CARTINA CONSIGLIATA
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FRATERNALI
EDITORE scala 1:25.000 - Foglio 15
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
SU ROCCIA - ALPI
MARITTIME
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SCHEDA
N. 41 |
STORIA
ALPINISTICA
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La Testa Nord di Bresses (2830 m) è una massiccia cima rocciosa
situata sullo spartiacque Valletta-Valasco, in alta Valle Gesso. È la
prima e più elevata sommità del breve ma articolato contrafforte che
si origina in direzione Nord-Est dall’importante nodo orografico della
Testa Sud di Bresses (2820 m), sullo spartiacque Gesso-Tinée, e che,
oltre il Colletto del Valasco, si sdoppia ancora nelle due creste
parallele della Cima di Valcuca e della Rocca Soprana di San Giovanni,
che racchiudono al loro interno l’appartata e selvaggia Valcuca.
Al contrario
della Testa Sud, facilmente raggiungibile da qualsiasi escursionista, la
Testa Nord è montagna arcigna e complessa: qui non esistono facili vie
di salita o veloci possibilità di discesa, ragion per cui la cima è
molto poco frequentata nonostante la posizione centrale ne favorisca
l’ampio panorama.
Il toponimo
“bresses” fa chiaro riferimento all’allungata conca pensile
posta a meridione della Testa Sud, che degrada verso il Vallon Rayal
(conca del Lac Négre, nell’alta Tinée): la forma della conca ricorda
infatti le culle che ospitavano i neonati (in occitano, appunto,
“bresses”).
Questo
itinerario, che sale da Nord-Est,
è in realtà un percorso che evita le maggiori difficoltà che si
incontrerebbero seguendo il filo della cresta Nord Est; esso percorre
terrazze erbose, canali e roccette, in ambiente severo e delicato ma
tutto sommato non troppo impegnativo.
A questo
giro, a causa di problemi fisici legati allo scarso allenamento di
questo periodo, ho dovuto giocoforza rinunciare alla vetta, fermandomi a
circa 45 minuti dalla cima. Con l’aiuto dei miei amici, che hanno
completato l’ascensione, ho comunque cercato di fornire indicazioni il
più possibile affidabili per chi volesse ripetere questa salita.
Ringrazio in particolare Alessandro Ottonelli e Alessandro Oddera per le
foto che mi hanno fornito.
La prima
ascensione nota della Testa Nord di Bresses è del solito V. de Cessole
con A. Ghigo e J. Plent il 14 luglio 1909 per il versante Est,
sovrastante il Bivacco Guiglia e il Lago Mediano di Fremamorta. È però
assai probabile che la cima sia stata già raggiunta in precedenza da
qualche cacciatore.
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PUNTO
DI PARTENZA
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Da
Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo
San Dalmazzo e si risale
la Valle Gesso.
Oltre
Valdieri, si lascia a
sinistra la diramazione per Entracque e si continua dritti,
raggiungendo la piccola borgata di Sant’Anna
di Valdieri. Proseguendo lungo il fondovalle, si superano ancora i Tetti
Gaina ed i Tetti Niot, e si raggiungono le Terme
di Valdieri (
1368 m
,
61 km
da Mondovì).
Qui si
trascura il grande parcheggio sulla sinistra e si prosegue per la
stradina asfaltata che contorna a sinistra lo stabilimento termale: ad
un bivio si va a sinistra, in salita (indicazioni), risalendo con alcuni
tornanti nel bosco la parte bassa del Vallone della Valletta. Si
prosegue poi lungamente sulla destra idrografica del vallone per la
stretta stradina, che taglia alcuni impressionanti canaloni e si porta
alla radura dove sorge il Gias
delle Mosche (
1591 m
, tabelle indicatrici per i Laghi di Fremamorta, parcheggio).
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AVVICINAMENTO
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Seguendo
le indicazioni delle paline, si scende a destra lungo una carrareccia e,
poco più sotto, più decisamente per una mulattiera che scende in breve
a valicare il Gesso della Valletta su un ponte in legno. Oltre il
torrente si continua in lieve salita, risalendone la sponda sinistra
idrografica fra prati e cespugli. La mulattiera comincia quindi a
risalire il ripido pendio erboso soprastante con innumerevole serie di
ampi tornanti: la pendenza non è mai troppo accentuata, ma il percorso
può rivelarsi un po’ monotono. Entrati in un rado lariceto, con
alcune belle vedute sulla fronteggiante Serra
dell’Argentéra alla testata dell’omonimo vallone, si
continua a guadagnare quota con le lunghe serpentine finchè la
mulattiera, giunta alla base di alcuni risalti rocciosi, non inizia a
traversare con decisione verso sinistra. Con un lungo saliscendi, per
coste erbose e pietraie, l’ampia mulattiera raggiunge un ripiano
erboso antica sede del Gias della
Partia: qui si ricomincia a salire con decisione per superare la
ripida bastionata soprastante, da cui scende un rio con una serie di
cascatelle su lisce placconate. Con nuova lunga serie di ampi tornanti
il sentiero guadagna la sommità della bastionata, raggiungendo il
ciglio dalla valletta sospesa della Fremamorta:
qui, ai piedi delle rocce e dei macereti discendenti dalla Testa Nord di
Bresses, giace il Lago
sottano di Fremamorta (2359 m, h
2,15 dal Gias delle Mosche, paline).
