Dalla stazione di arrivo
delle telecabine si scende in breve sulle
rive del sottostante piccolo laghetto artificiale (Lago
delle Marmotte), da dove parte la pista da sci che scende verso il Crest.
La si
segue in discesa per poche decine di metri, per prendere poi
un sentiero che si stacca a sinistra fra i pascoli (segnavia 12).
Transitando a monte della partenza della seggiovia Ostafa-Colle
Sarezza (attiva solo nel periodo invernale), il sentiero inizia a
traversare in
leggera salita fra i prati, per poi proseguire con
un tratto praticamente pianeggiante. Con un
breve tratto di salita più ripida si guadagna un po’ di
quota, per riprendere poi a traversare fino a raggiungere una zona
con grandi massi; con qualche saliscendi si procede verso
destra, superando a guado un piccolo rio. Oltre il gruppo di rocce si
continua alternando leggere salite a traversi con lievi saliscendi,
abbandonando gradualmente la zona di ondulati pascoli per
ritrovarsi a tagliare un pendio erboso sempre più ripido. Si
giunge così a doppiare un costone roccioso praticamente verticale, dove
il sentiero è intagliato nella roccia a picco: un tratto di pochi metri
è
attrezzato con una catena, che può essere utile in caso di
bagnato o di neve residua, mentre normalmente risulta superflua.
Oltre questo punto si
procede ora su sentiero sempre facile e pressoché pianeggiante ma
un poco più esposto, a causa dei pendii assai ripidi, fino
alla base di una ripida valletta; con una serie di ripidi tornanti, il
sentiero rimonta interamente la breve valletta fino
alla sella prativa cui fa capo.
Di qui si procede
nuovamente in
traverso sempre su ripidi prati, superando in successione
alcuni piccoli rii (alcune
belle cascate scendono dalle rocce a sinistra). Il terreno
intanto si fa via via meno ripido, e in basso a destra si
scorge la traccia dell'Alta Via n. 1 proveniente da Cuneaz
e dal Crest (eventuale variante per allungare il percorso).
Questa risale dal fondo del vallone e converge verso il nostro
tracciato, fino
a raggiungerlo al margine di un pianoro erboso, ormai ai
piedi dell’ultima rampa che adduce al vicino Colle
Pinter.
A questo punto
proseguendo su sentiero pianeggiante si raggiunge in breve un
bivio con grosso ometto: svoltando a destra, con comodo e pittoresco
percorso fra morbidi mammelloni erbosi si sfiora il bel Lago
Pinter di Mezzo, dalle sponde ricche di fiori bianchi, si
lascia su un ripiano a destra il minuscolo Lago
Pinter Superiore (spesso asciutto già a metà stagione)
e, oltre una piccola sella erbosa, ci si affaccia sul più grande e
spettacolare Lago
Pinter Inferiore (2689 m, h
1,30 da Ostafa), al margine delle vaste
pietraie che fasciano la base della Gran Cima (3023
m), che domina il paesaggio.
Ritornati
al bivio presso il pianoro erboso, si prosegue lungo il sentiero che,
all’inizio rettilineo e poi con numerose erte serpentine, risale il
breve canalino di erba e detriti che fa capo al visibile intaglio del Colle
Pinter (2777 m, h 0,20 dal
Lago Inferiore, cippo
e paline), aperto tra il Vallone
di Cuneaz (Val d’Ayas, da cui si proviene) e il Vallone
Pinter (Valle di Gressoney), fra la Quota 2981
a Sudovest ed il Monte Pinter (3132 m) a Nordest. Bellissimo
panorama sui due versanti. Dal colle un sentiero scende nel Vallone
Pinter raggiungendo il lontano Gressoney Saint Jean, mentre una
traccia si inerpica sui ripidi costoni del Monte Pinter diretto
al Bivacco
Lateltin (3120 m) e alla Testa Grigia (3314 m).
Ritorno per la stessa
via in h 1,30 fino ad Ostafa.