Si prende la larga mulattiera che raggiunge in breve
il Rio di Lourousa e, risalitolo brevemente lungo la sinistra
idrografica, lo supera su una stretta passerella. Dall'altra parte la
mulattiera, ottimamente tracciata, prende a risalire con ampi tornanti
poco pendenti i pendii ricoperti di splendido bosco di faggio
discendenti dai contrafforti della Cima del Dragonèt. Si risale il
bosco lungamente, con alcuni begli scorci sul fronteggiante versante Sud
del Monte Matto (
3097 m
): la mulattiera, sorretta da muraglioni a secco, non è mai troppo
faticosa, ed il bosco è ricco di fauna selvatica. Terminati i tornanti,
la mulattiera effettua un lungo traversone e si inoltra nel Vallone di
Lourousa, ora tra radi larici: sullo sfondo appare inaspettato, in tutta
la sua imponenza, l'impressionante
Canalone di Lourousa,
che si insinua tra il Monte Stella (3262 m, a sinistra) e l'ardita cresta che dal Gelàs di Lourousa (3261 m, a destra) scende verso la verticale parete del Corno Stella (3050 m). Raggiunto il ripiano dove sorgono i
ruderi del Gias Lagaròt (1917 m, h 1,30), si risale ancora con
alcune svolte un costone alberato per scendere poi nella splendida conca
erbosa punteggiata di larici dove giace il piccolo Lagaròt
di Lourousa (1950 m, h 0,20 dal
Gias Lagarot):
nelle limpide acque verdazzurre si specchia tutto il
versante Nord della Catena dell'Argentèra. Sull'altro
versante del vallone spiccano le moli rocciose della Cima dell'Asta
Soprana (2950 m) e della Cima Mondini (2917 m): sullo
sfondo svetta la regolare piramide della Cima
del Chiapous, mentre l'imponente
Monte Matto incombe verso Nord. Numerose lapidi
commemorative ricordano i molti caduti nel Canalone di Lourousa. Si abbandona a questo punto
la mulattiera principale, diretta al Rifugio Morelli-Buzzi (vedi
anche itinerario Nel
Vallone di Lourousa) e si volge a destra, in direzione dell'imponente Canalone
di Lourousa.
Si prende a risalire la vasta
pietraia con lunga serie di tornanti ottimamente tracciati. Aggirata
verso destra una liscia placconata rocciosa, si raggiunge un ripiano
detritico (h 0,50 dal Lagarot, ometto e cartello
per il Rifugio Bozano) dal quale stacca a destra una marcata
traccia che punta
ad un canalino erboso: proseguendo a
sinistra per la pietraia, fra grandi massi e chiazze di neve, si
raggiungerebbe in breve il ripiano antistante il Bivacco
Varrone (2090 m).
Volendo, si può anche evitare di
raggiungerlo: dal ripiano detritico con ometto si seguono
i segni gialli verso destra e si traversa orizzontalmente sulla grande
pietraia fino alla base
dell'evidente canale erboso già notato in precedenza, che si insinua
tra il corpo principale della montagna ed un costone roccioso su cui
vegetano i pini cembri. La traccia risale
con erti zigzag il canale, alla base di impressionanti placconate,
fino al suo sbocco superiore, dove si apre un panoramico
colletto erboso. Si traversa quindi un ripido pendio, fino ad un
secondo colletto con caratteristico vecchio
pino cembro (2300 m circa). Sempre
seguendo gli evidenti segni gialli, si attacca
direttamente il ripido pendio-canale di sinistra, e per erba e facili
roccette si raggiunge un minuscolo ripiano alla base delle rocce terminali
della Punta Stella. Si segue allora una sorta di rampa verso
sinistra che diventa presto larga cengia e, con magnifico
panorama su Corno Stella, Catena delle Guide e la costiera
Asta-Mondini-Oriol, raggiunge
la larga insellatura del Passo del Souffi, poco più in alto del
valico vero e proprio (2518 m, h 1,00
dal bivio sotto il bivacco). Questo alto valico mette in comunicazione il
medio Vallone di Lourousa con il Vallone del Souffi, tributario del
Vallone della Valletta.
Dal passo si abbandonano i segni gialli,
diretti al Rifugio Bozano, per prendere a destra una quasi
invisibile traccia che taglia, sul versante Vallone del Souffi, le
modeste frastagliature iniziali della cresta. Appena possibile le tracce,
su percorso comunque sempre evidente, risalgono i ripidi pendii erbosi
fino alla base del cocuzzolo finale della Punta Stella, che si
aggira e si risale poi fino alla croce di vetta, che ha recentemente
sostituito il grande ometto di pietre in cui era infisso
un grosso ramo di larice (2567 m, h 0,10
dal Passo del Souffi, h 3,40
complessivamente). Panorama
spettacolare, in particolare sul Canalone di Lourousa e sulla
fronteggiante Cima dell'Asta Soprana.
Ritorno per la stessa via in h
2,45.