CARTINA CONSIGLIATA
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I.G.C.
scala 1:50.000 – Foglio 16
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
- ALPI
LIGURI
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SCHEDA
N. 58 |
STORIA
ALPINISTICA
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Il Monte Ravinèt (1061 m) è una modesta altura di erba e roccette
calcaree situata all’estremità meridionale del costone che, dal Monte
Carmo, si protende verso il Mar Ligure, dividendo gli impluvi dei
torrenti Varatèlla (Borghetto Santo Spirito) e Nimbàlto (Loàno).
La cima, di
per sé trascurabile a livello alpinistico, è però il punto culminante
di un piccolo gruppo montuoso assai caratteristico dal punto di vista
geologico: ciò grazie agli estesi ed imponenti affioramenti di dolomia
(della tipologia denominata “dolomia di San Pietro ai Monti”, dal
nome della pittoresca abbazia situata sulla vetta del vicino Monte Varatèlla)
che rendono il piccolo raggruppamento molto interessante e meritevole di
una visita.
Tutto il
settore, a partire dal citato Monte Varatèlla e salendo verso Nord, sia
su un versante che sull’altro della Val Varatèlla, è interdetto
all’arrampicata, in quanto zona di riproduzione dei rapaci: del resto,
verso Sud, non sono presenti importanti falesie o strutture che
giustifichino una qualche frequentazione alpinistica.
Sulla
“Guida dei Monti d’Italia” (vol. Alpi Liguri), a pag. 228-229
viene descritto il Monte Ravinèt: qui vengono citati anche i due
fantomatici “Torrioni del Ravinèt”,
che sarebbero “ben visibili da Toiràno” (ma ci vuole molta
fantasia!) e che offrirebbero “brevi e facili arrampicate”. Si fa
anche riferimento al Bollettino C.A.I. n. 77 del 1939 … Solleticata la
mia curiosità, sono andato a cercare questo bollettino, ed ho trovato
una interessante monografia sul Gruppo del Ravinèt di V. Cesa de
Marchi, appassionato frequentatore di questi luoghi, oltre che
scrupoloso esploratore del massiccio del Castellèrmo, nella seconda metà
degli anni ’30 del Novecento. Qui vengono citati e descritti i famosi
torrioni, saliti dallo stesso Cesa de Marchi, con il compagno N. Mussa,
nella primavera del 1937. Appurata l’esistenza delle nostre guglie,
non mi è rimasto che verificare sul campo …
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PUNTO
DI PARTENZA
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Da Borghetto
Santo Spirito (uscita della A10
Genova-Ventimiglia) si raggiunge Toiràno. Dal paese si segue la
strada diretta al Giogo di Toiràno ma, dopo poche centinaia di
metri, si prende una diramazione a destra che supera il Torrente Varatèlla.
Trascurata, presso il primo tornante, la diramazione a sinistra che, in
ripida salita, raggiunge l'ampio parcheggio delle Grotte di Toiràno,
si prosegue lungo il ramo principale, si supera la località Dari e
si giunge nel centro di Boissàno (Borgata Piazza,
120 m
circa, 6,
5 km
da Borghetto Santo Spirito, ampio parcheggio sulla destra).
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AVVICINAMENTO
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Dal
parcheggio si attraversa la strada principale e si percorre lo stretto
Vicolo della Canonica, giungendo nella piazza sulla quale si affacciano
le scuole e la parrocchiale
di San Paolo. Si prosegue in salita fra belle villette fino
ad incrociare una nuova stradina che sale verso destra: su un pilastrino
in cemento sono riportati vari segnavia, tra cui quello da seguire (X=)
per la chiesa di San Pietrino. Dopo un piacevole percorso fra
pittoresche case e viuzze, si segue una ripida stradetta dal
fondo cementato (Via San Pietrino) che termina su una stretta stradina
asfaltata. Dall’altra parte della stradina ha inizio un’ampia
mulattiera selciata che prende a risalire con moderate pendenze il
pendio di sassi e cespugli, con vedute che via via si
ampliano sulla costa e sulla piana di Borghetto.
Superata
una stalla con numerosi cavalli, la mulattiera taglia l’impluvio di un
rio, quindi riprende a salire con numerosi tornanti nella macchia
mediterranea. Superati i
ruderi dell’antichissima chiesetta di San Paolo (nel luogo
dove storicamente si sviluppò il primo nucleo abitato di Boissàno),
nei cui pressi si possono ancora notare alcuni interessanti esempi di
cascine pastorali, si
continua a salire fino all’ampio ripiano prativo dove sorge
la chiesa
di San Pietrino, in bellissima posizione panoramica sulla
costa (470 m, h 0,40 da Boissàno).
Risalito
il breve pendio prativo a monte dell’edificio, si incontrano le paline
del “Sentiero delle Terre
Alte” (segnavia TA),
proveniente da Toiràno. Si prosegue verso destra, lungo questo segnavia
che si sovrappone, in questo tratto, al X.
