Punta Alzabecchi 784 m - Cresta Est-Sud-Est

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CARTINA CONSIGLIATA

I.G.C. scala 1:50.000 – Foglio 15

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 56

 

FOTO NOTEVOLI

DALL’INIZIO DEL “SENTIERO NATURA”, LA CRESTA EST-SUD -EST DELLA PUNTA ALZABECCHI

LA CARCASSA DEL VECCHIO FURGONE BIANCO, INCASTRATA FRA LA VEGETAZIONE , DALLA CRESTA EST-SUD-EST DELLA PUNTA ALZABECCHI

PANORAMA DALLA CRESTA VERSO IL VALLONE DELLA VALLE ED IL GIOGO DI TOIRÁNO

FOTOPERCORSO CON VARIANTI

 

STORIA ALPINISTICA

Subito alle spalle di Borghetto Santo Spirito si apre la stretta e selvaggia Val Varatèlla, che poco sopra l'abitato di Toiràno (e precisamente in località Salto del Lupo, dove un ardito ponte attraversa la forra in cui scorre il torrente) si divide in due brevi rami: a sinistra prosegue la breve Valle di Carpe, percorsa dalla carrozzabile asfaltata che, superata molto più in alto la Sella Alzabecchi , traversa fino al Giogo di Toiràno; a destra, invece, un selvaggio vallone, il Vallone della Valle, fra severi appicchi rocciosi, prosegue quasi rettilineo fino al già citato Giogo di Toiràno, che si apre proprio alla sua testata. 

Il costone divisorio fra i due solchi vallivi è costituito dallo sperone della Punta Alzabecchi (784 m): questo si origina in corrispondenza dell’ampia e già citata Sella Alzabecchi (693 m), dove transita la SP 1 Borghetto Santo Spirito – Bardinèto, e, oltre la poco rilevata sommità, si protende verso Sud-Sud-Est con andamento vagamente arcuato, esaurendosi con dirupati pendii boscosi in corrispondenza del Ponte del Salto del Lupo. Il costone si presenta in gran parte boscoso ma, specie sul versante del Vallone della Valle (Est), diverse nervature rocciose secondarie formano alcune belle creste rocciose con numerosi torrioni dall’aspetto dolomitico, che rendono l’ambiente quanto mai selvaggio ed impervio.

In tutta la zona dell’alta e media Val Varatèlla vige ormai da diversi anni, grazie ad una legge regionale, il divieto integrale di arrampicata, a tutela dell’avifauna selvatica: la Cresta Est-Sud -Est della Punta Alzabecchi non è dunque percorribile a livello alpinistico. È in ogni caso possibile un bel percorso (adatto agli escursionisti esperti) che, anche se molto disturbato dalla fitta vegetazione, consente di risalire il vallone a Sud della cresta più pronunciata e di visitare luoghi impervi e selvaggi, impensabili a così breve distanza dal mare.

A titolo di cronaca, il primo percorso alpinistico della cresta è di C. Cima, M. Mattioli e L. Tessitore il 26/12/1971.

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Borghetto Santo Spirito (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si raggiunge Toiràno. Dal paese si segue la strada diretta al Giogo di Toiràno: dopo poche centinaia di metri si trascura una diramazione a destra che supera il torrente diretta a Boissàno o all'ampio parcheggio delle Grotte di Toiràno, e si procede lungo la carrozzabile di fondovalle fino al caratteristico ponte, altissimo sulla gola rocciosa percorsa dal Rio della Valle, chiamato Ponte del Salto del Lupo (quota 180 m circa, 5 km da Borghetto, piccolo parcheggio prima del ponte). 

