Dalla
piccola piazzetta (capolinea degli autobus) si
sale lungo la scalinata che raggiunge la soprastante chiesa
parrocchiale. Si prosegue lungo una stretta viuzza che, con andamento
serpeggiante, si inoltra fra le case. Con una lieve discesa, ci si
immette in una stretta "crösa" dal selciato a mattoni, che va
seguita verso sinistra, in salita. Fra belle villette, la stradina
diventa asfaltata e raggiunge una sella boscosa (327 m, h
0,10 dalla piazza).
Si
abbandona a questo punto la stradina per imboccare un
evidente sentiero sulla destra (segnavia ♦ e
▬).
Fra fatiscenti recinzioni il sentiero si inoltra nel fitto bosco, che
inizia poi a risalire con pendenza moderata:
da qui iniziano i cartelli bianco-verdi del "Percorso
storico-naturalistico Begato-Forte Fratello Maggiore" (Parco
Urbano delle Mura). Con alcuni ampi tornanti, il comodo sentiero esce
dal bosco (bella
vista sul paese di Begàto) e raggiunge la sommità di un
costone erboso (490 m), da dove, oltre la testata della Val Torbella,
appare il
crinale displuviale Polcevera-Bisagno, sul quale si
stagliano le sagome dei forti Puìn, Sperone e Begato. Si abbandona
qui il segnavia ♦,
che prosegue in piano, per seguire a sinistra il ▬
che prosegue
lungo il crinale erboso. Con un tratto di salita fra
erba e arbusti si giunge sulla sommità di un'altura, da cui
si gode di ottimo panorama sulla media Val Polcevera e da dove appare,
sulla sommità del fronteggiante Monte Spino, la sagoma del piccolo
Forte Fratello Minore. Con percorso dapprima
pianeggiante, quindi con un ultimo tratto in breve
ma assai ripida salita lungo la cresta, si raggiunge la
sommità del Monte Spino (620 m), dove sorge l'imponente
bastione del Forte Fratello Minore (h
0,45 dalla sella boscosa). Nato nel XVIII° Secolo come
semplice ridotta, nei primi decenni dell'800 fu trasformato in forte
vero e proprio dal Genio Militare Sardo: con il vicino Forte Fratello
Maggiore, costituiva un complesso di fortificazioni noto, nel Genovesato,
come "I due Fratelli".
Aggirato,
sulla destra, l'imponente muraglione meridionale del forte, si sale in
pochi passi alla mulattiera di servizio allo stesso, proprio di
fronte all'ingresso (posto sul lato Est, oggi inaccessibile
in quanto il ponte di accesso è da tempo crollato). Di qui si prosegue
verso oriente, seguendo un ampio sentiero pianeggiante che si mantiene
nei pressi del crinale: quando si incontra un evidente bivio, si
abbandona la più larga mulattiera di destra, che prosegue a mezzacosta,
per continuare lungo il sentiero che si
mantiene sul filo di cresta e, con alcune comode svolte,
raggiunge la sommità del Monte Sellato (644 m, h
0,10 dal Forte Fratello Minore), dove si notano i ruderi dei
baraccamenti e le vecchie
piazzole per l'artiglieria sorte dopo la demolizione del Forte
Fratello Maggiore, che qui sorgeva. La sommità del Sellàto,
infatti, ospitò a partire dai primi anni del 1800 il complesso del
Forte Fratello Maggiore, "gemello" del vicino Forte Fratello
Minore: la demolizione del forte, avvenuta fra il 1930 ed il 1937 per
ordine del Regime Fascista, fu ritenuta necessaria per far posto
all'installazione di quattro piazzole per artiglieria antiaerea (di cui
ancora oggi sono visibili i resti), utilizzate probabilmente dai
Tedeschi dopo l'8 settembre 1943. La demolizione dello storico edificio
sollevò, anche allora, più di una polemica, trattandosi comunque di un
complesso monumentale andato perduto per sempre.