Fra cospicui resti di casermette ed altri edifici
ex-militari, ci si immette sull’ampia mulattiera che collega la
Fremamorta con la Valscura (vedi anche itinerario Traversata
Prefouns-Fremamorta). Seguendola verso destra, in
moderata salita, si sale in breve per grandi pietraie e
macereti all’ampia
insellatura del Colletto
del Valasco (2429 m, h
0,15 dal Lago sottano di Fremamorta, palina), sullo
spartiacque con la Val Morta, tributaria del Vallone del Valasco.
Attacco.
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DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si
attraversa la linea del valico per grossi massi e si inizia
a risalire la
cresta nord-orientale della Testa Nord di Bresses. Dopo un
primo breve tratto su massi e detriti, si continua a salire per
ripidissima erba, con percorso precario e faticoso. Raggiunta
la cresta, si prosegue lungo il filo per
roccette e rampe (I°),
raggiungendo un piccolo colletto che si affaccia su un canalone
detritico che scivola verso la Val
Morta. Oltre il colletto si percorre ancora un
tratto di crestina orizzontale, quindi si abbandona il
crinale, che si impenna nuovamente verso una turrita anticima, per
proseguire a sinistra, in lieve discesa, tagliando un ripido pendio
detritico (tracce di passaggio). Raggiunto un nuovo colletto su uno
sperone secondario, si scende dall’altra parte per un corto canalino
erboso (breve saltino di 2 metri da scendere in arrampicata, I°+)
raggiungendo una vasta terrazza erbosa inclinata dominante il Lago
sottano di Framamorta, sovrastata da salti rocciosi verticali.
Si percorre
interamente la terrazza, praticamente in piano, lungo una traccia
abbastanza marcata, fino all’estremità opposta, dove ha origine un
evidente canalone detritico delimitato a sinistra da un tozzo
torrione. Si risale il canale per grossi massi e detriti instabili per
una cinquantina di metri, trascurando all’inizio un primo canalino
erboso sulla destra (variante leggermente più impegnativa). Più in
alto si prende una
comoda cengia erbosa a destra che, in lieve salita, taglia al
di sopra dei salti rocciosi e raggiunge un esposto pulpito erboso con
ometto (h 1,00 dall’attacco).
Proseguendo
a salire,
si raggiunge poco sopra il bordo sinistro di un ampio anfiteatro
roccioso costituito da ripide placconate: si rimonta lo speroncino a
sinistra delle placconate, prima
per erba e poi per roccette, con alcuni passi delicati e
esposti (II°+). Più in alto, dove le placconate lasciano lo spazio ad una
stretta fascia erbosa poco inclinata, si traversa decisamente in salita
verso destra, andando ad intercettare la rocciosa cresta Nord-Est. Con
divertente percorso aereo su roccia buona (II°),
si rimonta l’ultima
parte della cresta fino all’ometto di vetta della Testa
Nord di Bresses (2830 m, h
0,45 dal pulpito erboso). Magnifico
panorama su Serra dell’Argentéra, sulle testate dei
valloni della Casa e del Valasco e sul Monte Matto. Vicina, unita alla
vetta da una movimentata ed aerea cresta rocciosa, svetta la Testa Sud
di Bresses, sovente affollata di escursionisti.
Discesa:
lungo il percorso di salita (h
1,20 fino al Colletto del Valasco), ponendo attenzione alle
pietre mobili e all’esposizione, specie nella parte alta del percorso
(il tratto più delicato è la discesa dello sperone prima del pulpito
erboso).
Dal Colletto del Valasco, in ulteriori h
1,30, al Gias delle Mosche. |
TEMPO
TOTALE
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h 7,00 circa (h 1,45 circa di arrampicata)
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DISLIVELLO
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1300 m circa (400 m circa di arrampicata)
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DIFFICOLTA’
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PD- (un passo di II°+ e diversi di II°, a tratti
esposto)
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MATERIALE
UTILE
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casco
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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13
agosto 2017
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PERIODO
CONSIGLIATO
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luglio
- settembre
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COMMENTI
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Salita interessante, piuttosto faticosa, ad una cima
assai solitaria e poco frequentata. Orientamento non sempre facile, a
causa della totale mancanza di tracce ed ometti (assolutamente
sconsigliata in caso di nebbia). Roccia buona nella parte alta, mentre
nel primo tratto bisogna porre molta attenzione ai detriti ed alle
pietre mobili. Interessante!
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