CARTINA CONSIGLIATA
|
-
|
CATEGORIA/ZONA
|
ALPINISMO
- ALPI LIGURI (via di falesia)
|
SCHEDA
N. 33 |
STORIA
ALPINISTICA
|
L'imponente
bastionata calcarea di Monte Cucco (357 m) si innalza, orientata a
Nord-Ovest, fra i solchi dei torrenti Sciùsa ed Aquila.
Ha costituito la prima palestra di
roccia del Finalese. E' quindi un settore "storico", ma ancora
molto frequentato, ricco di vie di elevata difficoltà ma anche di
"classiche" molto ripetute. Se questo, da un lato, consente a
molti appassionati di trovare svariati itinerari adatti alle proprie
capacità, dall'altro ha l'inconveniente di presentare, lungo gli
itinerari più famosi, oltre all'affollamento, una roccia molto unta, che rende l'arrampicata
spesso poco divertente.
In quest'ottica, per
"La Pulce"
valgono le stesse considerazioni fatte per "Il Gufo": la
via non è una di quelle più conosciute e,
quindi, un po' "inflazionate". La roccia è ancora molto buona,
le difficoltà non sono elevatissime, pur essendo di tutto rispetto, l'ambiente è comunque verticale ed
esposto ... Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per una divertente
salita sulle pareti del Finalese! La via è un poco più sostenuta de "Il
Gufo", ma qui la chiodatura è ottimale e non serve materiale
aggiuntivo per integrare. I primi salitori sono due dei "mostri
sacri" del Finalese: G. Calcagno e A. Grillo il
18 giugno 1969. |
PUNTO
DI PARTENZA
|
Da
Finale Ligure (uscita della A10
Genova-Ventimiglia) si scende a Final Borgo,
da dove si prende la strada per Feglino lungo la Valle
dell'Aquila. Dopo aver percorso la base delle impressionanti
pareti del Bric Pianarella e del Bric Spaventaggi (a destra
salendo), si prende una stradina che sale a destra (ind. per Monte
Cucco ed Orco). Dopo circa un paio di chilometri si prende,
ancora a destra, una ripida stradetta in cemento che raggiunge in breve un
primo parcheggio. Proseguendo ancora qualche decina di metri su strada in
terra battuta, si giunge ad un secondo parcheggio (10 km circa da Finale), proprio ai piedi del
severo versante nordoccidentale del Monte Cucco. N.B.:
chi provenisse da Savona può anche uscire a Feglino (uscita
unidirezionale) e seguire la strada diretta a Finale fino ad incontrare
il bivio per Orco di cui prima (6 km circa da Feglino in questo secondo
caso). |
AVVICINAMENTO
|
Presso una
tabella indicatrice degli itinerari del settore, si prende un sentierino
che sale in diagonale verso sinistra: giunti in corrispondenza
dell'evidentissimo Diedro-Canale, che solca la bastionata subito a
destra della "Torre", si devia per alcune tracce a
destra fino ad incontrare la parete rocciosa. Si costeggia la parete fino
a giungere in corrispondenza di un breve gradino in discesa con alcuni
massi. Subito dopo aver sceso il gradino, presso un evidente pilastrino
franato che ha formato una poco accentuata nicchia giallastra, parte la
via (nessuna scritta, spit visibile circa 3 metri più sopra). Attacco (h 0,10 dal
parcheggio). |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
|
Si possono
contare 3
tiri di corda: 1
- Si sale il poco accentuato strapiombetto formato dalla piccola nicchia,
poi si prosegue sulle lisce e verticali placche superiori, seguendo una
evidente fessura che le incide (5c continuo). Più in alto si deve
superare un altro piccolo strapiombo, che però è scarso di appigli e
butta all'infuori (5c+). Sopra lo strapiombo, si traversa
brevemente a destra per placche delicate fino ad una prima vecchia catena
di sosta in posizione alquanto scomoda: senza fermarsi, si continua per le
superiori rocce, più facili e gradinate (4b), fino ad un comodo
pianerottolo all'inizio di un diedro (catena di sosta);
2
- Si sale il diedro, che subito si inclina un po' a destra e poi sale su
dritto (4c): a circa metà del suo sviluppo c'è un passaggio un
po' liscio (5b), poi si prosegue, mai banalmente ma senza eccessive
difficoltà, fino a dove il diedro è sbarrato da un evidente strapiombo
(piccolo ripiano, catena di sosta);
3
- Si supera direttamente lo strapiombo, con un passaggio di forza ma anche
di tecnica, perchè si rimane inevitabilmente sbilanciati (5b), poi
si prosegue per placche più abbattute (4a) fino alla base
dell'ultimo muretto, che si vince verso sinistra (4c) per uscire
sulla caratteristica cresta sommitale.
Discesa: seguendo la cresta verso destra si scende
per un bel bosco fino a che si incontra un brevissimo saltino roccioso.
Disceso questo (4 metri di II°) ci si ritrova su uno stretto
colletto: scendendo a destra, si imbocca il "Canyon", uno
stretto budello roccioso dal fondo pianeggiante, veramente molto
caratteristico (all'inizio, salendo brevemente per le roccette di fronte,
si può raggiungere la spettacolare "Grotta Forata", che
si affaccia con un eccezionale finestrone sulla verticale parete Ovest).
Proseguendo lungo il Canyon, se ne raggiunge lo sbocco inferiore:
una traccia scende con tornanti una breve scarpata, poi con l'ausilio di
una corda fissa si scende una ripida paretina (II°) fino alla base delle rocce.
Proseguendo per una comoda traccia si supera una pietraia e si ritrova la
carrareccia poco sopra il parcheggio (h 0,20
dalla cima). |
TEMPO
TOTALE
|
h
2,00 circa
|
DISLIVELLO
|
100
m circa di sviluppo
|
DIFFICOLTA’
|
D+ (5c max/5b
obb.)
|
MATERIALE
UTILE
|
corda da
60 m, casco, 12/14 rinvii, cordini: via interamente attrezzata a spit
|
ULTIMO
SOPRALLUOGO
|
7
giugno
2008
|
PERIODO
CONSIGLIATO
|
primavera
e autunno
|
COMMENTI
|
Salita piuttosto impegnativa ma
molto interessante, in ambiente solare e, stranamente, poco frequentato.
Chiodatura a resinati ottima, passaggi abbastanza continui e divertenti.
Molto bello anche il ritorno attraverso il caratteristico
"Canyon".
|
|