Si possono
contare in totale 22
tiri di corda; tenere però presente che la maggior parte di questi
vengono percorsi, data la loro facilità, in conserva o slegati:
1
- Si attacca il canale
camino, all'inizio più ampio ed appoggiato, poi
più stretto e verticale (attenzione, roccia spesso umida). Sulla
forcelletta d'uscita si incontra, sulla destra, il primo fix (sosta su
quest'ultimo o sullo stesso spuntone, II° continuo);
2
- Si attacca il muretto a sinistra della forcellina, un po' strapiombante
ma con alcune ottime maniglie (comunque da ricercare) per poi uscire su
una rampa rocciosa molto appoggiata che va seguita fino ad un altro fix
(sosta, IV°- lo strapiombo, poi II°, tiro tecnicamente più impegnativo
dell'intera ascensione);
3-4
- Si prosegue lungo il crinale, ora elementare, di erba e roccette fino
alla sommità della Quota 1943, il primo torrione della cresta. Si
scende dall'altra parte per rocce ed un corto caminetto per poi
proseguire lungo la facile cresta, fino ad una cengetta esposta ma facile
che permette di aggirare una quinta rocciosa e di portarsi in vista di una
selletta ai piedi del torrione successivo (Torrione Dorn). Qui si
trova un fix, e fin qui generalmente si procede in conserva: scesi per
pochi metri lungo un muretto verticale, si raggiunge la selletta. Risaliti
facilmente dall'altra parte, si trovano due resinati alla base del
torrione (sosta, I°, II° dalla cengetta in poi);
5
- Dalla sosta si traversa espostamente verso destra (II°), per poi
salire dritti lungo un caminetto un po' unto (III°), dove si
trova un fix. Si traversa poi decisamente a destra fino ad un terrazzino
(altro fix), da dove si prosegue lungo una cengetta che aggira uno
spigoletto e consente di raggiungere l'attacco di un caminetto di rocce
rotte. Si risale il camino (II°) poi si prosegue direttamente sulle
rocce dello spigolo del torrione (II°) fino alla cresta sommitale
(fix, sosta, percorso molto contorto, rischio di forte attrito per le
corde!);
6
- Si percorre la cresta sommitale del Torrione Dorn, con percorso
molto facile, fino ad incontrare una sosta costituita da due fix (I°,
tratto solitamente percorso in conserva);
7
- Si scende ora la cresta, qui un po' esposta e delicata (II°+) fino
ad un fix: da qui ci si sposta un po' a destra e si scende un muretto
verticale di pochi metri (ma l'esposizione è sensibile, III°) fino
ad una specie di ballatoio che domina il sottostante canale (fix). Da
questo punto è possibile scendere direttamente nel canale con una doppia
da 20 m in parte nel vuoto (consigliato) oppure deviare decisamente a
destra e scendere una fessura verticale di una decina di metri (III°,
fix) fin sul fondo del canale. Una breve risalita per detriti consente di
guadagnare la successiva selletta col Torrione Svizzero;
8
- Si segue la facile successiva crestina che conduce alla base del Torrione
Svizzero (I°, fix di sosta, tratto da percorrere in conserva);
9
- Si sale il breve muretto sopra la sosta (III°-, roccia molto
unta), poi si tende decisamente in diagonale verso destra lungo facili
rocce con percorso più che evidente (II°). Doppiato uno sperone,
che scende direttamente dalla cima del torrione, si raggiunge una cengia
con fix di sosta;
10
- Si scende in arrampicata (II°) all'intaglio tra il Torrione
Svizzero e il Torrione della Finestra, che si supera con bella
spaccata. Si sale quindi la successiva parete lungo una bella spaccatura
diagonale verso destra, si supera uno speroncino che butta un po' in fuori
(II°+) e si sosta su un terrazzino (fix);
11
- Si prosegue verso destra, aggirando uno spigoletto, fino ad una cengia
alla base di un camino. Si sale il camino (fix alla base), stretto, umido
e faticoso (III°), e sbarrato quasi all'inizio da un grosso masso
incastrato. Più in alto le difficoltà diminuiscono un po' (II°+),
e comunque il camino va risalito interamente fino ad uscire su una
cengetta, presso la sommità del Torrione della Finestra (fix di sosta);
12
- Si aggira la sommità del torrione lungo questa cengia circolare (altro
fix), poi si scende per roccette ed una breve spaccatura (II°)
all'intaglio successivo, fra il Torrione della Finestra ed il Pilone
Centrale. Dall'intaglio si prosegue lungo una evidente cengia
orizzontale che taglia il versante Nord del Pilone Centrale (I°,
