Monte Toraggio 1973 m - Trav. Est-Ovest

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 19

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 61

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL MONTE TORAGGIO (CIMA OVEST) DAL SELVAGGIO VALLONE DEL CORVO

IL CARATTERISTICO TORRIONE ROCCIOSO, AI CUI PIEDI PASSA LA MULATTIERA, AI PIEDI DEL VERSANTE MERIDIONALE DEL MONTE TORAGGIO

LUNGO L’AEREA CRESTA EST DEL MONTE TORAGGIO

LA CIMA OVEST DEL MONTE TORAGGIO, CON IN PRIMO PIANO LA CRESTINA ROCCIOSA CHE SI EVITA SUL LATO SUD, DALLA CRESTA DI COLLEGAMENTO CON LA CIMA EST

IL PASSO PIU’ IMPEGNATIVO DELLA TRAVERSATA EST-OVEST, ORMAI PRESSO LA CIMA OVEST

 

STORIA ALPINISTICA

Il Monte Toraggio (1973 m) è una delle più belle cime delle Alpi Liguri, nonché l’ultimo baluardo prettamente alpino prima delle dolci colline che degradano fino al mare di Ventimiglia.

Presenta delle belle pareti rocciose (calcari nummulitici), specialmente sul lato Nord: sulla cresta sommitale, orientata da Est e Ovest, si individuano due cime principali, la Est (che costituisce il punto più elevato, sulla quale sorge un isolato paletto) e la Ovest (di pochi metri più bassa, croce in ferro e libro di vetta), a cui normalmente salgono gli escursionisti partendo dal Passo di Fonte Dragurina in quanto di più rapido accesso.

Degna di nota è anche la cresta Nord, abbastanza lunga e caratteristica, che costituisce una divertente variante di salita alla cima, con difficoltà di II° grado, a partire dalla Gola dell’Incisa.

Alcuni anni fa il lato orientale della montagna, a partire dalla cresta Nord, è stato interessato da un imponente movimento franoso che ha sconvolto il versante ed ha purtroppo interessato anche il tracciato del “Sentiero degli Alpini”, che traversava proprio su quel lato per portarsi sul solatio e prativo versante meridionale: è in previsione una messa in sicurezza, anche se ad oggi appare assai improbabile una riapertura del sentiero vista l’ampiezza del fronte di frana che incombe dall’alto.

Questo itinerario si propone di effettuare la traversata, da Est a Ovest, della cresta sommitale del Monte Toraggio, toccando le due cime principali, in ambiente aperto, solare e molto panoramico.

Degno di nota è il “Dado degli Dei”, grosso masso in bilico sulla cresta che si incontra poco ad oriente della Cima Est.

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Bordighera o Ventimiglia (uscite della A10 Genova-Ventimiglia) si raggiunge Vallecrosia, da dove si risale la pittoresca Val Nervia: superata Dolceacqua, e poco prima di raggiungere Pigna, si svolta a sinistra e, con innumerevole serie di tornanti nel fitto bosco, si sale lungamente fino al valico della Gola di Gouta (1213 m), dove sorge anche il Rifugio Gola di Gouta. Proseguendo verso Nord sul boscoso crinale, lungo una carrareccia ora sterrata ma ancora con fondo in buone condizioni, si superano alcune abitazioni private e si giunge al parcheggio presso la Colla Scarassan (1224 m, 35 km circa da Vallecrosia). La carrareccia prosegue ancora in discesa verso il Passo Muratone, ma il fondo sconnesso ne sconsiglia la percorrenza ai normali automezzi.

 

AVVICINAMENTO

Seguendo la carrareccia in lieve ma costante discesa, si procede nel fitto bosco: lasciati i ruderi di una casa, la carrareccia aggira un costone e, con un’ampia svolta, scende alla sella erbosa del Passo Muratone (1158 m, h 0,15 dalla Colla Scarassan, paline).

Dal valico la carrareccia, mantenendosi sul versante italiano, sale in diagonale tagliando il boscoso versante meridionale del Monte Lega (1556 m), fino alla casermetta oggi riattata e denominata Rifugio Muratone (1180 m, informarsi presso il Comune di Pigna circa l’effettiva fruibilità della struttura).

Proseguendo lungo la carrareccia, si aggira sempre in moderata salita il lato Sud Monte Lega e, con un lungo traversone ascendente nel bosco, si giunge ad un bivio: trascurata la carrareccia che, con un deciso tornante a sinistra, sale verso la Batteria di Monte Lega, situata in cima all’omonimo monte, si prosegue dritti, lungo una larga mulattiera che taglia il brullo versante destro idrografico della Vallone del Corvo, tributario della Val Nervia.

