Trascurato il
sentiero che, verso destra, scende in breve al Col d'Olen ed al Rifugio
Città di Vigevano, si prende invece la traccia che, a sinistra, prende a
risalire il petroso pendio in direzione dell'elegante castello roccioso
dello Stolemberg. Superato un campo di neve, si raggiunge una forcellina
da cui, attraverso alcune cengette un poco esposte (corde fisse), si
risale una balza. Raggiuntane la sommità (belle vedute su Val Sesia ed i
ghiacciai del Rosa), si raggiunge la base delle rocce terminali dello Stòlemberg, che si aggirano verso sinistra (versante
Gressoney); risalito
un ripido pendio nevoso (insidioso con neve dura), un altro tratto di
corde fisse conduce, in discesa, fino ad altro un campo di neve che si
discende fino all'ampio Colle delle Pisse (3112 m, h 1,00 dal Passo dei
Salati), valico detritico alla base dei
ghiacciai.
Da qui la traccia, ben
segnalata con bolli di vernice e numerosi ometti, risale la ripida cresta
di Indren e, per detriti e facili roccette, conduce su di una prima
elevazione (ometti, precipizio sul versante valsesiano); un'ultima
risalita fra detriti instabili conduce sul contrafforte roccioso che
sbarra ad Est il Ghiacciaio di Indren, nei pressi di Punta Indren, dove
sorgeva la stazione superiore della funivia proveniente da Alagna Valsesia
(3226 m, h 0,45 dal Colle delle Pisse).
Si prende ora la larga pista che,
verso sinistra, si inoltra sul Ghiacciaio di Indren: normalmente i ramponi
non sono necessari, ed anche la piccozza è facoltativa. La traccia
attraversa in falsopiano tutto il ghiacciaio (resti di vetusti impianti di
risalita nella prima parte), dominato in alto dalla
Punta Giordani (4046 m): a seconda delle condizioni, è possibile in
questo tratto incontrare piccoli crepacci.
Ad un certo punto si incontra
un bivio: ambedue le tracce conducono alla meta, ma per l'andata si
consiglia di seguire quella di destra, che rimonta brevemente il
ghiacciaio fino all'evidente sperone roccioso che lo rinserra a Nord-Ovest, separandolo dal Ghiacciaio del
Garstelet. La traccia risale lo
sperone per detriti e roccette esposte (corde fisse e scalini di tronchi
nei passaggi più scabrosi), fino ad uscire sulla sommità, di nuovo ai
margini del ghiaccio (h 1,00 da Punta
Indren). Di qui è ben visibile il
grande fabbricato del Rifugio Gnifetti, adagiato sull'ampio sperone del Garstelet.
Trascurata sulla sinistra la traccia che scende al Rifugio
Città di Mantova, si risale il Ghiacciaio del Garstelet per l'ampia
traccia (assenza di crepacci) e, con faticosa salita, si tocca la base
dello sperone roccioso: una scala di ferro ed una breve cengia attrezzata
depositano in breve sulla panoramica terrazza del grande Rifugio
Gnifetti (3647 m, h 0,30 dal
termine dello sperone). Splendida veduta su tutta la
bassa Val d'Aosta, su Gran Paradiso e Monte Bianco; salendo in pochi
minuti alla piccola cappella sulle rocce più alte, appare alla vista il
gigantesco Ghiacciaio del Lys, con le grandi seraccate a sinistra e
l'imponente Piramide Vincent (4202 m) proprio di fronte.
Per il
ritorno, una volta ritornati alle rocce all'inizio delle corde fisse, si
può proseguire la discesa sull'ampio ghiacciaio fino al ben visibile Rifugio
Città di Mantova (3470 m, h 0,20
dal Rifugio Gnifetti); da qui, proseguendo per una traccia che
alterna detriti a lingue di neve, si raggiunge un altro breve tratto di
corde fisse che riconduce al Ghiacciaio di Indren e, ricongiunti
alla traccia dell'andata, si ritorna la Passo dei Salati (h
2,30 dal Rifugio Gnifetti).