Dal parcheggio di Tignet
si prosegue sulla stradina in direzione del villaggio; raggiunta la
prima casa, si svolta a sinistra e si raggiunge la palina che indica il
Col Lauson (sentiero 10). Si continua a sinistra sul sentiero sino a
raggiungere un ponticello che attraversa il Torrente di Levionaz.
Trascurando un sentierino sulla destra che conduce a Pro Army, si
comincia a risalire più decisamente nel bosco di larici: dopo diverse
svolte, il sentiero conduce dapprima ad una carbonaia e, dopo ulteriori
tornanti ed un marcato traversone verso destra, si innesta sulla
mulattiera dell'Alta
Via n. 2 della Valle d'Aosta. Continuando in direzione
Nord si raggiungono gli
alpeggi di Levionaz dessous (2285 m, h
1,30) ove è ubicato un casotto del Parco nazionale del
Gran Paradiso. Da questa posizione è già possibile intravvedere
il casotto di caccia a 2569 m.
Proseguendo lungo
l’Alta Via n. 2 in direzione Est, verso il Col Lauson, dopo qualche
centinaio di metri si svolta a sinistra per raggiungere ed attraversare una
passerella. Da qui è facile perdere la traccia: si deve
attraversare la zona umida e risalire un gradino erboso puntando ad un evidente
masso ricurvo per ritrovare il sentiero, reso nuovamente
evidente da una doppia fila di sassi posti lungo il tracciato. ll
sentiero diviene ripido e risale un canale erboso che termina nei pressi
di una balza rocciosa. Allo sbocco del canale, dopo un ulteriore tratto
in salita, il sentiero inizia una lunga mezzacosta ascendente verso
sinistra. Da questo punto in poi l’ambiente inizia a farsi più
isolato, selvaggio e con esposizioni più marcate. Dopo aver
attraversato un paio di canali torrentizi ai piedi dei contrafforti
rocciosi e risalito un successivo sperone tramite ripido sentiero si
giunge al Casotto
di Caccia precedentemente avvistato (2569 m, h
1,30 da Levionaz dessus).
Oltre l’edificio si
traversa un altro canalone con leggera discesa per poi risalire
velocemente ad una spalla erbosa, dove si incontrano due
ometti posti sopra un masso piatto ed una freccia gialla (h
0,20 dal casotto): da qui in avanti occorre prestare maggiore
attenzione in quanto si abbandona il sentiero segnato per continuare su
tracce fino alla meta.
Si prosegue dunque in
direzione della freccia, badando agli
ometti ed ai bolli gialli, sino a raggiungere una grande
pietraia da dove, sin da subito, si tende verso destra (altri ometti)
per portarsi sul margine del primo canalone visibile sulla destra.
L’orientamento e la progressione sono abbastanza complessi per via dei
pochi
segnavia ed ometti che si intuiscono nel pendio pietroso e
delle tracce di sentiero che solo ogni tanto riappaiono, nei tratti meno
pietrosi, ad indicazione della corretta direzione presa. L’ascesa
regala già i maestosi scorci sulla Parete
Nord del Gran Paradiso e possibili incontri con gruppi
di camosci.
Si risale il margine del
canalone detritico precedentemente descritto sino a quota 2840 m circa (prendere
nota per la discesa). Da qui si perde qualche metro di quota per
attraversare il canalone verso destra e, compiendo un breve traverso, si
raggiunge la
base di una cresta rocciosa, appena accennata, che discende dalla sommità.
Si continua seguendo questa cresta per un tratto, per poi abbandonarla
lasciandola a sinistra e proseguire in direzione del crinale sommitale,
individuato da un enorme ometto. Superata un'ultima crestina discendente
si tende a sinistra, portandosi definitivamente sul
crinale, dove compare l’imponente parete
occidentale della Grivola ed in lontananza verso nord
spicca il monumentale Grand
Nomenon.
Si prosegue ora lungo
il crinale detritico su traccia più marcata, che muore ai
piedi di alcuni
risalti rocciosi da superare con attenzione (F). Dopo
un altro traversone ed un ultimo breve tratto tra detriti e macereto si
raggiunge il Bivacco
della Grivola (3320 m, h 1,40
dal Casotto di Caccia).
Il ritorno avviene sul
medesimo itinerario percorso all'andata (h
3,00 fino a Tignet); in discesa si notano alcune frecce
bianche (non molto visibili in salita) che aiutano a mantenere la
direzione corretta. Attenzione a non perdere, nella discesa, il
passaggio di attraversamento del canale situato a 2840 m.