Dalla
sommità del Monte Sellàto appare, verso Nord, la regolare piramide
erbosa del Monte Diamante, sormontato dall'omonimo forte: scendendo
lungo il ripido crinale, seguendo un sentiero terroso che, specie dopo
le piogge, può risultare fastidiosamente scivoloso, si raggiunge
abbastanza velocemente l'ampia
insellatura del Colle del Diamante (555 m, h
0,10 dal Monte Sellato, bel panorama sul paese di Trensasco
e sulla Val Bisagno), dove si incontra un crocevia di sentieri.
Proseguendo
lungo
l'ampia mulattiera lastricata marcata col segnavia ○, si
risale con
numerosi ampi tornanti il versante meridionale del Monte
Diamante raggiungendo la sommità dello stesso, dove sorge
il complesso e monumentale edificio del Forte Diamante
(650 m circa, h 0,15 dal Colle del
Diamante). Costruito fra il 1756 e il 1758, il forte ha da allora
costituito il primo e più importante baluardo difensivo contro gli
attacchi da Nord per la città di Genova. Per la sua forma particolare
(che dall'alto ricorda una stella) e per la sua posizione dominante è
uno dei più caratteristici e suggestivi forti genovesi. Nonostante il
lungo abbandono e i deprecabili episodi di vandalismo che si sono
succeduti nel corso degli anni, l'edificio
è ancora in discrete condizioni e, seppur chiuso con un
robusto cancello, anche il
percorso lungo le mura esterne è già di per sè assai
interessante, sia per
le particolari soluzioni costruttive che per gli ampi
panorami sulle valli Polcevera e Bisagno, fino a Genova ed al Mar
Ligure.
Ritornati
al Colle del Diamante, si prosegue lungo la pianeggiante mulattiera
(segnavia ○) che taglia
a mezzacosta il versante Est del Monte Sellato, alto sulla
bassa Val Bisagno: più in basso si scorgono i serpeggianti binari della
linea ferroviaria Genova-Casella. Fiancheggiata una caratteristica
placca rocciosa inclinata (segno giallo), si raggiunge un'ampia sella
erbosa (547 m), posta la piede della spalla Sud-Est del Monte Sellato,
ormai nuovamente sul crinale Bisagno-Torbella: il sentiero che si
stacca a destra è quello che raggiunge direttamente il Forte Fratello
Minore (e che si è abbandonato risalendo la cresta del Monte Sellàto).
Con bellissimo panorama sulla città di Genova, su Sestri Ponente e
sulle valli Bisagno e Polcevera, si prosegue lungo il comodo crinale
erboso, in direzione delle evidenti fortificazioni che lo dominano.
Oltre un
poggio con grosso ometto di pietre, si scende velocemente ad
una insellatura: qui conviene abbandonare la larga mulattiera segnalata,
che aggira il successivo rilievo sul lato Torbella, per seguire un
ripido sentierino che sale in breve ai piedi del
severo bastione del Forte Puìn (507 m, h
0,35 dal Forte Diamante). Edificato più o meno
contemporaneamente ai non lontani "Due Fratelli", è il più
piccolo dei forti genovesi. È costituito da un massiccio torrione
quadrato che poggia su alti bastioni a forma di stella: dopo essere
appartenuto per molti anni a privati, che l'avevano adibito ad
abitazione civile, oggi viene utilizzato come centro di incontro per
gruppi e scolaresche dall'Ente Parco delle Mura. Quanto al toponimo,
pare che il nome "Puìn" derivi dal dialetto genovese con
significato di "padrino", probabilmente con significato di
"protezione" che questo forte può esercitare sopra i Due
Fratelli. A sostegno di questa teoria, la costruzione in pietra, di cui
si possono notare ancora oggi i ruderi poco sotto il forte (e che qui
sorgeva già in epoca antecedente alla costruzione del forte stesso), è
nota nella zona come "Baracca du Puìn".
