CARTINA CONSIGLIATA
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I.G.C.
scala 1:50.000 – Foglio 15
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
- ALPI
LIGURI
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SCHEDA
N. 56 |
STORIA
ALPINISTICA
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Subito
alle spalle di Borghetto Santo Spirito si apre la stretta e selvaggia Val
Varatèlla, che poco sopra l'abitato di Toiràno (e precisamente in
località Salto del Lupo, dove un ardito ponte attraversa la forra in
cui scorre il torrente) si divide in due brevi rami: a sinistra prosegue
la breve Valle di Carpe, percorsa dalla carrozzabile asfaltata
che, superata molto più in alto
la Sella Alzabecchi
, traversa fino al Giogo di Toiràno; a destra, invece, un selvaggio
vallone, il Vallone della Valle, fra severi appicchi rocciosi,
prosegue quasi rettilineo fino al già citato Giogo di Toiràno, che si
apre proprio alla sua testata.
Il
costone divisorio fra i due solchi vallivi è costituito dallo sperone
della Punta Alzabecchi (784 m): questo si origina in corrispondenza dell’ampia e già citata Sella
Alzabecchi (693 m), dove transita
la SP
1 Borghetto Santo Spirito – Bardinèto, e, oltre la poco rilevata
sommità, si protende verso Sud-Sud-Est con andamento vagamente arcuato,
esaurendosi con dirupati pendii boscosi in corrispondenza del Ponte del
Salto del Lupo. Il costone si presenta in gran parte boscoso ma, specie
sul versante del Vallone della Valle (Est), diverse nervature rocciose
secondarie formano alcune belle creste rocciose con numerosi torrioni
dall’aspetto dolomitico, che rendono l’ambiente quanto mai selvaggio
ed impervio.
In tutta
la zona dell’alta e media Val Varatèlla vige ormai da diversi anni,
grazie ad una legge regionale, il divieto
integrale di arrampicata, a tutela dell’avifauna selvatica: la Cresta
Est-Sud
-Est della Punta Alzabecchi
non è dunque percorribile a livello alpinistico. È in ogni caso
possibile un bel percorso (adatto agli escursionisti esperti) che, anche
se molto disturbato dalla fitta vegetazione, consente di risalire il
vallone a Sud della cresta più pronunciata e di visitare luoghi impervi
e selvaggi, impensabili a così breve distanza dal mare.
A titolo di cronaca, il primo percorso alpinistico
della cresta è di C. Cima, M. Mattioli e L. Tessitore il 26/12/1971. |
PUNTO
DI PARTENZA
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Da Borghetto Santo Spirito
(uscita della A10
Genova-Ventimiglia) si raggiunge Toiràno. Dal paese si segue la
strada diretta al Giogo di Toiràno:
dopo poche centinaia di metri si trascura una diramazione a destra che
supera il torrente diretta a Boissàno o all'ampio parcheggio
delle Grotte di Toiràno, e si procede lungo la carrozzabile di
fondovalle fino al caratteristico ponte, altissimo sulla gola rocciosa
percorsa dal Rio della Valle, chiamato Ponte
del Salto del Lupo (quota
180 m
circa,
5 km
da Borghetto, piccolo parcheggio prima del ponte).
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AVVICINAMENTO
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Dal
ponte si segue una carrareccia in leggera salita (“Sentiero
Natura Rio della Valle”, palina e segnavia ◆) che si inoltra nel solco
boscoso del Rio della Valle. Superati alcuni orti, poco dopo una curva
si incontra sulla destra una traccia che risale il ripido pendio
(freccia e bolli rossi, h 0,10
dalla partenza): si trascura la traccia, che sale verso San
Pietro ai Monti (vedi anche itinerario Traversata
del Monte Ravinèt) e si prosegue lungo la carrareccia, che
con alcuni saliscendi raggiunge uno slargo con opere di canalizzazione
(fontana). Si continua ancora, ora nel bosco fitto, e si affronta una
breve rampa rozzamente lastricata: quasi al suo termine, si trascura la
prosecuzione della carrareccia (vedi anche itinerario Grotta
della Giara) per seguire una evidente traccia inerbita che
taglia in lieve discesa verso sinistra (h 0,20 dalla partenza): sull’altro
versante del vallone appare, in tutta la sua arditezza,
la
Cresta
Est-Sud
-Est della Punta Alzabecchi.
