Presso il tornante si
origina una carrozzabile sterrata (paline)
che con breve discesa va
a valicare su un ponte il Torrente Grauson, quindi
prende a salire con moderata pendenza nel bosco piuttosto rado (segnavia
9C):
dalle frequenti radure, bella vista sul fronteggiante massiccio di Punta
Fenilia, con il dosso boscoso segnato dalle piste da sci
del Montseuc ai suoi piedi, e sul
paese di Cogne, adagiato sui prati allo sbocco della Valnontey.
A cadenza regolare, al lato della strada si incontrano delle sagome
in ferro battuto con incisa la scritta MINIERE DI COGNE,
a ricordo del duro lavoro dei minatori. Presso un tornante si lascia a
destra una malga ristrutturata, quindi si prosegue con un breve tratto
di salita più marcata in
un bellissimo lariceto. Usciti dal bosco, si giunge alla
cosiddetta Casetta Bianca (o Maison Blanche, h
0,40 da Montroz, ampio spiazzo e sbarra), struttura
utilizzata per ricovero mezzi, situata circa a metà strada fra Montroz
e la miniera.
Aggirata
la sbarra,
si prosegue per la stradetta, ora più dissestata ma inizialmente
pianeggiante, che ritorna nel bosco. Presto la pendenza
inizia ad aumentare, rendendo la marcia un po’ più faticosa, specie
se la giornata è particolarmente calda. Con belle vedute, alle nostre
spalle, sul
Monte Bianco e sul Gran Paradiso, si guadagna
quota lungo una serie di rampe piuttosto ripide, quindi si costeggia un
imponente muraglione di contenimento presso una valletta. Con bella
veduta sullo sbocco della Valeille, presso Lillaz,
si giunge così al primo secco tornante con cui la strada prende quota
sul brullo costone. Con un lungo ripido traversone scoperto per massi e
detriti si guadagna quota sul costone poi, poco prima del tornante
successivo, è possibile seguire a destra un
ripido sentierino segnalato che, con alcune
svolte nel bel bosco, consente di toccare nuovamente la
strada accorciando il percorso: in alto, appollaiati su uno sperone,
appaiono i
fabbricati della Miniera Colonna (2425 m), il più
antico sito estrattivo delle miniere di Cogne. Trascurando la strada, si
continua lungo il sentierino che riprende dall’altra parte e, con
alcune svolte fra evidenti residui dell’attività mineraria (resti
di vecchie teleferiche), si giunge ai piedi degli edifici
della miniera. Costeggiando i muraglioni verso destra, si
ritorna in breve definitivamente sulla strada: con poche
decine di metri di ormai comodo
percorso verso sinistra, si giunge sull’ampio piazzale
antistante l’ingresso
della Miniera di Costa del Pino (2015 m, h
0,40 dalla Casetta Bianca, servizi igienici e fontana),
presso la ex-stazione di arrivo della cabinovia Montroz-Costa del Pino,
utilizzata dai minatori fino agli anni Settanta del secolo scorso. Sui
grandi piazzali sono visibili alcuni
vecchi vagoni per il trasporto del minerale e numerose antiche
attrezzature minerarie.
Visita alla
miniera (informazioni tratte da www.minieredicogne.it)
Per visitare la miniera
è obbligatoria la prenotazione ai seguenti indirizzi:
Consorzio
Operatori Turistici: tel. 0165/74835 - info@cogneturismo.it
Cooperativa
Mines de Cogne: tel. 0165/749665 - info@minieredicogne.it
Visite tutti i giorni da
maggio a ottobre, alle ore 10.30 e alle ore 14.00 con guida abilitata
(durata circa 2 ore).
La temperatura in
miniera è di 7 °C.
I visitatori dovranno munirsi di: scarpe da ginnastica o da trekking,
giacca, pantaloni lunghi. Il caschetto con la pila frontale è fornito
dalle guide.
I minori devono essere
accompagnati (il sito è accessibile ai bambini sopra i 5 anni).
Prezzi 2021:
Biglietto Intero: 20 €
Agevolazioni per ragazzi
sotto i 14 anni, Soci Fai, Card Amico di Cogne e gruppi: 15 €
Aosta Valley Card: 10
€ adulti e 7 € ragazzi
Il giovedì mattina la
visita è gratuita per chi soggiorna in uno degli hotel partner
(conviene informarsi presso la propria struttura).
