Monte Antoròto 2144 m - Cresta Est

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 – Foglio 03

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 16 

 

FOTO NOTEVOLI

L'ANTORÒTO DALLE CASE DI VALDINFERNO

LA TESTATA DELLA VALDINFERNO, CON IL RIFUGIO SAVONA ED IL RETROSTANTE BRIC MINDÌNO, SALENDO VERSO LE CRESTINE DELL'ANTORÒTO

SULLE AEREE CRESTINE DELL'ANTORÒTO

L'ULTIMO TRATTO DI CRESTA VERSO LA CIMA DEL MONTE ANTORÒTO

 

STORIA ALPINISTICA

Il Monte Antoròto (2144 m) è una bella montagna dalla forma piramidale situata sullo spartiacque Tanaro - Casotto, alle testate della Valdinferno (Est) e del Vallone Moscardìna (Nord). 

E' la prima cima delle Alpi Liguri a superare i 2000 m, ed è anche la prima di aspetto prettamente alpino. Mentre l'ampio versante Sud degrada verso la conca di Ormèa con ripidi ma aperti pendii erbosi, ed il più breve pendio settentrionale scende regolarmente sulla conca dell'Alpe di Perabruna (qui sale la facile via normale), verso Nord Est precipita con una rocciosa fiancata sulla testata del valloncello della Bura, nell'alta Valdinferno. 

Proprio lungo il filo di cresta di detta fiancata, la Cresta Est, che digrada più dolcemente con ampi prati verso Sud-Ovest, si svolge un interessante percorso di accesso alla cima, panoramico e divertente anche se modestamente impegnativo: localmente il percorso della cresta Est, costituita in realtà da una serie di elevazioni rocciose separate da ampie e verdeggianti forcelle, è noto con la denominazione di "Crestine dell'Antoroto".

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Ceva (uscita della A6 Torino-Savona) si risale la Val Tanaro superando Bagnasco e Priòla fino a Garèssio (579 m, 21 km da Ceva). Subito dopo il paese si svolta a destra lungo una ripida stradetta asfaltata (indicazioni) che, tra fitti splendidi castagneti, risale la breve valletta del Rio Parone fino alla piccola borgata di Valdinferno (1213 m, 10 km da Garèssio), oramai solo sede di villeggiatura estiva, dove si lascia l'auto nel piccolo parcheggio sotto la chiesa. 

 

AVVICINAMENTO

Si segue la rotabile dal fondo cementato che si inoltra in falsopiano in Valdinferno: sullo sfondo troneggiano il Monte Antoroto (2144 m, a sinistra) ed il Monte Grosso (2007 m, a destra), tra i quali si apre l'ampia insellatura della Colla Bassa (1846 m). 

Con qualche saliscendi si tagliano le coste erbose discendenti dalla Costa Bruciata, si supera un piccolo rio e, con qualche svolta ed un ultimo lungo tornante, si toccano le Case Bosso (1364 m, h 0,20), ancora abitate durante la stagione estiva. Un ultimo ampio tornante della carrareccia (accorciatoia presso il caratteristico forno della borgata) consente di raggiungere in breve l'agglomerato delle Case Mulattieri (1418 m, h 0,10 dalle Case Bosso), ultimo nucleo abitato consistente della vallata, con alcune belle baite ristrutturate. Da qui si dirama, sulla destra, la traccia che condurrebbe in breve al Rifugio Savona (1528 m, cartelli). 