La
traccia, un po’ infastidita dagli arbusti, scende dolcemente in
diagonale per fasce erbose e boschetti poi, poco prima di raggiungere il
pietroso letto di un rio secondario, si devia decisamente a sinistra,
lungo un sentierino pianeggiante che percorre un terrazzamento
abbandonato. Superato un tratto alquanto difficoltoso a causa di un
fitto roveto, si seguono le tracce che iniziano a scendere più
decisamente lungo il pendio terrazzato, sempre infastidite dalla fitta
vegetazione. Si raggiunge così il fondo del vallone, dove scorre il Rio
della Valle fra caratteristiche placche rocciose immerse
nella fitta vegetazione: in un paio di punti, in corrispondenza di
cascatelle, è
possibile superare il corso d’acqua senza eccessiva
difficoltà, a meno che non abbia piovuto di recente (evitare in ogni
caso il periodo primaverile!). Sull’altra sponda, si prosegue pressoché
in piano verso valle (sinistra) ancora per un centinaio di metri
(traccia), doppiando lo spigolo roccioso con cui si esaurisce la cresta
Est-Sud-Est: ambiente
boscoso molto umido ed ombroso. Oltre una breve rampa, le
tracce iniziano a risalire il successivo valloncello verso destra, ma a
questo punto parlare di “traccia” non è più possibile: infatti
numerosi sentierini (probabilmente originati dal passaggio degli
animali) si dipartono verso l’alto, fra fasce erbose e boschetti, e
non è più possibile individuarne una preferenziale. In ogni caso,
bisogna guadagnare quota più
o meno decisamente, riportandosi gradatamente verso destra (Nord) onde
riavvicinarsi allo sperone roccioso della cresta sopra i primi salti,
impercorribili a causa della fittissima vegetazione. Sfruttando una
delle numerose lingue
di pietrame che scendono dal filo di cresta (più facili da
percorrere in quanto libere dalla vegetazione infestante) si raggiunge
dunque il crinale presso una sorta di “trincea naturale”, al vertice
della quale svetta un caratteristico e slanciato torrione
spaccato (h
0,40 dal punto dove si abbandona il “Sentiero Natura”,
attacco).
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DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si raggiunge la base dell’ardito
torrione, inciso verticalmente da una profonda fessura che lo bipartisce
in due gugliette distinte: il percorso si può effettuare salendo
all’interno della trincea naturale (percorso elementare, ma molto
infastidito dagli arbusti) oppure seguendo il filo della bassa crestina
rocciosa di sinistra (II°
friabile con un passo di II°+
all’attacco, ma percorso libero da vegetazione).
Aggirato
sulla destra il torrione
(II°), si raggiunge il
colletto al suo piede (dove si giunge seguendo il percorso della
trincea): da qui si continua lungo il canalino rettilineo che si insinua
fra i due speroni rocciosi che originano, in basso, la trincea (qualche
sasso incastrato a guisa di gradino all’inizio, sempre vegetazione
assai fastidiosa), oppure si può continuare sul
filo della crestina rocciosa di destra (II°+,
friabile).
Si giunge così ad un ampio
colletto con vegetazione ai piedi del primo
significativo doppio risalto della cresta, costituito da
alcune lisce lame di roccia: attenzione al baratro sul versante opposto!
