CARTINA CONSIGLIATA
|
I.G.C.
scala 1:25.000 – Foglio xx
|
CATEGORIA/ZONA
|
ALPINISMO
- ALPI LIGURI
|
SCHEDA
N. 53 |
STORIA
ALPINISTICA
|
Il settore meridionale del Monte
Carmo, nell'entroterra di Loàno, è caratterizzato da una serie di formazioni quarzitiche emergenti
dal pendio boscoso, di dimensioni ridotte ma ardite e caratteristiche.
Fra queste, le più conosciute e frequentate sono l’elegante torrione
della Rocca dell’Aia e lo scaglione a placche oblique dello Scoglio
del Butto, ma negli ultimi anni è iniziata l’esplorazione e lo
sfruttamento a fini alpinistici di numerose altre strutture rocciose dei
dintorni, forse meno eleganti ed individualizzate ma ugualmente
interessanti.
Le Ciappe du Ciuìn si trovano
a nord-est della Rocca dell’Aia, a poca distanza dal piede della
"Cresta degli Scoiattoli" allo Scoglio del Butto. Si tratta di una serie
di poco marcati speroni che emergono dalla fitta vegetazione, separati
da ripidi canali cespugliosi, che tendono a riunirsi convergendo verso
la sommità vera e propria della struttura. Su questi speroni, esposti a
solatio e mai troppo verticali, sono state tracciate alcune vie facili
ma assai godibili per l’ambiente solare e panoramico, consigliate
soprattutto nelle mezze stagioni, quando la primavera fa esplodere una
fioritura dai mille colori o quando, in autunno, i vasti boschi si
dipingono con pennellate dalle sfumature di giallo e rosso.
Tra queste
vie, lo “Sperone dell’Oasi”
è anche la più lunga e meno sostenuta: è stata percorsa la prima
volta da
M. Oliva e G. Porro nel novembre del 1980, e oggi è attrezzata
ottimamente con fix inox. Si tratta di una salita un po’ anomala, in
assenza di esposizione e di difficoltà rilevanti, ma comunque su roccia
buona e con alcuni singoli passi divertenti. |
PUNTO
DI PARTENZA
|
Da
Pietra Ligure (uscita della A10
Genova - Ventimiglia) si procede lungo la Via Aurelia verso Ovest
fino a Loàno, da dove si svolta a destra seguendo
le indicazioni per il "Monte Carmo". Superato il minuscolo borgo di Verzi, si
continua sulla strada che si inerpica tra i boschi della Val Nimbàlto:
divenuta sterrata, la
rotabile guadagna quota con una serie di tornanti (in alcuni tratti fondo
un poco sconnesso) fino all'ampio spiazzo per il parcheggio in località
Castagnabanca
(600 m circa, 8,8 km da Loàno). |
AVVICINAMENTO
|
All'estremità
del parcheggio si prende un sentiero (segnavia ●■■) che sale nel fitto bosco: poco più a monte, la
traccia confluisce nuovamente nella carrareccia sterrata, che va seguita verso
sinistra per alcune centinaia di metri. Superata una caratteristica antica
"casella", e lasciata a destra la diramazione
per il Rifugio Pian delle Bosse
(segnavia ■■,
vedi itinerario Anello
del Monte Carmo), si continua a seguire la
carrareccia che, superato un bel ruscello, prima sale leggermente e poi
comincia a scendere: a questo punto, si prende un sentierino sulla destra
(segnavia ●) che
traversa con qualche saliscendi un
pendio cespuglioso, con bei panorami sulla costa. Con vista spettacolare
sull'incombente Rocca dell'Aia, il sentiero supera ancora un rio,
che scorre fra grandi massi, quindi si accinge a salire con alcuni secchi
tornanti il pendio alla base del versante settentrionale della rocca. Prima
dei tornanti si abbandona il sentiero principale, trascurando anche a
sinistra una diramazione in discesa che cala nel bosco (vedi itinerario Scoglio
dell’Avètta – Cresta Sud): si segue invece una vecchia
mulattiera che, a destra, inizia a risalire con decisione il bel bosco
di faggi (numerosi ometti di pietre). Poco oltre si incontrano i
segnavia del
"Sentiero delle Terre Alte":
proseguendo lungo la ben tracciata mulattiera, si giunge ad un ripiano
alla base di una verticale paretina con alcune vie, estrema propaggine
meridionale delle Ciappe du Ciuìn. Dal ripiano, abbandonato il sentiero
segnato, si costeggiano le paretine in discesa a sinistra e si raggiunge
il fondo di un piccolo impluvio, che si risale fra fitto bosco. Più
sopra, quando appare in alto a destra un evidente zoccolo roccioso fra
massi e alberi, si risale il breve pendio e, con elementare ginnastica
fra grossi pietroni, si giunge alla base della placca di attacco dello
"Sperone
dell’Oasi" (spit viola visibile circa tre metri più sopra, h 0,35 da Castagnabanca). Attacco. |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
|
Si
possono contare 6
tiri di corda:
1
- Si attacca la placca rocciosa, piuttosto verticale e all’inizio
piuttosto liscia. Superato un muretto grazie
ad una lama (4c,
attenzione, un po’ friabile!) si raggiunge un pianerottolo. Si monta
sullo speroncino a sinistra, con
passaggio non banale (4c), traversando poi a destra per superare un brevissimo muretto
verticale (4c). Si prosegue
su placche più facili ed appoggiate e, percorsa una breve crestina, si
raggiunge la
base di un torrione di una decina di metri. Se ne scala lo
zoccolo attaccando a sinistra (4b), poi si continua al centro del pilastro lungo una breve fessura
(4a) fino alla sommità della
struttura, dove si sosta su alcuni blocchi incastrati (45 m);
2
- Si risale una
lunga placca, liscia ma appoggiata e costituita di ottima
roccia rugosa (3b). Si giunge così su un terrazzino alla base di una
placca più verticale, che si scala partendo dal suo bordo
destro e portandosi poi al centro, con alcuni passi eleganti (4a).
