CARTINA CONSIGLIATA
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I.G.C.
scala 1:50.000 – Foglio 16
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
- APPENNINO
LIGURE
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SCHEDA
N. 5 |
STORIA
ALPINISTICA
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La scura cresta
ofiolitica della Baiàrda sorge al centro di un caratteristico complesso
roccioso nell'immediato entroterra di Genova Voltri. Con la
fronteggiante cresta della Punta Martìn ha costituito, per interi
decenni, la più frequentata palestra di roccia dei genovesi, prima della
"scoperta" dei calcari di Finale.
Per questo motivo sulle
sue pareti, a picco sul selvaggio Vallone della Baiardètta, sono stati
tracciati nel corso degli anni innumerevoli itinerari di ogni difficoltà:
itinerari che, piuttosto recentemente, sono stati "riscoperti",
valorizzati e, nella maggior parte dei casi, attrezzati con spit o
resinati.
Nonostante ciò, alla
Baiàrda si respira ancora un'atmosfera
"anni '30" molto piacevole: tanto più che, forse per
l'esposizione non proprio ottimale o per l'accesso comunque non immediato,
la frequentazione rimane entro livelli più che accettabili e non capita
mai di fare code!
Questa "Via
Classica" (non è una
denominazione ufficiale, ma descrive l'itinerario in modo appropriato),
concatena i più famosi passaggi del "Bastione del Gran Diedro",
poderoso pilastro appoggiato alla massiccia Cima di Pietralunga: la Placca
di Ubaldo, lo Sperone delle Clessidre, il Diedro del
Tranviere, la Via dei
Camini e, per finire, il Diedro Gozzini, spettacolare formazione rocciosa
che conduce direttamente in vetta al Bastione. |
PUNTO
DI PARTENZA:
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Da Genova Voltri (uscita della A10
Genova-Ventimiglia) si risale
la Val Lèira
fino all'ingresso del paese di Mele: qui si devia a destra nella
breve valle del Torrente Acquasanta fino al piccolo centro di Acquasanta
(200 m circa, grande Santuario che domina il paese).
Con un paio di
tornanti si sale dietro al santuario fino al piccolo parcheggio antistante
la stazione ferroviaria (6,5 km circa da Voltri).
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AVVICINAMENTO
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Si entra nella
stazione ferroviaria e si segue il marciapiede verso sinistra per alcune
centinaia di metri, fino all'altezza di un passaggio a livello pedonale;
si attraversano quindi i binari e, dall'altra parte, si imbocca una
mulattiera che risale il pendio boscoso con alcuni comodi tornanti. Si
raggiunge così una piccola conca erbosa, con alcune case isolate.
Oltrepassato un cancello semi divelto, si fiancheggia ancora una grande
casa abbandonata e, per bei prati, si scende ad imboccare il selvaggio Vallone
della Baiardètta, racchiuso fra gli aspri contrafforti di Punta Martìn - Monte Pennello e la scura Cresta della
Baiàrda.
Il
largo sentiero prosegue per un po' quasi pianeggiante fino in località Gazêu
(292 m, h 0,25), dove alcuni cartelli
segnalano un bivio.
Abbandonato il tracciato principale, che di lì a poco
attraversa il Rio della Baiardètta diretto a Punta Martìn
per la cresta SO (via normale), si prende il sentiero di destra, che sale ripido lungo
le pietraie alla base della Baiàrda. Guadagnata quota, la traccia
traversa in leggera salita verso sinistra per andare a raggiungere, molto
più a monte, nuovamente il Rio della Baiardètta, oltre un tratto
dirupato del suo alveo. Seguendo il rio per un tratto (ometti), si supera
il ben riconoscibile Masso del Ferrante (452 m, h
0,25 da Gazêu) e, per tracce un po' meno marcate, si giunge ad un nuovo
cartello, che indica un sentiero a destra (classificato per Escursionisti
Esperti) diretto alla Cappella della Baiàrda.
Trascurati gli ometti
che invitano a proseguire lungo il letto del torrente (vedi
itinerario Punta
Martìn - Cresta Federici), si prende il sentierino che inizia a
risalire con decisione i ripidissimi pendii erbosi e detritici alla base
del Bastione del Gran Diedro. Raggiunto un minuscolo pianerottolo
detritico, prima di un paio di gradini in legno del sentiero, si devia a
destra per una traccia che si porta presto alla base di una bella placca
quasi verticale (h 0,10 dal Masso del
Ferrante,
attacco).