Cenni storici
(tratti da www.minieredicogne.it)
L’inizio dello
sfruttamento dei giacimenti di magnetite di Cogne si perde negli albori
della storia. Le prime informazioni storiche sullo sfruttamento
minerario del sito di Liconi risalgono al 1432 e riguardano un antico
atto di vendita in cui si fa riferimento esplicito al minerale estratto
da Liconi e in cui viene specificata la proprietà vescovile delle
miniere e delle officine di Cogne.
La comparsa nel tempo di
imprenditori forestieri nello sfruttamento della miniera non piacque
alla popolazione di Cogne che iniziò a rivendicarne i diritti. Gli
attriti tra la proprietà vescovile e i Cogneins si conclusero nel
1679, quando il vescovo Antoine Philibert Bailly, stanco dei continui
scontri con la comunità locale, vendette le miniere al Comune di
Cogne per 300 pistole d’oro spagnole.
Seguirono secoli nei
quali si alternavano momenti floridi e momenti di poca estrazione. Il
Dottor Emmanuel César Grappein nei primi anni del 1800 prese la
direzione della miniera e instaurò una gestione di tipo
“comunitario”, in cui l’estrazione, il trasporto e la vendita del
minerale erano gestiti da tutta la comunità di Cogne. I Cogneins
s’improvvisarono minatori con ritmi di lavoro estenuanti e tecniche
arretrate ed altamente pericolose. Nel 1910 la gestione belga della
miniera iniziò i lavori di costruzione del villaggio minatori di
Colonna (2425 m, la più alta miniera di ferro d’Europa) che, una
volta costruito, ospitava circa 400 operai ed era per l’epoca una
struttura all’avanguardia con chiesa, campo da bocce, cinema, mensa e
addirittura uno dei primi apparecchi di radiografia nell’infermeria.
Nel 1927 il governo fascista nazionalizzò tutte le miniere e
fondò la “Società Anonima Nazionale Cogne”. La
coltivazione proseguì a pieno regime, sotto varie società,
fino al 1968. Fu questo un periodo di grande fermento culturale
perché il lavoro in miniera richiamò giovani da tutta
Italia, molti dei quali si integrarono bene nella nuova realtà e
decisero di rimanere in valle anche dopo la chiusura della miniera.
Quanto minerale veniva
estratto nelle miniere di Cogne? Nel 1940 1.000 minatori estraggono
350.000 tonnellate di minerale, nel 1975 250 uomini estraggono 180.000
tonnellate, nel 1979 le miniere di Cogne chiudono definitivamente. Nel
2017 i visitatori iniziano a visitare le gallerie di Costa del Pino ed
è così che la storia della miniera di Cogne non verrà perduta.
Un viaggio nel
tempo dentro le miniere di Cogne (tratto da www.minieredicogne.it)
100 km di gallerie, una
delle miniere più alte d’Europa, un viaggio di 1,5 km nella montagna
a bordo del trenino
utilizzato dai minatori.
Le miniere di magnetite
di Cogne (tra le più alte d’Europa), con un susseguirsi di oltre 100
km di gallerie e impianti originali tutti da scoprire, portano i
visitatori sulle tracce di generazioni di minatori e offrono un panorama
mozzafiato dal Monte Bianco al Gran Paradiso. Grazie all’apertura al
pubblico si può vivere un’esperienza unica dentro la montagna: si
percorre 1,5 km in galleria, a bordo di un trenino d’epoca, e ci si
ritrova nel cuore della miniera.
Il progetto è
ambizioso: portare i visitatori laggiù dove i minatori, fino al 1979,
hanno lavorato per l’estrazione della magnetite, l’autenticità di
questo luogo è sicuramente uno dei suoi punti di forza.
L’atmosfera è magica:
i vecchi edifici, il panorama, gli utensili, le sale così come le hanno
lasciate i minatori e lo sferragliare del treno che porterà i
visitatori lungo la galleria di carreggio, rendono la visita
un’esperienza che riporta indietro nei secoli. Dopo un breve tragitto
si arriva alla base della discenderia principale, si prosegue fino al livello
dei frantoi interni, si visitano sale con macchinari
originali e si prosegue per un tratto di galleria sino alla base di un
pozzo di scarico.