Si giunge su un comodo terrazzo alla base di un pilastrino, dove si
sosta (blocchi incastrati,
45 m);
3
- Si affronta il pilastrino, sfruttando
alcuni grossi blocchi appoggiati sulla sinistra (4a), quindi più facilmente per
la placchetta superiore (3c)
fino ad un nuovo terrazzino, alla base di una placca appoggiata (40 m, sosta su spuntone);
4
- Si supera la
facile placca (3a),
quindi si prosegue lungo l’articolato sperone per roccette e brevi
ripiani (II°) fino alla base di una testa rocciosa: si risale per breve
tratto la testa poi, senza raggiungerne la sommità, si devia a sinistra
traversando per una breve cornice (II°)
e, con un passo in discesa ben ammanigliato (II°+) si raggiunge un colletto erboso fra la testa rocciosa ed un
altro spuntone, da dove appare lo spuntone sommitale (40 m, sosta su alberello, nessuno spit su questa lunghezza);
5
- Si traversa per una traccia verso destra, quindi si risale un
brevissimo gradino roccioso (2 metri
, I°+) e si esce ai margini
di una pietraia di grossi blocchi: si risale la pietraia in direzione
della parete rocciosa superiore, dove un evidente ometto indica il punto
dove riprendere l’arrampicata (circa
50 m
praticamente interamente camminabili);
6
- Si attacca la parete in corrispondenza di un evidente diedro-camino:
all’inizio si
risale lo spigolo di sinistra, ben gradinato (4a),
poi con un movimento un po’ delicato (4c)
si devia a destra sul fondo del diedro, costituito da una placca incisa
da alcune cornici. Si
traversa per breve tratto a destra (4b),
quindi si raggiunge una superiore cornice che consente più facilmente di
raggiungere un pulpito (bella vista sul
mare di Loàno). Qui si attacca l’ultimo
diedro camino di
6 metri
che, con bella arrampicata in opposizione (4b)
consente di raggiungere il terrazzino sommitale, presso la cuspide delle
Ciappe du Ciuìn (20 m, sosta su spuntoni, h
2,00 circa dall’attacco). Bellissima vista aerea su Rocca
dell’Aia, Scoglio
del Butto e su tutto il boscoso vallone che scende a Verzi fino
a Loàno ed al mare.
Discesa: dalla vetta si scende per una breve e comoda cengia erbosa sul versante
opposto (Nord-Est) in diagonale a sinistra, fino ad un ampio colletto
boscoso. Di qui si scende il pendio boscoso verso destra, lungo una
labile traccia nella boscaglia. A tratti si devono superare intrichi di
vegetazione, ma le tracce sono sempre in qualche modo avvertibili. Più
in basso si incrocia una traccia un po’ più marcata, e proseguendo a
scendere (spesso sulla linea di massima pendenza) si raggiunge infine il
marcato sentiero segnalato con iiii
("Sentiero delle Terre Alte").
Si segue questo sentiero verso destra e, dopo alcuni tornanti, si scende
al ripiano alla base della verticale paretina con alcune vie incontrata
già durante l’avvicinamento (h 0,10 dalla cima). Seguendo a ritroso il percorso
dell’andata, si ritorna a Castagnabanca (h
0,40 dalla cima). |
TEMPO
TOTALE
|
h 5,00 circa
|
DISLIVELLO
|
200 m
circa
|
DIFFICOLTA’
|
PD+ (passi di 4c max non esposti)
|
MATERIALE
UTILE
|
cordoni, 2 mezze corde o una singola da almeno
50 m
, casco, 10 rinvii
|
ULTIMO
SOPRALLUOGO
|
29
ottobre 2011
|
PERIODO
CONSIGLIATO
|
dall’autunno alla primavera
|
COMMENTI
|
Salita poco impegnativa in ambiente aperto e
soleggiato, molto panoramico. Una via che non piacerà sicuramente
all’arrampicatore puro, che cerca difficoltà, esposizione e ambiente
severo. Molto bella invece per chi si sta approcciando all’arrampicata
al di fuori delle falesie: accesso comodo, un po’ meno la discesa, per
ripida e fastidiosa traccia fra intricati arbusti. Un po’ discontinua
nella parte centrale.
|
|