Alla Miniera di magnetite di Costa del Pino

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CARTINA CONSIGLIATA

I.G.C. scala 1:25.000 – Foglio 101

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - VAL D'AOSTA

SCHEDA N. 12

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

MONTROZ E IL GRUPPO DELLA GRIVOLA SALENDO VERSO COSTA DEL PINO

SEGNAVIA LUNGO LA CARRARECCIA PER COSTA DEL PINO

LILLAZ E LA VALEILLE DAI PRESSI DI COSTA DEL PINO

PROFILO SCHEMATICO DEGLI IMPIANTI MINERARI DI COGNE

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Aosta Ovest (uscita della A5 Torino-Aosta) si raggiunge Aymavilles, dominata dal caratteristico castello. Da qui si sale con alcuni tornanti fino ad imboccare la boscosa Valle di Cogne. Risalendo la valle lungo il torrente, fra splendidi boschi di conifere, si superano i paesi di Epinel e Cretaz e si giunge a Cogne (21 km da Aosta Ovest), capoluogo della valle. Ampi parcheggi presso il piccolo cimitero, in corrispondenza della rotonda all’ingresso del paese.

Presso i parcheggi si trova una delle fermate del bus-navetta (gratuito) che collega il capoluogo con la vicina frazione di Gimillan: utilizzando il comodo e frequente servizio (orario completo sul sito www.cogneturismo.it), si raggiunge in pochi minuti di salita il villaggio di Montroz: si scende alla fermata presso un ampio tornante (1690 m ca., piccola cappella all’interno del tornante).

 

ITINERARIO

Presso il tornante si origina una carrozzabile sterrata (paline) che con breve discesa va a valicare su un ponte il Torrente Grauson, quindi prende a salire con moderata pendenza nel bosco piuttosto rado (segnavia 9C): dalle frequenti radure, bella vista sul fronteggiante massiccio di Punta Fenilia, con il dosso boscoso segnato dalle piste da sci del Montseuc ai suoi piedi, e sul paese di Cogne, adagiato sui prati allo sbocco della Valnontey. A cadenza regolare, al lato della strada si incontrano delle sagome in ferro battuto con incisa la scritta MINIERE DI COGNE, a ricordo del duro lavoro dei minatori. Presso un tornante si lascia a destra una malga ristrutturata, quindi si prosegue con un breve tratto di salita più marcata in un bellissimo lariceto. Usciti dal bosco, si giunge alla cosiddetta Casetta Bianca (o Maison Blanche, h 0,40 da Montroz, ampio spiazzo e sbarra), struttura utilizzata per ricovero mezzi, situata circa a metà strada fra Montroz e la miniera.

Aggirata la sbarra, si prosegue per la stradetta, ora più dissestata ma inizialmente pianeggiante, che ritorna nel bosco. Presto la pendenza inizia ad aumentare, rendendo la marcia un po’ più faticosa, specie se la giornata è particolarmente calda. Con belle vedute, alle nostre spalle, sul Monte Bianco e sul Gran Paradiso, si guadagna quota lungo una serie di rampe piuttosto ripide, quindi si costeggia un imponente muraglione di contenimento presso una valletta. Con bella veduta sullo sbocco della Valeille, presso Lillaz, si giunge così al primo secco tornante con cui la strada prende quota sul brullo costone. Con un lungo ripido traversone scoperto per massi e detriti si guadagna quota sul costone poi, poco prima del tornante successivo, è possibile seguire a destra un ripido sentierino segnalato che, con alcune svolte nel bel bosco, consente di toccare nuovamente la strada accorciando il percorso: in alto, appollaiati su uno sperone, appaiono i fabbricati della Miniera Colonna (2425 m), il più antico sito estrattivo delle miniere di Cogne. Trascurando la strada, si continua lungo il sentierino che riprende dall’altra parte e, con alcune svolte fra evidenti residui dell’attività mineraria (resti di vecchie teleferiche), si giunge ai piedi degli edifici della miniera. Costeggiando i muraglioni verso destra, si ritorna in breve definitivamente sulla strada: con poche decine di metri di ormai comodo percorso verso sinistra, si giunge sull’ampio piazzale antistante l’ingresso della Miniera di Costa del Pino (2015 m, h 0,40 dalla Casetta Bianca, servizi igienici e fontana), presso la ex-stazione di arrivo della cabinovia Montroz-Costa del Pino, utilizzata dai minatori fino agli anni Settanta del secolo scorso. Sui grandi piazzali sono visibili alcuni vecchi vagoni per il trasporto del minerale e numerose antiche attrezzature minerarie.

 

Visita alla miniera (informazioni tratte da www.minieredicogne.it)

Per visitare la miniera è obbligatoria la prenotazione ai seguenti indirizzi:

Consorzio Operatori Turistici: tel. 0165/74835 - info@cogneturismo.it
Cooperativa Mines de Cogne: tel. 0165/749665 - info@minieredicogne.it

Visite tutti i giorni da maggio a ottobre, alle ore 10.30 e alle ore 14.00 con guida abilitata (durata circa 2 ore).

La temperatura in miniera è di 7 °C. I visitatori dovranno munirsi di: scarpe da ginnastica o da trekking, giacca, pantaloni lunghi. Il caschetto con la pila frontale è fornito dalle guide.

I minori devono essere accompagnati (il sito è accessibile ai bambini sopra i 5 anni).

