Anello del Monte Pietralunga

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 17

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI COZIE

SCHEDA N. 21

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

DALLA PARTE INFERIORE DEL CUMBAL DELLA VILLA VERSO LE FRAZIONI SUPERIORI DI PONTECHIANALE

LA BASTIONATA DEL MONTE PIETRALUNGA DOMINA IL SENTIERO CHE SALE AL COLLE DELLA BATTAGLIOLA

RODODENDRI PRESSO IL COLLE DELLA BATTAGLIOLA

IL GRUPPO DEL MONVISO ED IL LAGO DI PONTECHIANALE, CON LA FRAZIONE CASTELLO, DAI PRESSI DEL COLLE DELLA BATTAGLIOLA

LA CRESTA ERBOSA DEL MONTE PIETRALUNGA VISTA DAL COLLE DEL BONDORMIR

LE GRANGE SERRE, NEL VALLONE DI FIUTRUSA, CON IL MONTE SALZA SULLO SFONDO

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Fossano (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiunge Villafalletto e si risale quindi la Val Varàita. Superati Sampeyre e Casteldelfino, si lascia a sinistra la diramazione per Bellino e si prosegue nel solco principale con numerosi tornanti fin nei pressi della diga che sbarra a valle il Lago di Pontechianale, presso la borgata Castello

Si prosegue lungo la sponda del lago poi, al suo termine, si prende una stradetta a sinistra in discesa che conduce in breve al vasto piazzale-parcheggio di Maddalena di Pontechianale (1615 m, 75 km da Fossano).

 

ITINERARIO

Dal grosso parcheggio si scende in breve a superare il torrente Varaita di Chianale su un ponte in cemento nei pressi del campeggio. Si prosegue a sinistra (paline) lungo il viottolo del Lungolago: giunti presso il ponticello sul rio del Cumbal della Villa, si abbandona il viottolo per seguire a destra una labile traccia (palina in legno) che segue il corso d’acqua sulla sinistra idrografica. Si sale al margine di un vasto prato moderatamente inclinato (skilift) quindi, giunti nei pressi della profonda forra rocciosa che costituisce il tratto mediano del Cumbal, si supera a sinistra il rio e, dopo un breve traversone verso sinistra, si inizia a salire nel fitto lariceto con lunga serie di ripide serpentine. Il tracciato, che si mantiene nei pressi del filo del costone divisorio fra il Cumbal della Villa e il Cumbal Rouscel, guadagna velocemente quota, quindi traversa con decisione verso destra, nel bosco ormai rado: in alto domina la gradinata bastionata rocciosa del Monte Pietralunga, mentre alle spalle troneggia in Monviso. Un’altra breve serie di tornanti nell’ontaneto ed un nuovo lungo traverso verso sinistra portano a doppiare la Costa Romagna a quota 2252 m, da dove si gode di fantastica visione d’insieme sul gruppo del Monviso.

Tagliato con un saliscendi la testata di un modesto ripido vallonetto (Cumbal dei Sacchi), il sentiero risale brevemente fra radi larici e ontani all’intaglio del Colle della Battagliola (2284 m, h 2,00 da Pontechianale, paline). Il Colle (o Colletto) è un’appena accennata selletta erbosa che si apre sulla lunga dorsale che dal lontano Monte Salza si dirama verso oriente, separando i due bacini delle valli Varaita di Bellino e di Chianale ed andando ad esaurirsi sopra le case di Casteldelfino. Nello specifico, separa la vicina arrotondata  sommità della Punta del Cavallo con il roccioso Monte Pietralunga, che domina verso Ovest. Bellissima veduta, verso sud, sull’imponente Pelvo d’Elva. Il toponimo ricorda il sanguinoso fatto d’armi qui avvenuto il 19 luglio 1744 nel corso della campagna militare condotta dai gallo-ispani contro il Piemonte. L’episodio, inquadrato nella lunga guerra di successione austriaca, si rivelò un’inutile carneficina, con migliaia di morti dall’una e dall’altra parte: in seguito al contemporaneo sfondamento delle linee piemontesi in Valle Stura, era infatti già stato diramato – dal Quartier Generale dei franco-spagnoli – l’ordine di sospendere l’operazione collaterale della Battagliola, ma tale ordine non giunse in tempo in Valle Varaita.

