Dal
bar-ristorante di Caprile si scende per pochi metri verso valle: subito
prima di un cavalcavia in cemento di devia però a destra, imboccando un
ripido vicoletto che si inoltra fra le case (segnavia ▲
e freccia per "MONTE ANTOLA"). Con ripida salita lungo
viuzze lastricate (copiosa fontana-abbeveratoio dopo poche decine di
metri) si esce dall'abitato e, lungo una ripida mulattiera fra i campi,
si esce su una più ampia carrareccia sterrata (è quella che parte
direttamente dal parcheggio al termine della strada asfaltata).
Svoltando a sinistra, si supera subito un cancello di ferro attraverso
alcuni appositi varchi pedonali, giungendo nei pressi della vasca
dell'acquedotto di Caprile (1070 m, h 0,10
dalla partenza).
Qui
si abbandona la carrareccia, che prosegue pressochè pianeggiante verso
sinistra, per seguire un ripido sentiero che a destra risale il ripido
pendio (sempre segnavia ▲):
generalmente il percorso è ben battuto, comunque il tracciato del
sentiero si mantiene ben evidente anche in mancanza di eventuali tracce
nella neve. Con alcuni
ripidi strappi il sentiero sale fino ad un costone, oltre il quale
traversa nel successivo impluvio con pendenze assai più modeste: si
transita di fianco ad alcune
vecchie case in rovina, quindi si supera a guado il piccolo Rio
Noce. Subito oltre si svolta decisamente a destra, e si prosegue
rimanendo grosso modo sulla destra idrografica del rio, risalendo
direttamente un dolce pendio aperto e poco inclinato: alle spalle,
si apre un magnifico panorama sull'articolata
testata della Val Trebbia. Proseguendo la salita, sempre aiutati dai
numerosi (anche se a volte non nitidissimi) segnavia gialli su pietre ed
alberi, si supera un tratto decisamente più ripido per uscire su un
panoramico poggio, dove si incontra una
grande vasca-abbeveratoio (1300 m circa, h
0,35 dalla vasca dell'acquedotto).
Si
traversa a questo punto in falsopiano verso sinistra lungo un'evidente
carrareccia: dopo un centinaio di metri, però, si deve deviare
decisamente a destra (attenzione ai segnavia ▲
sui tronchi!) e rimontare con erta salita il bel bosco di faggi. Con
tortuoso percorso nella magnifica faggeta si sale con continuità e,
con alcune svolte, si raggiunge una seconda vasca-abbeveratoio, ormai al
limitare della vegetazione arborea (1450 m, h
0,20 dalla precedente vasca).
Lasciata
la vasca a destra, si continua con salita più moderata lungo una sorta
di trincea che, con un ampio semicerchio, raggiunge una sella alberata
posta sul crinale orientale del Monte Antola (1480 m circa), dove una
palina indica l'incrocio con il sentiero ●●
proveniente da Casa del Romano. Si continua ora
verso sinistra, con
salita sostenuta nel rado bosco: superato un altro tratto
scavato in trincea, si esce su di un'ampia
spianata priva di vegetazione, da dove si apre la magnifica vista
verso il mare da una parte e la cerchia alpina dall'altra. Poco distante
appare
anche il cocuzzolo sommitale dell'Antola, sormontato da un'evidente
grande croce metallica. Volendo, si può raggiungere la vicina sommità
del dosso a sinistra, da dove si apre una magnifica veduta sul
sottostante grande Lago del Brugneto.
Dalla
spianata si traversa in piano fino a raggiungere l'ampia insellatura
alla base della cresta orientale del Monte Àntola, denominata Sella
Est dell'Antola (1558 m, h 0,20
dalla seconda vasca-abbeveratoio): non rimane ora che risalire
la brevissima e non troppo ripida cresta Est per raggiungere la
vasta e panoramica sommità del Monte Antola (1597 m, h
0,05 dalla sella, grande croce e cippo). Panorama grandioso e
a giro d'orizzonte, che comprende da un lato la
testata della Val Trebbia, con il grande Lago del Brugneto e, oltre
gli sfumati crinali, il Mar Ligure, dall'altro la
grande Pianura Padana cinta dalla cerchia alpina, dalle Alpi Liguri
al Monte Rosa. Verso Sud-Ovest è ben individuabile, oltre
il massiccio del Monte Beigua, il porto di Vado Ligure, con il
caratteristico promontorio di Capo Noli alle sue spalle.
