Cima Sud di Vens 2952 m - Via normale

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CARTINA CONSIGLIATA

Fraternali scala 1:25.000 – Foglio 14

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 49

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

DALLA CONCA DELL’EX GIAS DEL VALLONETTO VERSO LA ZONA DI STAU

CAMOSCI SULLA CRESTA SUD DELLA CIMA SUD DI VENS

FOTOPERCORSO DELL’AEREO ULTIMO TRATTO DI CRESTA

SCENDENDO LUNGO LA VIA NORMALE ALLA CIMA SUD DI VENS, VEDUTA VERSO IL CLAI SUPERIEUR ED IL VALLON DE VENS

 

STORIA ALPINISTICA

La Cima Sud di Vens (2952 m) è un’acuta e slanciata vetta che, assieme all’altrettanto ardita Cima Nord di Vens (2931 m), costituisce lo scenografico complesso roccioso che domina la sinistra orografica del circo terminale del selvaggio Vallone Superiore di Pontebernardo, in alta Valle Stura.

Il piccolo gruppo roccioso è delimitato a Sud dal Passo di Vens (2836 m) e a Nord dal più selvaggio ed appartato Passo del Vallonetto (2832 m): su ambedue gli alti valichi, che consentono di traversare in territorio francese, nell’alto Vallon de Véns, sorgono vecchie casermette ex-militari, risalenti ai primi decenni del ‘900.

La prima ascensione della Cima Sud, ad opera di Charles Louis Brossé e Victor de Cessole con T. Fabre, risale al 09/09/1903: i tre salirono “per la cresta Sud” e scesero poi per il versante Ovest. Probabilmente, l’itinerario seguito dai primi salitori non seguì fedelmente la cresta Sud (che all'inizio presenta alcuni salti di un certo impegno), ma si svolse lungo il sistema di cenge del versante Sud-Ovest, lungo l’itinerario di seguito descritto e, nel frattempo, divenuto via normale italiana, visto il comodo accesso per sentiero al Passo di Vens.

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, da dove si risale la lunga Valle Stura. Superati Demonte, Vinadio e Pietraporzio si giunge alla frazione Pontebernardo ( 79 km da Mondovì), da dove si svolta a sinistra e si rimonta il selvaggio Vallone di Pontebernardo fino agli edifici ex-militari ristrutturati dei Prati del Vallone ( 1707 m , 5 km da Pontebernardo, ampio parcheggio). Nei pressi sorge il Rifugio Prati del Vallone e, poco più in alto, il Rifugio Talarico.   

 

AVVICINAMENTO

Dal parcheggio si prosegue lungo la carrareccia sterrata che attraversa il piccolo agglomerato dei Prati del Vallone (con l’omonimo rifugio) e, costeggiato il giardino botanico e trascurato il sentiero a sinistra (poco evidente) per il Passo Sottano delle Scolettàs, si inizia a risalire il pascolivo vallone con ampi tornanti poco ripidi. Raggiunta una bastionata erbosa che sbarra il vallone, si lascia presso un tornante lo stacco a destra della mulattiera per il Vallone di Stau ed i colli di Stau e di Panieris (palina) e si prosegue a sinistra, sulla mulattiera per il Rifugio della Láusa. La bella mulattiera s’innalza con ampie svolte sul pendio punteggiato di larici, poi s’allunga nell’aperta conca che un tempo ospitava il Gias Vallonetto (1950 m). All’inizio della conca si lascia a sinistra la poco marcata diramazione per il Passo del Vallone, poi si prosegue in salita fra erba e pietraie, verso la gigantesca balza detritica che sembra chiudere il Vallone Superiore di Pontebernardo. Sulla destra, a metà della balza, si nota l’allungato edificio del Rifugio della Láusa, ricavato dalla ristrutturazione dell’ex casermetta difensiva della Láusa. Sulla sinistra, invece, si vede la lunga cascata che scende dall’ex Ghiacciaio dell’Ubác (o ciò che ne rimane, a seconda della stagione). La mulattiera prende quota sulla destra con molti tornanti, poi prosegue in diagonale fino alla breve diramazione che sale al Rifugio della Láusa (2404 m; h 1,45 dai Prati del Vallone).

Senza raggiungerlo, si continua lungo la mulattiera che, dopo un breve traverso, rimonta la ripida parte superiore della balza morenica di massi e detriti con vari tornanti (in parte franati), fino a sbucare su un dosso affacciato sulla pietrosa comba terminale del vallone, dominata da severe cime rocciose (sulla sinistra s’innalzano ardite le Guglie della Láusa, a destra svetta il piramidale Monte del Vallonetto). Proseguendo con piccoli saliscendi fra le pietraie, si supera il cippo in memoria dell’alpinista Cesarino Giusta, quindi si giunge ad un bivio a quota 2522 (paline, h 0,30 dal Rifugio della Làusa): si abbandona a questo punto il sentiero principale diretto al Passo delle Làusa e si svolta decisamente a destra, imboccando il sentiero che sale al Passo di Vens.

