Rocca dell'Èrxo 898 m - Via "Ni.Pa."

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CARTINA CONSIGLIATA

F.I.E. scala 1:25.000 – Foglio SV-1

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - APPENNINO LIGURE

SCHEDA N. 20

 

FOTO NOTEVOLI

IL MARE DAL POGGIO DEL CURLO

IN ARRAMPICATA SULLA VIA NI.PA.

ARENZANO DAL RICOVERO “AI BELLI VENTI”

 

STORIA ALPINISTICA

La Rocca dell’Erxo (898 m) è una montagna prevalentemente erbosa situata nel Gruppo del Beigua, nell'entroterra di Arenzàno, e costituisce una sorta di “anticima” al poco più elevato Monte Tardia di Ponente

Poco sotto la vetta sorgono un cippo del C.A.I. di Arenzano ed il pittoresco rifugetto “Ai Belli Venti”, minuscolo ricovero riattato dai soci dello stesso C.A.I. arenzanese. La Rocca dell’Erxo, come detto, presenta fianchi ripidi ma prevalentemente erbosi, ad eccezione di quello sudorientale, dove dai prati fuoriescono alcune modeste e fratturate strutture rocciose. Lungo questo versante un anziano ed affezionato alpinista arenzanese, Nino Parodi, ha tracciato nel corso degli anni una divertente (anche se un po’ discontinua) via di stampo classico, con difficoltà contenute ma in ambiente aperto, panoramico e su roccia in gran parte solida. La via è da sempre nota come “Ni.Pa.”, in omaggio al primo salitore. Dopo lunghi anni di frequentazione limitata a pochi amatori del posto, recentemente la via è stata interamente ri-attrezzata con fix inox e segnalata con evidenti strisce bianche (ad integrazione dei pochi bolli preesistenti) da alcuni appassionati frequentatori del forum “Quotazero”: ne è nato un itinerario piacevole e sicuro, sicuramente meritevole. 

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Arenzano (uscita dell'autostrada A10 Genova - Ventimiglia) si segue la statale verso destra (ponente) per Cogoleto, ma si imbocca quasi subito una stradina sempre a destra che conduce alla frazione Terralba (79 m). Di qui, proseguendo per una strada stretta ma sempre asfaltata, si sale fra case e boschetti fino ad una sella panoramica, in località Curlo (292 m, parcheggio, area picnic).

 

AVVICINAMENTO

Presso una grande cisterna per l'acqua si imbocca un sentiero (segnavia ●●) che sale fra arbusti e roccette fino a ritrovare la strada, abbandonata in precedenza, ora sterrata. Si prosegue lungo la strada, si supera una sbarra e si raggiunge un bivio: trascurato il ramo di sinistra, che scende in breve alle Case Forestali, si prosegue per alcune centinaia di metri sulla carrareccia di destra, poi la si abbandona per prendere a destra un sentiero che quasi subito si biforca. Lasciando a sinistra il segnavia ●●, si devia decisamente a destra (segnavia A) e, con una serie di tornanti ben tracciati fra alti pini, si esce sul filo di un panoramico costone, con bella vista sulla costa. Seguendo il sentiero, si tagliano a mezza costa le pendici meridionali del Bric Gavetta, con vedute sempre più ampie sulla costa fra Arenzano e Vèsima. Con percorso pressochè pianeggiante, il sentiero aggira un tratto di speroni rocciosi e conduce al pittoresco Ricovero Scarpeggin (h 0,35), a ridosso di una paretina rocciosa su cui sono state tracciate alcune vie di palestra. Proseguendo oltre, il tracciato asseconda la testata di un ampio vallone, poi si lascia a sinistra la traccia diretta al Passo della Gavetta (ometti e segnavia V, vedi itinerari Monte Reixa e Cresta delle Tardie) per proseguire in piano sul sentiero A che, con lungo percorso, taglia una serie di vallonetti (facili guadi) sul versante meridionale della Rocca dell’Erxo. Aggirato un costone, si guadagna quota con un paio di tornanti, quindi si passa al di sotto di un traliccio dell’alta tensione e, con un ultimo traversone, si giunge su un nuovo costoncino, dove presso un pilastrino roccioso si trova l’attacco della via, segnalato da un grosso ometto a destra e da un fix sulla placchetta a sinistra (h 1,15 dal Curlo). Attacco.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si riporta qui la numerazione di tutti i tiri, anche se molti in realtà possono essere effettuati tranquillamente in conserva, vista la relativa facilità dei passaggi.

1 – Si rimonta una breve placchetta fino alla base di un pilastrino, che si scala per una paretina verticale di circa 4 metri (III°+, 2 spit, 10 m, sosta sulla sommità del pilastrino).

