Monte Cucco 357 m - Via "Il Gufo"

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CARTINA CONSIGLIATA

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CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI LIGURI (via di falesia)

SCHEDA N. 25

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

 

STORIA ALPINISTICA

L'imponente bastionata calcarea di Monte Cucco (357 m) si innalza, orientata a Nord-Ovest, fra i solchi dei torrenti Sciùsa ed Aquila. Ha costituito la prima palestra di roccia del Finalese. È quindi un settore "storico", ma ancora molto frequentato, ricco di vie di elevata difficoltà ma anche di "classiche" molto ripetute. Se questo, da un lato, consente a molti appassionati di trovare svariati itinerari adatti alle proprie capacità, dall'altro ha l'inconveniente di presentare, lungo gli itinerari più famosi, oltre all'affollamento, una roccia molto unta, che rende l'arrampicata spesso poco divertente. 

In quest'ottica, "Il Gufo" (G. Calcagno, A. Casula, A. Grillo, ottobre 1971) è senz'altro una via molto consigliabile, in quanto non è una di quelle più conosciute e, quindi, un po' "inflazionate". La roccia è ancora molto buona, le difficoltà non sono elevatissime, l'ambiente è comunque verticale ed esposto ... Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per una divertente salita sulle pareti del Finalese! Per contro, la frequentazione non eccessiva ha fatto sì che la chiodatura non sia proprio ottimale: portare materiale per integrare qui è quasi d'obbligo!

NOTA: nella parte alta, "Il Gufo" risaliva un diedro più a destra che, ad oggi, risulta di difficile praticabilità a causa dell'ormai intricata vegetazione. E' dunque preferibile, come ultimo tiro, seguire quello assai più lineare e "pulito" della via "Corpus Domini" (G. Calcagno, A. Grillo, 05/06/1969), come descritto nella relazione dell'itinerario.

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Finale Ligure (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si scende a Final Borgo, da dove si prende la strada per Feglino lungo la Valle dell'Aquila. Dopo aver percorso la base delle impressionanti pareti del Bric Pianarella e del Bric Spaventaggi (a destra salendo), si prende una stradina che sale a destra (ind. per Monte Cucco ed Orco). Dopo circa un paio di chilometri si prende, ancora a destra, una ripida stradetta in cemento che raggiunge in breve un primo parcheggio. Proseguendo ancora qualche decina di metri su strada in terra battuta, si giunge ad un secondo parcheggio (10 km circa da Finale), proprio ai piedi del severo versante nordoccidentale del Monte Cucco.

N.B.: chi provenisse da Savona può anche uscire a Feglino (uscita unidirezionale) e seguire la strada diretta a Finale fino ad incontrare il bivio per Orco di cui prima (6 km circa da Feglino in questo secondo caso).

 

AVVICINAMENTO

Presso una tabella indicatrice degli itinerari del settore, si prende un sentierino che sale in diagonale verso sinistra: giunti in corrispondenza dell'evidentissimo Diedro-Canale, che solca la bastionata subito a destra della "Torre", si devia per alcune tracce a destra fino ad incontrare la parete rocciosa. Si costeggia la parete, superando il pilastrino di attacco de "La Pulce", fino a giungere in corrispondenza di un evidente diedro verticale, caratterizzato a circa metà altezza da un alberello di fico: a sinistra del diedro scritta "OPTI-MATTI". Attacco (h 0,10 dal parcheggio).

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si possono contare 3 tiri di corda:

1 - Si attacca il diedro: all'inizio la sua risalita è abbastanza facile (4b) poi, superato l'alberello di fico, questo si fa più verticale ed impegnativo (lame, buchi, 5b), anche se la chiodatura qui è ottimale. Quando il diedro termina, se ne esce a destra, per traversare su placche lisce molto delicate (spit un po' lunghi, 5c) fin sotto un evidente strapiombo giallo. Si trascura la catena di sosta a sinistra e, dopo aver rinviato su un vecchio chiodo appena sopra il tetto (scomodo, 5c), lo si supera direttamente. Si prosegue per la superiore paretina, esposta ma gradinata (eventualmente alberi per assicurarsi) fino ad un'ampia nicchia gialla (cordone di sosta);

2 - Tiro originale: Si traversa brevemente a destra, per comoda cengia con vegetazione, per poi attaccare un primo breve risalto (3b). Superato un altro breve tratto con fastidiosa vegetazione, si scala un breve muretto a sinistra, esposto ma ben ammanigliato (3c, eventualmente proteggerlo con un paio di friends) per uscire su un ripiano alla base del diedro finale: sosta su un chiodo e su una vicina clessidra;

2a - Variante consigliata: Dalla sosta si scala direttamente il muretto di fronte, su cui spicca a circa 3 metri d'altezza una bellissima clessidra (4b, tratto da proteggere interamente con nut, friends e cordini). Oltre un piccolo ripiano terroso, si scala ancora una placchetta (cordone rosso) e si esce sul ripiano alla base del diedro finale del tiro precedente (sosta su un chiodo e su una vicina clessidra);

3 - (Tiro della via "Corpus Domini") Si scalano le belle placche che portano al diedro (4b, eventualmente possibilità di piazzare un friend nella fessura di sinistra), che si risale interamente (4c, numerosi chiodi nella fessura sul fondo, eventualmente integrabili). Quando il diedro sembra terminare, se ne esce a destra, in piena esposizione (5a, eventualmente sicura su un alberello) per guadagnare un comodo ripiano. Qui inizia un altro breve diedrino di 7-8 metri (4c, 1 chiodo a metà) che consente di raggiungere la cresta sommitale.     

 

Discesa: seguendo il ciglio della bastionata verso destra si scende per un bel bosco fino a che si incontra un brevissimo saltino roccioso. Disceso questo (4 metri di II°) ci si ritrova su uno stretto colletto: scendendo a destra, si imbocca il "Canyon", uno stretto budello roccioso dal fondo pianeggiante, veramente molto caratteristico (all'inizio, salendo brevemente per le roccette di fronte, si può raggiungere la spettacolare "Grotta Forata", che si affaccia con un eccezionale finestrone sulla verticale parete Ovest). Proseguendo lungo il Canyon, se ne raggiunge lo sbocco inferiore: una traccia scende con tornanti una breve scarpata, poi con l'ausilio di una corda fissa si scende una ripida paretina (II°) fino alla base delle rocce. Proseguendo per una comoda traccia si supera una pietraia e si ritrova la carrareccia poco sopra il parcheggio (h 0,20 dalla cima).

 

TEMPO TOTALE

h 2,00 circa 

DISLIVELLO

100 m circa di sviluppo 

DIFFICOLTA’

D+ (5c max/5b obb.)

MATERIALE UTILE

corda da 50/70 m, casco, 12 rinvii, cordini, nut e friend: via parzialmente attrezzata a spit e chiodi

ULTIMO SOPRALLUOGO

16 febbraio 2008

PERIODO CONSIGLIATO

primavera e autunno

COMMENTI

Bella via, non troppo impegnativa in ambiente roccioso stupendo. La chiodatura non è certo "sportiva", per cui i falesisti puri non apprezzeranno molto, ma la scarsa frequentazione ed i passaggi comunque esposti e aerei ne fanno una "chicca" di grande soddisfazione. Evitare i periodi più freddi (esposizione a Nord!). Molto bella anche la discesa per il caratteristico Canyon.