Dalla
cima si scende in breve, lungo
l'ampia cresta Ovest, alla piccola e graziosa Cappella
dell'Antola (1545 m) e, poco oltre, al grande edificio, ormai
in rovina, del vecchio ex
Rifugio Bensa, chiuso definitivamente dal 1996 (1536 m, h
0,10 dalla vetta).
Pochi
metri oltre l'ex rifugio, presso un bivio, si
svolta a sinistra, in direzione del nuovo rifugio (paline, segnavia +).
Dopo una breve discesa, si prosegue in piano a mezzacosta nel bosco:
dopo un breve tratto, presso un ulteriore bivio, si svolta ancora a
sinistra, lungo un sentiero con segnavia ¨¨.
Con decisa discesa ancora a mezzacosta, il tracciato taglia a monte una
conca alberata presso il cui margine inferiore sorge, fra gli alberi, il
nuovo e grande Rifugio
Parco Antola (1470 m, h 0,10
dall'ex Rifugio Bensa): l'edificio,
in realtà non particolarmente pregevole, sorge in un luogo un po'
anonimo, ed appare fin troppo sovradimensionato per le esigenze locali.
In inverno, solitamente (e poco spiegabilmente!) è chiuso.
Senza
raggiungere il rifugio, si prosegue in discesa lungo il sentiero con
segnavia ¨¨,
che taglia in diagonale nel bosco e prosegue poi con lungo mezzacosta
pianeggiante. Superato un rio sul fondo di una valletta, si aggira un
costone alberato, quindi si scende con una serie di ripidi tornanti fin
sul fondo di un ampio avvallamento, dove in un ripiano sorge la piccola Cappelletta
della Guardia (h 0,45 dal
Rifugio Parco Antola).
Si
abbandona a questo punto il sentiero segnato ¨¨
per seguire, oltre il prato a sinistra, un ampio tracciato non
segnalato: di questa mulattiera, non sempre battuta in inverno, può
risultare difficile avvertire lo stacco, ma è sufficiente risalire per
breve tratto i pendii sulla sinistra idrografica del vallone per
intercettarla senza pericolo di sbagliare. Si prosegue dunque lungo
questa evidente mulattiera che, in leggera ma costante risalita, taglia
una serie di modesti vallonetti (belle
vedute sulla conca del Brugnèto) e si porta sull'ampio dorso del
crinale Sud-Est dell'Antola, dove si intercetta il sentiero ●●●
che sale al Monte Antola (h 0,30
dalla Cappelletta della Guardia).
Svoltando
a destra, si segue in
lieve discesa il filo del crinale (segnavia ●●●
e
), quindi si scende decisamente a sinistra tagliando poi a
mezzacosta, in leggera discesa, nel bosco che si fa sempre più fitto.
Raggiunto e guadato il Fosso del Nua (cancello in legno), si
risale brevemente dall'altra parte e poi si scende fino ad intercettare
l'ampia pista, generalmente ben battuta, della "Ciaspolata di
Caprile" (1180 m, palina).
Si
prosegue a destra in discesa, si supera a guado un rio e, dopo una
brevissima risalita, si prosegue la discesa. Raggiunto un ripiano, si
incontra un nuovo bivio: scegliendo ancora una volta il ramo destro, si
scende con pendenza costante a mezzacosta con bella veduta sul villaggio
di Propàta e, aggirato un costone, sulle sottostanti ed ormai
vicine case di Caprile. Con percorso ora pianeggiante, a fianco
della canalina asservita alla vasca dell'acquedotto, si raggiunge
velocemente la stessa vasca dell'acquedotto, nei pressi del bivio con il
sentiero ▲
percorso al mattino.
Percorrendo
a ritroso la breve mulattiera e poi i vicoletti del paese, si ritorna al
parcheggio dell'auto (h 0,50 dal
costone Sud-Est).