Senza
affrontare l’ostico risalto, si costeggia la paretina
meridionale del doppio torrione (percorso assai faticoso per via della
fitta e “pungente” vegetazione!), quindi si ritorna presso il filo
in corrispondenza di un nuovo aereo colletto, alla base del secondo e più
imponente risalto. Con percorso facile ma esposto (II°), si può raggiungere a destra la
sommità del primo risalto,
a
forma di fungo roccioso, con veduta assai aerea sul Vallone della Valle,
con le sommità del Monte Varatèlla e della Rocca Berlèurio che lo
dominano.
Si aggira a questo punto, sul lato
meridionale, anche questo secondo risalto, assai più massiccio ed
imponente del precedente, con alcuni passi un po’ delicati (II°) su friabili placche rocciose (per evitare di passare più in
basso, fra gli spinosi ed intricatissimi ginepri); quindi si
ritorna in cresta rimontando una speroncino sulla destra,
appigliato ma non banale (III°;
volendo è possibile costeggiare
alla base l’intero tratto di cresta, con percorso
elementare ma assai difficoltoso per la fitta vegetazione). Si continua
ora nuovamente facilmente nei
pressi della cresta (II°
con qualche passo di II°+),
sorretta ai lati da
verticali paretine rocciose ma larga e comoda sul filo, finchè
questa si trasforma in comodo
pendio di erba e roccette che conduce alla base del terzo
ed ultimo significativo risalto, conformato a guisa di
arrotondato testone roccioso solcato da alcuni canali-camini con
vegetazione.
Il risalto si vince scalando
le rocce dello sperone compreso fra i due camini principali (III°
con passi esposti di III°+,
roccia discreta) oppure risalendo (con fatica e fastidio, a causa della
solita fitta vegetazione) il camino di destra, e raggiungendo poi lo
sperone tra i due camini in alto, presso un colletto a monte di un
torrioncino (II° in quest’ultimo caso).
Si giunge così, per una crestina
ed un ultimo
passo delicato su placchetta (III°),
sull’ampia sommità erbosa del risalto, dove le difficoltà
alpinistiche praticamente cessano del tutto (h
1,30 circa dall’attacco).
Si segue una traccia che aggira a
destra la successiva nervatura rocciosa, quindi si ritorna sul filo di
erba e roccette del crinale:
raggiunta la base di un
nuovo risalto, lo si può vincere a destra direttamente per
un diedrino (III°) o traversando a sinistra e salendo poi per più facili
roccette (II°).
Aggirando un nuovo salto, si
percorre una comoda e pianeggiante cengia erbosa, intagliata nella
roccia a picco, che traversa a destra poi, quando questa tende ad
esaurirsi, si ritorna in cresta salendo a sinistra per roccette facili (II°).
Ormai su un comodo crinale erboso e
boscoso, si continua lungo evidenti tracce di sentiero, avendo in vista
la sottostante (e poco lontana) strada asfaltata che sale da Carpe alla
Sella Alzabecchi ed al Giogo di Toiràno. Seguendo un comodo sentierino
fra gli alberi, si
aggirano a sinistra un paio di rilievi costituiti da
frantumati blocchi calcarei (volendo, si
possono superare proprio sul filo, con brevissimi passaggi di
II°), quindi si
scende per un tratto di bosco ad una sella erbosa proprio ai
piedi del testone sommitale della Punta Alzabecchi (tralicci
di un elettrodotto).
Rimontando il ripidissimo ma breve
pendio finale (erba e bosco) per vaghe tracce, si raggiunge la
cresta sommitale dove, fra lastroni
rocciosi fessurati, si incontra il segnavia ●●●
proveniente dalla sottostante Sella Alzabecchi. In pochi passi, lungo
l’ampio dorso, si raggiunge la panoramica sommità
della Punta Alzabecchi (784 m, h 0,45 dal termine delle difficoltà
alpinistiche). Bellissimo panorama su Rocca Barbèna, Monte Carmo,
complesso Monte Ravinèt-Monte Varatèlla e su tutte le curiose
formazioni rocciose della Val Varatèlla. Oltre la piana di Borghetto
Santo Spirito, si domina un esteso tratto di Mar Ligure.
