40. Dolmen dello Strapatente

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 20

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - SU E GIÙ PER LA RIVIERA LIGURE

SCHEDA N. 40 

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

LA CIMA NORDOVEST DELLA ROCCA DI NAVA DAL CRINALE CHE LA UNISCE ALLA CIMA SUDEST

DALLA SOMMITÀ NORDOVEST DELLA ROCCA DI NAVA VERSO LA VALLE SCIUSA

IL COSTONE ROCCIOSO SEDE DEL DOLMEN DELLO STRAPATENTE

 

INTRODUZIONE

Questo itinerario, combinato con la visita all’Arma Strapatente (vedi itinerario n. 1), consente di completare l’esplorazione delle interessanti strutture rocciose della Bastionata di Boragni. Questa imponente nervatura rocciosa prende origine dall’ampia sella fra le valli Aquila e Sciusa, sede del paese di Orco (377 m), da dove si allunga verso Sud-Sudest per circa 1,5 km: verso Nord-Est precipita con un salto di circa 70-100 m sui boschi della Valle Sciusa, mentre sul versante opposto ripidi pendii ricoperti di vegetazione, alternati a più modesti tratti rocciosi, costituiscono la sponda sinistra idrografica della piccola Val di Nava, una valletta fossile che confluisce in basso nella più ampia Val Cornéi.

La dorsale sommitale della bastionata è a tratti boscosa, ma nella parte mediana emergono un paio di sommità rocciose assai panoramiche, costituenti le due vette principali della Rocca di Nava (409 m e 379 m), da cui si gode di ampio panorama sul comprensorio finalese. Ulteriore “chicca” è costituita dal famoso Dolmen dello Strapatente, originario dell’Età del Bronzo (tra il 900 e il 180 a.C.), sito in posizione spettacolare, su un aereo sperone roccioso a picco sulla Valle Sciusa.

 

PUNTO DI PARTENZA

a)   a) Da Finale Ligure (uscita dell'autostrada A10 Genova-Ventimiglia) si scende alla Via Aurelia e si procede a sinistra (direzione Savona) per circa 1 km fino a Finalpia, da dove si prende, ancora a sinistra, la strada per Calvisio. Oltre il paese si prosegue lungo la Valle Sciusa , si supera il   bivio a destra per Verzi e si giunge in località Cornèi, allo sbocco dell'omonima valle (pizzeria). Proseguendo ancora sul fondovalle, in direzione di Vezzi Portio, si giunge ad un bivio a sinistra (ind. per Orco): superato il torrente su un ponte, si sale per una stretta rotabile nel  bosco alle pendici della Bastionata di Boragni, si supera il minuscolo borgo di Boragni e, con nuova serie di stretti tornanti, si guadagna l’insellatura fra le valli Sciusa e Aquila, proprio in corrispondenza della piccola piazzetta della chiesa del paese di Orco (377 m, 15 km da Finale Ligure, parcheggio presso la chiesa).

b)   b) Da Finale Ligure (uscita dell'autostrada A10 Genova-Ventimiglia) si scende a Finalborgo da dove si prende la strada per Feglino lungo la Valle dell'Aquila. Dopo aver percorso la base delle impressionanti pareti del Bric Pianarella e del Bric Spaventaggi (a destra salendo), si prende una stradina che sale a destra (ind. per Monte Cucco ed Orco). Si prosegue lungo la strada, fra terrazzi ed uliveti, alla base della bastionata di Monte Cucco, fino alla sella fra Aquila e Sciusa dove sorge il paese di Orco (377 m, 13 km da Finale Ligure, parcheggio presso la chiesa).

N.B.: se si proviene da levante, è anche possibile uscire dall'autostrada A10 Genova-Ventimiglia a Orco Feglino (uscita unidirezionale, solo da/per Savona), e di qui scendere poche centinaia di metri verso Finale fino a trovare sulla sinistra la deviazione per Orco, e di qui come in b) (5 km da Feglino).

 

