CARTINA CONSIGLIATA
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I.G.C.
scala 1:25.000 - Foglio 108
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
SU NEVE/GHIACCIO - VAL D'AOSTA (MONTE
ROSA)
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SCHEDA
N. 1
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STORIA
ALPINISTICA
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Il
Polluce
(4092 m) è un'imponente montagna che si erge sullo spartiacque principale
italo-svizzero, fra la Porta Nera a Nord-Ovest (3734 m) ed il Colle
di Verra a Sud-Est (3845 m), nel massiccio del Monte Rosa. Queste due ampie e profonde depressioni,
che lo separano nettamente dalla Roccia Nera (4075 m) e dal Càstore
(4221 m), gli conferiscono una spiccata individualità, caratteristica
questa che ne rende particolarmente remunerativa l'ascensione per via
dello splendido panorama che si può godere dalla sommità.
La
via normale lungo la cresta Sud-Ovest, in
prevalenza su ghiaccio con pista ben tracciata, prevede anche un tratto di
roccia con alcuni passaggi non proprio banali: in definitiva, un
itinerario per
alpinisti preparati.
Prima
ascensione della montagna: J. Jacot con P. Taugwalder e J. M. Perren, il 1° agosto 1864
per il versante Ovest. |
AVVICINAMENTO
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Dal rifugio si
prende la pista ben tracciata che si inoltra sul Ghiacciaio Grande di
Verra (piccozza e ramponi), serpeggiando tra gobbe e crepacci:
raggiunto un primo avvallamento, si supera una zona ricca di crepacci
(attenzione) per continuare poi la salita su pendio più
ripido, fino al
campo di ghiaccio sottostante l'ampio Colle di Verra (3845 m).
A questo punto, si gira decisamente verso sinistra per
traversare alla base tutta la rocciosa cresta Sud-Ovest del Pòlluce,
fino ad una rampa detritica dove inizia il tratto roccioso (h
1,30, ometti). Attacco. |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si risale il
pendio di detriti e sfasciumi molto instabili (massima attenzione a non
staccare pietre!) fino al culmine della rampa, da dove si risale la cresta
al meglio (diverse tracce possibili, che si incontrano tutte più in
alto). Splendide vedute su Roccia Nera, Castore,
Breithorn
e Lyskamm.
A tratti di sentiero si alternano brevi passaggi su
roccette (I°, II°), da affrontare con attenzione per via della
quota e del possibile verglas, fino a giungere, all'uscita di una
cengia, al
passaggio chiave della via, attrezzato con catene: si traversa una placca
liscia ed esposta (III°, appoggi minimi per i piedi) fino ad un camino, che si
risale al meglio superando un masso incastrato (catena). Giunti ad un
colletto, si risale la parete di sinistra (catena) con arrampicata non
banale (III°+) fino ad un comodo
terrazzo, ormai alla fine delle difficoltà, su
cui sorge una
madonnina.
Da qui appare alla vista l'ultimo tratto di
cresta ghiacciata che culmina con la vetta: calzati
nuovamente i ramponi, si risale la cresta (attenzione all'esposizione e ad
una crepaccia nei pressi della vetta) e si giunge in breve sulla esile
cima del Polluce (h 1,45 dall'attacco delle
rocce). Meravigliosa veduta sulle cime del
Rosa (di fronte
troneggia la Punta Dufour 4634 m), su Monte Bianco, Gran
Paradiso e, oltre la cresta dei Breithorn, sulla acuminata
piramide del Cervino.
Discesa: per la stessa via in h
2,30. |
TEMPO
TOTALE
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h
6,00 circa (esclusi l'avvicinamento e la discesa dal rifugio)
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DISLIVELLO
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700 m
circa
(esclusi
l'avvicinamento e la discesa dal rifugio)
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DIFFICOLTA’
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PD+
(passi di I°/II° e un tratto di III°/III°+)
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MATERIALE
UTILE
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casco,
corda da 50 m, 2/3 rinvii, cordini, ramponi e piccozza
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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20
luglio
2003
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PERIODO
CONSIGLIATO
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luglio
- agosto
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COMMENTI
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Salita piuttosto impegnativa e di
soddisfazione, ad un 4000 per niente banale: attenzione ai crepacci sul
ghiacciaio, ed ai detriti mobili sulla cresta. Passaggi su roccia da
affrontare con attenzione. I tempi si possono allungare di molto,
soprattutto quelli di discesa, qualora si incontrasse molta gente lungo la
via (cosa alquanto probabile nei fine settimana).
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