Col Nudo 2471 m

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 021

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALTRE ZONE (GRUPPO DELL'ALPAGO)

SCHEDA N. 1

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Fadalto-Lago di Santa Croce (uscita della A27 Mestre-Belluno) si seguono le indicazioni per Puòs d’Alpago, quindi per Lamosano e infine per il piccolo abitato di San Martino d'Alpago

Entrati nel paesino, si imbocca una stradetta che, dopo essere passata per un piccolo gruppo di case (Staòl – 950 m), diviene sterrata. La carrareccia, sempre ben percorribile, prosegue nel bosco mantenendosi in costa fino ad una secca curva a sinistra (torrente), oltrepassata la quale si incontra un bivio ove sono anche le prime tabelle con indicazioni per "Forcella della Lastra" e "Passo di Valbona".

 

ITINERARIO

Lasciata l’auto, si prende la sterrata (questa volta un poco più accidentata) che sale verso la vicina Casera Stabili (1049 m). Poco oltre, nei pressi di una presa d’acqua, si raggiunge l’edificio diroccato di Casera Scalèt Bassa (1169 m); la carrareccia si trasforma in mulattiera inerbita fino a che, oltrepassato uno spiazzo con un altare, occorre piegare seccamente verso destra. Non vi sono segnali evidenti, solo una freccia bianco/rossa su un albero e un segno a vernice su un manufatto in sassi, e conviene non farsi trarre in inganno dall’invitante traccione dal fondo inghiaiato che prosegue dritto lungo la valle (e che io ignoro dove vada!).  

La mulattiera diviene sentiero e prosegue nel bosco con pendenza sempre più sostenuta per risalire la valle (Venal di Montanès) sul suo fianco destro; a poco a poco la vegetazione si dirada e, usciti dal bosco, ci si affaccia su una meravigliosa conca verdeggiante nel pressi dei pochi ruderi ancora visibili della Casera Scalèt Alta (1763 m). Davanti a noi bene evidente la Cima Secca e, sulla destra, apparentemente più piccolo, il Col Nudo; l’ambiente è suggestivo, e verdissimi prati si alternano a placconate rocciose  incredibilmente bianche e lavorate dalle acque in maniera davvero sorprendente. 

Poco oltre si incontrano anche altre tabelle segnaletiche; a sinistra per la Forcella della Lastra, mentre per il Passo di Valbona occorre proseguire dritto (circa h 1,30). Da qui in poi, nonostante ci si trovi sul percorso di un'Alta Via, le tracce sul terreno diventano meno marcate e i segnavia alle volte tendono a latitare; piegando però leggermente a destra e seguendo la bella bastionata rocciosa in questo punto davvero incombente non si rischia di sbagliare. Il sentiero continua a risalire la valle mantenendosi sempre accosto alle rocce; l’ambiente è bello, selvaggio e solitario e al verde dei prati fanno da contrasto le colate di ghiaie che scendono dalle cime che chiudono la valle e i curiosi anfratti e canali che si aprono sulla bastionata rocciosa che incombe proprio sopra il sentiero. 

Continuando nella salita ci si affaccia alla piccola conca della Busa di Valars (2000 m circa, h 1,00 da Casera Scalèt Alta), proprio sotto la punta più alta (Col di Piero) con cui terminano le rocce seguite fino ad ora; tra questa e il vicino ed incombente Monte Teverone fa capolino il Lago di Santa Croce.  

Proseguendo dritti (tabelle), si passa sotto le placconate della Cima della Pala di Castello e, in breve, si è sul piccolo ma panoramico Passo di Valbona (2190 m, h 0,30 dalla Busa di Valars). Ci si trova proprio sotto la cima del Col Nudo (che però ancora non si vede!) mentre spicca a destra il Teverone e alle spalle la bella vallata percorsa fino ad ora.  

Dal passo, tabelle indicano la direzione da mantenere. Per zolle d’erba e rocce artisticamente erose dall’acqua si risale il pendio della Cima Lastèi (2430 m) mantenendosi sempre verso il suo ciglio meridionale; il terreno non è difficile e, anche se alle volte le tracce scompaiono, sbiaditi segni rossi e qualche ometto rassicurano sul fatto di essere sulla via giusta. In poco meno di un’ora, sempre su terreno abbastanza ripido, si giunge sulla Cima Lastèi; più che una cima, è un crinale erboso meravigliosamente affacciato da un lato sulle Dolomiti d'Oltre Piave e sulla pianura retrostante e dall’altro sulle cime che fanno da corona all’altopiano dell’Alpago.  

Da qui la cima del Col Nudo è davvero vicina, e appare come un tozzo accumulo di ghiaie; ci si avvicina percorrendo il filo di cresta in leggera discesa, dapprima per erbe e poi per roccette mentre il crinale diventa sempre più stretto. Per superare un intaglio, ci si cala per un paio di metri sul versante opposto, per poi tornare sulla crestina che diventa sempre più aerea fino a che questa non va a morire contro il fianco del Col Nudo. Lo si risale per ghiaie e facilissime roccette e in pochi minuti si è sulla cima del Col Nudo (2471 m); rimasugli di una croce e resti del libro di vetta ma un panorama davvero incredibile sia sulle vicinissime Dolomiti d'Oltre Piave, sia sui lontani ma ugualmente maestosi Pelmo, Civetta e Marmolada.  

Per la discesa, nonostante sulla cartina non appaiano sentieri marcati, si può seguire il crinale del Col Nudo fino alla nuovamente panoramicissima Anticima Nord (2450 m) lungo tracce ben marcate e con un percorso sicuramente meno esposto di quello fatto fino ad ora. Calandosi poi per divertenti ghiaie e sempre lungo una traccia ottimamente marcata, ci si porta nei pressi della Forcella Bassa del Col Nudo: si prosegue quindi sotto le rocce stratificate e coreograficamente erose dall’acqua della Cima Secca fino ad intercettare una traccia segnata (Alta Via delle Dolomiti n° 7) che torna verso la Busa di Valars. 

Da qui occorrerebbe mantenersi sulla traccia (marcatissima ma non segnata) che perde quota mantenendosi sul versante della valle opposto rispetto a quello seguito in salita fino ad intercettare un ulteriore sentiero diretto ai ruderi di Casera Scalèt Alta: per il percorso seguito all’andata, quindi, nuovamente a Casera Stabili e alla macchina.  

In alternativa, facendosi tentare dai meravigliosi prati e dalla stupenda conca verdeggiante, si può tagliare liberamente, mantenendo come punto di riferimento la ben evidente bastionata rocciosa alla base della quale era il sentiero per il Passo di Valbona, per arrivare comunque alla Casera Scalèt Bassa (complessivamente, in discesa circa h 2,30).  

Una ulteriore alternativa, riservata però ai possessori di buone gambe e di una sconfinata voglia di camminare, è rappresentata dalla possibilità di rientrare alla Casera Scalèt Alta passando per la Forcella della Lastra, lungo un percorso che si sviluppa interamente per creste.  

 

TEMPO TOTALE

h 6,30 - 7,00 

DISLIVELLO

1500 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenati (qualche tratto un po' esposto)

ULTIMO SOPRALLUOGO

maggio 2007

PERIODO CONSIGLIATO

maggio - ottobre

COMMENTI

Itinerario abbastanza facile (solo un breve tratto di cresta un poco esposto) in ambiente selvaggio e molto particolare ma piuttosto lungo e con un buon dislivello; a compensare dalle fatiche della salita il panorama che si può godere dalla cima. Davvero grandioso!