Si segue una comoda stradina
asfaltata chiusa al traffico (sbarra dopo il primo tornante) che risale
il fianco della valle nel fitto bosco. Trascurando alcune diramazioni
che conducono a vicine abitazioni, la strada per un tratto diventa
sterrata (fontana), poi riprende l’asfalto e, con
un paio di tornanti fra i prati, si raggiunge una casa
abbandonata su un bellissimo poggio panoramico. Con un lungo traversone
nuovamente nel bosco e con un ultimo lungo tornante, la stradina
raggiunge l’ampia sella erbosa posta sullo spartiacque con l’attiguo
Vallone di Rio Secco, dove sorge il piccolo agglomerato, ancora
utilizzato, delle Case
Söggi (
510 m
, h 0,45
dal parcheggio).
Dalle case si segue verso destra una carrareccia
(segnavia ♦) in lieve salita che
percorre tutta
la sella prativa e, oltre un casalingo cancello di ferro,
diviene bella mulattiera. Questa taglia pianeggiante, o in lieve salita,
il fianco della montagna sul versante Cerusa, supera una piccola forra
rocciosa e si porta in corrispondenza del punto in cui la valle compie
un brusco cambio di direzione, da S/N ad E/O. Proseguendo a tagliare con
saliscendi i ripidi pendii, ora a grande altezza rispetto al fondovalle,
la bella mulattiera attraversa un ampio ripiano erboso detto Pian
della Biscia (ometti) e, superato un colletto, si porta
alla base di imponenti risalti rocciosi nerastri. In particolare, colpisce
l’imponenza di un ardito torrione, detto Torre Laura,
sul quale recentemente sono stati tracciati alcuni itinerari alpinistici
(vedi anche itinerario Torre
Laura – “Via 11 giugno“) . Proseguendo lungamente
praticamente in piano, la
mulattiera taglia numerosi canali, alcuni percorsi da piccoli
rii, e con numerosi dentro e fuori si porta ad un altro ripiano erboso
dove sorgono i
ruderi dell’isolata Casa Spravè
(560 m ca., h
0,45 da Case Söggi).
Sul successivo vicino poggio erboso si
incontra un bivio: si abbandona a questo punto il segnavia ♦
(che prosegue lungamente alla volta del Passo del Faiallo) per
seguire a destra una traccia marcata con il simbolo ●:
questa, inizialmente abbastanza incerta, scende decisamente lungo un
ripido pendio erboso, quindi riappare un’evidente mulattiera che
taglia in
discesa meno marcata una serie di valloncelli (qualche
brevissimo tratto in frana) fino a giungere in vista del fondovalle,
dove scorre l’impetuoso Rio Gardonèa, e dove appare evidente un
vecchio fronte di frana. L’ultimo tratto dell’antica mulattiera che
scende al torrente risulta impraticabile: una freccia rossa su un masso
indica di scendere
lungo un ripidissimo e fangoso pendio erboso (precarie
tracce) che all’inizio genera qualche dubbio, ma che poi si rivela
meno precario del previsto e che consente di raggiungere il letto del
torrente piuttosto facilmente. Guadato il rio, si risale una breve
placca rocciosa (segni rossi) e si supera così il breve tratto in
frana, oltre il quale la mulattiera riprende, nuovamente evidente ma
meno marcata di prima. La mulattiera risale in diagonale il fianco
opposto della valle, sempre più rovinata ed invasa dalla fastidiosa
vegetazione spinosa: superati alcuni canali, si
raggiunge un poggio panoramico, oltre il quale i segni rossi
spariscono. Pochi passi ancora e si raggiungono i vastissimi pascoli
abbandonati dove sorgono i pochi resti della Casa
Asti (580 m, h 0,40 dalla Casa Spravè), alle
pendici orientali del Monte Faiallo. Questi pascoli sono
attraversati da numerosi muri a secco di grandi dimensioni, a
testimonianza dell’intenso sfruttamento agricolo e pastorale del luogo
nei tempi passati. Oggi, purtroppo, il lungo abbandono ha contribuito
all’infestazione dei prati da parte di grosse piante di rovi spinosi,
che rendono la marcia assai complicata. Da questo punto la mulattiera,
ridotta ad incerta traccia segnalata solo saltuariamente da qualche
ometto, prosegue in direzione delle Case Giassi.
Ritorno per la stessa via in h
1,30.