2 – Si prosegue sul filo dell’ampio costone erboso, del tutto facilmente, fino alla base di un grosso roccione: volendo è possibile aggirarlo per erba sulla destra, altrimenti si va a sinistra e lo si scala per uno stretto camino verticale molto caratteristico (8 m, III°, due spit di sosta sulla sommità);

3 – Si prosegue per una buona traccia fra erba e roccette, in direzione di una vasta placconata nera incisa da un evidente diedrone bagnato (circa 100 m di sentiero). Si scala un primo facile gradino (passo di III°), quindi si prosegue nel diedro, umido e muschioso ma piuttosto rotto (III°) fino ad un forcellino con due spit di sosta (20 m, 2 chiodi vecchi e 3 spit). Per erba e scarse roccette si risale un pendio (segni bianchi) e si giunge alla base di un’altra balza nerastra (altri 30 m di facile sentierino);

4 – Si attacca la balza da destra (III°, 1 spit), quindi si traversa sotto ad uno strapiombo umido (“passo del gatto”, III°) fino ad un terrazzino: da qui si prosegue verso l’alto lungo uno speroncino roccioso (II°, 2 spit) fino ad un masso con 2 spit di sosta (20 m);

5 - Si prosegue per facile terreno erboso tendendo a sinistra fino alla base di un muretto (più in basso a sinistra una variante ugualmente segnata in bianco ma non attrezzata): si scala il bel muretto (III°, 1 spit) fino ad un pulpito roccioso dove si trovano due spit di sosta; trascurandoli, si prosegue per una bella placchetta (III°, 1 spit), quindi si continua lungo una facile crestina di grossi blocchi (II°, 1 spit) fino ad un tratto erboso e ad un grosso masso con 2 spit di sosta (30 m);

6 – Si supera un primo gradino nerastro (III°+, 1 spit) quindi, dalla cengetta successiva, si affronta un breve strapiombo molto ammanigliato (IV°-, 1 spit) e si esce al pianerottolo di sosta con 2 spit (20 m);

7 – Si prosegue lungo una facile cresta articolata () fino alla base di un grosso masso, che si supera con un passo di III° (sosta con 2 spit, 30 m);

8 – Si traversa a sinistra su erba per una decina di metri, fino all’attacco di un bel muro nero: si attacca a sinistra, superando un primo gradino fino ad una cengetta con piccola grotta (III°), quindi si traversa a destra e si attacca la bella placca tecnica (III°+, IV°-, 4 spit) fino alla sommità, dove si trovano i due spit di sosta (20 m);

9 – Si attacca il successivo breve risalto per una rampa rocciosa a destra, che con bella arrampicata (III°+, 2 spit) consente di aggirare uno spigolo e di raggiungere la sommità del risalto stesso (2 spit di sosta). Si prosegue per facile terreno erboso (circa 20 m) fino alla base di un nuovo breve risalto;

10 – Si attacca il risalto per una facile placchetta (II°), quindi con un nuovo tratto erboso ci si porta leggermente a destra, alla base di un corto caminetto che si risale (II°, 1 spit) fino ad un nuovo pulpito. Si prosegue nuovamente per tracce fino alla base di un corposo torrione nero (circa 50 m di sentiero);

11 – Si attacca il torrione per una bella placca piuttosto ripida (III°+, 1 spit), uscendo su una prima spalla. Si prosegue per circa 10 m su erba fino alla base del torrione vero e proprio, sostando alla base del canalino che lo incide (sosta su masso, 20 m);

12 – Si attacca il verticale torrione (una variante più facile ma non attrezzata risale il canale/camino direttamente dalla sosta): superato il primo risalto (IV°-, 1 spit), si monta su un umido pianerottolo, dal quale si attacca la sovrastante ripida e liscia placca (IV° e un passo di IV°+, 2 spit) fino alla sommità del torrione. Superata una sella rocciosa, un altro breve risalto di 2 metri porta al grosso masso con i 2 spit di sosta (15 m).

Proseguendo per l’ultimo pendio, per facile terreno erboso (volendo, si possono salire ancora un paio di banali risalti, altrimenti per ripido pendio erboso) si giunge alla spalla dove sorge il caratteristico ricovero “Ai Belli Venti (880 m, h 2,30 circa dall’attacco).

Discesa: si segue il sentiero segnato “●●” che con strette svolte scende il ripido pendio occidentale della Rocca dell’Erxo, fra erba e radi alberi, fino al ben visibile Passo della Gavetta (h 0,15 dalla cima). Seguendo a sinistra il sentiero segnato con la “V”, si ritorna sulla “A” e, attraverso il Ricovero Scarpeggìn, nuovamente a Curlo (h 0,40 dal passo).  

 

TEMPO TOTALE

h 4,30 – 5,00 (di cui h 2,30 circa di arrampicata)

DISLIVELLO

600 m circa (di cui 150 m circa di arrampicata)

DIFFICOLTA’

AD- molto discontinuo (passi di III°+/IV°)

MATERIALE UTILE

corda da 30 m , casco, 7-8 rinvii, cordini e moschettoni

ULTIMO SOPRALLUOGO

22 aprile 2012

PERIODO CONSIGLIATO

primavera e autunno

COMMENTI

Via molto piacevole, poco sostenuta e discontinua ma comunque interessante per la roccia quasi sempre buona e per i panorami molto estesi sulla costa ligure. Sconsigliata in pieno inverno a causa della particolare ventosità della zona, così come d’estate per l’esposizione a mezzogiorno. Possibilità di abbandonare la via quasi in ogni momento.