Dal valico si trascura a sinistra la carrareccia che scende a Chiesa di Bellino lungo il Vallone Mas del Bernard per proseguire, a destra, lungo una carrareccia inerbita che taglia in moderata pendenza i pascoli sul versante di Bellino. Dopo il lungo traversone alle falde meridionali della Punta della Battagliola, la carrareccia effettua un deciso tornante sul pendio pascolivo e va a raggiungere il colletto erboso sullo spartiacque al piede occidentale della cima. Da questo colletto, seguendo verso destra un evidente sentierino, si può raggiungere velocemente la sommità della Punta della Battagliola (2402 m, h 0,05 dal colletto, h 0,30 dal Colle della Battagliola), sulla quale sorgono alcuni vecchi trinceramenti e da cui si gode di spettacolare panorama sui massicci del Monviso e del Pelvo d’Elva.

Dal colletto si prosegue verso sinistra per poche decine di metri lungo la carrareccia, quindi la si abbandona (il tracciato prosegue a sinistra sfiorando un bunker e, tagliando il pendio erboso, va a raggiungere i ruderi di una vecchia casermetta) per continuare senza percorso obbligato lungo il filo del costone discendente dall’evidente bastionata rocciosa del soprastante Monte Pietralunga. Con faticosa risalita lungo il filo del costone (tracce discontinue, ma l’orientamento risulta in ogni caso evidente) si rimonta il pendio fino a giungere al piccolo macereto alla base della parete rocciosa terminale. Qui alcuni ometti e sbiaditi segnavia verdi indicano il percorso attraverso il “Passo del Ciat” (h 0,45 dalla Punta della Battagliola).

Il “Passo del Ciat” (“Passo del Gatto”) è un percorso che permette il superamento della verticale bastionata rocciosa del Pietralunga che incombe sul Colle della Battagliola, individuato e seguito per la prima volta dalle truppe gallo-ispane durante le sanguinose operazioni militari del 1744 per la Guerra di Successione Austriaca. Nella notte fra il 18 e il 19 luglio 1744 i gallo-ispani discesero la bastionata del Pietralunga lungo questo passaggio e, grazie anche alla fitta nebbia, colsero di sorpresa le truppe piemontesi, asserragliate nelle trincee sulla Punta del Cavallo: la veemente resistenza dei sabaudi non bastò ad evitare la conquista dell’importante postazione, a prezzo però di numerosissime vittime da una parte e dall’altra. Quando ormai i franco-spagnoli si preparavano a calare su Casteldelfino, arrivò l’ordine dal quartier generale di sospendere ogni operazione, visto il contemporaneo sfondamento del fronte in Valle Stura, che consentì in breve l’assedio (poi respinto) della città di Cuneo.

Si segue una traccia che sale in diagonale a destra, lungo una cengia gradinata (qualche passo di grado) fino ad entrare in un ampio canalino roccioso e detritico, compreso fra due quinte di roccia. Seguendo un’ottima corda fissa, si risale una rampa rocciosa a destra, quindi si traversa in piano verso sinistra per risalire il più a sinistra di due canalini paralleli (altre corde fisse). Un ultimo gradino si vince lungo una spaccatura a destra (corda fissa), uscendo su una spalla erbosa alla base della paretina terminale. Seguendo un’ottima traccia verso sinistra, si aggira il salto roccioso e si esce sulla cresta sommitale. Aggirato un lastrone scendendo leggermente a sinistra, si ritorna sul filo di cresta e con breve traverso si raggiunge la piccola croce sulla cima del Monte  Pietralunga (2736 m, h 0,20 dalla base della parete). Bellissima veduta su tutto il gruppo del Monviso, sugli svolgimenti delle valli Varaita di Bellino e di Chianale e sulla loro confluenza, sul sottostante Lago di Pontechianale e sull’impervia catena che dal Pelvo d’Elva giunge al Monte Faraut.

