Baiàrda - Cresta Settentrionale

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CARTINA CONSIGLIATA

I.G.C. scala 1:50.000 – Foglio 16

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - APPENNINO LIGURE

SCHEDA N. 25

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

IN ARRAMPICATA LUNGO LA CRESTA SETTENTRIONALE DELLA BAIÀRDA

 

STORIA ALPINISTICA

La scura cresta ofiolitica della Baiàrda sorge al centro di un caratteristico complesso roccioso nell'immediato entroterra di Genova Voltri. Con la fronteggiante cresta della Punta Martìn ha costituito, per interi decenni, la più frequentata palestra di roccia dei genovesi, prima della "scoperta" dei calcari di Finale. 

Per questo motivo sulle sue pareti, a picco sul selvaggio Vallone della Baiardètta, sono stati tracciati nel corso degli anni innumerevoli itinerari di ogni difficoltà: itinerari che, piuttosto recentemente, sono stati "riscoperti", valorizzati e, nella maggior parte dei casi, attrezzati con spit o resinati. 

Nonostante ciò, alla Baiàrda si respira ancora un'atmosfera "anni '30" molto piacevole: tanto più che, forse per l'esposizione non proprio ottimale o per l'accesso comunque non immediato, la frequentazione rimane entro livelli più che accettabili e non capita mai di fare code! 

La via della "Cresta Settentrionale" si sviluppa sull'accidentato e movimentato contrafforte che chiude, a Nord, il settore roccioso vero e proprio: più oltre, infatti, i pendii che si saldano al complesso Monte Fontanabuona - Monte Pennello si fanno erbosi, e le possibilità alpinistiche praticamente cessano. Si tratta di un percorso vario ed interessante, in ambiente solitario e panoramico. Le difficoltà, assai discontinue, sono affrontabili a piacere, essendo possibile aggirare in gran parte i brevi risalti rocciosi. L'itinerario qui descritto evita i passaggi più impegnativi (un paio di diedri verticali e l'ostica "Paretina dei due chiodi") con varianti meno difficili: in questo modo, le difficoltà si mantengono sul III° grado. Seguendo invece le varianti difficili, si può arrivare a difficoltà di IV° superiore. La via, ad esclusione del diedro del 3° tiro e della "Paretina dei due chiodi" (passaggi, come già detto, aggirabili, ma chiodati), è completamente da attrezzare con nut, friend e cordoni. 

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Genova Voltri (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si risale la Val Leira fino all'ingresso del paese di Mele: qui si devia a destra nella breve valle del Torrente Acquasanta fino al piccolo centro di Acquasanta (200 m circa, grande Santuario che domina il paese). 

Con un paio di tornanti si sale dietro al santuario, si trascura una diramazione a sinistra per la stazione ferroviaria e si continua a salire con alcuni tornanti verso la Colla di Prà, fino all'evidente stacco, sulla sinistra, di una stradina asfaltata privata (6,5 km circa da Voltri, scarse possibilità di parcheggio presso il bivio).

 

AVVICINAMENTO

Si segue la stretta stradina asfaltata, che in moderata discesa effettua un ampio semicerchio nel bosco: superato il Rio Condotti su un ponte in cemento, la stradina inizia a salire dolcemente fra case isolate. Si lascia a destra una diramazione diretta ad alcune case private e, ormai su sterrato, si scende nuovamente raggiungendo così una piccola conca erbosa: da sinistra proviene il vecchio sentierino dalla stazione ferroviaria (ormai abbandonato per la soppressione del passaggio a livello pedonale). Con un breve tratto in ripida salita si aggira una cancellata, si fiancheggia ancora una grande casa recentemente ristrutturata e, per bei prati, si scende ad imboccare il selvaggio Vallone della Baiardètta, racchiuso fra gli aspri contrafforti di Punta Martìn - Monte Pennello e la scura Cresta della Baiàrda. 

Il largo sentiero prosegue per un po' quasi pianeggiante fino in località Gazêu (292 m, h 0,25), dove alcuni cartelli segnalano un bivio. 

