CARTINA CONSIGLIATA
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A.S.F.
scala 1:25.000 – Foglio 05
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
- ALPI MARITTIME
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SCHEDA
N. 31 |
STORIA
ALPINISTICA
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La Cima
de Cessole (
2915 m
) è una cima possente, che domina con la sua mole rocciosa il
contrafforte della Madre di Dio, tra il Colletto dei Camosci ed il
Colletto de Cessole. È costituita da una complessa struttura di
canali, creste e speroni, che culminano con due cime principali,
la Cima Est
(2915 m, la più alta), che domina con alti appicchi il solitario Colletto dei
Camosci, e
la Cima Ovest
(2870 m
c.); spostata verso occidente, la triangolare Anticima Ovest precipita
con una bella e coreografica parete a placche biancastre sul canale del
Colletto de Cessole. Dalla forcella fra le cime Est ed Ovest si origina
un marcato canale (Canalone Sud-Ovest), interrotto da placconate rocciose e massi
incastrati, che costituisce comunque la più logica e facile via di
salita: facile per modo di dire, comunque, perché la via normale è
comunque una salita di stampo prettamente alpinistico, in ambiente
severo e delicato e in quasi totale assenza di tracce e segnalazioni.
Insomma, la salita alla Cima de Cessole è consigliata a quella
categoria di alpinisti che, senza voler affrontare difficoltà tecniche
eccessive, amino il gusto dell’esplorazione e non siano disturbati più
di tanto da passaggi discontinui ed infido terreno detritico ed erboso:
per chi cerca questo,
la Cima
de Cessole non lo deluderà di certo! Panorami stupendi e solitudine
alpina non mancano! Anche se di recente sono state tracciate alcune vie
di arrampicata lungo il versante Sud, di comodo accesso a partire dal
Rifugio Remondìno, spesso queste vie trascurano la vetta vera e propria
e presentano discese in corda doppia che consentono alla via normale di
mantenere quelle caratteristiche di “esplorazione” che la rendono
particolarmente accattivante!
Il toponimo, assegnato dall’insigne
topografo Pio Paganini, ricorda il grande alpinista nizzardo Victor
Spitalieri de Cessole, instancabile esploratore delle Alpi Marittime,
autore della prima ascensione della montagna, con la guida Jean Plent,
il 14 settembre 1901 per un itinerario che ricalca grosso modo
l’attuale via normale. Qui si propone una variante di uscita
decisamente più impegnativa (anche se più elegante) della via normale,
che raggiunge il III° grado superiore: chi non si sentisse di
affrontarla, può effettuare l’ascensione lungo la normale
“classica”, decisamente più abbordabile.
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AVVICINAMENTO
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Dal rifugio si segue per breve tratto la traccia
segnata (ometti e tacche rosse) diretta al Passo
dei Detriti (vedi itinerario Cima
Sud dell’Argentèra), ma oltre la prima pietraia, prima dei
tornanti sulla bastionata erbosa, la si abbandona per dirigersi
decisamente a sinistra, tra grandi blocchi rocciosi. Senza via
obbligata, si supera o si costeggia a destra l’evidente dosso
detritico (2511 m) al centro del vallone, per poi scendere nella pietraia alla base del
conoide detritico discendente dall’evidente canale facente capo al Colletto
de Cessole (tra l’omonima cima a destra e
la Cima Maubert
a sinistra). Si
risale il faticoso conoide (labili tracce fra i mobili
detriti), puntando a destra, dove quasi all’inizio il canale presenta
una evidente corta diramazione, sbarrata da una placconata di rocce
biancastre e, più sopra, da salti rossastri. Queste rocce costituiscono
il primo, impercorribile salto basale del Canalone
Sud-Ovest. Giunti all’altezza delle rocce chiare, si è
all’attacco (2650 m
c., h
0,45 dal rifugio). |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si imbocca una
rampa erbosa a destra, e dopo poche decine di metri si risale
a sinistra un erto pendio di erba e scarse roccette che adduce ad una
superiore rampa erbosa parallela alla precedente, molto ripida ed
esposta (attenzione in caso di bagnato!). Si risale la rampa verso
destra, in direzione di una evidente formazione rocciosa a forma di
becco (visibile già dal punto in cui si abbandona la rampa iniziale):
poco prima di raggiungerla, dove le rocce appaiono meno difficili, si
scalano le placche a monte della rampa erbosa, che si presentano ripide
e scarsamente appigliate (passo forse tecnicamente più impegnativo
della salita,
5 m, II°+), uscendo su ripidi
pendii erbosi. Questi vanno risaliti interamente, facendo molta
attenzione all’erba scivolosa ed alle pietre mobili: al sommo dei
pendii erbosi, tagliando
con pochi passi verso sinistra, si raggiunge lo stretto Canalone
Sud-Ovest, al di sopra degli impercorribili salti basali:
questo canale darà la direttrice per gran parte della salita. Si risale
il canale, che presto risulta sbarrato da una placconata rocciosa
piuttosto articolata. Si può risalire al meglio la placconata (spesso
roccia bagnata, passi di II°
un poco esposti), oppure più facilmente risalire una specie di vago
canale erboso più a destra, che sale ripido ed è a metà tagliato da
una fascia di banali roccette (più facile). In un modo o nell’altro,
si arriva comunque al sommo della bastionata, dove sul colletto facente
capo al canale erboso si incontra il primo ometto della salita. Da qui
si ritorna nel canale, che piega leggermente a sinistra e che risulta
quasi subito sbarrato da un masso incastrato: si
supera il masso sfruttando alcune precarie cenge rocciose sulla sinistra
(II°) e, per la successiva
strozzatura, si raggiunge con un tratto detritico la base di una nuova
bastionata rocciosa. Si
risalgono le roccette miste ad erba di destra, facili ma da
affrontare al solito con attenzione per via dell’esposizione e del
terreno malsicuro (I°+). Con
bella veduta sulle
cuspidi della Cima Maubert e della Madre di Dio, si esce
nell’ultimo tratto di canale, ripido ma detritico, che conduce al
piccolo circo superiore, alla base della forcella fra le due cime
principali, il cui accesso è sbarrato da una paretina strapiombante.