 

La Batteria di Monte Lega (o 604ª Batteria Sempre Pronta), facente parte del Vallo Alpino del Littorio, fu costruita dal 1932 al 1935 sulla vetta del Monte Lega (1556 m), all'estremità Nord del Sottosettore V/A Muratone e ricade nella tipologia della circolare tipo 200 dello Stato Maggiore.

L'opera era armata con quattro cannoni da 75/27 Mod. 1906, due mitragliatrici Fiat Mod. 14/35 e due fucili mitragliatori. I quattro cannoni della batteria dovevano controllare tutta la dorsale da Passo Muratone all'Arpetta, a protezione dei centri di resistenza e a sbarramento dei vari colli, mentre le due mitragliatrici incrociavano il fuoco con il centro di resistenza 4 di Sanderan e spazzavano i pendii Nord e Nord-Ovest del rilievo, a protezione delle casematte.

Come pure le altre opere del Vallo Alpino, anche quella del Monte Lega non ha partecipato attivamente alla battaglia delle Alpi Occidentali nel giugno 1940, infatti il campo di tiro delle armi era interamente in territorio italiano ed aveva carattere spiccatamente difensivo. Sulla vetta del Monte Lega, non collegato direttamente alla batteria, si trova l'osservatorio, costruito nel 1935, con il compito di dirigere il tiro dell'opera come pure di altre batterie ubicate allo scoperto.

Nel complesso la batteria è formata da due ingressi (armati con fucile mitragliatore), da una serie di cunicoli (lungo i quali si aprono diversi locali per latrine, depositi munizioni, viveri e acqua, ecc…) che collegano poi le camerate, i depositi di munizioni, le quattro postazioni per i cannoni e le due per mitragliatrici.

 

La mulattiera traversa lungamente in moderata ma costante salita il fianco del selvaggio vallone, fra vegetazione tipica della macchia mediterranea (arbusti, ginepri, lavanda), con bella veduta sui dirupi rocciosi sud-occidentali del Monte Toraggio. Aggirato un ultimo costone, un breve traversone pianeggiante consente di toccare la testata del vallone, presso il valico denominato Gola del Corvo (Pas de Corbeau, 1404 m, h 0,45 dal Passo Muratone, paline).

Inizia ora un lungo tratto pressoché pianeggiante che traversa alla base dei rocciosi contrafforti del Toraggio (qualche breve tratto di corda fissa in alcuni corti passi leggermente esposti): tagliati diversi ripidissimi canaloni, il sentiero si porta su un piccolo colletto, ai piedi di un caratteristico torrione roccioso: aggirato il torrione lungo un tratto di mulattiera mirabilmente costruita (bellissima vista su tutto lo svolgimento della Val Nervia fino al mare), si insiste nel lungo traversone fino all’inizio dei ripidi pendii prativi che costituiscono il versante meridionale del Toraggio, dove si incontra un bivio (loc. Prati del Toraggio, 1545 m, h 0,40 dalla Gola del Corvo, paline).

Trascurato il sentiero che prosegue dritto verso Pigna e Buggio, si svolta decisamente a sinistra e si prende a risalire, con una serie di lunghi tornanti, il soprastante vallonetto erboso, superando una serie di piccoli ripiani alternati a più ripidi pendii. Più in alto, quando ormai appare piuttosto vicina la rocciosa cresta sommitale della Cima Ovest del Toraggio, si incontra un nuovo bivio: trascurando la prosecuzione della traccia principale che sale verso l’ormai vicino Passo di Fonte Dragurina, si segue la diramazione di destra (inizialmente sbarrata da un tronco messo di traverso).

 

La diramazione è sbarrata in quanto si tratta della traccia proveniente dal “Sentiero degli Alpini”, attualmente chiuso ed interdetto al transito in quanto interessato dalla frana sul versante orientale del Monte Toraggio: nel presente itinerario la si utilizzerà solo nel primo tratto, quello non interessato dalla frana.

 

Abbandonato quindi il sentiero principale, si procede a destra, con lunga diagonale ascendente su ripido terreno prativo: aggirata una tondeggiante elevazione, la traccia traversa quindi brevemente sul lato Sud-Est della montagna portandosi ad un panoramico colletto erboso al piede della cresta orientale del Monte Toraggio, da dove la vista si apre sul fronteggiante selvaggio versante meridionale del Monte Pietravecchia (h 0,40 dai Prati del Toraggio, h 2,20 dalla Colla Scarassan, attacco).

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Dal colletto si rimonta a sinistra un breve pendio (tracce, qualche ometto) che consente di guadagnare velocemente un dorso erboso dal quale si impenna la cresta terminale. Rimontando una nervatura di roccette alternate a rampe erbose che separa due evidenti canalini paralleli (qualche passo di ), si guadagna il filo di cresta, che sul lato Nord precipita con scoscesi dirupi e verticali salti. Verso Nord-Ovest appare la Cima Est, preceduta da un’altra rocciosa elevazione.