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DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si possono
contare 9
tiri di corda:
1
- Si attacca la bella placca ("Placca di Ubaldo")
seguendo uno dei due itinerari attrezzati con spit: nonostante la quasi
verticalità, le numerose fessure orizzontali consentono di salire
piuttosto facilmente (III°). All'uscita sul ripiano superiore, si
trovano 2 spit di sosta all'estremità destra della placca (faccia a
monte);
2
- Si segue una comoda cengia erbosa verso sinistra (sentiero), che supera
un roccione e scende poi leggermente fino alla base di un marcato sperone
nerastro (2 spit di sosta alla base dello sperone, tiro da effettuare in
conserva);
3
- Si sale lo sperone ("Sperone delle Clessidre"),
all'inizio facilmente, poi per una leggera spanciatura (III°+).
Oltre un tratto più facile, si supera un'altra leggera
"pancia", poi lungo una fessura breve ma piuttosto tecnica (IV°-)
al pianerottolo di sosta;
4
- Si segue una cengia erbosa per una decina di metri, fino all'attacco di un
evidente diedro nero ("Diedro del Tranviere"): si
risale il diedro, piuttosto impegnativo (III°+), fino al piccolo
tetto che ne chiude l'uscita, si traversa quindi in esposizione verso
sinistra (IV°+, piedi in aderenza) fino ad un minuscolo
pianerottolo, dal quale risalita un'altra breve placca (III°) e
superata con una spaccata una fenditura, si
raggiungono gli spit di sosta;
5
- Si risale un
breve pendio erboso e si raggiunge l'attacco della "Via dei
Camini": si tratta in realtà di una coppia di diedri paralleli,
di cui va risalito quello di sinistra. I primi passaggi sono piuttosto
facili (III°), poi oltre un breve gradino si arriva alla base del
diedro vero e proprio: questo è leggermente inclinato a sinistra, e
costringe ad una arrampicata delicata e faticosa (IV°, un passo di IV°+).
Se ne esce a destra, dov'è il pianerottolo di sosta;
6
- Si attacca la paretina superiore, verticale ma molto articolata (III°),
facendo attenzione a qualche lama instabile. Raggiunto un piccolo pulpito,
si supera una piccola "pancia" (III°+) e si giunge alla
sosta;
7
- Per una brevissima crestina rocciosa si arriva ad un ripiano erboso, sul
quale incombe
minaccioso il "Gran Diedro Gozzini", passaggio chiave
della salita. Si risale un breve canalino erboso, poi si sale verso
sinistra per roccette facili ma un poco esposte (attenzione) fino alla
comoda sosta alla base del diedro (I°+, tiro eventualmente in
conserva);
8
- Si risale una placchetta di roccia chiara e si entra verso destra nel
diedro ("Diedro Gozzini"): i
primi metri sono i più impegnativi, con scarsi appoggi che obbligano
ad un faticoso lavoro di braccia (IV°+). Più in alto la salita si
fa un po' più facile, anche se si mantiene sempre impegnativa ed esposta.
Risalito un tratto verticale (IV°), si prende per una spaccatura che
conduce alla sosta, oramai alla fine delle difficoltà;
9
- Superato un ultimo breve gradino, si esce alla base delle roccette
finali, che conducono
facilmente sulla sommità del Bastione (I°+, eventualmente in
conserva, madonnina e crocifisso).
Discesa:
dalla
cima si prende un evidente sentierino che discende i pendii erbosi verso
sinistra. Dopo alcuni tornanti, la traccia si porta su una esposta cengia
(cavo d'acciaio) che traversa a lungo verso Nord, poi per pendii erbosi
scende molto ripidamente (ancora qualche cavo metallico) fino al pianoro
detritico presso l'attacco della "Placca di Ubaldo" (h
0,20 dalla cima).
Di qui, col percorso già fatto all'andata,
ad Acquasanta (h 0,40 dalla Placca di
Ubaldo). |
TEMPO
TOTALE
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h
5,00 - 5,30
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DISLIVELLO
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500
m circa totali, di cui 130 circa di arrampicata
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DIFFICOLTA’
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D (passi di IV°+)
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MATERIALE
UTILE
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casco,
corda da 50 m (anche singola), 8 rinvii, un po' di cordini
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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11
febbraio
2007
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PERIODO
CONSIGLIATO
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marzo-aprile
e novembre-dicembre
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COMMENTI
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Fantastico concatenamento di
"tiri" per una delle salite più classiche e meritevoli (ma non
l'unica!) della Baiàrda. Via continua, impegnativa e panoramica, che
sembra trasportare l'alpinista dal mare direttamente all'alta montagna.
Poco frequentata (specie se paragonata a Finale!). Attenzione in caso di
giornate ventose, qui fa freddo!
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