Discesa: dalla cima si segue il segnavia ●●●
(in verità non molto marcato) che guida in discesa lungo il
ripidissimo pendio erboso (e poi boscoso) che cala verso la Sella
Alzabecchi.
Con percorso evidente si raggiunge una carrareccia che, con breve tratto
pianeggiante, sbuca presso il vecchio ristorante abbandonato alla Sella Alzabecchi (693 m, h 0,15
dalla cima), dove si incrocia la strada asfaltata diretta all’ormai
poco lontano Giogo di Toiràno.
Si segue la strada asfaltata, in lieve salita, verso destra, in direzione
del valico: dopo circa
1,5 km
(h 0,20
dalla Sella Alzabecchi), si lascia la strada asfaltata per
imboccare, a destra, il “Sentiero
Natura Rio della Valle” (palina e tabellone). Si segue
dunque questo sentiero, segnato con ◆, che prosegue per un tratto nel bosco sotto la
strada quasi in piano, poi scende per un ripido pendio boscoso in una
specie di valletta (segni sugli alberi). Superata una zona di recente
esbosco, si prosegue in lieve discesa fino ad un'ampia sella con
elettrodotto, da dove si prosegue a destra (freccia rossa sul
traliccio), ora nuovamente in discesa più ripida. Con alcuni tornanti
si raggiunge un rio secondario sul fondo di un ombroso vallonetto, dove
si incontra un secondo tabellone esplicativo circa le particolarità
naturali di questa zona; si scavalca il rio su pietre, quindi si
continua a scendere seguendo il ben tracciato sentiero immettendosi nel
vallone principale, con belle vedute sulle numerose gole e cascate del
Rio della Valle. Si passa il rio su un antico
ponte in pietra presso una gola, in bellissimo
ambiente boscoso assai selvaggio. Più in basso, dove la
valle si allarga, si hanno belle vedute sulle sovrastanti pareti
calcaree. Superato un ultimo tumultuoso rio (Rio Servàira), presso una presa dell'acquedotto (qualche difficoltà
in caso di acqua abbondante), si trascura a sinistra la traccia diretta
alla Grotta
della Giara e si continua ormai su carrareccia fino al
Ponte del Salto del Lupo (h 1,20
dal Giogo di Toiràno). |
TEMPO
TOTALE
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h 5,00
circa (di cui h 1,30 circa di cresta)
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DISLIVELLO
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700 m
circa
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DIFFICOLTA’
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da EE a F+ (passi di III°+), a seconda del percorso
seguito
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MATERIALE
UTILE
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casco
raccomandato!
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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19
ottobre
2013
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PERIODO
CONSIGLIATO
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da
ottobre a marzo
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COMMENTI
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Itinerario per amatori del genere,
interessante per l’ambiente selvaggio e panoramico a due passi dal
mare. La prorompente vegetazione infestante può essere un deterrente
non da poco: non tutti sono disposti ad arrancare per due ore abbondanti
fra rovi, ginepri ed arbusti che, spesso, impediscono il cammino. Per
questo è consigliabile, dove le difficoltà lo consentono, procedere
sulle rocce, più pulite e facilmente percorribili: in questo modo,
comunque, l’itinerario non raggiunge la qualifica di
“arrampicata”, cosa vietata da queste parti. Curiosi i contrasti fra
il solitario vallone di salita e la strada asfaltata subito oltre il
crinale: colpisce (e un po’ intristisce) la carcassa di un vecchio
furgone bianco (!) incastrata sul ripido pendio nella parte alta del
vallone. Consigliato ai (pochi) amatori di questo tipo di percorsi.
N.B.:
la zona è soggetta a divieto permanente di arrampicata (L.R.
29/94 - art. 11 - All. Sub-A) con scopo di tutela per la nidificazione
degli uccelli rapaci.
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