eventualmente in conserva) fino alla base di un caminetto (fix di sosta);
13
- Si risale il caminetto, prima più facilmente, con più impegno negli
ultimi metri (II°+) fino al forcellino cui fa capo (fix sulla
destra). Si prosegue sulla crestina di sinistra, mantenendosi un po' sulla
sinistra per placchette appoggiate (II°). Si scende per un tratto
breve ma affilato ad un pianerottolo alla testata di un canalino: qui si
prosegue a sinistra lungo una breve serie di placche (II°) che
salgono in diagonale fino ad un'ampia cengia (fix sulla parete di fronte);
14
- Si procede lungo la cengia, facile ed orizzontale (I°) che taglia
tutto il versante Nord del Pilone Centrale. Superato un tratto un
po' più esposto, si raggiunge il sommo del salto verticale che scoscende
sul ripido ed ampio canale detritico detto "La Lingua"
(sosta su fix);
15
- Qui la discesa in doppia è da sconsigliare per via del pericolo di
caduta pietre nel canale. Si scende allora un po' a sinistra, lungo una
facile rampa di roccette, fino a ritrovarsi proprio sul ciglio che
sprofonda nel canale (chiodo vecchio). Si piega allora decisamente a
destra (faccia a valle) e si traversa con percorso molto delicato (III°)
per una minuscola cengetta in piena parete, fino ad un fix circa a metà
del suo sviluppo. Si prosegue con attenzione, sempre sulle medesime
difficoltà, fino allo scomodo passaggio finale che consente di toccare le
ghiaie alla testata del canale, oramai in prossimità dell'ampia Forcella
della Lingua (spuntoni di assicurazione);
16-17
- Dalla forcella si risalgono le ampie e spettacolari placconate di
sinistra, con percorso un po' da ricercare (utili i bolli rossi, II°).
Ogni tanto si incontra un fix, ma il terreno qui consente di procedere in
conserva. Aggirato un salto sulla destra (freccia) si prosegue facilmente
per roccette fino a giungere nuovamente in cresta, non molto distanti
dalla vetta del Pilone Centrale, che si lascia a destra;
18-19
- Si prosegue per facili rocce lungo il filo di cresta e si raggiunge la Quota
2124 della Bastionata, l'ultimo torrione della cresta prima
della vetta. Da qui si scende lungo il filo, a tratti un po' esposto ma
facile, fino ad una placchetta verticale, breve ma da scendere con
attenzione (II°+). Si supera poi ancora un cimotto, oltre il quale
si scende lungo un canalino verso sinistra che può offrire qualche
difficoltà nel passaggio di uscita (II°+). Ci si ritrova così su
una comoda cengia che, percorsa verso destra, diventa presto di nuovo
crestina che precipita verso il successivo intaglio del Bocchino
della Ghiacciaia (fix di sosta);
20
- Scendendo lungo rocce appigliate ma spesso fredde e bagnate (II°)
si tocca il gelido intaglio del Bocchino della Ghiacciaia (fix di
sosta); in alternativa, con una doppia di 10 m circa si ottiene lo stesso
risultato;
Da questo punto, scendendo brevemente per tracce nel canale di destra,
si può andare a prendere il "Sentiero Cecilia" a circa h
0,15 dalla sommità della Grignètta. La "Cresta Segantìni" invece prosegue ancora sulla parete sopra la sosta.
21
- Si attacca la parete in corrispondenza della evidente spaccatura
originata da una grossa scaglia staccata. Si sale la spaccatura (II°+),
poi si esce su una placca inclinata molto esposta (III°) al termine
della quale si incontra un fix. Si sale quindi lungo una fessurina che poi
diventa caminetto (II°+, III°) al termine del quale si esce su
un piccolo terrazzino (fix);
22
- Si traversa un paio di metri a destra, quindi si sale direttamente un
muretto lavorato (II°+) fino ad uscire sulla cresta di un'anticima
(fix). Scesi ad una vicina selletta, si risale l'ultimo tratto di cresta,
per erba e roccette, fino ad incontrare le attrezzature dell'ultimo tratto
della "Cresta Cermenati". Da qui, brevemente, si tocca la vetta della
Grignetta (2177 m), dove sorge il Bivacco
Ferrario.
Discesa: si seguono le attrezzature che conducono in
breve ai piedi del versante meridionale della vetta. Da qui è possibile
(indicazioni) tornare al Rifugio Rosalba col "Sentiero Cecilia"
oppure seguire interamente la "Cresta Cermenati" che, con percorso
molto ripido e fastidioso per via del fondo detritico del sentiero, ma del
tutto facilmente, consente di scendere in circa h
1,30 al Rifugio Porta ed ai Piani Resinelli.