Qui si presentano due possibilità:
a
- Via normale classica:
prima di raggiungere il piccolo circo, quando si è ancora nel canale,
lo si abbandona per imboccare un canalino erboso secondario sulla
destra, che sale decisamente verso la cresta dello sperone che
costituisce la sponda sinistra orografica del Canalone Sud-Ovest (ometto
poco evidente alla base del canale). Dopo qualche banale roccetta, il
canalino presenta un corto caminetto (2 m, II°), oltre il quale si esce su di un aperto pendio erboso, alto
sulla sponda sinistra del canalone. Tagliando
in diagonale ascendente verso destra, per un sistema di facili cenge
erbose un poco esposte (grosso ometto all’inizio delle
cenge) si raggiunge la base di una paretina nerastra che sbarra
l’accesso ad un colletto sulla cresta dello sperone: con attenzione si
scala la paretina (5 m, II°) e si esce sul colletto, oramai in vista dell’ultimo tratto.
Si risale il filo dello sperone, per rocce facili ma esposte, fino ad
un’esile selletta (ometto): qui si può giungere anche con la variante
successiva.
b
- Variante più difficile:
lasciata a destra la via normale, si risale interamente il canalone
principale fino al piccolo circo superiore. Da qui si sale a destra, per
placche via via più ripide (I°,
II°) fino alla
base di una fessura-camino che incide la parete superiore. Si
scala la fessura, molto
ripida ed esposta ma appigliata (
20 m
, III°, III°+) uscendo
sull’esile selletta con ometto dove giunge anche la via normale.
Dalla selletta si scende un breve
gradino verso destra (I°+)
e, per
evidenti cengette erbose, si risale ad una verde forcellina,
già bene evidente dalla selletta, situata sul filo del lungo sperone
Sud. Non rimane che risalire, verso sinistra, l’esile filo di cresta
dello sperone Sud e, per due successivi saltini (I°+, II°) e le
ultime esposte roccette sommitali, raggiungere l’ometto
sulla Cima de Cessole, presso
cui si trova anche una foto del grande alpinista nizzardo (2915 m, h 2,30 dall’attacco). Panorama fantastico
sulle altre cime del contrafforte della Madre di Dio, su Cima
di Nasta e Cima Paganini, sulla Serra
dell’Argentèra e sul Corno
Stella, a sinistra del quale si impone il Monte Matto. Verso
Ovest ampia veduta sulle cime delle zone di Pagarì di Salése, Brèsses
e Prefòuns.
Discesa: si effettua lungo la via di salita, facendo molta attenzione ai tratti
più esposti e friabili (eventualmente, alcune doppie da attrezzare) in h
2,30 (fino al rifugio). |
TEMPO
TOTALE
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h 6,00 circa (escluso l’avvicinamento e la discesa
dal rifugio)
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DISLIVELLO
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550 m
circa
(esclusa l’eventuale salita al rifugio)
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DIFFICOLTA’
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PD, un passo all’inizio di II+, poi passi di II in
ambiente delicato e precario;
20 metri
di III°+ se si segue la variante; orientamento non semplice
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MATERIALE
UTILE
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casco, una corda da 30 o
50 m
, qualche cordone, friends e nuts facoltativi
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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6 agosto 2006
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PERIODO
CONSIGLIATO
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luglio - metà settembre
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COMMENTI
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Lunga salita, impegnativa e delicata: la più
impegnativa fra quelle alle cime del contrafforte della Madre di Dio.
L’orientamento è tutt’altro che facile, specie in corrispondenza
del punto in cui abbandonare il Canale Sud-Ovest, dove può nascere
qualche perplessità. Ambiente eccezionalmente selvaggio e solitario,
roccia friabile. Spettacolare l’ambiente di vetta, con la
caratteristica immagine del conte de Cessole! Una delle salite più
consigliate (agli esperti!) delle Alpi Marittime!
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