco ad esso, poi ritorna a destra sul costone, incontrando un antichissimo pilone sacro. Continuando a scendere, si scavalca il costone e si entra in un nuovo piccolo avvallamento, costeggiandone il rio (Rio del Lupo) sulla sinistra idrografica. Poco oltre si giunge alla confluenza dei due vallonetti, superando il Rio Fonte Mattè sul Ponte la Puà (“Ponte della paura”). Subito oltre il ponte si incontra un nuovo antico pilone sacro, in cui purtroppo sono svanite le tracce degli affreschi originali. Superato ancora facilmente a guado il Rio Ciampines, si incontrano le prime case della piccola borgata Castes (1622 m, h 0,30 dalle Grange Garneri). Presso un primo grande caseggiato sorge un bel pilone affrescato, mentre una casa poco più a valle ha “inglobato” una bella edicola sacra. Le case, in gran parte dirute, testimoniano di come la borgata risulti ad oggi completamente abbandonata. Curiosamente, in passato questa borgata era denominata anche “Ruà di Bernard”, in quanto si dice che ogni famiglia ivi residente avesse almeno 2 o 3 “Bernardo” fra i suoi componenti: evidente un nome che piaceva molto!

Da Castes si origina una carrareccia sterrata che scende dolcemente nel bosco e, mantenendosi sulla sinistra idrografica del vallone con bella veduta sulle poche case di Chiosso Inferiore, va ad intercettare la “Strada della Madonnina”, rotabile asfaltata che collega Serre di Elva a Chiosso, poco prima che questa scenda a valicare il rio presso il Mulino dell’Alberg (h 0,10 da Castes).

Seguendo la rotabile asfaltata verso sinistra, pressoché pianeggiante, si tagliano alcuni dirupati vallonetti rocciosi (lapide a ricordo della realizzazione della strada sotto una roccia), quindi si inizia a salire dolcemente nel fitto bosco fino alle poche case della borgata Rossenchie (1540 m, h 0,10 da dove si intercetta la rotabile, bell’affresco sulla facciata di una vecchia casa).

Proseguendo in salita lungo la rotabile, si incontra dopo pochi minuti la borgata Dao (1553 m), sulle cui case si possono ancora ammirare alcuni affreschi risalenti alla prima metà dell’800, quindi si giunge alla borgata Clari (1575 m, h 0,20 da Rossenchie), sede dell’agriturismo L’Artesin. Proseguendo in dolce salita, si giunge a Rinaud (1575 m, h 0,05 da Clari), sede dell’antica chiesa di San Bernardo che un tempo fungeva da parrocchiale di Elva. Proseguendo ancora in dolce salita si giunge sul costone dove sorge la borgata Villar (1605 m, h 0,05 da Rinaud), antica sede amministrativa del comune, con diverse case in via di ristrutturazione.

Ancora un breve tratto in discesa e la strada va a innestarsi (paline) nella rotabile proveniente dal Vallone di Elva, attualmente (2016) interrotta per frana più a valle. Seguendo la rotabile verso sinistra, in decisa salita, si effettua ancora un ampia curva nel fitto bosco e si giunge, presso un tornante, alla breve diramazione verso destra che riporta alla piazzetta di Serre di Elva (1639 m, h 0,20 da Villar).

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 circa 

DISLIVELLO

800 m circa 

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

17 luglio 2016 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - metà ottobre

COMMENTI

Bel giro ad anello molto panoramico, che segue nella prima parte il percorso della GTA e per il ritorno sfrutta nuove carrarecce e vecchie mulattiere che uniscono le moltissime borgate del comune di Elva. Nonostante un’ultima parte su rotabile asfaltata, il percorso si mantiene interessante e piacevole per via delle numerose antiche borgate attraversate.