La discesa, oltre che dal versante di salita, può essere effettuata attraverso il Colle del Bondormir ed il Vallone di Fiutrusa: in questo caso, dalla vetta si segue un’evidente traccia che si mantiene dapprima sull’erboso filo di cresta (attenzione ai dirupi sul versante Pontechianale), quindi taglia a mezza costa sul lato Bellino e si porta, oltre alcune insellature, con un’ultima breve discesa, all’ampio Colle del Bondormir (2657 m, h 0,30 dalla cima, paline). Qui si incontra l’itinerario Al Colle del Bondormir.

Dal colle si scende verso nord nel grande macereto alla testata del Vallone del Bondormir (possibili residui nevosi fino a stagione inoltrata): il sentiero perde quota con ben marcate svolte appoggiandosi sulla destra dell’ampia comba, dominata dalla parte opposta dal severo versante roccioso del Monte Ferra. Giunti sul fondo della comba, si attraversa il piccolo rio e si prosegue a scendere più dolcemente, fra magri pascoli, in diagonale verso sinistra. Superata una zona di grossi massi (frecce rosse), si percorre un breve costone, quindi si scende alla sua sinistra con alcune svolte fra gli ontani. Superato un breve tratto scoperto, si ritorna nell’ontaneto e, con una serie di ripidissimi tornanti nel fitto della vegetazione, si discende la bastionata inferiore del vallone e si raggiungono gli ondulati pascoli sul fondo del Vallone di Fiutrusa.

Raggiunto il sentiero di fondovalle nei pressi delle dirute Grange Serre (2094 m, palina, h 1,00 dal Colle del Bondormir), si supera subito dopo a guado il Rio di Fiutrusa (qualche difficoltà in caso di acqua abbondante), quindi si prosegue sulla sinistra idrografica dell’incassato vallone rimanendo a poca distanza dal tumultuoso rio. Più a valle si supera il rio del Cumbal di Riulet, fra massi e ghiaie, quindi si scavalca ancora una volta il Rio di Fiutrusa (anche questo guado può risultare difficoltoso, specie in principio di stagione). Sull’altra sponda si entra nel bellissimo e selvaggio lariceto che riveste la parte bassa del vallone: dopo un tratto in saliscendi, tagliando alcuni ripidi vallonetti, si lascia a sinistra la diramazione per il Colle del Rastel (paline su un albero), quindi si inizia a scendere con una serie di ripidissimi tornanti che riportano sulle sponde del torrente, a valle di una bella cascata dominata, in alto, dalle dirute Grange dei Russi. Superato per l’ultima volta il rio (uno sbarramento di cemento aiuta a non bagnarsi troppo), si prosegue nuovamente sulla sinistra idrografica del vallone lungo una rude carrareccia che, dapprima con scarsi saliscendi, quindi con una ripida serie di tornanti, discende tutto il basso Vallone di Fiutrusa fino al suo sbocco nella Valle Varaita di Chianale. Ad un bivio, si trascura il sentiero di sinistra diretto a Chianale e si prosegue in ripida discesa lungo la carrareccia, che scende a valicare il Varaita di Chianale presso un ponte in cemento, ormai nei pressi delle prime case della borgata Genzana. Con una breve ripida risalita per stradetta asfaltata si raggiunge la Provinciale di fondovalle: seguendola verso destra, in moderata discesa, si incontra in breve il bivio per la borgata Forest. Scendendo lungo la stradina che si inoltra a destra fra le case, si raggiunge la frazione Maddalena di Pontechianale (1615 m, h 1,00 dalle Grange Serre).

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa 

DISLIVELLO

1150 m circa 

DIFFICOLTA’

E (EE il breve tratto del Passo del Ciat)

ULTIMO SOPRALLUOGO

24 giugno 2016 

PERIODO CONSIGLIATO

metà giugno - metà settembre

COMMENTI

Salita abbastanza faticosa, ma tutto sommato poco impegnativa, ad una cima tra le più panoramiche della zona. Brevi passi attrezzati, non particolarmente esposti ma che richiedono comunque attenzione, lungo la risalita del breve canalino denominato “Passo del Ciat”. Effettuando la discesa dal Colle del Bondormir, si ottiene un anello facile e di grande valore panoramico. Attenzione alle nebbie, molto frequenti in zona già a metà mattina a causa dell’orografia particolare. Consigliato.