CARTINA CONSIGLIATA
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A.S.F.
scala 1:25.000 – Foglio 05
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
- ALPI
MARITTIME
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SCHEDA
N. 32 |
STORIA
ALPINISTICA
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La
Cima dell'Oriol (2943 m) è una bella ed imponente vetta rocciosa
situata sullo spartiacque Vagliotta - Rovina, ad oriente della Serra
dell'Argentèra. Si tratta di una cima importante ed appariscente tanto
che, nonostante la Cima dell'Asta Soprana risulti di pochi metri più
elevata, il vasto settore che dal Colle del Chiapous digrada lungamente
fino alla piana di Valdieri, separando i corsi del Gesso della Valletta
da quello di Entracque, è normalmente denominato "Catena dell'Oriol".
E proprio di una catena si tratta, vista la grande complessità e
l'articolazione dei profondi e selvaggi valloni laterali! La
Cima dell'Oriol si trova sullo spartiacque Vagliotta - Rovina, come
detto, ma il percorso più agevole per raggiungerla si svolge partendo
dal Vallone di Lourousa: questo grazie al comodo punto di appoggio del
Rifugio Morelli-Buzzi, che consente di suddividere in due giorni il
lungo avvicinamento dal fondovalle. In
passato il toponimo e la stessa localizzazione di questa cima non erano
chiari: ad Entracque era nota come "Cima del Latous" (dal nome
del selvaggio vallone che domina con la parete Sud-Ovest), mentre a
Sant'Anna di Valdieri era conosciuta come "l'Oriol" per via
della forma "a mezza ruota" che balza all'occhio ammirandola
dal fondovalle, alla testata del Vallone della Vagliotta. Questa
confusione di toponimi causò non pochi problemi anche ai pionieri
dell'alpinismo: il 24/06/1890 L. Purtscheller e W. Bodenmann salirono
all'Asta Soprana e poi proseguirono per cresta verso la cima che
credevano fosse l'Oriol: arrivati sulla vetta, scesero nel Vallone di
Lourousa, ignorando di essere stati in realtà i primi salitori della
Cima Mondini! Allo
stesso modo, l'08/09/1896 F. Mondìni e A. Viglino, partiti da Entracque,
con un lungo percorso nella nebbia raggiunsero lungo la cresta Nord la
nostra cima, che però nella loro relazione chiamarono "Cima del
Latous", com'era d'uso a Entracque. Col tempo, e con le migliorate
conoscenze toponomastiche, si fece chiarezza. I
primi salitori della Cima dell'Oriol, dunque, furono proprio Felice
Mondini e Alberto Viglino l'8 settembre 1896 per la lunga e complicata
cresta nord, attaccata dal lontano Passo del Limbo. Gli stessi, in
discesa, scoprirono il più facile percorso lungo la cresta Sud e le
cenge della parete Sud-Ovest, oggi via normale, che consentì loro di
toccare le pietraie nell'alto Vallone del Latous: già questa una
piccola impresa, vista la fitta nebbia che caratterizzò la scalata dei
due alpinisti e la scarsa conoscenza dei luoghi! |
AVVICINAMENTO
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Proprio
dietro al rifugio si prende la vecchia mulattiera che traversa a destra
superando una pietraia e prende poi a risalire, con ampi tornanti, il
pendio erboso al centro della valletta soprastante. Bella veduta, alle nostre spalle, sulla immensa parete
Nord-Est del Monte Stella (3262 m), mentre a sinistra dominano i contrafforti
meridionali di Cima Mondini, con il
torrione del Sigaro in bella evidenza. Raggiunta la sommità del
cocuzzolo erboso al centro della valletta, si taglia pressoché in piano
in direzione dei grandi
macereti che la sbarrano a monte, rimanendo alti sopra un simpatico
piccolo laghetto che occhieggia nella piccola conca alla base del
versante nord della Cima del Chiapous. Con altre svolta fra erba e
detriti si raggiunge la vasta conca di brecciame che si apre ai piedi del pendio culminante col
Colletto di
Lourousa (a destra): trascurati gli ometti che, verso sinistra, si
dirigono verso il Passaggio del Punto Nodale, si prosegue verso destra.
Dopo una breve discesa, si raggiungono i resti di una imposta di caccia
fra erba e grandi massi quindi, attaccato il
breve pendio detritico terminale da destra a sinistra, si raggiunge
l'ampia insellatura del Colletto di Lourousa (2551 m, h
0,30 dal rifugio), affacciato sul selvaggio
Vallone del Latous. Dal
colletto si continua a sinistra risalendo un
breve avvallamento ricolmo di massi (ometti): mantenendosi
sulla destra, si sale per erba e detriti raggiungendo un'ampia spalla
erbosa affacciata sulle immense pietraie alla testata del Vallone del
Latous (bella veduta sulla parete
Sud-Ovest della Cima dell'Oriol, con le evidenti terrazze erbose
percorse dalla via normale). Proseguendo per
evidenti tracce, si traversa ai piedi del roccioso versante
meridionale del Punto Nodale (alcune belle guglie) portandosi all'inizio
di una marcata rampa erbosa ascendente che, con numerose svolte,
consente di raggiungere l'inizio della grande bancata erbosa che taglia
a circa metà altezza la parete Sud-Est dell'Oriòl (bella
veduta sull'emergente Monte Stella). Le tracce traversano a questo
punto verso destra: numerosi ometti risultano preziosi nell'individuare
il percorso più facile e comodo. Attraversata una zona di placche e
roccette in qualche punto leggermente esposte ma facili (F, passi di I°),
si continua a traversare verso destra fino a raggiungere lo sbocco
inferiore di due brevi canalini paralleli, il primo dei quali presenta
un evidente blocco incastrato dopo pochi metri (h
1,00 dal Colletto di
Lourousa). Attacco. |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si
attacca il
canalino di sinistra (quello col blocco incastrato): si supera la
strozzatura sulla destra, sfruttando gli appigli della paretina laterale
(all'inizio I°+, poi II°+). Oltre la strozzatura si
prosegue per breve tratto nello stretto solco (II°), quindi si
scalano le placchette di destra raggiungendo il filo del costoncino tra
i due canalini, dove questi si uniscono (II°, ometto).