Prezzi 2021:

Biglietto Intero: 20 €

Agevolazioni per ragazzi sotto i 14 anni, Soci Fai, Card Amico di Cogne e gruppi: 15 €

Aosta Valley Card: 10 € adulti e 7 € ragazzi

Il giovedì mattina la visita è gratuita per chi soggiorna in uno degli hotel partner (conviene informarsi presso la propria struttura).

 

Cenni storici (tratti da www.minieredicogne.it)

L’inizio dello sfruttamento dei giacimenti di magnetite di Cogne si perde negli albori della storia. Le prime informazioni storiche sullo sfruttamento minerario del sito di Liconi risalgono al 1432 e riguardano un antico atto di vendita in cui si fa riferimento esplicito al minerale estratto da Liconi e in cui viene specificata la proprietà vescovile delle miniere e delle officine di Cogne.

La comparsa nel tempo di imprenditori forestieri nello sfruttamento della miniera non piacque alla popolazione di Cogne che iniziò a rivendicarne i diritti. Gli attriti tra la proprietà vescovile e i Cogneins si conclusero nel 1679, quando il vescovo Antoine Philibert Bailly, stanco dei continui scontri con la comunità locale, vendette le miniere al Comune di Cogne per 300 pistole d’oro spagnole.

Seguirono secoli nei quali si alternavano momenti floridi e momenti di poca estrazione. Il Dottor Emmanuel César Grappein nei primi anni del 1800 prese la direzione della miniera e instaurò una gestione di tipo “comunitario”, in cui l’estrazione, il trasporto e la vendita del minerale erano gestiti da tutta la comunità di Cogne. I Cogneins s’improvvisarono minatori con ritmi di lavoro estenuanti e tecniche arretrate ed altamente pericolose. Nel 1910 la gestione belga della miniera iniziò i lavori di costruzione del villaggio minatori di Colonna (2425 m, la più alta miniera di ferro d’Europa) che, una volta costruito, ospitava circa 400 operai ed era per l’epoca una struttura all’avanguardia con chiesa, campo da bocce, cinema, mensa e addirittura uno dei primi apparecchi di radiografia nell’infermeria. Nel 1927 il governo fascista nazionalizzò tutte le miniere e fondò la “Società Anonima Nazionale Cogne”. La coltivazione proseguì a pieno regime, sotto varie società, fino al 1968. Fu questo un periodo di grande fermento culturale perché il lavoro in miniera richiamò giovani da tutta Italia, molti dei quali si integrarono bene nella nuova realtà e decisero di rimanere in valle anche dopo la chiusura della miniera.

Quanto minerale veniva estratto nelle miniere di Cogne? Nel 1940 1.000 minatori estraggono 350.000 tonnellate di minerale, nel 1975 250 uomini estraggono 180.000 tonnellate, nel 1979 le miniere di Cogne chiudono definitivamente. Nel 2017 i visitatori iniziano a visitare le gallerie di Costa del Pino ed è così che la storia della miniera di Cogne non verrà perduta.

 

Un viaggio nel tempo dentro le miniere di Cogne (tratto da www.minieredicogne.it)

100 km di gallerie, una delle miniere più alte d’Europa, un viaggio di 1,5 km nella montagna a bordo del trenino utilizzato dai minatori.

Le miniere di magnetite di Cogne (tra le più alte d’Europa), con un susseguirsi di oltre 100 km di gallerie e impianti originali tutti da scoprire, portano i visitatori sulle tracce di generazioni di minatori e offrono un panorama mozzafiato dal Monte Bianco al Gran Paradiso. Grazie all’apertura al pubblico si può vivere un’esperienza unica dentro la montagna: si percorre 1,5 km in galleria, a bordo di un trenino d’epoca, e ci si ritrova nel cuore della miniera.

Il progetto è ambizioso: portare i visitatori laggiù dove i minatori, fino al 1979, hanno lavorato per l’estrazione della magnetite, l’autenticità di questo luogo è sicuramente uno dei suoi punti di forza.

L’atmosfera è magica: i vecchi edifici, il panorama, gli utensili, le sale così come le hanno lasciate i minatori e lo sferragliare del treno che porterà i visitatori lungo la galleria di carreggio, rendono la visita un’esperienza che riporta indietro nei secoli. Dopo un breve tragitto si arriva alla base della discenderia principale, si prosegue fino al livello dei frantoi interni, si visitano sale con macchinari originali e si prosegue per un tratto di galleria sino alla base di un pozzo di scarico.

 

TEMPO TOTALE

h 1,20 circa (per il solo accesso alla miniera), h 2,00 circa per la visita guidata all’interno 

DISLIVELLO

320 m circa in salita per l’accesso, durante la visita è richiesta la salita e la discesa di una scalinata di circa 200 gradini 

DIFFICOLTA’

E (per la visita interna è necessario non soffrire di claustrofobia ed indossare abbigliamento adatto per via dell’ambiente molto freddo ed umido!)

ULTIMO SOPRALLUOGO

12 agosto 2021

PERIODO CONSIGLIATO

maggio-ottobre

COMMENTI

Itinerario particolare e molto interessante, assai intrigante anche per i bambini per via delle gallerie e del trenino che, all’interno, consente di percorrere circa 1 km e mezzo nelle viscere della montagna. L’organizzazione è ottima, e le spiegazioni chiare ed esaurienti. C’è l’intenzione, nei prossimi anni, di ampliare il giro con nuove gallerie attrezzate. Obbligatorio prenotare: a questo proposito, premurarsi di partire per tempo, perché l’accesso a piedi richiede un po’ di tempo e di fatica, specie per chi non è molto abituato a camminare. Consigliato!