Al
termine della via si segue una bella mulattiera lastricata che sale ripida
verso sinistra (segnavia X).
Oltrepassata una strettoia fra alcune antiche case, la mulattiera risale la
ripida costa sopra il paese, in corrispondenza dell'allungato promontorio
di Punta
Crèna,
su cui svetta una bella torre d'avvistamento di epoca medievale. Per
orti e bellissimi uliveti si giunge all'ingresso di un giardino privato,
curiosamente adornato con altorilievi marinari e frasi in lingua inglese.
Proseguendo in salita, con panoramico percorso, si giunge alla sommità di
un primo dosso, da dove si traversa in quota un valloncello: l'ambiente è
caratterizzato dalla tipica vegetazione post-incendio, costituita da
isolati alberelli e cespugli di macchia mediterranea. Con splendidi scorci
sulla sottostante Baia dei Saracèni e sulle
pareti rocciose che precipitano sull'Aurelia, si prosegue per un
tratto in piano poi, superato un rio, si risale un costone in diagonale
verso destra fino ad uno sperone alberato (a destra è possibile una breve
digressione ad un punto panoramico).
Si prosegue brevemente verso sinistra
poi, incontrata una larga mulattiera proveniente da sinistra, la si segue
verso destra, in moderata salita. Si entra in una fitta pineta, lasciando
quasi subito un sentiero che, a destra, scende in breve alla Torre
delle Streghe,
antica costruzione datata 1582 ed origine di un'antica diatriba fra gli
abitanti di Varigòtti e di Noli circa i confini comunali.
Proseguendo nel fitto bosco, si esce sulla carrareccia sterrata
proveniente dalle Mànie (segnavia ):
seguendola verso destra, con percorso pressochè pianeggiante, si giunge
in breve sulla sommità del Monte di Capo Noli (276 m, h
1,30
da Varigòtti), proprio davanti al cancello della caserma dei
carabinieri: fantastico panorama, che va dal Monte di Portofino a Capo
Mele. Nelle limpide giornate invernali non è raro scorgere il netto
profilo delle montagne còrse.
Al posto della caserma un tempo sorgeva il Semaforo
di Capo Noli,
importantissimo punto di riferimento per le navi in transito, con cui si
comunicava a vista per mezzo di bandiere. Ancora prima del semaforo, sul
luogo sorgeva un ufficio telegrafico a segnali di epoca napoleonica.
Dal Monte
di Capo Noli si prosegue lungo l'evidente carrareccia sterrata che
scende dall'altra parte in
direzione di Noli: effettuati alcuni lunghi tornanti
nell'intricata, bassa vegetazione (possibili ripide scorciatoie), si
transita presso alcune paretine rocciose. Poco oltre, in corrispondenza di
un deciso tornante verso sinistra, si stacca a destra un sentiero (h
0,20
da Capo Noli, cartello per "Grotta dei Falsàri") che taglia
ripidissimo a destra lo scosceso pendio che scende direttamente
all'Aurelia.
Superati due bei punti panoramici, il sentiero cala
ripidissimo in un fitto bosco fino alla base dello sperone roccioso dove
si apre la breccia che consente l'accesso
alla grotta. Ci si infila nella
breccia, comunque di comodo e
brevissimo percorso, e si scende alla
bellissima balconata (ringhiere di legno) all'interno della Grotta
dei Falsàri (detta anche Grotta dei Briganti).
Questa non è propriamente una grotta, ma piuttosto un antro che si apre,
con magnifico effetto prospettico, sul mare azzurro. Sul fondo della
grotta si possono notare alcuni muretti a secco
diroccati, che vengono
fatti risalire ad epoca romana.
Usciti dalla grotta, due possibilità: o
ritornare per lo stesso itinerario (consigliato, h
1,30
fino a Varigòtti), oppure proseguire sul sentierino in ripidissima
discesa ed uscire sulla Via Aurelia poco dopo la galleria di Capo Noli.
Da qui, seguendo il tracciato della strada asfaltata (attenzione, non c'è
marciapiede!) di nuovo a Varigòtti.