Si prosegue invece dritti, per una antica mulattiera dalla rozza lastricatura in pietra che taglia in modesta pendenza il versante sinistro orografico della valle, con bella vista sui dirupatissimi costoni rocciosi che salgono alla vetta dell'Antoroto: in questo tratto la mulattiera è spesso invasa dalle acque di ruscellamento primaverili. Raggiunta la testata della Valdinferno, dove questa si dirama nei due minori valloncelli dei Fusi (a destra) e della Bura (a sinistra), si trascura la mulattiera che sale ripida verso destra (si collega anch'essa al Rifugio Savona) per proseguire sul ramo di sinistra, che scende a guadare in breve il piccolo Rio dei Fusi (h 0,30 dalle Case Mulattieri). Si taglia poi alla base, con lungo traverso alto sul fondovalle, la cresta Sud Est del Monte Grosso, su cui spiccano alcuni arditi gendarmi, e si entra in un bel bosco di faggi: frequenti muretti a secco ed altre opere umane testimoniano la fervente attività agricola un tempo esistente nella zona. Presso una vecchia casa diruta si stacca a sinistra il sentiero che scende a Trappa attraverso il Passo della Scaletta ed i Prati Sopra le Balze, mentre la traccia principale prende a risalire con alcuni ripidi tornanti un erto costone alberato. Si raggiunge così una prima radura, con bella vista ravvicinata sulle pareti dell'Antoròto. Si attraversa il prato seguendo i segnavia, inserendosi nel Vallonetto della Bura: in caso la neve coprisse i segnavia, l'orientamento risulta comunque elementare, essendo sempre evidente la direzione da seguire. Raggiunto un secondo ripiano dominato dalle pareti meridionali dei già citati gendarmi rocciosi, si abbandona la traccia segnata (vedi itinerari Monte Antoròto - Via normale e Monte Antoròto - Canale NE) per volgere con decisione a sinistra, in direzione di un ampio, evidentissimo canale diviso in basso in due rami da un promontorio roccioso: detto canale sale direttamente ad un ampio colle erboso sulla cresta Est dell'Antoròto (h 0,30 circa dal Rio dei Fusi). Attacco.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si rimontano per arbusti ed erba una serie di dossi, in direzione di una parete rocciosa a destra del canale principale, dove sfocia un più stretto e roccioso canalino. Con faticosa risalita (con neve forse la salita risulterebbe più agevole) si giunge nei pressi delle rocce: si traversa quindi verso sinistra, su ripidissimi pendii erbosi (attenzione) fino a entrare nel canalone principale, al di sopra dei fastidiosi pendii arbustivi della sua parte inferiore. 

Si risale tutto il canale, ripido ma facile, per erba, detriti e radi cespugli: con neve ben assestata, indubbiamente la salita sarebbe molto più interessante! 

Raggiunto l'anfiteatro terminale, si risalgono gli ultimi pendii fino all'ampia sella erbosa al sommo del canale (1930 m, h 1,00 dall'attacco). Magnifica la vista che si apre sull'altro versante, con il Pizzo d'Ormèa ed il Saccarello. In basso si snoda la sinuosa Val Tanaro, con l'abitato di Ormèa.

Si segue ora fedelmente il filo di cresta: una prima ripida salita conduce alla base delle rocce, che si risalgono con attenzione (pietre mobili e friabili!). Si prosegue poi con modesti saliscendi, con visioni sempre interessanti sul selvaggio versante Nord-Est, lungo il quale precipitano ripidi canaloni. La cresta, se percorsa sul filo, è sempre piuttosto esposta, ma mai difficoltosa: volendo, si può comunque abbassarsi di qualche metro sul lato Sud, erboso ed elementare. 

Più avanti, raggiunta una sommità rocciosa che precipita dall'altra parte con una ostica paretina di roccia marcia sulla successiva forcelletta, si scende leggermente a sinistra e, per un forcellino ed una cengia (attenzione in presenza di ghiaccio) si scende alla base del salto, all'intaglio successivo. 

Con un altro tratto divertente si giunge alla base del salto finale: si può attaccare direttamente sul filo (I°+) oppure, più facilmente, aggirare a destra per una cengia erbosa (caverna-rifugio con targa del C.A.I. di Ceva) per poi risalire un erto e breve canalino che riporta in cresta. Proseguendo per gli ultimi pendii di roccette ed erba, via via meno ripidi, si raggiunge la cima del Monte Antoròto (2144 m, h 1,15 dalla sella al sommo del canale, h 3,45 in totale): croce e libro di vetta, panorama meraviglioso su tutte le Alpi e fino al mare.

 

Discesa: lungo la cresta Nord-Est, un po' esposta ma facile, si scende in breve all'ampia sella della Colla Bassa (1846 m, h 0,15). Da qui si può scendere per la Valletta della Bura fino al ripiano erboso alla base del canale oppure, attraverso il Passo delle Creste di Monte Grosso (1600 m circa), traversare fino al Rifugio Savona, e da qui scendere per comodo e veloce sentiero nuovamente alle Case Mulattieri (h 1,30 dalla Colla Bassa): entrambi gli itinerari sono segnalati con cartelli e tacche rosse.   

 

TEMPO TOTALE

h 5,30 circa

DISLIVELLO

1000 m circa 

DIFFICOLTA’

F (con neve diventa più impegnativo)

MATERIALE UTILE

casco (piccozza e ramponi in caso il canale sia innevato)

ULTIMO SOPRALLUOGO

3 marzo 2007

PERIODO CONSIGLIATO

marzo-aprile 

COMMENTI

Itinerario semplice, ma divertente e molto panoramico: una validissima alternativa alla via normale. In caso di innevamento abbondante diventa più delicato, non tanto per la risalita del canale (anzi, con neve tale canale risulta sicuramente più divertente e meno faticoso), quanto per il percorso della cresta: in questo caso fare molta attenzione alle cornici ed ai tratti esposti (conviene avere con sè corda e casco!). Consigliato.