Proseguendo in diagonale ascendente verso destra, con percorso logico ma
non banale (II°+, la difficoltà si avvertirà soprattutto in
discesa) si
esce su un pulpito erboso, alla base delle rocce superiori che
sostengono la vetta (calata attrezzata per eventuale doppia in
discesa).
Si
traversa ora verso destra, tagliando una placconata abbattuta ma esposta
sul sottostante salto roccioso, che richiede attenzione (II°).
Al
termine delle placche, in corrispondenza dello sbocco inferiore di un
canalino roccioso che costituisce una variante diretta ma più
impegnativa, si prosegue lungo una comoda cengia erbosa che scende per
una cinquantina di metri, assecondando l'andamento della parete
superiore. Appena possibile (ometti) si
sale a sinistra per un canalino di roccette (I°), portandosi
sul filo di uno speroncino roccioso. Si sale per
solide rocce gradinate (I°+ con qualche passo di II°)
giungendo sulla
sommità di un cocuzzolo, dall'altra parte del quale, con
pochi passi leggermente esposti (II°), si scende alla
forcella al sommo del canale della variante diretta (ancoraggio per
calata in doppia).
Dalla
forcella si scende a destra, traversando
lungo alcune placche che richiedono attenzione (II°) al
sommo di un ripido pendio di erba e sassi che scivola verso il Vallone
del Latous (bella veduta sul Vallone della Rovina fino al Gruppo del
Gelàs). Oltre le placche si continua verso destra su terreno più
facile e, oltre un pulpito, si raggiunge la
base di un canalino rinserrato a sinistra da una quinta rocciosa
sormontata da un caratteristico spuntone, ben visibile già dalla
forcella. Si rimonta il canalino, dapprima per erba, poi per facili
rocce (I°+ e II°), uscendo a sinistra su un terrazzino,
alla base di ripide placche.
Si
risale per pochi metri il successivo canalino obliquo a destra, per
prendere poi una
prima rampa ascendente a destra: dal piccolo terrazzino successivo
si segue un'altra rampa, esposta
e un po' più impegnativa (II°+) nuovamente verso sinistra,
fino ad una terrazza erbosa presso il colletto cui fa capo il canalino
obliquo (nei pressi calata attrezzata per doppia).
Un
breve pendio erboso consente di raggiungere un soprastante canalino
erboso gradinato che conduce in breve ad una spalla ghiaiosa, ormai
prossima alla cresta sommitale. Si attacca un
ripido solco con massi instabili sulla sinistra (i primi tre metri
sono verticali ma ben appigliati, II°+) che con passaggi facili
ma friabili (I°, attenzione!) consente di toccare l'ampia
vetta della Cima dell'Oriol, costituita da un accumulo di
grossi massi (croci di legno e di ferro, 2943 m, h
1,00 dall'attacco).
Panorama
esteso e spettacolare: oltre all'immane
muraglia del Monte Stella, proprio di fronte, oltre la quale fanno
capolino le cime dell'Argentèra e la cresta sommitale del Corno Stella,
si hanno anche magnifiche vedute sul sottogruppo
dell'Asta, su tutto lo svolgimento del Vallone della Vagliotta con la
Cima del Lausetto e sul circo del Bròcan ed il Vallone della Rovina.
Oltre la costiera Fenestrelle-Ciamberline, appaiono
i ghiacciai del Gelàs, mentre verso nord svetta l'onnipresente
Monviso.
Discesa: si segue
a ritroso la via già effettuata in salita (ometti), facendo attenzione
nei tratti delicati ed esposti (passi di II°/II°+
in discesa, eventualmente tre calate attrezzate per corda doppia) fino al
Rifugio Morelli-Buzzi (h 1,45 dalla
vetta). |
TEMPO
TOTALE
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h 4,15 circa (di cui h 1,00 circa di arrampicata)
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DISLIVELLO
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600 m
circa (200
m circa lo sviluppo della via)
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DIFFICOLTA’
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PD (passi di II° e II°+)
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MATERIALE
UTILE
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corda da 30 m
(meglio da 50 m per effettuare le calate in doppia), casco, 2-3 rinvii, cordini
vari
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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5
agosto 2012
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PERIODO
CONSIGLIATO
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luglio
- settembre
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COMMENTI
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Via
molto interessante ad una cima panoramica ed assai elegante. Alcuni
passaggi non sono da sottovalutare, specie in discesa (eventualmente
calare i meno esperti, sfruttando ancoraggi già predisposti). Panorami
veramente ampi ed appaganti, soprattutto sulla Serra dell'Argentèra e
sul Gruppo dell'Asta. Meritevole!
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