CARTINA CONSIGLIATA
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
- ALTRE
ZONE (PREALPI LOMBARDE)
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SCHEDA
N. 4 |
STORIA
ALPINISTICA
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Il
Torrione
del Cinquantenario (1743 m) svetta ardito al termine della bella
cresta Ovest della Grignetta, addossato al basamento della più
corposa guglia della Torre Cecilia. Da questo punto, o più
precisamente dal vicinissimo Colle del Pertusio, dove sorge il Rifugio
Rosalba, detta cresta, che nella parte alta prende il nome di "Cresta
Segantini" ed è una delle vie alpinistiche più frequentate della
zona, digrada con pendii erbosi e, poi, boscosi fino al Lago di Lecco.
Il nostro torrione, dunque, si appoggia alla complessa struttura della Torre
Cecilia, ben visibile insieme alla nostra meta dal Rifugio Rosalba:
un alto colletto separa la piccola cuspide del Torrione del
Cinquantenario dall'affilato "Spigolo Marimonti", altra
frequentatissima via classica che si porta in vetta alla Torre Cecilia.
Al di là della via normale, che sfrutta gli evidenti punti deboli della
montagna (ma comunque da non sottovalutare), le altre numerose vie di
salita al torrione sono tutte di grande impegno, superando tratti spesso
strapiombanti ed espostissimi in piena parete.
Prima ascensione: A.
Andreoletti e U. Fanton il 30 aprile 1911 lungo la via descritta. |
PUNTO
DI PARTENZA
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Rifugio
Rosalba (1730 m), raggiungibile dai Piani
Resinelli (1250 m
circa) in h 1,45 attraverso il "Sentiero
delle Foppe" oppure in h 2,45
attraverso il "Sentiero della Direttissima".
Per i particolari su
quest'ultimo percorso, vedi anche itinerario "Direttissima"
al Rifugio Rosalba.
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AVVICINAMENTO
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Dal rifugio si
scende nell'ampio canale meridionale in direzione dell'evidente Torrione
del Cinquantenario, per una traccia che con ripidi tornanti rimane a
ridosso delle pareti della Torre Cecilia. Presso un tornante più
accentuato verso destra si abbandona la traccia per portarsi, scendendo
lungo un pendio di massi, su un vicino ripiano detritico ai piedi di una
ripida rampa rocciosa, separata dal torrione vero e proprio da un profondo
canalone (h 0,10, fittone resinato a
3-4 metri di altezza, attacco). |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si possono
contare 5
tiri di corda:
1
- Si attacca la placca risalendola fino al fittone, poi si devia a destra
su roccia buona e percorso evidente fino ad una catena di sosta, prima che
la parete si faccia verticale (III°+, poi III°);
2
- Si traversa verso destra, espostamente ma facilmente, fino ad aggirare
uno spigolo e portarsi sulla sponda destra orografica dell'ampio canale
che separa questo avancorpo dal torrione vero e proprio. Si sale per
facili roccette e ghiaie mobili (attenzione) fino ai due anelli di sosta,
proprio di fronte alla parete Nord-Ovest del torrione (II°, nessuna
protezione sul percorso);
3
- Si sale pochi metri sopra la sosta, poi con ampia spaccata si attraversa
il profondo canale nel punto più agevole (fittone). Si attacca ora il
torrione vero e proprio per una specie di fessura-canale che risale in
leggera diagonale la verticale parete. A metà circa un saltino obbliga ad
un passo un po' più impegnativo, poi si prosegue più facilmente fino
all'aerea sosta (catena e vecchio anello, III° continuo);
4
- Dalla sosta si scende di circa un metro, per poi traversare
orizzontalmente lungo un'aerea cengia (fittone) fino al comodo colletto ai
piedi della cuspide finale (II°, due fittoni di sosta + anello
cementato, qui parte lo "Spigolo Marimonti" alla Torre Cecilia);
5
- Spostandosi leggermente sul versante opposto del torrione, si attacca
una liscia placca con piccoli appigli e appoggi fino ad un esiguo
terrazzino. Si sale su di un masso appoggiato alla parete, oltre il quale
si sale la successiva placca, simile alla precedente ma un po' più
impegnativa, fino all'ultimo lastrone che porta in vetta (III°+, poi
IV°, piccola campana senza battacchio sulla cima).
Discesa: è un po' complicata e laboriosa. Con una prima
doppia da 20 m si torna al colletto sottostante. Si percorre quindi a
ritroso il 4° tiro, e dalla successiva sosta ci si cala fino al canale
inferiore con 40 m di calata esposta e scomoda, perchè
leggermente in diagonale. Ripercorso ancora a ritroso il 2° tiro, dalla
catena al sommo del primo tiro ci si cala in breve (15 m circa) al
ripiano detritico dov'è l'attacco. |
TEMPO
TOTALE
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h
2,00 - 2,30
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DISLIVELLO
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100
m circa di sviluppo
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DIFFICOLTA’
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AD
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MATERIALE
UTILE
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2
mezze corde da 50 m, casco, 6 rinvii, cordoni, eventualmente qualche nut
e friend: via attrezzata con resinati e alcuni chiodi
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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27
settembre
2008
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PERIODO
CONSIGLIATO
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primavera
e autunno
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COMMENTI
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Bellissima salita, breve ma di
soddisfazione. L'ambiente, molto selvaggio e caratteristico, merita
certamente una visita. In più l'attacco è molto comodo, e la via breve
consente una ripetizione anche nel tardo pomeriggio senza l'assillo del
buio incombente. Ambiente di vetta molto aereo e pittoresco. Attenzione,
via NON di falesia: la chiodatura, quando c'è, è molto lunga, mentre in
qualche passaggio l'esposizione è notevole: cose queste da tener
presenti, se si vuole arrampicare in Grigna!
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