 

AVVICINAMENTO

Dal ponte si segue una carrareccia in leggera salita (“Sentiero Natura Rio della Valle”, palina e segnavia ) che si inoltra nel solco boscoso del Rio della Valle. Superati alcuni orti, poco dopo una curva si incontra sulla destra una traccia che risale il ripido pendio (freccia e bolli rossi, h 0,10 dalla partenza): si trascura la traccia, che sale verso San Pietro ai Monti (vedi anche itinerario Traversata del Monte Ravinèt) e si prosegue lungo la carrareccia, che con alcuni saliscendi raggiunge uno slargo con opere di canalizzazione (fontana). Si continua ancora, ora nel bosco fitto, e si affronta una breve rampa rozzamente lastricata: quasi al suo termine, si trascura la prosecuzione della carrareccia (vedi anche itinerario Grotta della Giara) per seguire una evidente traccia inerbita che taglia in lieve discesa verso sinistra (h 0,20 dalla partenza): sull’altro versante del vallone appare, in tutta la sua arditezza, la Cresta Est-Sud -Est della Punta Alzabecchi.

La traccia, un po’ infastidita dagli arbusti, scende dolcemente in diagonale per fasce erbose e boschetti poi, poco prima di raggiungere il pietroso letto di un rio secondario, si devia decisamente a sinistra, lungo un sentierino pianeggiante che percorre un terrazzamento abbandonato. Superato un tratto alquanto difficoltoso a causa di un fitto roveto, si seguono le tracce che iniziano a scendere più decisamente lungo il pendio terrazzato, sempre infastidite dalla fitta vegetazione. Si raggiunge così il fondo del vallone, dove scorre il Rio della Valle fra caratteristiche placche rocciose immerse nella fitta vegetazione: in un paio di punti, in corrispondenza di cascatelle, è possibile superare il corso d’acqua senza eccessiva difficoltà, a meno che non abbia piovuto di recente (evitare in ogni caso il periodo primaverile!). Sull’altra sponda, si prosegue pressoché in piano verso valle (sinistra) ancora per un centinaio di metri (traccia), doppiando lo spigolo roccioso con cui si esaurisce la cresta Est-Sud-Est: ambiente boscoso molto umido ed ombroso. Oltre una breve rampa, le tracce iniziano a risalire il successivo valloncello verso destra, ma a questo punto parlare di “traccia” non è più possibile: infatti numerosi sentierini (probabilmente originati dal passaggio degli animali) si dipartono verso l’alto, fra fasce erbose e boschetti, e non è più possibile individuarne una preferenziale. In ogni caso, bisogna guadagnare quota  più o meno decisamente, riportandosi gradatamente verso destra (Nord) onde riavvicinarsi allo sperone roccioso della cresta sopra i primi salti, impercorribili a causa della fittissima vegetazione. Sfruttando una delle numerose lingue di pietrame che scendono dal filo di cresta (più facili da percorrere in quanto libere dalla vegetazione infestante) si raggiunge dunque il crinale presso una sorta di “trincea naturale”, al vertice della quale svetta un caratteristico e slanciato torrione spaccato (h 0,40 dal punto dove si abbandona il “Sentiero Natura”, attacco).

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si raggiunge la base dell’ardito torrione, inciso verticalmente da una profonda fessura che lo bipartisce in due gugliette distinte: il percorso si può effettuare salendo all’interno della trincea naturale (percorso elementare, ma molto infastidito dagli arbusti) oppure seguendo il filo della bassa crestina rocciosa di sinistra (II° friabile con un passo di II°+ all’attacco, ma percorso libero da vegetazione).

Aggirato sulla destra il torrione (II°), si raggiunge il colletto al suo piede (dove si giunge seguendo il percorso della trincea): da qui si continua lungo il canalino rettilineo che si insinua fra i due speroni rocciosi che originano, in basso, la trincea (qualche sasso incastrato a guisa di gradino all’inizio, sempre vegetazione assai fastidiosa), oppure si può continuare sul filo della crestina rocciosa di destra (II°+, friabile).