Abbandonato il tracciato principale (segnavia ▬●), che di lì a poco attraversa il Rio della Baiardètta diretto a Punta Martìn per la cresta SO (via normale), si prende il sentiero di destra, che sale ripido lungo le pietraie alla base della Baiàrda. Guadagnata quota, la traccia traversa in leggera salita verso sinistra per andare a raggiungere, molto più a monte, nuovamente il Rio della Baiardètta, oltre un tratto dirupato del suo alveo. Seguendo il rio per un tratto (ometti), si supera il ben riconoscibile Masso del Ferrante (452 m, h 0,25 da Gazêu) e, per tracce un po' meno marcate, si giunge ad un nuovo cartello, che indica a destra il proseguimento del "Sentiero Frassati" (classificato per Escursionisti Esperti) diretto alla Cappella della Baiàrda

Trascurato il "Sentiero Frassati", si prosegue seguendo gli ometti lungo il letto del torrente ("Sentiero Carlo Poggio", vedi anche itinerario Punta Martìn - Cresta Federici), poi si continua ancora un po' sulla riva destra idrografica, sempre guidati dagli ottimi ometti, finchè non si scorge, sul versante opposto del vallone, una piccola cascatella che scende da una balza. Si abbandona a questo punto il tracciato segnalato per attraversare, su grossi massi, il rio e risalire la breve china fino alla base della cascatella.

Lasciato, a destra della cascata, l'evidente e repulsivo "Diedro del Torrente" (10 m, non attrezzato, eventualmente scalabile con difficoltà di III°+), si continua a sinistra del salto d'acqua per una ripidissima traccia che risale il pendio erboso e sassoso. Subito dopo un grosso masso, si attraversa a destra su pietre il piccolo rio che origina la sottostante cascata e, per l'ultima breve china di erba, si giunge all'attacco vero e proprio della "Cresta Settentrionale" (550 m circa, h 0,20 dal Masso del Ferrante, attacco).

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si possono contare 6 tiri di corda:

1 - Si attacca il risalto per una breve placchetta piuttosto ripida (II°), quindi si prosegue a sinistra lungo una rampa erbosa con qualche fastidioso arbusto. Lasciato a destra un primo diedrino più impegnativo, si rimonta un brevissimo caminetto (II°), quindi si scala una corta ma ripida placchetta a destra che conduce sul filo dello sperone (II°+). Seguendo il filo di cresta, per alcuni grossi blocchi, si raggiunge un terrazzino dove si può sostare comodamente (30 m, sosta su friends);

2 - Si supera il verticale spigoletto immediatamente sopra la sosta (III°-), quindi si prosegue lungo il filo per rocce aeree ma facili (II°/II°+) fino ad un ampio ripiano erboso sovrastato da un risalto inciso da un diedro verticale (20 m, sosta su spuntone);

3 - Si sale per un canalino di erba e rocce (II°) alla base del risalto: volendo, si può risalire l'impegnativo diedro (IV°/IV°+, 8 m, 4 chiodi), oppure si può scalare la verticale placchetta sulla destra del diedro stesso, lungo una fessura un po' meno impegnativa ma da attrezzare (III°). Si sosta alla sommità del risalto (25 m, sosta su spuntone);

4 - Si scende dall'altra parte ad un piccolo colletto erboso, da dove si rimonta un brevissimo canalino fino ad un colletto fra il successivo gendarme ed un grosso spuntone. Si prosegue dall'altra parte per una comoda cengia con grossi blocchi poi, appena possibile, si attacca lo spigoletto di destra. Scalata una ripida fessura (III°), si prosegue a destra per una breve placca (esposto, III°) fin sulla sommità del risalto, che si allunga in una piccola conca detritica su cui incombe la severa "Paretina dei due chiodi" (25 m, sosta su alberello o spuntone);

N.B.: dalla selletta all'estremità destra della conca parte una breve traccia che si va a raccordare al vicinissimo "Sentiero Frassati" (possibile via di fuga).