Con divertente percorso per facili roccette si segue il filo di cresta, in alcuni tratti aereo ma mai particolarmente impegnativo (isolati passi di ). Dopo un breve tratto poco a Sud del filo si rimonta un breve speroncino roccioso che permette di tornare in cresta, da dove si apre la vista sullo sconvolto versante orientale del Toraggio, interessato dalle grandi frane del 2019/2020. Sempre per facili rocce (, qualche passo di I°+) si guadagna un dente roccioso, da dove si scende alla successiva incassata forcella, incisa da una profonda spaccatura larga circa 50 centimetri da superare in spaccata (I°+, facile anche se un po’ esposto). Rimontando il successivo spuntone, se ne aggira poi la cuspide sul lato Sud, fino alla larga sella alla base del pendio finale della Cima Est, dominata in alto dal curioso masso squadrato (apparentemente in precario equilibrio) denominato “Dado degli Dei”.

Scavalcata (o aggirata poco più in basso) un’altra profonda fessura, non rimane che rimontare l’ultimo breve ma ripido pendio di erba e roccette che consente di toccare la Cima Est del Monte Toraggio (1973 m, h 1,15 dall’attacco, paletto in legno). Bellissimo panorama sulla costa ligure e sulle Alpi Marittime, in particolare su Rocca dell'Abisso e sulla Valle delle Meraviglie dal Monte Bégo al Clapier e al Gelàs; bella vista anche sulla fronteggiante parete Sud del Monte Pietravecchia

Dalla cima si continua lungo il pianeggiante filo di cresta, costituito da erba e roccette, e con alcuni poco significativi saliscendi si giunge sull’orlo superiore di un salto. Si scende allora verso sinistra (Sud) lungo un ripido pendio erboso (qualche breve passo di ), tagliando più in basso il canale discendente dalla forcella soprastante. Senza rimontare il successivo pendio di erba e roccette (che condurrebbe su uno spuntone dal quale la prosecuzione sarebbe interrotta a causa di un brusco risalto) si continua a traversare in quota fino al piede di un nuovo pendio di erba e rocce. Risalito il pendio, si giunge dove questo si restringe a cresta rocciosa affilata: con pochi passi lievemente esposti, si rimontano alcuni massi (I°+) fino ad uno spuntone, da dove con una breve discesa lungo una fessura (3 metri, II°) si raggiunge un aereo intaglio roccioso. Si sale il successivo muretto per il sinistro di due caminetti paralleli (5 metri, II° esposto) uscendo sugli ultimi pendii erbosi che conducono all’ampia cupola sommitale della Cima Ovest del Monte Toraggio (1972 m, h 0,25 dalla Cima Est, croce in ferro e statua della Madonna). Si ripete grosso modo il panorama della Cima Est, forse ancor più particolareggiato sulla zona delle Alpi Marittime.

 

Discesa: dalla cima, seguendo gli evidenti segnavia, si percorre una breve crestina verso Sud, quindi si scende per erba e roccette lungo uno sperone. Più in basso si devia a destra (segnavia rossi) e si scende per un ripido canalino roccioso (corda fissa): con breve traversata, si giunge al sommo degli ampi pendii erbosi che, con alcuni ampi tornanti su traccia, consentono di toccare l’ampia sella del Passo di Fonte Dragurina (1810 m, h 0,20 dalla Cima Ovest).

Trascurando il sentiero che, rimanendo in quota sul lato francese, si dirige verso la Gola dell’Incisa (vedi anche itinerario Sentiero degli Alpini), si scende lungo l’ampia mulattiera che, con alcuni ampi tornanti sul ripido pendio erboso meridionale, ritorna in breve al bivio con il Sentiero degli Alpini seguito durante l’avvicinamento (h 0,15 dal passo).

Di qui, lungo l’itinerario dell’andata, si ritorna alla Colla Scarassan in h 2,00.

 

TEMPO TOTALE

h 6,15 circa in totale, h 1,40 circa per la traversata di cresta

DISLIVELLO

1000 m circa (150 m circa per la sola traversata)

DIFFICOLTA’

F (qualche breve passo di II° lievemente esposto, il resto I°)

MATERIALE UTILE

casco consigliato

ULTIMO SOPRALLUOGO

10 aprile 2022

PERIODO CONSIGLIATO

maggio-giugno e settembre-ottobre

COMMENTI

Piacevolissima traversata di cresta, molto panoramica ed in ambiente aperto e soleggiato. Le difficoltà sono assai contenute, e per lo più concentrate nel tratto tra le due cime principali: seguire fedelmente il filo non è consigliabile, causa un tratto di cresta assai affilato e con roccia mista ad erba di dubbia qualità, per cui l’itinerario più consigliato è senz’altro quello qui descritto, che rende la gita di difficoltà omogenea e senza eccessive perdite di tempo per manovre ed acrobazie.

Molto consigliata!