Si giunge così ad un ampio colletto con vegetazione ai piedi del primo significativo doppio risalto della cresta, costituito da alcune lisce lame di roccia: attenzione al baratro sul versante opposto! Senza affrontare l’ostico risalto, si costeggia la paretina meridionale del doppio torrione (percorso assai faticoso per via della fitta e “pungente” vegetazione!), quindi si ritorna presso il filo in corrispondenza di un nuovo aereo colletto, alla base del secondo e più imponente risalto. Con percorso facile ma esposto (II°), si può raggiungere a destra la sommità del primo risalto, a forma di fungo roccioso, con veduta assai aerea sul Vallone della Valle, con le sommità del Monte Varatèlla e della Rocca Berlèurio che lo dominano.

Si aggira a questo punto, sul lato meridionale, anche questo secondo risalto, assai più massiccio ed imponente del precedente, con alcuni passi un po’ delicati (II°) su friabili placche rocciose (per evitare di passare più in basso, fra gli spinosi ed intricatissimi ginepri); quindi si ritorna in cresta rimontando una speroncino sulla destra, appigliato ma non banale (III°; volendo è possibile costeggiare alla base l’intero tratto di cresta, con percorso elementare ma assai difficoltoso per la fitta vegetazione). Si continua ora nuovamente facilmente nei pressi della cresta (II° con qualche passo di II°+), sorretta ai lati da verticali paretine rocciose ma larga e comoda sul filo, finchè questa si trasforma in comodo pendio di erba e roccette che conduce alla base del terzo ed ultimo significativo risalto, conformato a guisa di arrotondato testone roccioso solcato da alcuni canali-camini con vegetazione.

Il risalto si vince scalando le rocce dello sperone compreso fra i due camini principali (III° con passi esposti di III°+, roccia discreta) oppure risalendo (con fatica e fastidio, a causa della solita fitta vegetazione) il camino di destra, e raggiungendo poi lo sperone tra i due camini in alto, presso un colletto a monte di un torrioncino (II° in quest’ultimo caso).

Si giunge così, per una crestina ed un ultimo passo delicato su placchetta (III°), sull’ampia sommità erbosa del risalto, dove le difficoltà alpinistiche praticamente cessano del tutto (h 1,30 circa dall’attacco).

Si segue una traccia che aggira a destra la successiva nervatura rocciosa, quindi si ritorna sul filo di erba e roccette del crinale: raggiunta la base di un nuovo risalto, lo si può vincere a destra direttamente per un diedrino (III°) o traversando a sinistra e salendo poi per più facili roccette (II°).

Aggirando un nuovo salto, si percorre una comoda e pianeggiante cengia erbosa, intagliata nella roccia a picco, che traversa a destra poi, quando questa tende ad esaurirsi, si ritorna in cresta salendo a sinistra per roccette facili (II°).

Ormai su un comodo crinale erboso e boscoso, si continua lungo evidenti tracce di sentiero, avendo in vista la sottostante (e poco lontana) strada asfaltata che sale da Carpe alla Sella Alzabecchi ed al Giogo di Toiràno. Seguendo un comodo sentierino fra gli alberi, si aggirano a sinistra un paio di rilievi costituiti da frantumati blocchi calcarei (volendo, si possono superare proprio sul filo, con brevissimi passaggi di II°), quindi si scende per un tratto di bosco ad una sella erbosa proprio ai piedi del testone sommitale della Punta Alzabecchi (tralicci di un elettrodotto).

Rimontando il ripidissimo ma breve pendio finale (erba e bosco) per vaghe tracce, si raggiunge la cresta sommitale dove, fra lastroni rocciosi fessurati, si incontra il segnavia ●●● proveniente dalla sottostante Sella Alzabecchi. In pochi passi, lungo l’ampio dorso, si raggiunge la panoramica  sommità della Punta Alzabecchi (784 m, h 0,45 dal termine delle difficoltà alpinistiche). Bellissimo panorama su Rocca Barbèna, Monte Carmo, complesso Monte Ravinèt-Monte Varatèlla e su tutte le curiose formazioni rocciose della Val Varatèlla. Oltre la piana di Borghetto Santo Spirito, si domina un esteso tratto di Mar Ligure.