Percorsi alcuni brevi tornanti, fiancheggiati da numerose vecchie
cascine abbandonate, il sentiero effettua un lungo traversone
semi-pianeggiante nel bosco, quindi inizia a risalire un valletta
alberata con tracciato ripido ed un po’ faticoso. Guadagnata quota
alle falde dell’altura detritica e rocciosa che costituisce la spalla
meridionale del Monte Ravinèt, si esce dal bosco e si effettua un
lungo e rettilineo traversone ascendente da sinistra a
destra: in questo tratto il sentiero, ottimamente tracciato e sostenuto
da notevoli muri a secco, è denominato “Via
Napoleonica”, in quanto ha costituito la via di fuga dei soldati
austro-piemontesi dopo la loro sconfitta, ad opera dei Francesi, nella
“Battaglia di Loàno” (23-24 novembre 1795). Con magnifiche vedute
su Loàno, Borghetto
e la costa, il sentiero raggiunge una verde valletta,
percorsa dal Rio delle Banchette (h
0,40 da San Pietrino); si abbandona a questo punto il
sentiero segnalato (vedi anche itinerario Anello
Boissàno – Monte Ravinèt) e si attacca direttamente il
pendio di sinistra, costituito da sassi e magra erba.
Tendendo
gradualmente a sinistra, si risale il ripido pendio, faticosamente ma
del tutto facilmente, fino a raggiungere la sommità della spalla
meridionale del Monte Ravinèt, costituita da due vicini cocuzzoli di
roccette preceduti da una breve fascia alberata. Da qui appaiono
per la prima volta, verso Nord, i Torrioni
del Ravinèt, emergenti dal fitto bosco e protèsi verso occidente.
Seguendo una evidente traccia che percorre lo
spartiacque mantenendosi pochi metri sul lato Varatèlla, si giunge
velocemente al colletto
boscoso a monte del minuscolo complesso roccioso (h
0,30 da dove si abbandona il sentiero segnalato). |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Vista la
brevità dei percorsi, non si può parlare di vere e proprie “vie
alpinistiche”. Si descrivono comunque gli accessi più facili alle due
sommità.
Torrione
Grande.
È quello più
a monte (Est) del piccolo complesso. È un grosso blocco calcareo molto
squadrato, che si rileva di una decina di metri rispetto al colletto
boscoso a monte, mentre a Ovest affonda con uno spigolo di una ventina
di metri, a tratti strapiombante, sulla Forcelletta
dei Torrioni, che lo separa dal Torrione Piccolo. La parete
settentrionale si presenta interamente soffocata dall’edera, mentre
quella meridionale risulta solo in parte (e precisamente nel settore
occidentale) ricoperta di vegetazione. Il settore orientale della parete
Sud è costituito da un’ampia e poco profonda caverna, quasi un
“portale”. Il lato a monte, come già detto alto una decina di
metri, si
può risalire piuttosto facilmente scalando una
brevissima placchetta (2 m, II°) in corrispondenza di un grosso masso staccato e seguendo
quindi un’evidente cornice ascendente verso sinistra che conduce, in
una decina di metri (I°+)
fin sulla sommità. Questa è costituita da un
vasto tavolato calcareo, spettacolare balcone panoramico
sulla costa ligure, sul
vicino Monte Varatèlla e sulle Alpi Liguri.
Discesa:
dalla cima si ritorna al colletto a monte dei torrioni seguendo il
medesimo percorso di salita (un passo di II°).
Torrione
Piccolo.
È
nettamente più basso e più esile del vicino Torrione Grande, dal quale
è separato dalla stretta Forcelletta
dei Torrioni. Detto intaglio, che risulta il punto di partenza
migliore per la scalata al torrione, si può raggiungere senza nessuna
difficoltà dal lato Nord, scendendo sulla destra dal colletto boscoso a
monte dei torrioni e risalendo quindi un brevissimo ed elementare pendio
erboso. Sul lato meridionale fa capo alla forcella un verticale camino
erboso di una decina di metri, non troppo ostico ma sconsigliabile in
assenza di attrezzatura alpinistica. Dalla forcelletta, riserrata fra la
cuspide del Torrione Piccolo e l’imponente spigolo Ovest del Torrione
Grande, si traversa su massi accatastati fino al
breve risalto finale, che si supera su rocce appigliate ma
esposte (8 m, II°) fino all’aerea cima, costituita da un esile spuntone.
Discesa:
dalla cima si ritorna alla Forcelletta dei Torrioni seguendo il medesimo
percorso di salita (un passo di II°,
attenzione esposto!).
Ritorno: per la stessa via seguita in salita, in h
1,20 fino a Boissàno. |
TEMPO
TOTALE
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h 3,30 circa (h 2,00 l’avvicinamento, pochi minuti
per le salite ai torrioni)
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DISLIVELLO
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800 m circa (non più di 10 m di arrampicata per i
due torrioni)
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DIFFICOLTA’
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F+, pochi passi di II° (un po’ esposti per il
Torrione Piccolo)
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MATERIALE
UTILE
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casco, eventualmente una corda
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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8
marzo 2015
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PERIODO
CONSIGLIATO
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marzo - aprile e ottobre
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COMMENTI
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Itinerario per i (pochi) amatori del genere, quasi
una sorta di pellegrinaggio alla ricerca di una curiosità sconosciuta
ai più. I torrioni in sé sono ben poca cosa, e inoltre oggi risultano
quasi “soffocati” dalla rigogliosa vegetazione, che ne limitano un
po’ l’originale slancio. Però la sfida con sé stessi di trovarli,
di vederli, di toccarli … Arrampicatori e alpinisti alla moda, datemi
retta: lasciate perdere! Questa gita non fa per voi! Per gli ultimi
romantici, invece …
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