Innalzandosi con alcuni tornanti, il sentiero segnalato giunge ad un ulteriore bivio. Trascurato il ramo di destra, che diventa subito poco marcato ed è diretto al Passo del Vallonetto, si prosegue sul sentiero principale, che prende quota con una serie di tornanti fra erba e detriti. A 2600 m circa, il sentiero piega a sinistra e traversa quasi in piano in direzione Sud-Ovest, sotto i contrafforti rocciosi della Cima Sud di Vens, fino al piede dell’ampio canale di erba e detriti che fa capo al valico. Con numerose erte svolte fra i detriti, il sentiero rimonta il ripido canale e giunge al Passo di Véns (2836 m, h 0,45 dal bivio di quota 2522), subito prima del quale sorge una casermetta ex militare ancora in buone condizioni, utilizzabile come ricovero di emergenza (se si riesce ad entrare).

 

Il valico è posto sullo spartiacque principale, al confine con la Francia, tra la Cima Borgonio e la Cima Sud di Vens. Il toponimo deriva dalla radice prelatina ven “altezza”, in riferimento alle imponenti Cime di Vens che dominano il passo. In Francia è anche noto come Pas du Vallonet, denominazione che può però creare qualche confusione con il vicino Passo del Vallonetto (A. Parodi, R. Pockaj, A. Costa “Tra Marittime e Cozie”).

 

Bellissima veduta, verso Sud-Est, sulla selvaggia costiera dell’Ubac, solcata da vertiginosi canaloni detritici, mentre sul versante opposto, in territorio francese, occhieggia il piccolo Lac de la Montagnette (2606 m). In lontananza, oltre le riconoscibili sagome dell’Enciastraia e della Cima del Bal, biancheggiano i ghiacciai del Delfinato.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Dal passo si costeggia per breve tratto la bastionata che incombe da Nord, scendendo di pochi metri sul lato francese: appena possibile, si attacca la bastionata per facili rocce inclinate (). Seguendo vaghe rampe si rimonta il breve gradino, uscendo su un breve pendio erboso che domina il Passo di Vens. Si risale il pendio fino a ritrovarsi nuovamente presso il filo di cresta: attaccando le rocce a sinistra si rimonta un breve canale-camino (I°+) uscendo su un ampio terrazzo di erba e rocce, da dove appare il castello roccioso sommitale della Cima Sud di Vens. Seguendo una evidente traccia segnalata da numerosi ometti, si taglia in lieve saliscendi l’articolato versante Sud-Ovest della montagna, con vedute via via più ampie sulle cime circostanti, in particolare sul gruppo del Clai Superieur, con la Cima Borgonio in bella evidenza. Al termine del lungo traversone, presso un colletto con grosso masso, si incontra un bivio, in realtà non molto evidente: proseguendo dritti, oltre il colletto, si raggiunge un canale che conduce direttamente in cima (difficoltà F), mentre altri ometti indicano di svoltare decisamente a destra e di risalire in diagonale ascendente il fianco della montagna, fino ad uscire su un’ampia sella rocciosa che precede la cuspide finale (bellissima veduta sul Vallone di Pontebernardo, con Rocca la Meja ed il Monviso sullo sfondo). Di qui la cresta si fa decisamente esposta ed assai aerea: con attenzione si prosegue fino alla base di un breve risalto gradinato, che si supera facilmente (3 m, II° esposto). Si traversa quindi verso sinistra un lastrone poco inclinato alla base di uno spuntone (5 m, II° delicato e molto esposto), quindi si prosegue superando un colletto e traversando pochi metri sul lato italiano. Risalito un breve gradino, si traversa a sinistra raggiungendo sul lato francese un breve ma ripido canalino con pietre mobili (attenzione!) che conduce nuovamente sul filo di cresta, ormai a pochi metri dalla cima. Con esposta arrampicata per le ultime facili roccette () si raggiunge un’anticima e, oltre un piccolo colletto, la vetta principale della Cima Sud di Vens (2952 m, h 1,00 dal Passo di Vens). Bellissima veduta sull’alto Vallon de Véns, con l’omonimo rifugio ed i laghi che lo circondano, sul Vallone di Pontebernardo, sulla rocciosa costiera dell’Ubac e, oltre, fino all’Argentéra e al Monte Matto. Dietro le severe cime del Monte del Vallonetto e della Cima Las Blancias svetta il Monviso.

 

Discesa: per la stessa via in h 3,00.

 

TEMPO TOTALE

h 7,00 circa (h 1,00 circa di facile arrampicata)

DISLIVELLO

1250 m circa (130 m circa di arrampicata)

DIFFICOLTA’

PD-, passi esposti di II° nell’ultimo breve tratto, per il resto itinerario completamente segnalato da ometti con qualche raro passo di I°/I°+

MATERIALE UTILE

casco, eventualmente una corda

ULTIMO SOPRALLUOGO

24 settembre 2023

PERIODO CONSIGLIATO

metà giugno – fine settembre

COMMENTI

Itinerario piuttosto lungo e faticoso, ma molto interessante dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Dal Colle di Vens la salita si fa un po’ più impegnativa per il terreno impervio, ma si mantiene comunque tecnicamente piuttosto semplice: il tratto che richiede più attenzione sono gli ultimi 50 metri, che si svolgono in ambiente molto esposto ed aereo (eventualmente, procedere in sicura per i meno esperti). Abbastanza frequentata.