ITINERARIO

Dalla piazza della chiesa di Orco di attraversa la strada e si prosegue per una stradina in salita che giunge in pochi metri di fronte al piccolo cimitero del paese: qui, al primo bivio, si prende la diramazione di sinistra (palina in legno per “Grotta Strapatente”) che, divenuta sterrata, si inoltra in lieve salita nel bosco sul lato della Valle Sciusa (segnavia II▲). Aggirando il dossone boscoso del Bric Berea (404 m), la stradina giunge in breve ad un bivio: trascurata la diramazione di destra, che sale ad aggirare il rilievo sul suo lato meridionale (croce) per poi ritornare in breve al cimitero di Orco, si prosegue dritti (palina), in lieve discesa, fino ad una casa isolata e fatiscente, in fase di perenne ristrutturazione. Si prosegue sempre dritti, lungo un sentierino in leggera discesa sul crinale alberato, rasentando una recinzione. Trascurando una diramazione che scende a destra verso la Val di Nava, si prosegue sul crinale, lungo l’evidente sentierino, con belle vedute sul gruppo del Monte Carmo e del Monte Settepani, fino ad un trivio (paline): lasciati a sinistra un sentiero diretto a Boragni e alle falesie e a destra un nuovo sentiero che scende in Val di Nava, si procede sempre dritti, lungo il crinale boscoso. Poco più avanti la dorsale si fa rocciosa, presentando un breve risalto: si aggira l’ostacolo sulla destra, dove facili roccette gradinate consentono di tornare sul filo di cresta. Lasciata a destra un’ennesima traccia che scende verso la Val di Nava, si prosegue lungo il panoramicissimo costone con trascurabili saliscendi e, in breve, si giunge al piccolo rilievo roccioso sommitale della Rocca di Nava (Cima Nordovest, 409 m, h 0,30 da Orco). Bellissimo panorama a volo d’uccello sulla Valle Sciusa; alle nostre spalle, l’antica chiesa di San Lorenzino domina il complesso roccioso di Monte Cucco, oltre il quale appaiono le alte cime del Monte Carmo e del Monte Settepani.

Proseguendo lungo il crinale, che si fa più dolce e arrotondato, si compiono alcuni poco faticosi saliscendi, andando a sfiorare anche la seconda cima della Rocca di Nava (Sudest, 379 m, raggiungibile in pochi passi verso sinistra), da dove si ha una bellissima vista sul borgo di Boragni e le frazioni di Vezzi, dominate dalla severa e spettacolare Rocca degli Uccelli. Con un tratto di discesa un po’ più accentuato, si perde quota fino ad un’ampia insellatura boscosa, dove si incontra un sentiero piuttosto evidente scende a destra verso la Val di Nava (ometto). Trascurata anche questa deviazione, si procede sempre dritti sul crinale (palina) e, con percorso tortuoso fra fitte macchie di alberi e qualche roccia affiorante, si giunge nuovamente sul ciglio della falesia, in corrispondenza di uno spettacolare punto panoramico sul vertiginoso anfiteatro calcareo in cui sia apre l’antro dell’Arma Strapatente. Sulla sommità del costone roccioso, sul versante opposto dell’anfiteatro, è già visibile il dolmen. Proseguendo lungo la traccia, con percorso facile ma in qualche punto leggermente esposto, si giunge ad un ennesimo bivio (paline): proseguendo verso sinistra (indicazione per “dolmen”), si raggiunge con un ultimo breve saliscendi la sommità del costone roccioso. Con breve percorso sempre più aereo ed esposto (attenzione ai salti incombenti!) si giunge alla sua estremità, dove in posizione spettacolare sorge il Dolmen dello Strapatente (340 m, h 0,30 dalla Rocca di Nava). Si tratta di un ciclopico masso calcareo di pietra del Finale, posizionato artificialmente (almeno così si crede) su quattro massi più piccoli che fanno da “piedi” alla struttura. Il tutto è fatto risalire all’Età del Bronzo, cioè in un periodo compreso fra il 900 e il 180 a.C.

Ritornati all’ultimo bivio con paline, si prende il sentierino che si diparte a sinistra, in direzione della Val di Nava. Con percorso evidente ma a tratti assai ripido (attenzione!), la traccia perde velocemente quota lungo il pendio boscoso. Dopo un deciso traversone verso destra si riprende a scendere direttamente (traccia in qualche punto un po’ malagevole): lasciata quindi a una traccia che a sinistra raggiungerebbe in breve la vicina Grotta dell’Inge (scritta in vernice sulla roccia), si continua a scendere andando ad incrociare pochi metri più in basso la marcata traccia proveniente dalla Grotta dei Balconi e dall’Arma Strapatente (vedi anche itinerario n. 1). Seguendo la traccia verso destra, si continua a scendere nel bosco fino ad intercettare la larga mulattiera-carrareccia sul fondovalle della Val di Nava (h 0,15 dal dolmen, vecchio tabellone, segnavia ). 

Si segue ora l’ampia mulattiera verso destra, in leggera salita, percorrendo tutta la Val di Nava, in ambiente molto bello ed isolato: man mano che si risale la valletta si cominciano ad incontrare oliveti e campi coltivati, fino ad uscire alla sella alla sua testata, poco distante dal cimitero di Orco ( 377 m , h 0,25 da dove si intercetta la mulattiera della Val di Nava).

Di qui, in breve, nuovamente alla piazza della chiesa e al parcheggio (h 0,05). 

 

TEMPO TOTALE

h 1,45 circa 

DISLIVELLO

200 m circa

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

2 dicembre 2022

PERIODO CONSIGLIATO

dall'autunno alla primavera

COMMENTI

Breve anello, poco faticoso e molto panoramico, specie nella prima parte, sulla lunga dorsale della Rocca di Nava. Assai interessante l’antichissimo dolmen, una delle testimonianze archeologiche più note e conosciute del Finalese, anche per via della sua spettacolare posizione. Comoda e riposante la risalita della selvaggia Val di Nava. Consigliatissimo!