Costeggiato
il bastione Est del forte (lato Bisagno), con bellissima
vista sul centro di Genova, si raggiunge una nuova ampia
sella, dove si ritrova la mulattiera segnalata con ○ e dove
sorge una
curiosa colonnina: qui si può imboccare anche la
breve rampa lastricata che sale al cancello di ingresso del
forte. Lasciato a sinistra lo stacco del "Sentiero delle
Farfalle" (cartello), si prosegue lungo il crinale per la comoda
mulattiera, che da qui diventa quasi una carrareccia. Superati numerosi
ruderi di antiche costruzioni ed una zona con antenne per
telecomunicazioni, si scavalca un breve ponte in pietra portandosi
nuovamente sul versante Torbella: seguendo un sentierino a sinistra di
nuovo sul filo del crinale, si può raggiungere il piede della grande
costruzione del Forte Sperone (500 m circa), sulla sommità del Monte
Peralto, altrimenti si continua nel bosco sulla carrareccia che
rimane ai piedi del lato occidentale delle imponenti Mura Nuove,
un grandioso complesso fortificato che racchiudeva al suo interno, con
la forma di una "V" rovesciata, la città di Genova. In
ambiente purtroppo sempre più degradato a causa dei grossi depositi di
immondizia ai lati del sentiero, si costeggia tutto il lungo complesso
del forte, fino ad uscire in un ampio spiazzo nel bosco dove c'è un
crocevia di sentieri (425 m circa, h 0,30
dal Forte Puìn).
Andando
a sinistra, si supera un grande cancello aperto nelle Mura Nuove
raggiungendo una strada asfaltata (tabellone): seguendo la strada verso
sinistra si raggiunge in breve l'ingresso dell'imponente Forte Sperone: realizzato fra il XVIII° e il XIX° Secolo al vertice
delle Mura Nuove, il complesso fu un punto chiave delle fortificazioni
genovesi. Oggi, in gran parte restaurato, ospita mostre e
manifestazioni, e da marzo a novembre è aperto al pubblico con visite
guidate. Seguendo invece la strada verso destra, si raggiunge in qualche
centinaio di metri il grande piazzale davanti all'ingresso del Forte
Begato (453 m): costruito tra il 1818 e il 1829 su una zona di
pre-esistenti fortificazioni, esso costituiva una vera e propria
cittadella comprendente diversi stabilimenti militari, un parco di
artiglieria ed un considerevole acquartieramento di truppe. Primo tra i
forti genovesi ad essere completamente restaurato grazie ad ingenti
fondi della Comunità Europea, con grandi prospettive di utilizzo e
fruizione, in puro "italian style" oggi è chiuso e
completamente abbandonato a sè stesso.
Tornati
allo spiazzo nel bosco, si segue verso Sud-Ovest l'ampio sentiero
segnalato con ■■ e ▬
che traversa pressochè pianeggiante nel bosco sotto il Forte Begato.
Dopo un centinaio di metri, si lascia un sentiero meno evidente che
prosegue dritto e si svolta con decisione a destra, mantenendosi sui
medesimi segnavia: con lentissima discesa il largo sentiero, nel fitto
bosco, perde quota con alcuni lunghissimi tornanti (all'inizio,
purtroppo, molti rifiuti sporcano il sottobosco), sfiora un paio di vecchie
carcasse d'auto e si immette, molto più in basso, in
una stradina asfaltata presso alcune case isolate (h
0,40 dallo spiazzo nel bosco).
Si
segue la stradina in discesa, verso destra: fiancheggiando case sparse e
poderi, la rotabile (stretta ma sempre asfaltata), perde quota in
discesa moderata quindi, superato un piccolo rio, scende più
ripidamente fra le case fino ad un ponte sul Torrente Torbella.
Superato il ponte, si abbandona l'asfalto per seguire a destra una
"crösa" scalinata in ripida salita (segnavia ▬): con faticoso percorso fra
vecchie abitazioni (alcune abbandonate) ci si immette più in alto in
una via asfaltata pressochè pianeggiante (Via Begato). Proseguendo
verso sinistra, si giunge ad un ponte su un rio: oltre il ponte, si
segue a sinistra in salita Via Negrotto Cambiaso e, in beve, si ritorna
nella piazza principale di Begato (h 0,20
dal termine del sentiero).