 

Discesa: dalla cima si segue il segnavia ●●● (in verità non molto marcato) che guida in discesa lungo il ripidissimo pendio erboso (e poi boscoso) che cala verso la Sella Alzabecchi. Con percorso evidente si raggiunge una carrareccia che, con breve tratto pianeggiante, sbuca presso il vecchio ristorante abbandonato alla Sella Alzabecchi (693 m, h 0,15 dalla cima), dove si incrocia la strada asfaltata diretta all’ormai poco lontano Giogo di Toiràno.

Si segue la strada asfaltata, in lieve salita, verso destra, in direzione del valico: dopo circa 1,5 km (h 0,20 dalla Sella Alzabecchi), si lascia la strada asfaltata per imboccare, a destra, il “Sentiero Natura Rio della Valle” (palina e tabellone). Si segue dunque questo sentiero, segnato con , che prosegue per un tratto nel bosco sotto la strada quasi in piano, poi scende per un ripido pendio boscoso in una specie di valletta (segni sugli alberi). Superata una zona di recente esbosco, si prosegue in lieve discesa fino ad un'ampia sella con elettrodotto, da dove si prosegue a destra (freccia rossa sul traliccio), ora nuovamente in discesa più ripida. Con alcuni tornanti si raggiunge un rio secondario sul fondo di un ombroso vallonetto, dove si incontra un secondo tabellone esplicativo circa le particolarità naturali di questa zona; si scavalca il rio su pietre, quindi si continua a scendere seguendo il ben tracciato sentiero immettendosi nel vallone principale, con belle vedute sulle numerose gole e cascate del Rio della Valle. Si passa il rio su un antico ponte in pietra presso una gola, in bellissimo ambiente boscoso assai selvaggio. Più in basso, dove la valle si allarga, si hanno belle vedute sulle sovrastanti pareti calcaree. Superato un ultimo tumultuoso rio (Rio Servàira), presso una presa dell'acquedotto (qualche difficoltà in caso di acqua abbondante), si trascura a sinistra la traccia diretta alla Grotta della Giara e  si continua ormai su carrareccia fino al Ponte del Salto del Lupo (h 1,20 dal Giogo di Toiràno).

 

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 circa (di cui h 1,30 circa di cresta)

DISLIVELLO

700 m circa 

DIFFICOLTA’

da EE a F+ (passi di III°+), a seconda del percorso seguito

MATERIALE UTILE

casco raccomandato!

ULTIMO SOPRALLUOGO

19 ottobre 2013

PERIODO CONSIGLIATO

da ottobre a marzo

COMMENTI

Itinerario per amatori del genere, interessante per l’ambiente selvaggio e panoramico a due passi dal mare. La prorompente vegetazione infestante può essere un deterrente non da poco: non tutti sono disposti ad arrancare per due ore abbondanti fra rovi, ginepri ed arbusti che, spesso, impediscono il cammino. Per questo è consigliabile, dove le difficoltà lo consentono, procedere sulle rocce, più pulite e facilmente percorribili: in questo modo, comunque, l’itinerario non raggiunge la qualifica di “arrampicata”, cosa vietata da queste parti. Curiosi i contrasti fra il solitario vallone di salita e la strada asfaltata subito oltre il crinale: colpisce (e un po’ intristisce) la carcassa di un vecchio furgone bianco (!) incastrata sul ripido pendio nella parte alta del vallone. Consigliato ai (pochi) amatori di questo tipo di percorsi.

N.B.: la zona è soggetta a divieto permanente di arrampicata (L.R. 29/94 - art. 11 - All. Sub-A) con scopo di tutela per la nidificazione degli uccelli rapaci.