5 - Si può scalare l'incombente paretina (12 m, 3 chiodi vecchi, all'inizio IV°+ poi IV°), oppure si può proseguire aggirandone la base verso sinistra per una cornice erbosa invasa da fastidiosi arbusti. Appena possibile, si rimonta interamente un ripidissimo canale/camino in parte erboso (III°, possibilità di assicurazione un po' precarie) che conduce al soprastante ripiano, subito a monte della "Paretina dei due chiodi" (25 m, sosta su spuntoni);

6 - Si supera un basso risalto risalendo il breve diedro verticale che lo incide (III°, 5 m), quindi si prosegue per erba e roccette fino alla base di un nuovo, più corposo risalto. Si può risalire l'evidente diedro che incide verticalmente il risalto (IV°, 8 m da attrezzare) oppure si può traversare brevemente a destra, da dove si risale poi una placca gradinata con fessura finale (III°) che conduce su un ampio dorso di erba e rocce (30 m, sosta difficoltosa su alcuni spuntoni, h 2,00 circa dall'attacco); 

Non rimane a questo punto che proseguire per l'evidente dorso di erba e rocce, volendo superando ancora qualche breve passo in arrampicata, fino all'ampia sella erbosa sullo spartiacque Baiardètta-Condotti denominata Colle della Baiàrda (700 m circa, palina, h 0,10 dal termine delle difficoltà), dove giunge anche il "Sentiero Frassati" e dove si incontra un crocevia di numerosi sentieri.

 

Discesa: dal colle si segue l'antica mulattiera, inizialmente poco marcata, che scende per gli ampi prati verso Sud (segnavia       e ¨). Divenuto più marcato, il sentiero scende fra radi alberi alla testata dell'incassato vallone del Rio Condotti. Con un lungo traversone verso sinistra, il sentiero si porta sul filo di un ampio costone, dove si incontra il tracciato di un metanodotto. Seguendo per un tratto il metanodotto, si giunge su un poggio con palina: seguendo le indicazioni per "Colla - Acquasanta", si svolta decisamente a destra e si supera un tratto di ripidissima discesa a tornanti, quindi con un lungo traversone verso destra, nell'ultima parte scavato nella roccia, si va a guadare il pittoresco Rio Condotti. Discesi per breve tratto lungo la destra idrografica del vallone, si supera nuovamente il ruscello e si prosegue in discesa, ma con pendenze meno accentuate, nella macchia mediterranea: si supera una presa d'acqua e, con un ultimo ripido tratto, si raggiunge una carrareccia presso una nuova costruzione dell'acquedotto. Seguendo la carrareccia verso sinistra, in leggerissima salita, si taglia uno scosceso versante colonizzato dai pini e si raggiunge in breve la Colla di Prà (318 m, h 0,45 dal Colle della Baiàrda). Qui si incontra la stradina asfaltata che collega Acquasanta con Genova Prà: seguendola verso destra, in decisa discesa, si effettuano alcuni ampi tornanti e si ritorna al bivio dove si era lasciata l'auto (h 0,15 dalla Colla di Prà).

 

TEMPO TOTALE

h 4,30 circa

DISLIVELLO

500 m circa totali, di cui 150 circa di arrampicata

DIFFICOLTA’

PD+ (passi di III°+) seguendo le varianti più facili

MATERIALE UTILE

casco, corda da 50 m (anche singola), 6 rinvii, un po' di cordoni, nuts e friends (medio-grandi)

ULTIMO SOPRALLUOGO

30 marzo 2014

PERIODO CONSIGLIATO

marzo-aprile e ottobre-novembre

COMMENTI

Bella salita, poco impegnativa ma assai remunerativa per l'ambiente solitario e particolare. Molto consigliabile per chi è alle prime esperienze su vie da attrezzare. Chi invece è abituato solo agli spit, nonostante la facilità dei singoli passaggi, potrebbe trovarsi in difficoltà (esposizione e qualche tratto aereo non mancano!). Raccomandata nelle mezze stagioni, normalmente da sconsigliare in pieno inverno (in Baiàrda fa freddo!!!).